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Cultura

L’On. Dario Safina (PD) sul relitto di Marausa: “Un encomio per il ritrovatore Francesco Brascia”

Marilu Giacalone

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Trapani, 20 ottobre 2023 – Il gruppo parlamentare del PD all’ARS, primo firmatario l’onorevole Dario Safina, ha presentato una interpellanza al Governo regionale circa gli intendimenti dello stesso in merito al ritrovamento e successivo recupero del relitto di nave romana risalente al III secolo d.C., ad oggi messo in sicurezza e trasferito al porto di Marsala per le attività di conservazione e restauro. Il relitto, denominato “Marausa 2” è stato individuato nel 2020 e monitorato con grande cura ed attenzione fino all’intervento della Soprintendenza del Mare, dal signor Francesco Brascia, dipendente del Ministero della Difesa del 37° Stormo Trapani-Birgi, davanti alla costa di Misiliscemi, nel Trapanese.

I parlamentari del PD chiedono, innanzitutto, se è intendimento del Governo regionale ritenere opportuno accordare una onorificenza, con conseguente cerimoniale, al ritrovatore Francesco Brascia, anche denominando ufficialmente l’imbarcazione come “Relitto Brascia”.

E poi vanno nello specifico circa un progetto di valorizzazione e musealizzazione dell’imbarcazione che possa soddisfare le esigenze di tipo scientifico e turistico-culturali attraverso un investimento sull’intera area di Marausa, anche a tutela del patrimonio sommerso.

“A tutt’oggi – spiega l’onorevole Dario Safina – non sono pervenute indicazioni sugli interventi successivi di primo trattamento conservativo, consolidamento e restauro definitivo, mancando una programmazione della Regione in termini di risorse economiche e indicazione delle tempistiche di sostegno del progetto di restauro in vista della sua musealizzazione. Chiediamo, pertanto, al Governo Schifani se vi è intendimento di procedere ad allocare la nave romana presso il territorio di Marausa, ubicandola presso il Comune di Misiliscemi con stanziamento delle relative risorse economiche necessarie, anche per la fase di progettazione e musealizzazione del relitto”.

“Altresì riteniamo doveroso premiare ufficialmente un cittadino virtuoso che, dal giorno dell’individuazione del relitto fino alle successive ed oramai concluse operazioni di recupero, non ha mai smesso di prestare la sua opera in termini di controllo e guida dell’area marina, divenendo punto di riferimento anche per la stessa Soprintendenza del Mare e di altre equipe di archeologia marina, nazionali ed estere, che negli ultimi anni si sono interessate al tratto di mare in questione”, conclude il deputato trapanese.

 

Cultura

Pantelleria, calendario delle messe da domani. Il 14 novembre celebrazione a scuola delle Poverelle

Direttore

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La Chiesa Forania di Pantelleria ha reso noto il calendario delle messe che si celebreranno nelle chiese maggiori dell’isola, a partire da domani 10 novembre 2025.

Venerdì 14 novembre, si celebrerà una commemorazione e una messa presso la scuola materna Giovanni XIII.

LA STORIA DELLA  SCUOLA
La scuola dell’Infanzia Paritaria “Giovanni XXIII” vanta oramai una lunga esistenza sull’isola di Pantelleria. Sul territorio isolano, le Suore delle Poverelle giunsero a portare il loro generoso aiuto già nell’immediato dopoguerra a favore delle fasce più deboli della popolazione, anziani, bambini e 21 ammalati. Le prime suore furono: Madre Esterina, Suor Redenta e Suor Pierteresa, due per l’asilo e una per la cucina.
Il 27 aprile 1959, l’Istituto Palazzolo, dopo avere ottenuto i vari permessi edilizi, poté dare il via ai lavori per la costruzione della nuova scuola materna, che aprì i battenti il 17 luglio 1960, nella sede attuale di Via Dante.

In copertina immagine da facebook

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Cultura

Conclusa 27ª edizione Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum: Gadir di Pantelleria tra gli itinerari

Redazione

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Una postazione multimediale dedicata ai diving center siciliani, per mostrare, immergendosi virtualmente, i percorsi subacquei siciliani di Ustica e Pantelleria


Lo spazio espositivo del Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana della Regione Siciliana, ha ospitato le postazioni della Soprintendenza del Mare dove è stato possibile immergersi virtualmente sugli itinerari archeologici subacquei siciliani. Grazie alla tecnica di ripresa di video a 360° in 3D, i visitatori hanno effettuato un’esperienza multisensoriale con i visori oculus Meta Quest; una vera e propria immersione subacquea con una voce narrante, ologrammi per illustrare i reperti sul fondale e i suoni del mare.

Tre gli itinerari proposti: Cala Gadir nell’isola di Pantelleria, Punta Falconiera e Punta Cavazzi nell’Isola di Ustica. Un grande successo di pubblico, soprattutto delle numerose scolaresche che hanno affollato lo spazio espositivo della Regione Siciliana.


Nelle quattro giornate della Borsa, la Soprintendenza del Mare è intervenuta al convegno “Turismo archeologico subacqueo: esperienza di un viaggio italiano”, realizzato in collaborazione con il Ministero del Turismo. Moderato da Donatella Bianchi, il convegno ha fatto il punto sullo stato di salute del turismo subacqueo, in particolare su quello siciliano, che offre la possibilità di visitare 26 itinerari sommersi realizzati dalla Soprintendenza del Mare, fruibili da subacquei accompagnati da diving center autorizzati.

Gli itinerari sono stati presentati presso lo stand della Regione Siciliana nel corso dell’incontro “La Soprintendenza del Mare in Sicilia e le modalità innovative di fruizione degli itinerari culturali sommersi” dove è stata illustrata la nuova tecnologia di fruizione virtuale a 360° – 3D e la nuova progettualità che nei prossimi mesi realizzerà l’adeguamento del sistema di visita subacqueo ai non vedenti. E stata anche l’occasione per presentare il protocollo di intesa stipulato con l’Associazione “Albatros Paolo Pinto” che collaborerà con la Soprintendenza del Mare per la formazione di istruttori e guide subacquee dedicate al mondo della disabilità e in particolare ai subacquei non vedenti.

Inoltre, lo stand del Ministero del Turismo ha ospitato la Sicilia con uno spazio dedicato agli itinerari archeologici sommersi. Una postazione multimediale dedicata ai diving center siciliani, ha dato la possibilità ai visitatori di conoscere, immergendosi virtualmente, i percorsi subacquei siciliani di Ustica e Pantelleria.

Dalla Soprintendenza del Mare

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Cultura

Sfinci di San Martino: il profumo dell’autunno siciliano

Barbara Conti

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Sfinci di San Martino: il profumo dell’autunno siciliano

Nel cuore dell’autunno, quando l’aria si fa più fresca e le botti si aprono per il primo assaggio del vino novello, in Sicilia si celebra San Martino con un dolce che racconta storia, tradizione e convivialità: le sfinci

Croccanti fuori e morbidissime dentro, profumate di anice e cannella, le sfinci di San Martino sono frittelle rustiche che accompagnano da secoli la festa dell’11 novembre, dedicata a San Martino di Tours. Secondo la leggenda, Martino – allora soldato romano – tagliò il suo mantello per donarlo a un mendicante infreddolito. Da questo gesto nasce l’“Estate di San Martino”, quel breve periodo di clima mite che spesso accompagna la ricorrenza.

Una tradizione che profuma di vendemmia
In Sicilia, la festa coincide con la fine dei raccolti e l’apertura delle botti. È il momento in cui “ogni mosto diventa vino”, come recita il detto popolare. Le famiglie si riuniscono per celebrare con dolci semplici e genuini, preparati con ingredienti locali: semola, lievito, acqua, uvetta e semi di anice o finocchio selvatico.

Ogni zona ha la sua variante: nel Ragusano le sfinci sono dolci, nel Catanese si trovano anche salate, farcite con ricotta o acciughe. Non solo San Martino: queste frittelle fanno capolino anche a Natale e per San Giuseppe, il 19 marzo.

La ricetta tradizionale
Ingredienti per 8 persone:

– 500 g di semola rimacinata di grano duro
– 450 ml di acqua tiepida
– 12 g di lievito di birra fresco
– 10 g di zucchero semolato
– 10 g di sale
– q.b. semi di anice (o finocchio selvatico)
1 l di olio di semi di arachide (per friggere)
– q.b. zucchero semolato e cannella in polvere (per decorare)

Preparazione:

Impasto – Sciogliete il lievito in un bicchiere d’acqua tiepida. Versate la semola in una bacinella, unite zucchero e sale, poi il lievito sciolto. Impastate aggiungendo gradualmente la restante acqua.
Aromi – Lavorate l’impasto per circa 10 minuti, poi aggiungete l’uvetta ammollata e i semi di anice.
Lievitazione – Coprite con un canovaccio e lasciate lievitare in luogo caldo per circa 2 ore.
Frittura – Scaldate l’olio a 160–170°C. Formate le sfinci con due cucchiai bagnati nell’olio e friggetele poche per volta, finché saranno dorate.
Decorazione – Ancora calde, passatele nello zucchero semolato e spolverate con cannella.

Consigli 
Se il giorno dopo risultano meno soffici, scaldatele leggermente e cospargetele con miele caldo: una delizia! Per una variante salata, potete aggiungere acciughe o ricotta all’impasto. Le sfinci sono perfette anche per le feste natalizie e per San Giuseppe.

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