Cultura
La prima scuola letteraria è siciliana al femminile. L’escursus del critico Battaglia Borgese sulla cultura italiana e mondiale

Paolo Battaglia La Terra Borgese: Gran parte della cultura italiana parla al femminile, in siciliano, in patria e nel mondo intero
Urla forte un chiaro messaggio il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese verso i detrattori della Sicilia: “Questi transfughi signori apprendano e memorizzino bene che gran parte della cultura italiana parla al femminile, in siciliano, in Patria e nel mondo intero”.
Ed in effetti – in forza alle sue parole – il Critico d’Arte, in preda al suo solito costruttivo entusiasmo, mette luce su fatti poco noti della storia, e lo fa senza erigere il solito impianto del ballo dei c.d. soliti noti, come Sciascia, Quasimodo, Pirandello, Verga, Tomasi di Lampedusa, Empedocle, Archimede, Majorana… e Guttuso e Dionisio e Ruggero II e Federico II e Antonello da Messina e Bellini e via dicendo.
Paolo Battaglia La Terra Borgese cita perciò alcuni dei primati europei e italiani della Sicilia con la A, al femminile. Sono d’esempio per tutti le Donne. E la Scuola. E la Danza. La Cucina. La Sicurezza. Siciliana è infatti la prima scuola letteraria italiana, siciliana è l’antica danza pastorale che coinvolse Bach e Hendel, siciliana è ognuna delle grandi donne meridionali della storia italiana, e siciliana è anche la cucina più eclettica del Bel Paese. Ma c’è dell’altro – continua il Critico.
Sì. Perché siciliana è la prima scuola letteraria italiana, fiorita in particolare alla corte di Federico II e dei suoi figli, nella prima parte del XIII secolo. Era di evidente influenza provenzale, da cui derivava immagini e forme. La sua importanza – spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese – è anche dovuta al fatto che fu la prima manifestazione unitaria del volgare italiano. I rimatori più celebri di questo secolo furono Giacomo da Lentini, Odo e Guido delle Colonne, Ruggeri d’Amici, Giacomino Pugliese, Percivalle Doria, Rinaldo D’Aquino, oltre allo stesso Re ed ai suoi figli.
Ma siciliana è e si chiama pure quell’antica danza di carattere pastorale – chiarisce Paolo Battaglia La Terra Borgese – di movimento moderato a 6/8 o 12/8, che fu assai usata dai musicisti del XVII-XVIII secolo (Bach, Handel ecc.), sia come tempo lento di suites e sonate da camera che trasformandosi in tipo particolare di aria nella musica vocale da camera (es. A Scarlatti e la scuola napoletana in genere). Spesso il ritmo e l’andatura di siciliana si trovano anche in pezzi del tempo che non ne portano il titolo.
“Ma guardiamo ora alle donne – carica Paolo Battaglia La Terra Borgese psicologicamente concentrato -. Partirei da Roma, da Maria Grazia Cucinotta, per riuscire a sentire e a capire la Sicilitalia anche, se non soprattutto, attraverso di loro, le donne, senza indugiare.
È per l’appunto a Roma, adesso, l’8 Gennaio 2021, che la Presidente dell’Associazione Vite Senza Paura Onlus, l’attrice siciliana Maria Grazia Cucinotta, ha incontrato insieme a Solveig Cogliani, Presidente della Commissione Giuridica della stessa Associazione – nonché assieme a tutto il team di Vite Senza Paura Onlus (donne professioniste anche nei campi dell’arte, del diritto, della medicina e della imprenditoria) – il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Giovanni Nistri, per firmare un protocollo d’intesa volto a realizzare efficaci forme di collaborazione per rafforzare l’azione istituzionale nel contrasto alla violenza di genere. Anche in questo caso – precisa Battaglia La Terra Borgese – ci troviamo davanti a un primato al femminile, siciliano, in ambito nazionale.”
E non si ferma qui: il Critico d’Arte Paolo Battaglia La Terra Borgese loda e porge al mondo la bellezza creativa femminile citando Anna Maria Averna, nissena, primo esempio di donna imprenditrice siciliana nel mondo (Amaro Averna).
E va avanti, Battaglia La Terra Borgese, con la palermitana Elvira Giorgianni, moglie del fotografo Enzo Sellerio nota come Elvira Sellerio: nel 01969 la donna si licenzia dall’impiego pubblico e investe la liquidazione per fondare, insieme al marito, la casa editrice “Sellerio Editore”, azienda destinata a divenire una delle case editrici più importanti d’Italia annoverando preziose pubblicazioni di autori famosi quali Gesualdo Bufalino, Andrea Camilleri, Vincenzo Consolo, Leonardo Sciascia, Antonio Tabucchi, e molti altri. E quando si separa dal marito, Elvira continua la sua esperienza imprenditoriale con la saggistica e la narrativa.
E che dire di Accursia Pumilia? chiede il Critico d’Arte Battaglia La Terra Borgese! è la donna agrigentina – si autorisponde – che nel 1906 fa richiesta per essere iscritta nelle liste elettorali: è lei la prima donna a farlo, contravvenendo così alla legge che escludeva le donne dall’elettorato amministrativo. Si dovrà attendere il referendum del 1946 per scorgere fra i votanti italiani il Gentil Sesso.
E la prima europea a indossare i pantaloni? Secondo il Critico d’Arte è Francisca Massara, siciliana: “Nel 1698 – afferma – fu la prima donna europea a indossare i pantaloni. Le ricerche filologiche serie – continua – smentiscono categoricamente tale attribuzione di primato alla letterata parigina George Sand, al secolo Amantine Aurore Lucile Dupin”. Ma saranno necessari tre secoli! prima che i pantaloni per donna fossero accettati nel XX secolo.
“E per merito delle donne si può andare avanti molto, molto avanti sulla questione siciliana che illumina l’Italia e oltre – dichiara Battaglia La Terra Borgese -. Basta pensare alla catanese Maria Paternò, figura che nel 1808 segna un passo gigante quanto importante per i diritti delle donne. È lei, infatti, la prima donna italiana ad ottenere il divorzio usufruendo del Codice Napoleonico vigente”.
“Oltre che di divorzio Possiamo anche parlare di matrimonio – dice Battaglia La Terra Borgese – quello riparatore delle c.d. leggi d’onore: Franca Viola, siciliana di Alcamo, è la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore divenendo emblema del progresso di libertà civile in Italia e immagine dell’emancipazione delle donne italiane.
Ma altre inquadrature femminili ci vengono ancora proposte da Paolo Battaglia La Terra Borgese: “Carmelina Naselli, anch’essa catanese come la Paternò, è stata la prima donna docente universitaria in Italia. E la sua cattedra di Storia delle Tradizioni Popolari, a Catania, fu una delle prime tre istituite in Italia”.
“Concludo con altre tre grandi donne siciliane che hanno contribuito al bene dell’umanità e mi scuso, davvero mi scuso con tutte le altre che manco di citare”- Si congeda così il critico d’Arte Paolo Battaglia La Terra Borgese, con Dorotea Isabella Bellini e Geneviefa Bisso e Letizia Battaglia.
“Dorotea Isabella Bellini e Geneviefa Bisso – ci ricorda il critico -, avversarono con perfetto criterio letterario confutatorio un noto farmacista misogino (forse anche misantropo) di Palermo, Luigi Sarmento, naturalizzato a Carini, che nel 1725 diffuse il suo opuscolo “Lu vivu mortu”. Si trattava di una pesante quanto bislacca critica al mondo femminile, alle donne. E ovviamente in tanti si scagliarono contro Sarmento rispondendo con critiche al suo libretto, e tra i critici anche due donne: la Bellini e la Bisso, appunto, che risposero in versi siciliani dieci anni dopo, realizzando così le prime pubblicazioni femministe della storia italiana teorizzanti anche un movimento globale per la parità dei diritti tra uomini e donne”.
“E, non ultima, la palermitana Letizia Battaglia, oggi ottantacinquenne, fu lei la prima fotoreporter a raggiungere il luogo dell’assassinio di Piersanti Mattarella, distinguendosi come sempre in un ambiente prevalentemente maschile. Personalmente considero Letizia Battaglia la fotografa – con la A – artistica più capace della storia. E Letizia Battaglia è stata inoltre la prima donna europea a ricevere il Premio Eugene Smith, a New York.
In copertina foto presa da Facebook
Cultura
Pantelleria, le Prof. Prestano e Policardo avviano indagine su benessere psicologico sull’isola – Intervista

Le docenti universitarie Claudia Prestano e Giulia Policardo invitano i cittadini a partecipare al test sul benessere psicologico e sul senso di comunità. Ecco come
Negli ultimi anni sono aumentati gli studi dedicati alla salute e al benessere psicologico, ma si sa ancora poco di come questi aspetti si manifestino nelle comunità di piccole isole lontane dalla terraferma.
Vivere in un contesto insulare come Pantelleria può infatti influire sul senso di appartenenza e sulla percezione di vicinanza tra i membri della comunità, oltre che sui livelli di distress psicologico: secondo la ricerca attuale, tali dimensioni risultano centrali per un equilibrato bilancio di benessere individuale e collettivo.
Per questo motivo, la Professoressa Claudia Prestano (Università Niccolò Cusano – Roma) e la Professoressa Giulia Policardo (Università degli Studi di Firenze) hanno avviato uno studio rivolto ai residenti panteschi di età compresa tra 18 e 69 anni. Entrambe le docenti conoscono a fondo la realtà dell’isola: la Professoressa Policardo è pantesca di nascita e la Professoressa Prestano vi ha vissuto per dieci anni, svolgendovi la professione di psicoterapeuta. Il loro obiettivo è indagare sia il ruolo del senso di appartenenza alla comunità sia i livelli di distress psicologico, così da comprendere meglio le dinamiche del benessere individuale e collettivo sul territorio insulare.
Il progetto, di recente presentato ai referenti istituzionali e approvato dal Comitato Etico dell’Università, è finalizzato a raccogliere dati fondamentali per individuare punti di forza e possibili criticità nella popolazione pantesca. I cittadini che desiderano partecipare alla ricerca possono compilare il questionario totalmente anonimo disponibile al seguente link: Benessere nelle piccole isole.
Intervista doppia alle Prof. Prestano e Policardo
Abbiamo chiesto alle docenti Claudia Prestano, di Palermo, e Giulia Policardo, di Pantelleria, qualche approfondimenti, per comprendere a fondo del loro lavoro patrocinato dalle Università di Firenze e Cusano di Roma
Come e da chi nasce l’idea di questa indagine? “L’esigenza di condurre lo studio nasce dal desiderio di approfondire, da una prospettiva clinica e sociale, il tema del benessere psicologico in contesti insulari, un ambito ancora poco esplorato nella letteratura scientifica. Dare voce ai cittadini di Pantelleria permette di raccogliere informazioni reali e contestualizzate, contribuendo a far emergere bisogni e risorse direttamente da chi vive quotidianamente l’isola.”
Ci sono stati degli eventi in particolare che hanno come innescato la miccia in voi a perlustrare la psiche di un isolano? “In verità no – afferma la Prestano – “L’idea nasce da me e, conoscendo la collega Policardo da quando era giovanissima, ho voluto coinvolgerla.
“Ho lavorato 10 anni come psicoterapeuta sull’isola ed ero l’unica. In quel lasso di tempo, ho visto tanto disagio: dall’umore depresso, agli attacchi d’ansia, alle fobie. A poco a poco, la popolazione ha iniziato a fidarsi, vista la mia permanenza continuativa a Pantelleria. Ho anche avuto pazienti maschi, cosa che su isola piccola è davvero difficile. Conoscendo bene il malessere psicologico che è presente all’interno dell’isola, mi è venuta l’idea di dimostrarlo anche scientificamente. A breve, peraltro uscirà un libro, dove viene inserita l’esperienza clinica di Pantelleria, che coprirà un capitolo intero.”
Come pensate venga accolta l’iniziativa dai panteschi? “Prevediamo un riscontro positivo, poiché la ricerca offre l’opportunità di condividere esperienze personali in forma anonima, garantendo così la massima riservatezza. Confidiamo che partecipare a un progetto di ricerca su questi temi possa essere percepito come un’opportunità per valorizzare ulteriormente il patrimonio umano e culturale dell’isola, e fornire spunti utili sia agli abitanti sia a chi lavora sul territorio (questo rispetto al fatto che una volta raggiunto un ampio numero di rilevazioni condivideremo i risultati con la comunità). Inoltre ci piacerebbe valorizzare tematiche spesso legate dallo stigma soprattutto in contesti sociali ristretti come quelli insulari.”
Per partecipare, clicca sul link: Benessere nelle piccole isole.
Cultura
A Solarino (SR) una testimonianza storica di una donna: Carmela Gozzo ricercatrice e medico nei primi del 1900

Oggi 11 novembre si celebra la Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza
istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre del 2015 e patrocinata dall’UNESCO.
Sulla costa orientale siciliana, a Solarino, paese incastonato tra gli Iblei con lo sguardo verso l’antico porto di Siracusa, terra sacra devota a San Paolo e antico feudo settecentesco de Requesens , può vantare la memoria di una concittadina Donna STEM.
Solarino ha dato i natali a diversi uomini illustri che hanno operato in vari settori scientifici sia in terra natia che lontano ma la Dottoressa Carmela Gozzo, classe 1905, laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Catania il 2 dicembre nel 1937, testimonia la sana realtà culturale della comunità solarinese all’inizio del novecento.
Con la collaborazione dell’Archivio Storico dell’Università di Catania e’ stato possibile ricostruire la carriera universitaria e comprendere gli interessi scientifici della Dottoressa Carmela Gozzo rivolti verso la ricerca sulla Biopsia della cute con tecnica della Colorazione Rosso Congo per la diagnosi e il monitoraggio di una delle patologie causali nelle colite amebiche croniche.
Ad attestare la laurea ottenuta è la pergamena valorizzata dalle storiche firme del preside della R.Università di Catania Prof. Orazio Condorelli e dal preside S. Cutelli preside della facoltà di medicina che “accorda alla Signorina Gozzo” la tesi sperimentale.
La Storia della Dottoressa Gozzo che accresce l’elenco delle donne siciliane laureate alla fine degli anni ‘30, quarta donna medico in Sicilia e primo medico donna a Solarino ,è una testimonianza di determinazione femminile in un periodo storico in cui tutto era complicato per una liceale che si affacciava al mondo ma che vantava un grande interesse alla scienza e alla costruzione di quella società tanto sognata.
Spettacolo
Da Trapani trucco e parrucco di Nino Grammatico al Festival di Sanremo 2025

Nino Grammatico, hair stylist e make-up artist trapanese, al Festival di Sanremo 2025 come personal stylist di Bresh
Trapani, 11 febbraio 2025 – Nino Grammatico, hair stylist e make up artist trapanese, è presente alla 75esima edizione del Festival di Sanremo come membro del prestigioso team Diffitalia Group. Quest’anno Nino Grammatico ricopre un incarico di spicco: è stato selezionato come personal stylist esclusivo del cantante Bresh, in gara nella categoria Big, seguendolo per l’intera settimana del Festival. Un incarico che sottolinea l’eccellenza raggiunta dall’artista trapanese nel settore.
“È un’esperienza significativa a livello professionale, ma anche umano,” dichiara Grammatico. “Sono grandi occasioni di aggiornamento, cosa molto importante nel nostro settore. Stare al passo con le tendenze è fondamentale e occasioni come queste sono davvero preziose.”
Il salone di Nino Grammatico si trova in Via Conte Agostino Pepoli n. 146 a Trapani.
Nino Grammatico è disponibile tutti i giorni per interviste e video interviste dalle ore 9.00 alle ore 11.00
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