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Cultura

La fuga d’amore in Sicilia: a fuitina

Redazione

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Accurrìti amici,
accurrìti cummàri,
vinìtimi, vinìtimi a cunfurtàri,
nca a scialaràta ri ma fìgghja
si ni fuìju.
E ju ca la vulìa cumprimintàri!…

Tra le tradizioni siciliane più antiche e legate al matrimonio troviamo sicuramente la famosa “fuitina”. In passato era una pratica molto diffusa soprattutto per impedire quei matrimoni “combinati” e voluti dai capo famiglia che cercavano, così, di migliorare la loro situazione economica e sociale. Ebbene, i due giovani innamorati, per scappare da un destino imposto e triste, fuggivano di casa per giungere al loro scopo: capovolgere i ruoli e costringere le rispettive famiglie ad accettare il loro amore. Ma come ogni scelta, anche la “fuitina” aveva delle conseguenze di una certa importanza soprattutto per la donna.

La ragazza che scappava con il suo amato sarebbe stata giudicata come peccatrice e come tale perdeva ogni diritto: la sua famiglia non era più obbligata a contribuire alle spese matrimoniali né a provvedere al corredo. I due fidanzati dovevano comunque trovare l’appoggio da qualcuno e organizzare al meglio la fuga d’amore, evitando che i padri li trovassero e spezzassero il loro sogno d’amore. Di norma, occorreva trovare il nido d’amore perfetto in cui trascorrere i 3 giorni della fuitina necessari a consumare il matrimonio. Per il resto della famiglia quei 3 giorni rappresentavano i giorni più lunghi della loro esistenza in quanto i genitori, prima di arrivare alla scoperta della fuitina, potevano pensare a qualsiasi tipo di incidente o disgrazia, ad esempio un rapimento con richiesta di riscatto tanto temuto a quei tempi.

Comprendere che i due fidanzati erano scappati contro il volere delle famiglie richiedeva del tempo, anche perché i complici nell’organizzazione della fuitina, da bravi siciliani, non avrebbero mai messo a rischio i giovani amanti e, oltre a non proferire parola, mettevano confusione durante le ricerche. Ma scoperta la verità ecco che iniziava il dramma: si scatenava la collera della madre e una rabbiosa gelosia del padre che minacciava di morte colui che gli aveva rubato la figlia. Trovata la coppia, l’obiettivo era quello di mettere tutto al suo posto passando direttamente alle nozze riparatrici, legalizzando l’unione e obbligando il futuro marito ad assumersi tutte le responsabilità del caso. Una cerimonia molto semplice e strettamente religiosa: niente inviti, niente pranzi né vestito da sposa ma pochi parenti e un prete.

Spesso l’usanza della “fuitina” era diffusa tra le famiglie povere le quali, non potendo affrontare tutte le spese legate alle nozze, preferivano optare per qualcosa di semplice. Nonostante tutto la tipica fuga d’amore siciliana resta una delle espressioni più romantiche dell’amore: andare contro tutti pur di rimanere insieme per tutta la vita.

La Poesia semplice di nonna Marianna sulla fuitina…

La fuitina di Maria Assunta con Turiddu (inteso Testa Rossa) …

“Per colpa di tuo padre ci dobbiamo vedere di nascosto e col timore! Perché non glielo dici che vogliamo entrambi stare insieme e far l’amore?” Le disse Turiddu alla sua bella Maria Assunta, esuberante, sedici anni, la quale gli rispose: “Mia sorella, me la ricordo che col battipanni veniva malmenata da mio padre perché era fidanzata di nascosto e lei si rifugiava da mia madre in cerca d’un conforto! Aveva diciott’anni ed era grande, poteva prendere qualche iniziativa ed essere sorda a tutte le domande, ma pur avendo un’ampia prospettiva rimase in casa, sempre per paura; mio padre le giurava la vendetta e, se fosse scappata per quell’avventura, l’avrebbe decretata ‘figlia maledetta!’. Anch’io ho paura, poca per me stessa, però ci tengo troppo alla tua vita, non so che fare, sono assai perplessa! E se la cosa ci verrà impedita?” Rispose Turiddu con fermezza: “Andiamo a stare a casa di Onofrio, in quella villa che sembra una fortezza, per vari giorni non andremo a scuola e, poi, passata qualche settimana, avvertiremo i nostri genitori che, certo, avranno compiacenza umana e ci riaccoglieranno con gli onori!”. … Di notte, …

Turiddu con Maria Assunta, fuggirono aiutati dall’amico. Per una settimana, con cautela, scambiandosi l’amore più pudìco, rimasero nell’ombra, poi Onofrio andò a parlare prima con il padre di lei che … s’ingoiò “quel rospo in gola”, e poi cercò il consenso della madre. … I due ragazzi, con la testa china, tornarono all’ovile e, dopo un mese, dimenticata l’intima “fuitina” … s’unirono … nella chiesa del paese!!! Questa poesia è lo specchio di un tempo passato, scritta molto tempo fa quando certe tradizioni regionali erano di moda tra i giovani innamorati …

Oggi è da considerarsi “fuori da certi canoni”, visto che i giovani possono convivere senza il consenso dei genitori … una vera conquista di costume.

Salvatore Battaglia
Presidente dell’Accademia delle Prefi

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Cultura

LA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA PRESENTA IL CALENDARIO ISTITUZIONALE

Redazione

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2026

L’11 dicembre 2025, alle ore 11.00, presso Villa Ahrens, sede del Centro Operativo della DIA di Palermo, i Capi Centro e i Capi Sezione Operativi della DIA dislocati in Sicilia, presentano il Calendario istituzionale 2026 della Direzione Investigativa Antimafia.

L’odierna presentazione segue quella tenutasi a Roma il 5 dicembre 2025, presso Palazzo San Macuto, alla presenza del Direttore della DIA, Gen. C.A. della Guardia di Finanza, Michele CARBONE, evento strutturato in una tavola rotonda moderata dalla giornalista Francesca FAGNANI, con l’intervento dell’On. Chiara Colosimo, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, della Dott.ssa Lia SAVA, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Palermo, prima donna a ricoprire tale incarico, della Dott.ssa Lorena DI GALANTE, Vice Direttore Operativo della DIA, nonché della Dott.ssa Elena FERRARO, imprenditrice del trapanese nota per essersi opposta a richieste estorsive dei Messina Denaro, finita per questo motivo sotto scorta. I lavori sono stati conclusi da un intervento del Dott. Giovanni MELILLO, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

Il Calendario Storico della Direzione Investigativa Antimafia del 2026 è dedicato alle donne della legalità. Donne che, spesso in silenzio ma sempre con assoluta determinazione, hanno rotto con il passato, hanno sfidato il peso della cultura mafiosa, hanno scelto – con sacrificio e lucidità – di stare dalla “parte giusta”. Questa edizione vuole essere non soltanto un racconto iconografico, ma un percorso di memoria civile, un tributo a un coraggio che ha cambiato e continua a cambiare il nostro Paese. Il calendario conferma la sua natura di strumento istituzionale prezioso, non solo per il significato simbolico che porta con sé, ma per il valore identitario che rappresenta per tutto il personale della DIA. E in questa edizione, più che mai, le donne emergono come protagoniste assolute, capaci di intrecciare – nelle istituzioni, nella società civile, nell’arte, nella politica e nella vita quotidiana – la trama viva della speranza e della legalità.

Ed è proprio attraverso questo spirito che possiamo leggere il calendario mese per mese: come una grande narrazione corale, che dà volto e voce alle donne che hanno inciso, e continuano a incidere, nella storia antimafia. Palermo, 11 dicembre 2025

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Cultura

Pantelleria, dal 13 dicembre “Zero”, Mostra Arte Concettuale di Alice Bernardo

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La personale di Alice Bernardo si profila come un viaggio dell’artista e dell’osservatore

Dal 13 al 23 dicembre 2025, in Via Napoli 2, verrà allestita “Zero” la mostra arte concettuale firmato Alice.
Alice Bernardo torna ad esporre i propri lavori dopo dieci anni, invitando i visitatori a compiere un viaggio.
Con il titolo “Zero” si profila il nuovo cammino di Alice nel mondo e nell’arte. 
L’autrice, infatti, ci spiega che Zero non è una mostra da sfiorare con lo sguardo: non entri, guardi due quadri, commenti al volo e poi esci. Zero è un viaggio, prima di tutto per chi l’ha creata.

Dopo dieci anni senza pennelli, l’autrice si ferma, respira, conta fino a dieci e mentre lo fa ripercorre la sua storia.

Nel 2014 espone *VIVI* al Castello di Pantelleria.
Nel 2015 *SEMEN* alla Mediateca.
Due mostre che, nonostante la poca notorietà, hanno lasciato il segno.

Poi inizia un nuovo cammino: prima creativa artigiana, poi commerciante fuori dagli schemi.
Nel 2018 apre il suo primo negozio, piccolo ma ricco di idee.
Vende abbigliamento per bambini, fa dirette sui social, usa la sua arte per dare forma al commercio.

Nel 2019 si sposta in un locale più grande.
Pochi mesi dopo arriva la pandemia.
La crisi economica la travolge, ma lei tiene duro: lavora più di dodici ore al giorno, pensa solo al negozio.

Fino a quando… fino a quando, nel 2023 il corpo si ferma: venti chili in più, notti senza sonno, pressione altissima, pronto soccorso.
Lì capisce che ha perso il suo riflesso. Capisce che non si vede più, che ha smesso di esistere per sé stessa.

Decide di combattere.
Comincia a guardarsi con sincerità: quel negozio le stava portando via tutto, soprattutto il tempo:
il tempo per essere sé stessa, per conoscersi, per amare.

Ci vogliono due anni per accettare la verità e per cambiare strada, con passi lenti ma chiari

Due anni fa incontra Tania.
Prima concorrenti, poi alleate che scoprono di avere lo stesso sogno e mettono insieme le forze.
Nasce *B_ART* (Bernardo – Alice – Rizzo – Tania), un piccolo negozio a Scauri che parla di resilienza, di cura e di amore per l’isola.

Ad oggi: Alice sta chiudendo un capitolo di dieci anni e torna a contare.
Tira fuori tutto quello che ha tenuto sospeso.

Ogni percorso ha un senso, ogni fine porta nuovi inizi, nuove possibilità, dove lo zero è la ripartenza è il punto da cui ricominciare.

Nella locandina leggiamo la frase “Chi entra porta luce” ma per  capirla davvero bisogna entrare dentro: nello spazio, nelle opere, in sé stessi.

Nelle tele tornano i semini, tornano le impronte della sua mano: ognuno dovrebbe lasciare un segno, un’impronta vera, vissuta, felice o dolorosa. 
Dietro il niente ci siamo noi, il nostro riflesso. e i dieci giorni di mostra vogliono far entrare dentro, e far entrare dentro di sé. 
Un luogo che non è luogo, dove l’arte diventa voce e le possibilità diventano infinite.

Dal 13 al 23 dicembre, ogni giorno dalle 18 alle 23, imperdibile evento a Pantelleria.

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Cultura

Pantelleria, calendario delle messe e delle confessioni nel periodo dell’Avvento

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La Chiesa Matrice di Pantelleria ha resi noti i calendari delle messe fino al giorno domenica 21 dicembre 2025 e delle confessioni

Orario messe:

Le confessioni:

  • Chiesa San Gaetano – Scauri: giovedì 18 e venerdì 19 dicembre dalle ore 16.00 alle ore 16,30
  • Chiesa San Francesco – Khamma: durante tutta la novena dalle ore 16.30 al 17.00
  • Chiesa Madre SS Salvatore – Capoluogo: da giovedì 18 a sabato 20 dicembre dalle ore 12.00 e dopo la messa.
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