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Cultura

La tragedia della goletta La Bella Roma, nella tratta Pantelleria-Genova

Orazio Ferrara

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Le superstizioni dei marinai e degli armatori si sa sono proverbiali e hanno radici robuste, che affondano nella notte dei tempi, come ci confermano al riguardo diversi aneddoti della vita marinara nella Grecia arcaica e nell’antica Roma. Queste superstizioni hanno resistito con tenacia fino alla prima metà del Novecento per poi cominciare a scemare d’intensità, anche se non poche resistono ancora oggigiorno. Ne citiamo qualcuna: come fischiare a bordo porta male, in quanto richiama le tempeste. Infatti era credenza che il marinaio, che si metteva a fischiare, era come volesse sfidare a duello il vento più gagliardo, con le prevedibili conseguenze catastrofiche. O come cambiare il nome dell’imbarcazione, era come strappare l’anima ad un essere protetto dalla divinità del mare e quindi provocarne l’ira e la vendetta. Anche parlare a bordo tra l’equipaggio di una nave affondata e pronunciarne ripetutamente il nome era considerato una iattura, in quanto si riteneva che la nave affondata avrebbe richiamato negli abissi marini anche il battello su cui si stava navigando. Figuriamoci mettere il nome di un’imbarcazione affondata ad una nuova, ne avrebbe segnato dolorosamente il destino. Eppure quest’ultima consuetudine o meglio superstizione non venne tenuta in alcun conto in un caso verificatosi tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. I giornali italiani di fine giugno dell’anno 1886 riportarono la notizia del naufragio “per forza di mare” del naviglio “La Bella Roma” iscritto al compartimento di Trapani, naufragio avvenuto il 21 giugno 1886 nel mar Tirreno, precisamente nelle acque di Ustica. I giornali annotarono poi laconicamente “bastimento e carico perduti”. Alcuni anni dopo, nel 1891, presso i cantieri “V. Bonifacio” di Castellammare di Stabia, venne varata una goletta, cui, manco a dirlo, venne imposto il nome di “La Bella Roma”. Questa goletta come di prassi aveva 2 alberi e il bompresso, era lunga 22,10 metri, larga 5,70 e 2,5 di pescaggio. La stazza lorda era di 56,01 tonnellate, mentre quella netta di 41,16. L’armatore era Vito Gigante di Trapani e nei registri del compartimento di quest’ultima città la goletta venne immatricolata col n. 1077. Nei primi anni il capitano fu Leonardo Corso, successivamente Francesco Genovese, sicuramente ambedue trapanesi.

Il 19 luglio 1906 “La Bella Roma” rischiò di fare quasi naufragio nelle acque della Puglia, mentre era in navigazione sulla rotta da Gallipoli a Genova. Le avarie furono gravi e richiesero un lungo periodo di fermo per i lavori in cantiere. L’anno 1918 la goletta fu acquistata dall’armatore Giacomo Belviso di Pantelleria ed equipaggiata con marinai panteschi, mentre il capitano restava Francesco Genovese, sostituito poi dal capitano Serena. Nel corso dell’anno 1921 “La Bella Roma”, nel mentre si trovava sulla rotta Pantelleria-Genova, a causa di una violenta burrasca fece naufragio nel Tirreno, al largo dell’isola d'Elba. “La maledizione del nome” aveva colpito ancora una volta. Nel luttuoso evento trovarono “morte per acqua” il capitano Serena e diversi panteschi componenti l’equipaggio, tra cui uno dei Ferreri, famiglia di provetti marinari da generazioni.

 

Orazio Ferrara

Foto: Il cantiere navale Bonifacio di Castellammare di Stabia, da cui uscì “La Bella Roma”, agli inizi del Novecento

Cultura

Tradizione e innovazione: i Pizzicotti di melanzane portano la Sicilia al Campionato Italiano

Barbara Conti

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Dal Gran Galà delle Lady Chef a Palermo alla sfida nazionale di Rimini: la Sicilia protagonista. “Un piatto che intreccia memoria contadina e visione contemporanea, simbolo di sostenibilità e passione”

Palermo, 27 novembre 2025 – La Sicilia al femminile conquista la ribalta nazionale. Nelle cucine di Casena dei Colli, a Palermo, martedì 26 novembre, si è svolta la selezione regionale del Trofeo Migliore Lady Chef Professionista. Lo stesso è inserito per la prima volta, per volere della coordinatrice regionale del comparto delle Lady chef Rosi Napoli, nel contesto del Gran Galà delle Lady Chef, evento che ha riunito oltre quaranta professioniste provenienti da sette province siciliane.

La competizione, giunta alla sua quinta edizione e organizzata dall’ Unione Regionale Cuochi Siciliani, ha visto tre province contendersi il titolo, interpretando il tema “Il pomodoro nel piatto tra sostenibilità e innovazione”.

Palermo: Chef Raffaella Nastro con Uovo al pomodoro, piatto dalle radici napoletane ma dal cuore siciliano.
Enna: Tosca Piemonte Benedetta, appena ventenne, con cappellacci al basilico ripieni di mozzarella di bufala, chips di suino nero dei Nebrodi e pomodorini gialli.
Ragusa: Salvina Scottino con i Pizzicotti di melanzane, rivisitazione contemporanea della parmigiana, arricchita da fonduta di Ragusano DOP e riduzione di basilico.

La vittoria di Salvina Scottino
A conquistare la giuria è stata Salvina Scottino, Lady Chef ragusana, con un piatto che ha saputo fondere la forza della tradizione contadina con la freschezza dell’innovazione. I suoi pizzicotti di melanzane e pomodoro hanno esaltato il pomodoro come simbolo di italianità e sostenibilità. Con questa vittoria, Salvina rappresenterà la Sicilia alla fase nazionale del Campionato della Cucina Italiana 2025, in programma a Rimini nel mese di febbraio.

La giuria
La valutazione è stata affidata a una giuria d’eccezione, voluta dal presidente regionale Rosario Seidita, composta da:

Maestro Giuseppe Giuliano (Presidente), Mario Puccio, Fabio Armanno

Un trofeo che racconta le donne
Il Trofeo Migliore Lady Chef Professionista, nato nel 2021 e dedicato esclusivamente alle donne chef, prevede un’unica categoria: Cucina calda. L’inserimento nel Gran Galà delle Lady Chef ha dato alla selezione regionale un valore speciale, trasformando la competizione in un palcoscenico di professionalità, passione e condivisione.

Sicilia tra memoria e futuro
La Sicilia dimostra ancora una volta che la sua cucina è fatta di memoria e futuro, di gesti antichi e nuove visioni. Con i suoi pizzicotti di melanzane e pomodoro, Salvina Scottino porta a Rimini non solo un piatto, ma un racconto di territorio, sostenibilità e passione.

Dichiarazioni della coordinatrice regionale Rosi Napoli e del presidente Rosario Seidita

“Dire di essere orgogliosa forse è riduttivo. Vedere le Lady Chef tutte insieme, in un momento di condivisione e di riflessione così importante è stato meraviglioso. E anche il Concorso Cirio, contestualizzato all’interno del Gran Galà, ha assunto un valore ancora più grande. Posso solo dire GRAZIE e al prossimo Gran Galà “.

“Il presidente Rosario Seidita soddisfatto per come si è svolta la selezione regionale all’insegna degli standard federativi e della worldchef e ringrazia la coordinatrice regionale Rosi Napoli per aver organizzato un raduno delle lady, molto partecipato, che sicuramente crea aggregazione e rafforza lo spirito di appartenenza verso la nostra Associazione”.

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Sociale

Pantelleria, successo per lo spettacolo “Figlio non sei più giglio” con Daniela Poggi e Mariella Nava

Redazione

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“Figlio non sei più giglio” uno spettacolo che induce ad una riflessione da un altro punto di vista

Ieri sera, in occasione del 25 novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – al Cineteatro San Gaetano di Scauri è andato in scena “Figlio non sei più giglio”, scritto da Stefania Porrino e interpretato da Mariella Nava e Daniela Poggi.
La serata è stata aperta dall’Assessore Benedetta Culoma, che nelle sue deleghe segue anche le Pari Opportunità. Nel suo intervento ha ricordato che la violenza sulle donne non riguarda soltanto i casi più eclatanti, ma anche ciò che accade nel quotidiano, nelle relazioni familiari e nei legami più vicini. Ha richiamato l’importanza di riconoscere i segnali e di non abituarsi a forme di controllo, dipendenza o sopraffazione che, purtroppo, spesso vengono normalizzate.


L’Assessore ha sottolineato che questo spettacolo invita a osservare con maggiore attenzione ciò che accade intorno a noi, a non voltarsi dall’altra parte e a domandarsi quale ruolo ciascuno possa avere nel prevenire la violenza, sostenendo chi vive situazioni di difficoltà e rafforzando una cultura del rispetto.
Lo spettacolo ha approfondito proprio queste dinamiche: il peso dei legami, le fragilità, le radici di comportamenti che possono trasformarsi in abuso e il percorso di chi trova la forza di rompere il silenzio.
Un racconto che parla di sofferenza e fragilità.
Un racconto che mette al centro anche il riscatto e la consapevolezza, necessari per provare a interrompere cicli che spesso sembrano senza fine.

Lo spettacolo ha offerto inoltre un punto di vista raro e complesso: quello delle madri degli uomini che commettono femminicidi. Donne che si interrogano su ciò che non hanno visto, su cosa avrebbero potuto fare, su quali segnali, oggi così evidenti, allora erano stati ignorati o minimizzati.
L’attrice ha interpretato questo ruolo con grande intensità, dando voce a una madre che si strugge e ripercorre i meandri della propria memoria alla ricerca di quei momenti in cui avrebbe potuto intuire l’indole violenta del figlio. Le volte in cui si è detta “è solo un ragazzo”, le risposte date per sminuire, i dubbi soffocati, le domande che tornano con forza: se solo avessi… se solo non avessi lasciato…

La componente musicale ha accompagnato la scena in modo delicato, sostenendo un’interpretazione che ha saputo creare un silenzio attento in sala. Un monologo intenso, capace di tenere il pubblico sospeso e di spingere alla riflessione anche dopo la conclusione dello spettacolo.

Il pubblico ha seguito con grande partecipazione. Al termine, Don Salvatore, il Vicesindaco Adele Pineda e l’Assessore Culoma si sono intrattenuti insieme alle artiste per un breve confronto, evidenziando quanto sia fondamentale continuare a sensibilizzare soprattutto i più giovani. Famiglia e scuola svolgono un ruolo importante, ma non sempre bastano: servono strumenti aggiuntivi, momenti di ascolto e linguaggi capaci di raggiungere davvero le nuove generazioni. In questo senso, il teatro può offrire un contributo decisivo.
Un ringraziamento va alle artiste, alla produzione e a tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa.

La lotta contro la violenza sulle donne riguarda l’intera comunità e ogni occasione di riflessione condivisa è un passo in avanti verso un cambiamento reale.

Foto a cura di Clara Garsia
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Cultura

Pantelleria – Ripristino campanile, Comunità di Tracino-Khamma ringraziano amministrazione e Cons. Maddalena

Direttore

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La comunità di Khamma – Tracino ringrazia il sindaco Fabrizio D’Ancona e l’amministrazione tutta per il ripristino del campanile della Chiesa Madonna della Pace.
L’ apparecchio delle vecchie campane era stato installato nel 2006/2007 ,con le offerte fatte da diverse famiglie locali. Da qualche anno il dispositivo che governa il tutto si era danneggiato e purtroppo non è stato possibile ripararlo.

In tutto questo il Consigliere Comunale Giuseppe Maddalena si è fatto portavoce di un gruppo di parrocchiani, che ha fortemente voluto che le campane tornassero a suonare dopo qualche anno di silenzio.
Grazie a quest’ultimo e a questa amministrazione, la contrada può svegliarsi e scandire le ore del giorno con il tocco delle campane.

Gli abitanti di Khamma- Tracino

Foto a cura di Simone Raffaele

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