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Cultura

Il Principato di Pantelleria: il primo Barone era lo spagnolo De Bellvis

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A cura di Enzo Bonomo Ferrandes

La Sicilia fu feudalizzata quando avvenne la riconquista cristiana del suo territorio, sull’esempio di quanto succedeva nella penisola iberica, dove i regni cristiani andavano progressivamente erodendo quanto l’islam aveva conquistato in precedenza (e cioè fino alla grande sconfitta di Poitier ad opera di Carlo Martello).

Fondato il regno normanno, l’istituto sociopolitico del feudalesimo venne introdotto sul modello dell’Europa continentale, al posto dei Valli (Mazzara, Noto, Demone), di saracena memoria. I normanni arrivarono a Pantelleria nel 1127, dopo tre secoli di occupazione maomettana, e concessero ai genovesi, che già in precedenza avevano effettuato operazioni militari in loco,

l’isola, che fu affidata a Giovanni di Barnabo di San Lazzaro, parente della famosa famiglia dei Doria. L’insoddisfazione dei panteschi per le angherie del personaggio però arrivò alle orecchie del Re, che lo fece uccidere all’interno del castello.

Era il Re di Spagna (Aragona) che infeudò l’isola con il titolo di barone a un altro spagnolo, Francesc de Bellvis, signore di Belgida, a partire dal 1414. (Bellvis era il nome del castello da cui proveniva.
Francesco (Francisco in castigliano, Francesc in catalano) fu membro del Consiglio reale, prode e valoroso uomo d’arme, partecipò alla conquista della città di Napoli, ancora in mano ai francesi Angioini, poi fatto prigioniero insieme a Alfonso V d’Aragona detto il Magnanimo, nella battaglia navale di Ponza, e poi ancora fu Falconiere Maggiore, e infine Luogotenente Generale di Napoli.
Da Lui discende la nobile famiglia dei Belvisi panteschi, ancora oggi molto presente, il cui stemma è d’oro a bande rosse.
Una curiosità: il comune di Bellvis in Spagna ha come propria insegna araldica un grappolo d’uva.
La plurimillenaria storia di Pantelleria vanta una straordinaria galleria di figure di rilievo, alcune sconosciute ai più, tutte da riscoprire e celebrare.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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    Gianfranco Belvisi

    15:16 - Ottobre 22, 2019 at 15:16

    Grazie per le informazioni storiche, ne ero totalmente all’oscuro. Io sono l’avvocato. Gianfranco Belvisi, un nipote di Antonino Belvisi (detto cugino Nino) deceduto a 98 anni nel settembre del 2008 a Pantelleria dopo una vita vissuta nell’isola della quale sapeva tutto e nelle sue tante esperienze era stato anche intervistato da una rubrica del tg1 sulla presenza delle bombe della seconda guerra mondiale scaricate davanti al porto di Pantelleria. Mio nonno era Tommaso Belvisi sepolto insieme a mio zio nel cimitero di Pantelleria e mio padre Giuseppe Belvisi. Vissuti nel 20mo secolo. Saluti

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Cultura

Caterina D’Aietti vince nuovo premio per poesia in vernacolo di Pantelleria e vola a Messina

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Dall’inizio dell’estate 2023, Caterina D’Aietti ha conquistato diversi premi di poesia.

La compositrice di Pantelleria, con quel suo vernacolo così delicato e caldo riesce a conquistare non solo giurie isolane, come quella del Centro Gianporcaro che le ha conferito due riconoscimenti un paio di mesi fa, ma anche oltre l’isola.
Ricordando che a luglio vinceva il Premio Apollinare a Gela, ora la vediamo in procinto per partire per Galati Mamertino (ME), dove ritirerà il 3° Premio Nazionale Nino Ferraù, sempre grazie ad una sua poesia in rima pantesca.

Il testo ancora non ci è stato rivelato, ma non mancheremo per divulgarlo appena possibile.

Ci piace pensare di aver contribuito a dare ribalta all’autrice che vive a metà tra Pantelleria e Le Ferriere (LT).
Dalle prime uscite sulla nostra testata, il suo nome a cominciato a ridondare in entrambi i territori, arricchendo i lettori delle sue preziose perle sull’isola.

Ad majora, Caterì

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Cultura

Gangi, “Vivere in Assisi” cala il sipario. Oltre 7000 presenze in 4 giorni

Marilu Giacalone

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A Gangi cala il sipario sulla 12esima edizione di Vivere in Assisi con numeri da record, oltre sette mila le presenze, il borgo madonita si conferma leader in Sicilia per le manifestazioni live. La rievocazione medievale francescana, sulle tracce della vita di San Francesco, grazie ai circa 250 figuranti, con il suo corteo storico e le rappresentazioni nell’antico quartiere al “Monte”, tra teatro, danza, canto, poesia, monologhi e dialoghi, hanno emozionato i visitatori provenienti da ogni angolo della Sicilia. “E’ una delle rievocazioni medievali più importanti di Sicilia – ha detto il sindaco Giuseppe Ferrarello – la kermesse ha proposto l’esperienza spirituale del Santo di Assisi attraverso un format inedito, emozionando tutti i visitatori, abbiamo avuto presenze inaspettate e ospiti illustri e bene tre vescovi da quello di Cefalù monsignor Giuseppe Marciante a Sosthène Lèopold Bayemi Matjei vescovo di Obala(Camerum) e ancora Giuseppe Schillaci vescovo di Nicosia, il mio personale ringraziamento va all’associazione Vivere in Assisi, alle associazioni locali e a chi ha contribuito al suo successo, tutti i figuranti e all’anima e promotore della manifestazione Roberto Franco. Il prossimo appuntamento, con un altro vento live, è previsto a dicembre con il presepe vivente da Nazareth a Betlemme. La macchina organizzativa è già partita”.

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Cultura

Pantelleria piange Francesco Maggiore ‘u ‘mpidusanu. La dedica del figlio Salvino – Video

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Si è spento, all’età di 90 anni, Francesco Maggiore.

Dopo un periodo in cui il suo fisico cominciava a cedere, oggi, nella sua casa a Sant’Anna, ‘u mpidusanu ci ha lasciati.
Uomo socievole, dal volto solare, con il sorriso generoso sempre pronto. Il suo spirito era coinvolgente e trascorrere il tempo con lui era piacevole e arricchente.

Era arrivato a Pantelleria da giovane, tantissimi anni fa, da Lampedusa, da qui il suo soprannome, la sua ingiuria: ‘u  ‘mpidusanu. Era un muratore di quelli abili di una volta e che non esistono più.

Sulla nostra isola aveva conosciuto Franco Isabella decidendo che sarebbe stata la sua compagna di vita.
Dalle loro nozze sono nati ben sette figli Roberto, Salvino, Annamaria, Massimo, Egidio, Maurizio e Fiorenza.
Alcuni di essi risiedono nell’Agro Pontino, tra Aprilia e Le Ferriere, vivendo nella comunità laziale la loro essenza pantesca di cui sono portatori sanissimi di valori e cultura.

Non si hanno notizie sul giorno di celebrazione dei funerali. Non appena avremo aggiornamenti li comunicheremo.

Le condoglianze della redazione alla famiglia e a quanti lo hanno portato nel cuore. Un particolare pensiero lo rivolgiamo al figlio Salvino, membro valorosissimo de La Compagnia Le Cossiryane per piacer del Maggiore.

Nel video di seguito assistiamo ad una toccante dedica da parte di Salvino Maggiore al papà, in occasione dello scorso capodanno 2023

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