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Cronaca

Marettimo, SASS-Aeronautica Militare, trovato morto un escursionista bergamasco

Redazione

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Un escursionista bergamasco che risultava disperso da venerdì sull’isola di Marettimo (Trapani) è stato trovato morto stamattina al termine di una complessa operazione di ricerca effettuata da squadre del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano imbarcate su elicotteri dell’82° Csar dell’Aeronautica Militare.

 

L’uomo, 57 anni, originario della provincia di Bergamo, in vacanza nell’isola delle Egadi, venerdì mattina era uscito solo in escursione con l’obiettivo di raggiungere Cala Bianca percorrendo il sentiero che parte dal paese e passa per Punta Troia.

Il gestore del B&B che lo ospitava non vedendolo rientrare ha lanciato l’allarme facendo scattare le operazioni di ricerca.

Ieri sera la Prefettura di Trapani ha chiesto l’intervento del Soccorso Alpino coinvolgendo l’Aeronautica Militare. Una squadra formata da quattro tecnici del SASS si è imbarcata all’aeroporto di Birgi su un HH139A dell’82° Csar. L’elicottero, dotato di termocamera e visori a raggi infrarossi, ha raggiunto Marettimo per sorvolare la zona in cui presumibilmente si sarebbe potuto trovare l’escursionista. Non avendo trovato tracce dall’alto, la squadra del Soccorso Alpino è stata sbarcata a Punta Troia, da dove ha proseguito le ricerche a piedi fino a Cala Bianca lungo un sentiero particolarmente accidentato. Le ricerche, però, hanno dato esito negativo e stamattina all’alba la squadra è stata recuperata da un gommone della Guardia Costiera.

 

Intanto da Birgi è decollato nuovamente l’elicottero con a bordo altri due tecnici del SASS che ha proseguito le ricerche dall’alto riuscendo questa volta a individuarne il corpo in una scarpata a picco sul mare nella zona di Punta Galera.

 

L’8 giugno scorso sulla stessa isola era stato portato a termine un intervento congiunto del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano e dell’82° Csar dell’Aeronautica Militare per soccorrere un’escursionista romana rimasta ferita dopo essere caduta mentre percorreva il sentiero a nord dell’isola, nei pressi di Pizzo Falcone.

Cronaca

FiberCop: a Pantelleria cavi danneggiati da terzi. Partito intervento per ripristinare collegamenti

Redazione

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Spett.le  – Il Giornale di Pantelleria,

in riferimento alla notizia da voi pubblicata con il titolo “Pantelleria, nuovo cavo tranciato nuovo black out di TIM. di vecchio solo le cause”, FiberCop comunica quanto segue:

FiberCop – in qualità di gestore dell’infrastruttura digitale – desidera precisare di non avere alcuna responsabilità in merito ai disservizi e di essere, anzi, parte lesa. Il problema verificatosi a Pantelleria, infatti, è stato nuovamente causato dalla stessa impresa che già nelle scorse settimane durante l’esecuzione di lavori aveva gravemente danneggiato alcuni cavi in fibra ottica. FiberCop ha già predisposto l’intervento per il ripristino dei collegamenti con l’obiettivo di assicurare la ripresa dei servizi telefonici nel più breve tempo possibile.

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Ambiente

Pantelleria, nuovo cavo tranciato nuovo black out di TIM. di vecchio solo le cause

Direttore

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Era il 16 settembre scorso quando segnalavamo la prima problematica con Tim, per cui nè telefoni nè connessione erano possibili con il gestore principale d’Italia.

Dopo settimane e settimane di disagi e problemi, poco alla volta nelle contrade dell’isola si ripristinavano i collegamenti.

Ieri, 23 ottobre 2025, intorno alle ore 15/16, un nuovo down ha mandato all’aria cellulari e computer.
Abbiamo chiesto informazioni a fonti abbastanza certe sulle cause e sull’estensione del problema: quasi tutta l’isola per trancio di un altro cavo, presumibilmente intorno alla zona del  forno Manciaforte. 

Dopo una breve illusione di ripristino, nuovamente la disconnessione. 
A tutt’ora, dopo oltre 24 h, siamo isolati, intanto sbarcano ancora turisti meravigliati della bellezza di Pantelleria già solo sorvolandola.

Di domande spontanee ne sorgerebbero molte, ma ce le teniamo per noi, speriamo solo che il disagio venga risolto il prima possibile, specie per chi è lontano e un pò isolato dai centri abitati e sia per chi lavora h24 con il pc e il cellulare.

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Cronaca

Truffe sanitarie via SMS e numeri 893 a sovrapprezzo

Giada Zona

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Consumerismo invita alla massima prudenza e chiede verifiche su sicurezza e gestione dei dati sanitari

Continuano a moltiplicarsi le segnalazioni di cittadini che ricevono falsi SMS o messaggi WhatsApp apparentemente inviati dal Centro Unico di Prenotazione (CUP) da parte di aziende sanitarie.
Nel testo si invita l’utente a contattare “urgentemente” un numero di telefono per verificare la propria prenotazione o risolvere presunte “anomalie” legate a prestazioni sanitarie. Ma si tratta di un raggiro.

Numeri a pagamento e finti CUP

I messaggi riportano numeri che iniziano con il prefisso 893, talvolta camuffati come recapiti “ufficiali” di uffici amministrativi (es. “Uffici CUUP” o “Servizio CUP Regionale”).
In realtà, i numeri 893 sono numeri a tariffa speciale con sovrapprezzo, utilizzati per addebitare costi elevati al chiamante.
“Chi richiama rischia di vedersi addebitati importi anche molto alti sul credito telefonico o in bolletta. È la classica truffa del richiamo: un messaggio credibile, un nome istituzionale e un numero a pagamento mascherato da servizio pubblico”, spiega Giovanni Riccobono, direttore generale di Consumerismo No Profit e Responsabile dello Sportello +Tutela di Trapani.
Il fenomeno è stato segnalato anche da diversi cittadini trapanesi, che hanno ricevuto messaggi contenenti falsi riferimenti a prenotazioni sanitarie realmente effettuate, inducendo così la vittima a credere alla veridicità della comunicazione.

I consigli di Consumerismo

Consumerismo invita i cittadini a prestare massima attenzione e a non rispondere mai a messaggi che chiedono di chiamare numeri con prefissi 893, 895 o 899, o che contengono link sospetti.

In caso di ricezione di questi SMS:

1. Non cliccare e non richiamare.
2. Bloccare il numero e segnalare l’SMS alla Polizia Postale (www.commissariatodips.it).
3. Contattare direttamente il CUP della propria ASP utilizzando solo i numeri ufficiali reperibili sul sito istituzionale.

Chi gestisce dati deve garantire sicurezza, non vulnerabilità – conclude Riccobono – la priorità, in un mondo in cui i dati rappresentano il nuovo petrolio, deve essere quella di garantire sistemi di sicurezza all’avanguardia da parte di chi li tratta. Ogni soggetto che gestisce informazioni personali e sanitarie deve essere consapevole della propria responsabilità: una falla nella protezione dei dati non è solo un problema tecnico, ma un rischio concreto per i cittadini, che possono diventare vittime di frodi e truffe digitali»

Qual è, quindi, il problema?

Nonostante le tecnologie facciano ormai parte delle nostre vite, talvolta ci troviamo impreparati di fronte alle truffe. A livello collettivo, manca ancora una presa di coscienza di un’alfabetizzazione digitale che, in questo caso, riuscirebbe a proteggerci da questi messaggi e ad aumentare la nostra capacità critica.
Da un lato è quindi necessario un maggiore controllo che eviti queste spiacevoli situazioni e dall’altro, invece, è necessario che i cittadini abbiano la capacità di difendersi.
Bisognerebbe prestare più attenzione a queste tematiche tra i banchi di scuola, per esempio, in modo che le future generazioni non solo utilizzino questi strumenti ma siano anche consapevoli di come sia corretto utilizzarli.
Ed è anche necessario sensibilizzare un’altra fascia di popolazione, quella più adulta, che probabilmente è quella più soggetta a questo tipo di truffe.

Giada Zona

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