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Cultura

Le lingue di Pantelleria. Dalla dominazione araba agli Svevi

Redazione

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La Riconquista cristiana

Nell’XI secolo, o meglio alla fine di esso, la Riconquista cristiana, dopo avere liberato la penisola iberica (Spagna e Portogallo) investì anche la Sicilia e le sue isole. Mentre Lampedusa risultava disabitata, in particolare Pantelleria (definitamente dal 1123) e Malta , isole dove il radicamento culturale e linguistico dell’arabo magrebino si rivelava più forte perché entrambe erano state notevolmente “colonizzate” da forti immigrazioni  berbere e arabe provenienti dal Nord Africa. È infatti da quell’epoca che i due modi di parlare si assomigliano molto , travolgendo i linguaggi precedenti, quindi il latino e il greco bizantino, con notevoli residui lessicali e fonetici dovuti al sostrato fenicio punico residuale, molto più che nel resto del territorio siciliano.

Furono i Normanni, ovviamente accompagnati e rafforzati dalla componente cristiana siciliana a “liberare” entrambi i luoghi, la piccola isola solitaria e l’arcipelago maltese.
Come vedremo in seguito, parecchie analogie legano ancora oggi i due modi di parlare locali. D’altronde, quasi trecento anni di dominio e supremazia coloniale araba non potevano certo passare invano.

Il regno normanno

E, d’altra  parte il regno normanno, immediatamente formatosi in istituzioni forti e centralizzate, non poteva certo lasciare che questi avamposti mediterranei potessero rimanere come covi di potenziali nemici, per cultura, lingua e strategia. La spinta delle Crociate urgeva sempre più fortemente e costituiva consapevolmente lo sforzo del mondo occidentale di recuperare territori perduti in precedenza.
Ondata musulmana prima, cristiana dopo, corsi e ricorsi vichiani, due mondi in costante e millenaria lotta. Per dirla con Fernand Braudel, ora era il momento della Croce e della Spada, come rappresentato anche da notevoli puntate sulla costa africana , dove addirittura furono prese l’isola di Gerba e la città di Tripoli, per breve periodo affidata in feudo al  Conte di Modica e Ragusa, titolare di uno “stato” allora ricco e potentissimo, e che dominava anche sulle isole maltesi,  su Alcamo, Calatafimi e Caccamo.
Tuttavia, mentre Malta si ricristianizzava rapidamente, pur mantenendo un proprio dialetto fortemente magrebino,  Pantelleria, dove i cristiani e gli ebrei rimasti erano molto pochi, presentava maggiori difficoltà.
Per questo motivo, l’isola fu affidata presto in modo feudale a dei naviganti (e commercianti/pirati genovesi), In particolare un Doria, importantissima famiglia dogale, e poi un Pigafetta , detto Squarciafigo, Bernabo’ di San Lazzaro.
Era anche il tempo delle repubbliche marinare italiane, e in particolare di Genova nei mari occidentali (e non solo) e Venezia nei mari orientali.
Il feudatario/governatore genovese tuttavia non fu molto gradito ai panteschi di allora, vuoi per la durezza manifestata, vuoi per un politica fiscale troppo pesante.
In ogni caso ciò diede luogo a dei tumulti di reazione che produssero delle vittime e a una sostanziale revoca dell’affidamento feudale.
I Normanni intanto avevano costruito a difesa un imponente castello sul porto principale, dotato di una torre quadrangolare arretrata, detta di San Barnaba, che fungeva da armeria e ridotta, sulle rovine di una precedente fortezza bizantina, l’unica di cui si abbia notizia, oltreché di fortificazioni murali atte a mantenere sotto controllo la Medina contigua.
Forte di questo presidio, la comunità cristiana cresceva numericamente e come peso sociopolitico.
Allora si continuava a parlare in arabo magrebino da una parte e dall’altra nel nuovo vernacolo neolatino, il  volgare siciliano, base della futura lingua italiana, farcito probabilmente anche di termini liguri, con la caratteristica abbondanza della vocale “u”.

Gli Svevi

Ciò fu fino all’epoca di Ferdinando II re e imperatore , il quale da valente sovrano a abile diplomatico che era, concluse una accordo con le autorità arabotunisine che gli valse il riconoscimento definitivo della sovranità sulle isole, concedendo ai musulmani locali, ceto contadino soprattutto, qualche forma di autonomia giudiziaria e fiscale oltreché religiosa.
È da questo momento che l’assimilazione di Pantelleria all’Europa cristiana diviene definitiva, aprendo la strada ad un suo ritorno culturale in senso lato verso il mondo cristiano e latino.
(Continua)
Enzo Bonomo Ferrandes

Cultura

Pantelleria, nel Lago di Venere l’origine della vita, mica robetta. Lo studio

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 Importante scoperta sull’origine della vita nel Lago di Pantelleria 
 
E’ l’esito di uno studio compiuto da ricercatori italiani, nel Lago di Venere di Pantelleria: riuscendo a sintetizzare le molecole chiave della vita a partire dall’acqua del lago.

L’esito dello studio fornisce preziosi indizi sui meccanismi di base dell’origine della vita perchè il lago  è un vero e proprio laboratorio naturale: ph alto, attività idrotermale, ricchezza di minerali e presenza di microbi.

Si pensa che miliardi di anni fa sulla Terra primordiale e su Marte, quando la vita potrebbe aver mosso i suoi primi passi, vi fossero le condizioni riscontrate nello specchio d’acqua dai colori del cielo, cangianti al verde giada o all’indaco.

Gli studiosi, partendo dall’acqua del lago sono riusciti a sintetizzare molecole di RNA, fondamentali per la vita insieme al DNA, oltre a tutte le basi nucleotidiche di RNA e DNA e ai componenti del PNA (Acido Peptidico Nucleico), possibile precursore delle due.

Secondo lo studio la vita  avrebbe potuto avere una modalità di origine chimica comune sia nel passato di Marte che sulla Terra.

 Lo studio è il risultato  della collaborazione tra Università della Tuscia e Sapienza di Roma, l’INAF, il CNR con i suoi istituti di Montelibretti e Roma, ed è  pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences.

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Spettacolo

Venerdì 15 agosto alle 21:30, a Calatafimi Segesta, Petra Magoni & Arkè String Quartet

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Quartet – “Subversion” in concerto

La cantante Petra Magoni e il quartetto d’archi, live al Tempio di Calatafimi Segesta (provincia di
Trapani), in occasione dell’edizione 2025 di “Segesta Teatro Festival”, renderanno omaggio a band, 
cantautori e compositori nel segno della “sovversione”

L’estasiante Tempio di Calatafimi Segesta (provincia di Trapani) sarà la venue che ospiterà il concerto di
Petra Magoni & Arkè String Quartet – “Subversion”, in programma venerdì 15 agosto alle 21:30, in
occasione dell’edizione 2025 di Segesta Teatro Festival, con la direzione artistica a cura di Claudio Collovà.
“Subversion” è un progetto altamente provocatorio, volto a scuotere le coscienze, uno spettacolo che
esorta a cambiare una visione del mondo, sovente, ingabbiata dentro pregiudizi tendenti al manicheismo.
Un concerto che intende rompere gli schemi, per affrancarsi da barriere ideologiche dietro cui si arroccano
le istituzioni e le varie forme di potere.


La cantante Petra Magoni e l’Arkè String Quartet, ensemble d’archi
formato da Carlo Cantini (violino), Valentino Corvino (violino, oud ed elettronica), Matteo Del Soldà (viola)
e Stefano Dall’Ora (contrabbasso), proporranno un repertorio di brani trasversale dal punto di vista
stilistico, passando dai Beatles, John Lennon, Rolling Stones a Wolfgang Amadeus Mozart, per poi
giungere a John Cage, Frank Zappa, Boris Vian, Ennio Morricone, Fabrizio De André, Franco Battiato,
Giorgio Gaber, Nina Simone, David Bowie e i Pink Floyd. Il tutto nel segno di una prorompente personalità
artistica e una spiccata identità comunicativa che caratterizzano questi cinque brillanti musicisti.
Esuberante, sensibile, poliedrica, ispirata da una toccante autenticità e animata da una fervida
immaginazione musicale, Petra Magoni è una fra le cantanti italiane più talentuose e complete degli ultimi
vent’anni. Grazie alle sue qualità ha calcato e calca tutt’ora i palchi nazionali e internazionali più prestigiosi,
condividendo la scena con numerosi musicisti di levatura nazionale e mondiale quali Al Jarreau, Chano
Dominguez, Claude Salmiéri, Paolo Fresu, Ares Tavolazzi, Nicola Stilo, Peppe Servillo, Paolo Benvegnù,
Francesco Bearzatti, Morgan, Mario Biondi, Joe Barbieri, Mauro Ottolini, André Minvielle e tanti altri
ancora.
L’Arkè String Quartet è una formazione che fa dell’eclettismo stilistico e della creatività due segni particolari
della sua carta d’identità musicale. Quartetto di matrice accademica, notevole nello spaziare con
naturalezza dalla musica colta al jazz, dall’avanguardia alla world music, dal pop fino ad arrivare alla musica
elettronica, in trent’anni di carriera stringe collaborazioni degne di nota al fianco di artisti blasonati sulla
scena italiana e internazionale come Trilok Gurtu, Antonella Ruggiero, Stefano Bollani, Enrico Pieranunzi,
Rita Marcotulli, Samuele Bersani, Tullio De Piscopo, Moni Ovadia, solo per elencarne alcuni.
“Subversion”, progetto arricchito da diverse videoproiezioni, è uno spettacolo coinvolgente e travolgente,
per tutti gli amanti della buona musica. Quella che racconta la verità.

Ph. Luca Bolognese

PER INFO CONCERTO:
https://www.segestateatrofestival.com/
https://www.facebook.com/segestateatrofestival?locale=it_IT
https://www.instagram.com/segesta_teatro_festival/
https://www.kinomusic.it/concerti/ (15 AGOSTO – Petra Magoni, venerdì, Calatafimi – Segesta

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Cultura

“L’Acropoli di Pantelleria” – Conferenza del Centro Giamporcaro con Cespa il successo della storia e della narrazione

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Conferenza “L’Acropoli di Pantelleria – 25 anni di ricerche e prospettive future” 

Venerdì 8 agosto, nell’Aula Consiliare, si è tenuta la conferenza dell’archeologo dr. Stefano Cespa, responsabile topografico e della documentazione della missione archeologica dell’Institut für Klassische Archäologie a Pantelleria.
L’evento, come moltissimi altri in materia di storia e archeologia, è stato organizzato dal Centro Culturale Vito Giamporcaro, i cui membri a partire dal Presidente Anna Rita Gabriele, sono appassionati della materia ma anche dei protagonisti della conferenza.
Per la pubblica amministrazione che orspitava l’evento era presente l’Assessore alla Cultura nonchè vicesindaco Adele Pineda.

L’incontro, arricchito dalla presenza dell’archeologo Thomas Schaefer, ha ripercorso 25 anni di studi e scavi sull’Acropoli di Pantelleria, che ha richiamato un nutrito  pubblico, offrendo un approfondimento sulle scoperte realizzate e sulle prospettive future della ricerca.

Un nuovo  momento di grande valore culturale e scientifico per la comunità, dedicato alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio archeologico dell’isola.

Tutte le immagini di Clara Garsia
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