Ambiente
Il salmone affumicato è un alimento sano? Lo rivela Daniele Ciani
Il Salmone Affumicato
Selvaggio o d’ Allevamento
A cura di Daniele Ciani
Tanti anni orsono chi voleva sentirsi importante o superiore alla massa, nel periodo natalizio invitava gli amici e serviva ,come antipasto, salmone affumicato.
Allora era un cibo prezioso, non se ne trovava molto, ” esotico”, anche se veniva dal nord Europa, perchè non era della nostra tradizione culinaria .
Ora, grazie alla globalizzazione dei mercati ,abbiamo imparato a farlo nostro come tanti altri prodotti di diverse culture alimentari. Costava molto, da 100.000 lire in su al Kg ma era un prodotto di alta qualità.
Pescato in Atlantico ,trattato attraverso la catena del freddo e una sapiente salatura per eliminare la presenza di eventuali parassiti, affumicato a freddo lentamente a 30°-40° con legni speciali come il faggio e la quercia, senza aggiunta di prodotti chimici si presentava con il suo bel color “rosa salmone”.
Poi c’era quello affumicato a caldo in ambienti che raggiungevano una temperatura superiore ai 70°, molto richiesto dai popoli nordici ma che da noi non ha avuto mai successo ed è praticamente scomparso dal nostro mercato perchè il colore marroncino e il sapore meno vivace lo fa sembrare un pesce lesso che ha bisogno di salse per essere apprezzato anche se a livello igienico è più sicuro.
Da qualche anno, il salmone affumicato a freddo, è diventato un prodotto popolare, non solo nel periodo natalizio, con un costo medio basso, grazie alle moderne tecniche di allevamento e di produzione. Si, il salmone selvaggio ormai è scomparso quasi del tutto dall’Atlantico e nei nostri mercati si trova quasi esclusivamente quello proveniente da allevamento . Ecco perchè costa poco e perchè la qualità sia dal punto di vista salutare che organolettico, si è abbassata notevolmente.
Nei grandi allevamenti, anche se fatti in mare, il pesce è costretto in spazi limitati e ha bisogno di una alimentazione forzata spesso innaturale ,per crescere in fretta e più grasso, con l’aggiunta di antibiotici per evitare malattie all’animale e, poiché il prodotto finito è da considerarsi pesce crudo ,problemi salutari per il consumatore. Pensate che al povero pesce vengono somministrate sostanze anche per far si che la sua carne diventi più colorata .Il salmone selvaggio, che ci consente di gustare un prodotto di più alta qualità perchè meno grasso con una quantità del famoso Omega 3 più elevata e senza la presenza di tutte quelle sostanze prima descritte, proviene, in massima parte, dalla pesca nel Pacifico. In conclusione i soliti consigli per l’acquisto. L’attenta lettura dell’etichetta del prodotto confezionato ci aiuta a scegliere quello di più elevata qualità .
Innanzitutto controllare,se si è disposti a spendere un po’ di più, che sia “Selvaggio”, che abbia un colore non arancione acceso e che l’affumicatura sia stata fatto con legno e non con un generico “fumo o aroma” che potrebbe voler nascondere l’uso di prodotti chimici.
Ambiente
Pantelleria, al via realizzazione sede Protezione Civile, Scuola educazione ambientale e foresteria
Intervento di qualificazione dell’immobile comunale in località Buccuram per la realizzazione della sede della Protezione Civile comunale, della Scuola di educazione ambientale e forestale e della foresteria
il Sindaco comunica che la Giunta Municipale ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo all’intervento di qualificazione attraverso la demolizione e ricostruzione dell’immobile di proprietà comunale sito in località Buccuram, destinato alla realizzazione della sede della Protezione Civile comunale, della Scuola di educazione ambientale e forestale e della foresteria.
Il progetto prevede la rifunzionalizzazione dell’immobile comunale mediante un intervento strutturale complessivo, finalizzato all’adeguamento dell’edificio alle esigenze operative della Protezione Civile e alle attività di formazione previste, nel rispetto della normativa vigente. L’intervento è inserito nell’ambito della programmazione dell’Ente ed è coperto da risorse finanziarie già individuate, come risultante dagli atti amministrativi approvati, con l’avvio delle successive fasi procedurali demandato ai competenti uffici comunali.
Ambiente
Pantelleria, cimice asiatica, avvistamenti e preoccupazione degli agricoltori. Ne parliamo con Giovanni Bonomo
La cimice asiatica appassionata del cappero pantesco
E’ già da qualche tempo che la cimice asiatica, nome scientifico halys halyomorpha, è sopraggiunta sull’isola, manifestando subito la sua nefasta essenza. Come le diverse specie aliene, o comunque tali per l’isola, essa rappresenta una preoccupazione per l’agricoltura, e visti i recenti workshop realizzati sull’isola, abbiamo voluto approfondire l’argomento.
Un riferimento prezioso da cui attingere nuove notizie è senza dubbio Giovanni Bonomo, agricoltore per professione e per passione, con quel piglio per la conoscenza a largo raggio che lo induce ad approfondimenti e studi continui.
Reduce dall’organizzazione del corso “Agricoltura Bionaturale”, realizzato con il Centro Culturale Giamporcaro, Bonomo ha avuto modo di farsi una idea sulla presenza della cimice asiatica a Pantelleria e possibili soluzioni per allontanarla dalle coltivazioni.
Signor Bonomo, questo insetto ha dei periodi in cui è più aggressiva e di cosa si nutre? “I periodi in cui la si vede più spesso sono le stagioni della primavera e dell’estate. Si nutre suggendo le piante, i frutti e le foglie dei capperi.
Prima avevamo la Bagrada Ilaris, che si era allocata a Scauri, Rekhale e zone limitrofe.
Qui a Pantelleria, invece, l’asiatica è stata vista dal professore Bruno Massa e un testimone l’ha vista in una pianta di cappero nel capoluogo. E non si limita ai capperi, ma aggredisce anche piante da frutta e tutte quelle piante coltivate e non, insomma quelle spontanee. Ed è attraverso proprio la frutta che deve essere arrivata, così come tanti altri insetti.”
Questa cimice non fa la schizzinosa, in buona sostanza. Come allontanarla, allora? “Esatto, le piace tutto. Per allontanarla, dobbiamo ricorrere a metodi naturali e il corso che abbiamo tenuto ad ottobre è stato illuminante. Luigi Rotondo ha spiegato che un buon “repellente” è il carbonato di calcio addizionato con un tot di mandarino ed è un composto a largo spettro, coinvolgendo diversi insetti. Un altro esperto suggerisce l’uso del sapone molle, come il Marsiglia, con cui fare trattamenti, per i quali ci vuole molto tempo e fatica. Ma la cosa urgente è cominciare ad organizzarci e forse il Parco e il Comune in sinergia posso vedere se si può trovare il sistema per una “lotta biologica”.
Siamo in pieno inverno, fine dicembre, ma la primavera arriva in un attimo e con essa il risveglio di tutta la primavera e dei suoi componenti, tra cui anche la cimice asiatica.
Ambiente
Lampedusa, riapre il Centro di Recupero delle Tartarughe
Sindaco Mannino “𝗨𝗻𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗟𝗮𝗺𝗽𝗲𝗱𝘂𝘀𝗮, 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼”
Dopo circa due anni di lavoro, di sinergia e di collaborazione concreta, oggi possiamo finalmente annunciare una notizia che riempie il cuore di orgoglio: 𝗿𝗶𝗮𝗽𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗥𝗲𝗰𝘂𝗽𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗧𝗮𝗿𝘁𝗮𝗿𝘂𝗴𝗵𝗲, che avrà la sua sede nei locali dell’Area Marina Protetta di Lampedusa.
Un centro che in passato non era stato messo nelle condizioni di proseguire il proprio prezioso lavoro e che oggi torna finalmente ad essere operativo, restituendo al nostro territorio un presidio fondamentale di tutela, ricerca e cura.
Questo centro non è solo un luogo di scienza e protezione, dove ogni giorno si lavora per salvaguardare una specie simbolo del Mediterraneo come la Caretta caretta.
È anche un segno concreto dell’identità di Lampedusa: un’isola che difende il suo mare, la sua biodiversità e guarda al futuro con responsabilità.
La riapertura rappresenta inoltre una straordinaria opportunità turistica e culturale, un’attrazione di primo livello capace di raccontare ai visitatori il valore del nostro patrimonio naturale e l’impegno che mettiamo nella sua difesa.
Un ringraziamento sentito all’Associazione Caretta Caretta e a Daniela Freggi, al mio Assessore Pietro De Rubeis che ha seguito tutti i passaggi amministrativi, e a tutti coloro che hanno creduto in questo percorso, lavorando con passione, competenza e visione.
Oggi Lampedusa compie un passo importante. Per il mare. Per le tartarughe. Per la nostra comunità.
Bentornato, Centro di Recupero delle Tartarughe.
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