Cultura
L’identità popolare siciliana tra pizzi e nozze
Anni di ricerca, collaborazioni territoriali, testimonianze raccolte, tutti in rete per incrociare e confrontarsi su un vasto argomento : antichi usi e costumi siciliani nuziali.
La Galleria EtnoAntropologica con l’etnosalotto organizzato nella sua sede , in Solarino, il 27 ottobre 2018 ha dato inizio alla rassegna L’Antico Si.
E’ questo un progetto culturale che ,da anni, cammina spontaneamente tra collaborazioni, territori e materiale antico.
Mediante collezionisti, studiosi e ricercatori, l’evento ha arricchito la qualità con atti notarili nuziali ottocenteschi e abiti nuziali risalenti all’ottocento e metà novecento.
Una rassegna tutta ‘rosa’ le cui protagoniste sono state le donne d’un tempo, fulcro sociale e familiare, ma anche gli uomini come costruttori della forza economica della famiglia.

L’ allestimento storico L’Antico Si, nel 2023, è stato svolto grazie all’unione dei comuni siciliani del circuito HONOS di cittadinanza attiva, realtà culturale della Galleria EtnoAntropologica che opera in rete con collaboratori territoriali .
Corleone, Palazzo Adriano, Santo Stefano Quisquina, Marianopoli , Ficuzza sono stati protagonisti dell’ allestimento ed il recupero, l’esposizione degli abiti antichi, degli oggetti nuziali e atti dotali, presentati al vasto pubblico, è stato svolto da direttori artistici, collaboratori territoriali , tutto patrocinato gratuitamente dai comuni ospitanti , dalla Regione siciliana – Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, dal Corpo Forestale regionale, Museo Archeologico regionale di Marianopoli (CL), Museo etnografico della civiltà contadina di Marianopoli , Museo della cultura albanese di Palazzo Adriano (Pa), Museo civico ‘Pippo Rizzo’ di Corleone.
Ogni comune ha vantato abiti nuziali, pizzi, ricami e preziosi, tutti pezzi unici dell’artigianato siciliano finemente prodotti tra ottocento e metà novecento in sartorie e botteghe d’arte.
Il momento di forte emozione, nei vari allestimenti, è stato far rivivere gli abiti da sposa che sono stati indossati da fanciulle autoctone che, con molta eleganza, hanno ricostruito gli scatti fotografici dell’epoca.
Una grande bellezza in movimento per la Sicilia, un grande momento d’aggregazione sociale , una vera ricerca etnoantropologica diretta sul campo in cui i siciliani hanno compiuto un viaggio nel tempo e gli stranieri hanno scoperto una Sicilia dalla degna identità.
La prof. Pina Gozzo, presidente della Galleria EtnoAntropologica, sostiene l’importanza del progetto di recupero e rivalutazione dell’identità popolare dicendo le nozze antiche nella nostra isola sono un tassello fondamentale dell’identità popolare che solo studiandola e facendola conoscere, possiamo comprenderCi .
I secoli della nostra longeva Storia si leggano non solo nel nostro dialetto, ma, principalmente, negli usi e costumi della famiglia..
Questo progetto culturale non ha avuto termine a Ficuzza ad agosto 2023 perchè ancora il bello deve arrivare.

L’Antico Si si rivedrà protagonista nel corso del 2024 con un dossier storico in doppia lingua ( inglese – italiano) firmato da più autori , pubblicato dalla Galleria EtnoAntropologica con un ponte di distribuzione che toccherà USA e Australia.
Laura Liistri
Cultura
Pantelleria, lavori di adeguamento, messa in sicurezza ed efficientamento energetico della palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”
Alla cittadinanza, Il Sindaco comunica che l’Amministrazione comunale di Pantelleria ha portato a compimento l’iter amministrativo e progettuale necessario per il recupero e la piena rifunzionalizzazione della palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”, struttura da tempo inagibile e fortemente attesa dalla comunità scolastica dell’isola. Il Sindaco comunica che l’intervento rientra in una più ampia strategia di riqualificazione dell’edilizia scolastica, con l’obiettivo prioritario di garantire sicurezza, accessibilità, sostenibilità energetica e qualità degli spazi destinati alle attività formative e sportive.
Il progetto prevede opere di adeguamento strutturale e funzionale, la messa in sicurezza dell’edificio, il miglioramento delle prestazioni energetiche attraverso l’installazione di impianti moderni e l’utilizzo di fonti rinnovabili, nonché il completo ripristino della fruibilità della palestra per studenti, associazioni sportive e iniziative collettive. Il Sindaco comunica che l’intervento consentirà di restituire alla cittadinanza una struttura fondamentale per la crescita educativa, sociale e sportiva dei giovani di Pantelleria, colmando una carenza che per anni ha inciso negativamente sull’offerta di spazi adeguati alle attività motorie.
L’Amministrazione è consapevole che l’esecuzione dei lavori potrà comportare disagi temporanei; tuttavia, il cronoprogramma è stato definito con l’obiettivo di contenere l’impatto sulle attività scolastiche, con una durata complessiva stimata in circa 14 settimane. L’Amministrazione continuerà a seguire con attenzione tutte le fasi successive, dall’affidamento dei lavori alla loro realizzazione, assicurando trasparenza, rispetto dei tempi e tutela dell’interesse pubblico. Pantelleria guarda avanti, investendo sulle scuole, sulla sicurezza e sul futuro delle nuove generazioni.
Cultura
Il violinista di Solarino Don Paolo Teodoro e le radici di una tradizione di due secoli
La storia nascosta di un paese che ha fatto della musica una firma identitaria
Nel 1827, quando il paese non era ancora Comune, un documento d’archivio rivela la presenza inattesa di un musicista professionista. Da allora Solarino non ha mai smesso di essere una comunità musicale.
Solarino – Nel 1827 il paese non era ancora autonomo e viveva un momento di transizione politica e amministrativa. Eppure, in quell’anno cruciale, emerge un dettaglio sorprendente che permette di leggere la storia locale da una prospettiva nuova. Tra gli atti conservati presso l’Archivio di Stato di Siracusa compare il nome di Don Paolo Teodoro, registrato come violinista.
Un dato che, per l’epoca, spacca in due l’immagine consueta di un borgo rurale fatto solo di agricoltori e artigiani.
Il musicista che rompe gli schemi
Il documento mostra chiaramente che Don Paolo Teodoro non era soltanto un residente rispettato di Solarino. Era un musicista. Un ruolo insolito in un contesto rurale del primo Ottocento, dove la musica raramente compariva nelle registrazioni ufficiali. Teodoro abitava in via Fontana, insieme alla moglie Costantino Eloisa, ma la sua formazione aveva radici ancora più profonde. Da giovane, infatti, era cresciuto in una parte dell’attuale Palazzo Requesens, allora indicato come Piano Palazzo n.2, oggi cuore dell’odierna Piazza del Plebiscito, luogo simbolo della vita sociale solarinese. Una crescita in un ambiente architettonico e culturale privilegiato che spiega – almeno in parte – la precocità di una vocazione musicale riconosciuta persino dagli atti civili borbonici.
Una tradizione musicale che Solarino non ha mai abbandonato
Il caso di Don Paolo Teodoro non è un episodio isolato, ma il primo tassello visibile di una storia più lunga. Perché a differenza di tanti altri centri siciliani, Solarino non ha mai smesso di essere un paese musicale. Bande storiche, maestri locali, scuole di musica, gruppi giovanili, famiglie che tramandano strumenti da generazioni, musicisti nazionali , la musica, qui, non è un accessorio, ma un linguaggio collettivo. E questa continuità testimonia una capacità rara: fare dell’arte una parte della propria identità civile. Non tutte le comunità hanno saputo compiere questa scelta. Molti centri rurali hanno perso nel corso del Novecento le proprie tradizioni culturali, travolti da emigrazione e modernizzazione. Solarino, invece, ha seguito una traiettoria diversa: ha difeso la musica, l’ha fatta propria, l’ha trasformata in patrimonio comune.
Questo è il vero punto di forza del paese. Una maturità culturale che trova le sue prime radici in persone come Don Paolo Teodoro: uomini capaci, già due secoli fa, di portare l’arte dentro la vita quotidiana di una comunità in trasformazione. Oggi, quando strumenti e prove musicali risuonano nelle case, nelle scuole e nelle piazze, è possibile intravedere un filo diretto con quella firma d’archivio del 1827. Solarino continua a distinguersi per il suo fermento artistico. E la storia del violinista Don Paolo Teodoro si rivela allora molto più che una curiosità d’epoca: è l’origine documentata di un percorso identitario che il paese ha scelto di portare avanti con orgoglio. Due secoli dopo, Solarino resta un paese che suona e questa è, senza dubbio, una delle sue vittorie più grandi.
Laura Liistro
Cultura
Elena Pizzuto Antinoro: da Santo Stefano Quisquina alla scena internazionale della ricerca linguistica
Donna siciliana, studiosa di straordinaria competenza e voce autorevole della ricerca italiana, Elena Pizzuto Antinoro è considerata una delle figure più influenti negli studi contemporanei sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.
Psicologa, linguista e ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha contribuito in modo determinante al riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana (LIS) come sistema linguistico pienamente strutturato, superando visioni riduttive che ne avevano a lungo limitato la comprensione. Il suo percorso accademico si è svolto tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove ha approfondito la Lingua dei Segni Americana (ASL) entrando in contatto con metodologie di ricerca all’avanguardia. Questa esperienza internazionale fu decisiva: rientrata in Italia, introdusse nuovi paradigmi analitici che avrebbero innovato radicalmente lo studio della LIS, collocando la ricerca italiana in un dialogo costante con quella mondiale. Caratteristica centrale del suo lavoro fu l’approccio interdisciplinare.
Elena operò a stretto contatto con persone sorde, analizzando i processi cognitivi, le strutture linguistiche e le dinamiche comunicative della lingua visivo-gestuale. Le sue pubblicazioni rappresentano oggi un riferimento fondamentale non solo in Italia, ma anche nel contesto internazionale degli studi sulle lingue dei segni. Tra le iniziative più rilevanti da lei guidate figura VISEL, progetto dedicato allo sviluppo di sistemi di scrittura per la lingua dei segni e alla definizione di strumenti didattici innovativi. Un contributo che ha ampliato le possibilità di ricerca e di accesso alla comunicazione visiva, rafforzando il ruolo dell’Italia nel panorama scientifico globale. Colleghi e collaboratori ricordano Elena Pizzuto Antinoro come una professionista rigorosa, dotata di una forte integrità etica e di una visione capace di anticipare nuove prospettive. Il silenzioso applauso con cui la comunità sorda l’ha salutata ne sottolinea il profondo impatto umano e scientifico.
Oggi, Elena Pizzuto Antinoro è riconosciuta come una figura chiave della linguistica internazionale e un esempio di eccellenza femminile nel mondo accademico. Siciliana, figlia di Santo Stefano Quisquina, ha portato la sua terra d’origine nei principali centri di ricerca del mondo, lasciando un’eredità destinata a influenzare a lungo gli studi sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.
Laura Liistro
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