Cultura
Il racconto della vendemmia a settembre: dall’uva al vino

La vendemmia è un rito antico, fatto di echi storici, poetici e agricoli che ora fonde la tradizione
degli avi alle moderne tecniche enologiche.
“Cui zappari sapi, zappassi la so vigna. Cui voli aviri bonu mustu, Zappassi la viti ad agustu”.
L’inizio della storia…
La mia famiglia aveva preso in affitto un piccolo casolare e un pezzetto di terra er adibirlo alla
coltivazione di uva sia da tavola che per fare il vino… correva l’anno 1967 (un desidero che il mio
caro padre volle realizzare per ottimizzare la sua passione per la campagna e per il buon vino…).
U juornu ra vinnigna
Lu suli appèna spuntàtu, nmezzu li filàra sta ammucciàtu.
Li pàmpini chini chini d’acquazzìna,vàgnanu li robbi di prima matìna.
Li rappi di racìna sunnu lucènti, sarànnu mustu ntempu di nenti.
Li vespi e li cattùbbuli mbriàchi vannu vulànnu, màsculi e fìmmini vinnìgnanu cantànnu.
Anchi si lu suli tuttu lu jòrnu pica ntesta, vinnignàri è sempri ‘na ranni festa.
La racìna di ‘sta nostra terra è la furtùna, ogni còcciu è tunnu e beddu comu la luna.
Il giorno della vendemmia e la mia compartecipazione…
Il momento del passaggio dall’uva al vino è un vero e proprio viaggio. Una pratica antichissima che
ha radici ancora più remote tanto da essere celebrata dalla letteratura greca e latina.
Raccolta e condivisione sono le parole chiavi che rappresentano questo magico momento. Una
riunione che racchiude tradizione e innovazione.
La vendemmia è il momento di raccolta dell’uva. È l’occasione che riunisce tutte le persone che
lavorano fianco a fianco per intere settimane. È la festa di fine stagione. La conclusione di un duro
lavoro fatto insieme.
Era un lunedì mattina di inizio settembre. Tutti eravamo pronti per iniziare a vendemmiare. Lungo
la strada che conduceva ai primi vigneti io, mio padre, mio zio ed alcuni amici eravamo già lì di
buon’ora mentre la mia cara madre era intenta ad osservare il panorama. Cielo limpido e azzurro,
odore dell’erba e della terra, calore del primo sole che riscalda il volto determinato di decine e
decine di lavoratori.
I trattori erano già accesi aspettando di esser caricati di uva.
Il responsabile delle operazioni Don Carmelo… controllava che tutto era ben sistemato tenendo
d’occhio il procedere della raccolta. Un po’ di vento, qualche nuvola che si intravedeva in
lontananza e la voglia di iniziare a toccare, con mani esperte, grappoli di uva grossi e succosi.
Quello della vendemmia era un momento importante per la nostra famiglia era un momento di
condivisione. I filari si sviluppavano in modo ordinato uno accanto all’altro in parallelo, e davano
un senso di perfezione ed armonia nei nostri cuori.
La sua pratica ha origini molto antiche e una rilevanza letteraria molto alta. Ricordiamo il racconto
di Bacco e delle Baccanti che rappresentano l’emblema dell’iconografia antica del vino ma anche
dell’opera di Plinio il Vecchio “Naturalis Historiae” che va ad analizzare le caratteristiche del
territorio e delle coltivazioni delle viti.
I filari raccoglievano le voci, una diversa dall’altra, degli operai a quelle degli amici e nel nostro
caso anche di alcuni nostri parenti… che raccoglievano l’uva con gesti meccanici e mirati. Le mani
che afferravano il grappolo e le cesoie che con un taglio netto, permettevano al grappolo di cadere
in secchi di plastica di ogni forma e dimensione.
La fatica era visibile sui volti dei lavoratori. La terra stessa sudava la fatica degli operai, ma era
ancora più visibile nei volti dei nostri amici e parenti che non erano abituati a quel tipo di lavoro
duro e ripetitivo.
Uomini e donne caricavano l’uva all’interno di casse trainate da trattori per poi scomparire in
lontananza diretti verso la cantina che aveva l’onore di trasformare l’uva in vino.
Il grande cancello veniva spalancato per lasciare passare, come un corteo festoso, i trattori. L’uva
faceva il suo ingresso sotto gli occhi degli operai e di tutti noi pronti ad intraprendere un passaggio
fondamentale, attento e scrupoloso: la trasformazione dell’uva in vino.
Ciò che un tempo veniva fatto a piedi nudi in botti di legno, oggi viene controllato e
meccanizzato… Tempi che furono!
Il Racconto della raccolta ai tempi di mio padre…
Il racconto di mio padre sulla vendemmia che mi fece una sera in occasione del suo 68°
compleanno nella casa di mare…; Aspettavamo per l’occasione mio zio “Zinu” (Enzo…) zia Maria e i
miei cugini Costantino e Giovanni che venivano da Milano…
“Anche quello della vendemmia, caro Salvatore (solo mia madre mi chiamava Titì…), era come un
rito, il rito di un tempo del mondo contadino, un mondo che adesso non esiste più e si concludeva,
come sempre, come per altri riti, con una grande festa, perché il vino mica veniva comprato come
oggi ai supermercati nelle bottiglie che di quel vino hanno mantenuto solo il colore, invece il
sapore viene ottenuto mediante un miscuglio di qualche polverina chimica con l’alcol”.
All’epoca, attorno le case di campagna dove andavamo con la mia famiglia, c’erano lunghe file di
viti che chiamavamo filari, decine, centinaia di filari paralleli e campi e campi piantati ad uva… non
erano le nostre; all’epoca la mia famiglia trascorreva buona parte della villeggiatura in una casa
presa in affitto adiacente ai campi destinati alla coltivazione dell’uva. (in seguito mio padre
acquistò quella casa ed un appezzamento di terreno).
Mio Padre mi descriveva la sua prima esperienza di vendemmia, quando ogni filare era una lunga
fila di pali piantati nella terra ad una distanza sempre uguale l’uno dall’altro. Prima pali di legno,
poi di cemento, poi di plastica poi tolsero tutto, tolsero le piante, tolsero i filari e tolsero anche il
vino e con il vino tolsero un’altra parte della nostra cultura.
“La pianta della vite era come la pianta della vita, mio caro Salvatore, il contadino custodiva ogni
singola vite un po’ come fa Dio con ciascuno di noi”.
Io trovai mio padre nei filari che controllava una pianta dopo l’altra, sceglieva il tralcio che
considerava sano e tagliava gli altri che buttava via perché l’uva non doveva essere
necessariamente tanta ma doveva essere buona.
Mio padre si soffermò nel dire che la cura della pianta della vite era un impegno che durava tutto
l’anno.
“A quel tempo si passava tra i filari e si guardava ogni singolo grappolo crescere e, proprio come
nella vita, se si vedeva anche un solo acino marcio lo si strappava e lo si buttava via ma se l’intero
grappolo avesse avuto troppi acini marci si sarebbe dovuto buttare tutto il grappolo a terra.
Poi, prima che l’autunno arrivasse e l’inverno ci chiudesse in casa, dopo aver durante la primavera
e la stagione estiva raccolto ogni frutto della terra, per ultimo si raccoglieva l’uva e si andava a
vendemmiare.
Allora, si tiravano fuori i cesti riposti dell’anno precedente, quelli ancora in legno, quelli che
qualche parente, forse un secolo prima, sapeva ancora intrecciare. Restava almeno il cesto e così
forse pure il ricordo del parente, poi si preferì la cesta in plastica lavabile e così si perse pure il
ricordo del parente.
E cominciavano ad arrivare amici, conoscenti, parenti e vicini cui poi si sarebbe ricambiato il favore
perché la vendemmia era un po’ come una comunione per la quale, sai, ci si prendeva pure le ferie
dal lavoro per andare come ad una messa laica anche se la sera diventava spesso pure una messa
alcolica dove, diciamo, a volte parlava pure lo Spirito Santo.
Così si aprivano anche i cassetti dove, sempre l’anno prima, si erano riposte le forbici a cesoia e
quasi si buttavano sul tavolo e così tante mani cominciavano ad aprirne ad a una a una la sicura
per provarle, testare se la molla era dura o morbida o se si inceppava; c’era pure chi veniva con la
sua forbice personale e guai ad usarla perché poteva quasi costarti la vita.
Era il capo degli operai… (il più esperto in materia…) che decideva da dove iniziare. Decideva a
seconda di come era andato l’anno e a che punto era la maturazione dell’uva, se vendemmiare
prima la bianca o la nera, l’Italia o la zuccarina, e così, uomini e donne, andavamo nei filari ognuno
con la propria forbice e il proprio cesto ed attaccavamo un pianta dopo l’altra, prendendo sotto
ogni singolo grappolo per non farlo cadere e non rovinarlo, scostavano con l’altra mano le foglie e
si recideva il gambo riponendo poi così il grappolo nella cesta che piano piano si riempiva…non
c’era fretta in modo che nessun grappolo sfuggisse perché, proprio come nella vita, nessuno
doveva stare indietro e, non colto, marcire sulla pianta.
Ma il vero oggetto del desiderio per alcuni bambini, che in occasione della vendemmia si
trovavano nella tenuta, era il trattore che trainava il carro dell’uva in mezzo ai filari dove si
svuotavano i cesti pieni di grappoli… facevano a spintoni per salire sugli alti scalini di quella
macchina che ai loro occhi sembrava gigante per mettersi al volante e fingere di guidare.
Quando poi arrivava l’adulto che guidava il trattore, se erano fortunati, e all’epoca erano molto
fortunati, questi li faceva sedere sui copri ruota del trattore che erano abbastanza grandi e,
tenendosi forte ad ogni sporgenza, che non fosse un organo meccanico in movimento, si tenevano
duri pronti a partire. C’era anche chi preferiva trovare posto nel cassone vuoto per un lungo giro
prima di andare in mezzo ai filari; era un vero e proprio divertimento come andare in giostra ma
molto meglio.
Passavamo così giorni interi nei campi perché tante e tante erano le viti – e i giri in trattore – così
pure molte erano le famiglie che, una dopo l’altra, si davano una mano recandosi nelle case e nelle
tenute delle altre a vendemmiare.
Ad un certo orario portavamo i panini col salame di maiale, salame vero, quello di un maiale vero,
non so se mi capisci, ed il vino vecchio, quello dell’anno prima, quello che si doveva per forza
consumare e in alcuni casi si esagerava, qualcuno cominciava a cantare e l’altro a fianco lo
accompagnava ed erano tutti allegri e tutti si scambiavano i bicchieri di vetro mezzi pieni che si
riempivano un’altra volta e l’uno usava il bicchiere dell’altro e nessuno si ammalava sai e anche i
bambini a volte rubavano qualche sorso.
Alla sera poi, se ancora non era freddo, si mettevano le tavole in cortile, che all’epoca si chiamava
bagghiu , e si brindava alla giornata conclusa e all’ultimo frutto dell’anno che si era colto e,
finalmente, si guardava chi c’era, chi non era potuto venire e chi non c’era più perché la vita poi
finisce ma come l’uva, frutto della vite, può diventare qualcosa di ancor più buono in vino così la
morte, anch’essa frutto ma della vita, non era altro che il compimento della vita terrena… Tempi
che furono e ricordi che affiorano come gocce di pioggia che si adagiano lentamente nella mia
memoria man mano che scrivo per raccontare, ed è proprio così che un ultimo ricordo mi affiora
innanzi, quando con una sonora risata Don Carmelo alla fine della lauta cena dopo un’abbondante
bevuta di vino… esclamò “Lu vinu fa cantari, l’acqua fa allintari…”
Salvatore Battaglia
Presidente Accademia delle Prefi
Spettacolo
Festival Internazionale “Voci dal Mediterraneo”, oggi conferenza stampa a Palermo. Presente Vicesindaco Pineda

Si è svolta quest’oggi a Palermo la conferenza stampa di presentazione della Seconda edizione del Festiva “Voci dal Medierraneo”. Per l’amministrazione comunale e per l’isola di Pantelleria era presente il Vicesindaco, con delega allo spettacolo, Adele Pineda.
Le testate locali Il Giornale di Pantelleria e Pantelleria Notizie, con i loro direttori, hanno partecipato all’incontro, durante il quale si è parlato di come sia nata l’idea, del successo della prima edizione, da definirsi puntata zero, di prova, e del programma fitto e perfettamente architettato per l’edizione del 2025.
L’idea
E’ nato da un’idea dell’Ass. Musicultura in co-produzione con la Eventi e Management Italia, del
direttore artistico Massimo Galfano, noto artista cantautore autore e produttore discografico, della
Mediterranean Label etichetta discografica, dell’assessore al ramo turismo/spettacolo e Vice
Sindaca Adele Pineda e Il sindaco Fabrizio D’ancona, del comune dell’isola di Pantelleria, con il
patrocinio del comune dell’isola di Pantelleria.
Con la seconda edizione, il Festival Internazionale Voci Dal Mediterraneo vuole diventare un
appuntamento fisso ogni anno, per l’isola, diventando un’evento di importanza e rilevanza
internazionale, coinvolgendo come fatto nella prima edizione, svoltasi dal 26 al 28 luglio 2024 in piazza Cavour, artisti emergenti e non provenienti dall’estero e da tutta Italia, coinvolgendo la stampa Internazionale ed Italiana, le radio Internazionali ed Italiane, le tv Internazionale ed Italiane, incluso il coinvolgimento delle piattaforme streaming e del digitale terrestre, per non parlare di tutti gli ospiti – artisti – giurati – discografici – ecc. che anno accettato l’invito del direttore artistico Massimo Galfano.
Quindi stando al lavoro della scorsa edizione e del successo avuto, la seconda edizione del
Festival Internazionale Voci Dal Mediterraneo si pone ancora una volta l’obbiettivo di promuovere
e valorizzare l’isola di Pantelleria, definita la perla nera e il cuore pulsante del mediterraneo, e
con essa tutti gli artisti emergenti in gara, gli ospiti, le radio, le tivu’, la stampa, i partner e
sponsor che saranno coinvolti.
La prima edizione del festival Voci Dal Mediterraneo, targata 2024, ha segnato e riscosso un grande
successo, come documentato dalla stampa – dalle foto – dai video e dalle recensioni positive avute da
giornalisti – pubblico presente – pubblico collegato via streaming – e tutti gli addetti ai lavori del settore musicale – radio/tv – discografici – presenti e non ecc. ecc.
A distanza di mesi i media i social, come anche tutti gli artisti in gara e non, gli sponsor e i partner
coinvolti, continuano a parlare dell’ottima riuscita del festival e questo e il piu’ grande risultato che si potesse raggiungere dopo che si sono spenti i riflettori, quindi in buona sostanza una manifestazione che punta a restare nel cuore e nella memoria delle persone e di tutti gli addetti ai lavori è di fatto una manifestazione vincente e come tale ha bisogno di riconfermarsi con una seconda edizione di altissimo livello.
Quindi sotto la positiva onda del successo avuto, ci si vuole confermare anche in questa seconda
edizione, targata Festival Internazionale Voci Dal Mediterraneo dell’isola di Pantelleria ediz. 2025
Con un’edizione molto piu’ ricca e variegata sia dal punto di vista del cast – di nazioni coinvolte –
di partner e sponsor – con l’idea di riuscire a creare un contenitore di livello nazionale ed
Internazionale, grazie anche al coinvolgimento di tutti i media e partner provenienti sia dall’Italia
che dall’estero, aggiungendo anche il fatto che circa 10 artisti arriveranno proprio dal territorio
Europeo e non.
E D I Z I O N E 2 0 2 4
E D I Z I O N E 2 0 2 5
Come si intende svolgere la seconda edizione del festival Internazionale Voci Dal Mediterraneo:
2) selezione degli artisti in gara in tutta europa – l’italia e’ inoltre abbiamo
conferme di partecipazione gia’ da parte della spagna – polonia – romania –
tunisia – germania – svizzera – ucraina – italia – inghilterra – malta – ecc.
L’elenco delle nazioni è in aggiornamento fino al 30 giugno 2025
3) coinvolgimento dei media a livello nazionele ed internazionale da parte della
stampa delle nazioni sopracitate
4) coinvolgimento delle radio a livello nazionale ed internazionale da parte
delle nazione sopracitate
5) coinvolgimento delle tv nazionali ed internazionale grazie allo streaming e al
digitale terrestre
6) e’ confermata la messa in onda a livello nazionale su canale italia ammiraglia su
sky e canale italia con punte di ascolto e telespettatori che va dai 15.000.000 ai
20.000.000 telespettatori alla settimana, la messa in onda e prevista in prima
serata alle ore 21:00 su canale italia e sky il 30 agosto 2025.
7) e’ confermata la presenza di tante radio fm e streming che saranno presenti in
sala stampa – tv – e radio – e collegatoi in streaming nelle serate del festival dal 24
al 27 luglio 2025, confermata anche la presenza di radio canale italia come radio
partner a livello nazionale.
8) sono stati gia’ realizzati spot, girati sull’isola di pantelleria per lanciare il
festival e l’immagine dell’isola, gia’ condivisi sui social e sulle pagine ufficiali
del festival voci dal mediterraneo a partire da aprile 2025.
9) i protagonisti degli spot girati sono stati il cantautore, direttore artistico
e presentatore massimo galfano, con la co presentatrice e madrina della
seconda edizione del festival internazionale voci dal mediterranmeo dell’isola
di pantelleria la nota showgirl presentatrice e attrice nathalie
caldonazzo, gli spot girati hanno puntato ad invitare le persone a venire
sull’isola per il festival voci dal mediterraneo ma anche per venire a vedere le
bellezze dell’isola e per godersi una piacevole vacanza fatta di musica mare
cultura bellezze natura arte culinaria ecc.ecc.
Inoltre il direttore artistico massimo galfano a lavorato sul nuovo
regolamento, sulla gestione e la co ordinazione delle serate del festival apportando
alcuni modifiche e cambiamenti:
(nota importante il regolamento potra’ subire cambiamenti fino al 30 giugno 2025)
:
1) limite di eta’ che sara’ dai 14 ai 39 anni
2) la canzone in gara dovra’ essere in lingua italiana
3) nella serata della cover che si svolgera’ il 26 luglio dovra’ essere in lingua
italiana
4) almeno 6 artisti proverranno dall’estero
5) gli artisti in gara andranno da un minimo di 14 ad un massimo di 24 artisti in gara
6) unica categoria di brani in gara, la categoria inediti, in modo da riuscire a
suscitare e avere l’attenzione e l’interesse delle case discografiche
nazionali, produttori ecc.
7) gli artisti in gara provenienti da tutta europa e non sono stati scelti a
mezzo di invio del materiale sulle apposite caselle email segnalate nel
regolamento, e dopo una prima scrematura gli artisti scelti sono stati
ascoltati a mezzo audizione live dal direttore artistico massimo galfano e
tutta la commissione da esso scelta.
8) la durata del festival e passata da 3 a 4 giorni, confermando che le date
ufficiali di questa seconda edizione sono dal 24 al 27 luglio 2025
9) si e’ pensato anche di organizzare un gemellaggio tra l’isola di
pantelleria e la polonia, per l’esattezza a cracovia, paese a cui e stato
affidato, da parte dell’associazione musicultura alla societa’ denominata
artowork, il mandato ufficiale per la messa in opera di tutta la fase delle
audizioni, in tutta europa esclusa l’italia, diventando cosi’ punto
nevralgico di tutte i paesi dell’europa coinvolti, e affidando sempre alla
artowort la realizzazione la gestione e il coordinamento di tutti i paesi
coinvolti, dell’ufficio stampa per l’estero, come radio – tv- e giornali –
10) nella settimana del festival a partire dal 24 fino al 27 luglio verra’ realizzata
e allestita presso la sala consiliare del comune dell’isola di pantelleria,
una postazione chiamata sala stampa, da dove tutti i giornalisti – tv – e radio
presenti, e che si colleghereranno in streaming, potranno seguire commentare e
relazionare tutto il festival e le varie conferenze stampe che si terranno
con il direttore artistico massimo galfano e con l’assessore al ramo
spettacolo la vicesindaca adele pineda, questo succedera’ ogni mattina a
partire appunto dal 24 luglio fino alla domenica mattina 27 luglio, inoltre
la sala stampa avra’ il compito di assegnare ad uno dei partecipanti in gara il
premio denominato sala stampa e il premio della critica intitolato a toto
cutugno.
11) la giuria sara’ composta esclusivamente da professionisti della discografia
cercando di coinvolgere le major e sara’ coordinata da marcello
balestra, ex direttore artistico della warner music italia,
discografico – produttore – e curatore di tutte le opere di lucio
dalla, nominato dal direttore artistico massimo galfano presidente
di giuria per tutte e quattro le serate del festival, tra i giurati nomi
noti come kikko palmosi discografico e produttore e compositore di
alcuni big come laura pausini – annalisa – francesco renga – moda’ –
emma marrone – alessandra amoroso – giorgia – ecc. Antonio
tortolano discografico e produttore oltre che selezionatore per
the voice senior – the voice kids – x factor, giuseppe denaro maestro
di musica – discografico – e produttore, lea benigno maestra di musica – corista – – cantante – e vocal coach – altri nomi se ce ne saranno
saranno comunicati entro il 20 luglio 2025 a mezzo comunicato
stampa ufficiale
23) si e’ anche pensato di istituire un premio denominato eccellenza
territoriale che sara’ riconosciuto alle aziende che faranno da partner e
sponsor al festival internazionale voci dal mediterraneo, in modo da
coinvolgere tutte le aziende locali e non
24) e stata confermata l’iniziativa che le radio presenti potranno assegnare
un premio a loro discrezione intitolato alla loro radio di appartenenza ad
uno degli artisti ingara
25) confermato il premio della critica intitolato a toto cutugno
26) introdotto il premio sala stampa
27) confermato il premio miglior inedito
28) confermato il premio serata della cover
29) introdotto il premio presenza scenica
30) introdotto il premio delle radio
31) confermata la presenza del dottore giuseppe arnone presidente della
fondazione italiani in europa, dove premiera’ le aziende partner provenienti
dall’estero con la targa eccellenze italiane in europa
svolgimento delle 4 serate del festival
(per tutte le info dettagliate visita il sito ufficiale https://www.eventiemanagement.com/partner )
– giovedi’ 24 luglio prima serata:
ci sara’ la presentazione ufficiale di tutti gli artisti in gara con la canzone scelta dal
direttore artistico, dove presenteranno per la prima volta sia alla giuria che alla
stampa che al pubblico presente e collegato in streaming il proprio brano inedito,
inoltre tutti gli artisti come da regolamento, potranno uscire fuori nelle
piattaforme digitali con il brano in gara, solo dopo averlo esibito, quindi
questo preclude che proprio dall’isola di pantelleria avverra’ il lancio del
loro brano e video clip ufficiale, rendendo il festival voci dal
mediterraneo inedito, in modo da permettere ai discografici, ai media, ai
giornalisti alle radio e alla critica presente e non, di amplificare il festival
internazionale voci dal mediterraneo dell’isola di pantelleria degli artisti in gara
e di tutti gli ospiti intervenuti,
inoltre si alterneranno ospiti come cantanti ballerini ecc. Ma tra tutti i super
ospiti saranno i jalissi, inoltre la serata sara’ presentata dal direttore
artistico massimo galfano che sara’ affiancato da nathalie caldonazzo e il
noto comico di zelig – colorado – made in sud e tu si que vale alessandro
serra
Spettacolo
È iniziato ufficialmente il Media Green Art Festival 2025: dopo 20anni torna a Pantelleria

La conferenza stampa – inizia il Megaf 2025
Dopo due anni e mezzo di scrittura e progettazione SincroCult è riuscita a riportare quest’iniziativa sull’isola grazie ad una rete di persone che non ha mai smesso di crederci.
Il Megaf nasce per riportare il cinema a Pantelleria: un cinema breve ed essenziale, che da raccontare grandi storie in piccoli formati. I Cortometraggi che vedrete in sala parleranno di persone, di ambiente, di memoria e di identità.
Il Megaf non è solo un festival ma un ponte tra l’isola e chi arriva da fuori, tra l’arte e la sostenibilità, tra chi cerca storie e chi ha bisogno di raccontarle.
Da queste premesse nasce il tema centrale di questa edizione, l’Immigrazione, in tutte le sue mille sfaccettature. Pantelleria è terra di partenze e di approdi, un’isola di confine che conosce da vicino il fenomeno dell’immigrazione e dell’emigrazione.
I Cortometraggi che parteciperanno al Concorso di Cortometraggi “Sguardi sul Mondo” saranno, in ordine di proiezione:
8 luglio
“Muti come Pesci” di Antonio Stoccuto
“My Eyes” di Ide Maman
“Il Cielo è Perso” di Fabrizio Fusco
“Adia” di Alberto de Simone
“A Chiamata” di Laura Boggero
9 luglio
“Etnoragù” di Cristiano Esposito
“Savana” di Riccardo Amato, Alessio Bonamino
“She Was” di Abril Andrea Arnauda Appel
“Tilt” di Antonio Palumbo
10 luglio
“Bagliori” di Mattia Paone
“Laugh” di Ide Maman
“Refugium” di Valerio Vittorio Garaffa
“Terra bruciata” di Fabio Fontana
I premi dedicati ai Cortometraggi vincitori del concorso saranno:
Miglior Cortometraggio assegnato da Augustus Color
Miglior Regia assegnato da Gioielleria Maccotta
Miglior Attore assegnato da Sapori di Pantelleria
Miglior Sceneggiatura assegnato YaGin
Miglior Trucco e Acconciatura assegnato da YaGin
Miglior Costume assegnato da MueGin
Miglior Fotografia assegnato da YaGin
Miglior Effetti Visivi assegnato da Gioielleria Maccotta
Miglior Montaggio assegnato da YaGin
Miglior Colonna Sonora assegnato da MueGin
Premio Megaf Giovani assegnato da Gioielleria Maccotta
Per questa edizione del Festival abbiamo deciso di dedicare una serata a quei cortometraggi che non sono potuti rientrare nel Concorso, ma che abbiamo ritenuto meritevoli e in linea con i nostri principi:
7 luglio
“Manco Morto” di Emma Cecala
“Cicatrici di Gaia” di Giulia Badalassi
“Fosforize” di Alessandra Facciolo aka Sundra Ray Monde
“Apice Terra Mia” di Max Oliva
“Ho sete” di Ettore di Gennaro
“Sul Bric Mindino non c’è nessun pino” di Lorenzo Bussone
“Black(out) & White” di Gianni Zauli
Il Megaf è anche però il festival che cerca di connettere la cultura alle attività locali, che rendono questo luogo unico: la Notte dei Talenti, l’evento conclusivo del festival, sarà un momento per riconoscere chi è partito, chi ha portato con sé la propria storia ed ha saputo trasformarla in valore.
Coloro che saranno premiati durante la serata conclusiva del Megaf saranno, in ordine di categoria:
Cultura e Letteratura:
Vanessa Brignone, Tatiana Brignone, Giorgia Belvisi
Ambiente e Sostenibilità:
Fernando Zarra, Samuela Guida
Innovazione e Imprenditoria:
Pietro Gabriele, Enio Kosci, Denny Almanza, Giovanni Brignone
Sport e Benessere:
Matteo Marino, Emanuele Pinna, Greta Stuppa, Michele Inglese, Dario Ferrante
Arte e Spettacolo:
Cinzia Busetta, Rebecca di Malta, Martina Modica, Teodora Duceag, Cristina Gabriele, Emanuele Pinna, Marisol lo Rillo, Chiara Brignone, Youssef Essaid, Sharon Gabriele, Danilo Ruggero, Luca Valenza, Clara Greco, Ludovica Franco, Dario Spezia, Chiara Valenti, Benedetta Gauli
Ringraziamo le autorità e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del festival, in particolare:
il Comune di Pantelleria, l’Ente Parco Nazionale di Pantelleria, Danish Air Transport, Autonoleggio Policardo, Pantelleria Island, Weloo, Gioielleria Maccotta, Yagi Media Distribuzione, Augustus Color, Dafar Mobili
Abbazia San Giorgio, Cantina Pellegrino, Azienda Agricola Emanuela Bonomo, Sapori di Pantelleria, Cantina Solidea, Cantina Murana, Cantina Marino, MueGin, Azienda Agricola Almanza, Emporio del Gusto, Birrificio la Panteska.
Al Tramonto, Trattoria da Pina, Trattoria Runcune, Scruscio, Il Principe e il Pirata, U Truscio.
Agenzia Rizzo, Noleggio Lorena, Il Faraglione, Cibus Car, Yacht Simone, Yacht Marina Hotel.
In allegato il programma completo del Megaf.
Il team di Sincrocult augura a tutti un Buon Festival!
Regina Maria Sofia Chisci
Responsabile Area Comunicazioni
regina.chisci@sincrocult.it+39 340 719 8602
AVVISO DI RISERVATEZZA e INFORMATIVA AI SENSI DEL REGOLAMENTO UE 27 APRILE 2016 N. 679
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Cultura
La caponata dei marinai dei velieri / 1

di Orazio Ferrara
Diciamo subito, a scanso di equivoci, che questa caponata non ha nulla a che vedere con quella famosa oggigiorno preparata in Sicilia e in altre regioni e che ha come ingrediente principe la melenzana. Però, senza dubbio alcuno, dalla caponata marinara di una volta trae origine, con modifiche e varianti a volte sofisticate, quella di oggi.
Origini della caponata
La caponata marinara fu per secoli il “combustibile” alimentare che faceva andare la forza remiera
(i forzati ai remi) delle galere da guerra. E non solo i remieri, ma anche l’intero equipaggio si
nutriva con essa. L’antica consuetudine di consumare a bordo questa vivanda passò poi in uso agli
equipaggi delle navi a vela sia da guerra che commerciali.
Già il nome di caponata o capponata (per alcuni paesi costieri siciliani e questi sono più vicini alla
parola originaria) o capponada per dirla coi genovesi (gente di mare di prim’ordine) è di difficile
decifrazione.
Scartiamo subito, perché sa di cosa troppo letteraria, la tesi che la vuole derivata dal
latino “caupona” nel suo significato di “taverna”. Non ci convince nemmeno anche la tesi che la
vuole derivata dal “pesce capone” o lampuga, anche se quest’ultimo, essiccato, compare
sporadicamente quale ingrediente in antiche ricette.
Dobbiamo quindi andare alle origini quando la caponata aveva ancora l’arcaico nome di “cappon di
galera” (per i marinai genovesi “capun de galera”). Siamo nella marineria remica delle galere o
galee mediterranee del ‘300 / ‘400.
Probabilmente i marinai intesero dare, con ironia tutta
marinaresca, quel nome al loro quotidiano pasto a bordo, che di cappone e quindi di carne saporita
non aveva un bel niente e che pertanto si rivelava essere appunto un cappone (finto) di galera.
Eppure quel pasto, assai semplice da preparare e con ingredienti poveri, era saporito e piaceva, tanto
da passare indenne attraverso generazioni di uomini di mare quale tradizionale e sostanzioso
alimento in navigazione.
Ma quali erano gli ingredienti e la preparazione?
Dell’assenza delle melenzane abbiamo già accennato, occorre però precisare che erano assenti anche i pomodori, che fanno la loro comparsa saltuaria nelle caponate dei velieri del tardo Ottocento. Infatti i pomodori, di origine del Sud America, vennero portati in Europa dai navigatori spagnoli nel XVI secolo. In Italia fanno la loro comparsa nell’anno 1548 alla corte di Cosimo de’ Medici, ma per diversi secoli quel frutto viene considerato solo ornamentale e quindi non commestibile.
Gli ingredienti utilizzati per la caponata erano quelli di facile conservazione e che non andavano a male facilmente durante i lunghi viaggi per mare: gallette, cipolle, aglio, olive in salamoia, origano, aceto, olio e pesce essiccato. Quello principe era costituito dalle gallette (non altro che fette di pane biscottato), che si conservavano abbastanza croccanti per almeno un anno intero. Le forme delle gallette erano diverse a seconda delle marinerie.
Ricordiamo quelle rotonde dei marinai genovesi e quelle a ferro di
cavallo (‘u viscottu) caratteristiche della marineria pantesca. Solo che le gallette di quest’ultima non
erano a base di farina, ma bensì d’orzo, che a detta dei marinai di un tempo erano molto più
saporite.
Infatti, nel tempo andato, l’orzo in Pantelleria era un alimento fondamentale per la popolazione in
quanto lo stesso veniva coltivato in loco, mentre la farina doveva venire, con gravosa spesa, dalla
Sicilia. Era usuale in passato nei vigneti intercalare filari dì orzo a quelli di zibibbo. Si ottenevano
così due vantaggi.
Il primo era costituito dall’orzo raccolto per l’alimentazione, il secondo che quei
filari d’orzo intercalati proteggevano i teneri germogli dello zibibbo dal secco e caldo vento di
scirocco di casa nell’isola.
(1 – continua)
Orazio Ferrara
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