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Il Passito di Pantelleria non si può paragonare a nessun altro, parola di Daniele Ciani

Direttore

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Non si può paragonare un Passito di Pantelleria con un qualsiasi Passito Siciliano

Questa è l’affermazione di un esperto della buona cucina e dell’ottimo bere Daniele Ciani.

Da tempo, il nostro esimio collaboratore e anche lettore sta seguendo la vicenda sulla Doc Pantelleria.

Ora, leggiamo con attenzione il suo contributo.

Tutti gli amanti del vino avranno seguito la recente diatriba sul Passito di Pantelleria e questo mi spinge a cercare di far conoscere un pochino più approfonditamente agli amici, che mi seguono su questa rubrica, il vino Passito. Esso si ottiene dalla pigiatura e fermentazione di uve appassite, di uve che hanno perso, per evaporazione, una parte dell’acqua contenuta nel chicco e di conseguenza hanno una maggiore concentrazione di zuccheri, soprattutto fruttosio, che renderà al vino una marcata dolcezza ed un alto tenore alcolico. Tutte le uve, sia bianche che nere, possono essere appassite ma solo alcune producono un vino a dir poco strepitoso e sono solo quelle che hanno nell’aromaticità e nella potenza dei profumi il loro punto di forza, perché un vino dolce senza profumi sarebbe stucchevole come bere una miscela di acqua, alcol e zucchero di barbabietola. Ecco perché la maggior parte dei vini passiti derivano da uve delle famiglie aromatiche e semiaromatiche dei moscati, delle malvasie, dei sauvignon, dei riesling e gewurztraminer. Ce ne sono molte altre che danno un ottimo prodotto, non me ne vogliano gli appassionati di Sagrantino, Garganega, Albana, Aleatico ecc. ma sto cercando solo di raccontare, con pochi concetti, che cosa è un vino passito. Come si arriva all’appassimento? La vendemmia avviene quando le uve sono stramature e i chicchi hanno quel bel colore giallo ambrato. A questo punto, secondo il metodo tradizionale, si stendono i grappoli al sole o su graticci o appesi per qualche mese affinchè l’acqua continui ad evaporare e avvenga una ulteriore concentrazione di zuccheri e sostanze estrattive. Attualmente, per diminuire il tempo di appassimento, viene usato, spero non da tutti, il sistema forzato che prevede una ventilazione artificiale con aria a 30°, abbastanza secca per evitare il crearsi di marciumi. Ho detto spero non da tutti perché sono molto legato alle tradizioni e penso che la qualità del prodotto italiano sia data, appunto, dalla lavorazione tradizionale delle uve e non solo dal tipo di uva, dal modo di coltivarla e dal territorio con relative condizioni climatiche. Il lavoro per ottenere il passito pantesco è lungo e con molti rischi, inoltre la resa è nettamente inferiore a quella del vino normale, da 100kg di uve si ottengono intorno ai 25 l di vino e alle volte meno. I passiti italiani dal nord al sud, tutti eccezionali, sono diversi uno dall’altro perché ognuno è fatto in maniera diversa, con tecniche di allevamento dell’uva e processi di vinificazioni propri derivati da secolari esperienze. Non si può paragonare un Passito di Pantelleria con un qualsiasi Passito Siciliano, con uno Sciachetrà o Bianco di Greco o i vari Vin Santo, ognuno ha il proprio carattere e le proprie qualità. Fanno parte della famiglia dei Passiti anche quei vini che derivano da uve attaccate dalla muffa nobile Botrytis Cinerea , i più famosi sono i Sauternes francesi, e quelli che derivano da uve raccolte e pigiate completamente ghiacciate, gli IceWine, prodotti prevalentemente in Canada, Germania e Austria. Per concludere un piccolo consiglio; i Passiti vanno serviti ad una temperatura intorno ai 12°in modo da percepire meno la parte stucchevole del sapore dolce e si possono abbinare, oltre ai soliti dolci strutturati, anche a formaggi erborinati o molto stagionati, non con la ricottina ed il primo sale come fanno tanti ristoranti modaioli. Io comunque preferisco berli freschi, da soli, mentre “medito” seduto in poltrona guardando un bel paesaggio o una bella donna. Meditate gente, meditate!

Daniele Ciani

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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1 Comment

1 Comment

  1. Avatar

    Toti

    21:53 - Settembre 6, 2019 at 21:53

    Aggiungiamo nella dicitura “Passito territorio di Pantelleria” ed evitiamo equivoci.Che ne dite?

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Cultura

Gangi, intitolata piazzetta ad Andrea Camilleri

caterina murana

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A soli sei anni dalla scomparsa del grande scrittore siciliano la comunità di Gangi lo ricorda così

In occasione del centenario di Andrea Camilleri il Comune di Gangi gli ha intitolato una piazzetta lungo la via Porta di Malta. La cerimonia di scopertura della targa si è svolta venerdì scorso alla presenza delle autorità civili e militari. A tagliare il nastro il sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello, la presidente del consiglio comunale Concetta Quattrocchi e il minisindaco Giuseppe Spallina.


Per ricordare il celebre scrittore siciliano il polo museale di Palazzo Sgadari ha ospitato una manifestazione dal titolo: “100 Camilleri: trame, curiosità e retroscena dei libri più amati dai lettori”. Un itinerario letterario e dialoghi a cura di Fidapa, IC Polizzano, ISIS Salerno, Istituzione Gianbecchina e Tempo libero degli Anta.

La Biblioteca Comunale, in collaborazione con le associazioni e gli istituti scolastici, ha proposto un evento unico dedicato alla valorizzazione dell’opera letteraria del grande scrittore siciliano maestro di cultura, che ha fatto conoscere nel mondo un’immagine positiva della Sicilia, lontana dai logori stereotipi che troppo spesso l’hanno caratterizzata. Un suggestivo tour letterario all’interno del Museo Civico di Palazzo Sgadari. Le otto sale hanno accolto ognuna i libri più amati di Andrea Camilleri ma anche il fumetto: “Le avventure di Topalbano” edito da Panini ispirato ai suoi romanzi.

Mentre sabato e domenica in occasione dell’ultimo weekend de “October Books and events” a palazzo Bongiorno sono stati presentati due libri: “Di silenzio e d’ombra” di Bernadette Milletarì e “La via dei Tholòs. Simbolismo del centro e tracce di architettura dedalica negli ipogei della Gurfa-Pantheon dei Sicani” a cura di Carmelo Montagna.

Ufficio stampa i.m. 3492978581

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Personaggi

Pantelleria – Uccio Greco, i familiari ringraziano per l’affetto ricevuto alla scomparsa prematura

Redazione

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Tutti i familiari del dottore Uccio Greco ringraziano di vero cuore tutti coloro i quali sono stati vicini in questo triste momento. L’affetto dimostrato dalla gente è stato al di là di ogni aspettativa, testimonianza della grande professionalità, disponibilità e affabilita’ del dottore Uccio Greco. Si comunica che quanto raccolto in sua memoria sarà utilizzato per l’acquisto di attrezzature elettromedicali per l’Ospedale Nagar di Pantelleria.

A tal proposito la famiglia Greco intende ringraziare anche tutto il personale ospedaliero che si è preso cura del dottore Uccio, tutti i medici che lo hanno assistito, il dottore Mimmo Vitale ed in particolare il dottore Massimo Chiarot che tanto si è speso sia professionalmente che umanamente, supportando i congiunti passo passo nell’evolvervi degli eventi.

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Cronaca

Truffe sanitarie via SMS e numeri 893 a sovrapprezzo

Giada Zona

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Consumerismo invita alla massima prudenza e chiede verifiche su sicurezza e gestione dei dati sanitari

Continuano a moltiplicarsi le segnalazioni di cittadini che ricevono falsi SMS o messaggi WhatsApp apparentemente inviati dal Centro Unico di Prenotazione (CUP) da parte di aziende sanitarie.
Nel testo si invita l’utente a contattare “urgentemente” un numero di telefono per verificare la propria prenotazione o risolvere presunte “anomalie” legate a prestazioni sanitarie. Ma si tratta di un raggiro.

Numeri a pagamento e finti CUP

I messaggi riportano numeri che iniziano con il prefisso 893, talvolta camuffati come recapiti “ufficiali” di uffici amministrativi (es. “Uffici CUUP” o “Servizio CUP Regionale”).
In realtà, i numeri 893 sono numeri a tariffa speciale con sovrapprezzo, utilizzati per addebitare costi elevati al chiamante.
“Chi richiama rischia di vedersi addebitati importi anche molto alti sul credito telefonico o in bolletta. È la classica truffa del richiamo: un messaggio credibile, un nome istituzionale e un numero a pagamento mascherato da servizio pubblico”, spiega Giovanni Riccobono, direttore generale di Consumerismo No Profit e Responsabile dello Sportello +Tutela di Trapani.
Il fenomeno è stato segnalato anche da diversi cittadini trapanesi, che hanno ricevuto messaggi contenenti falsi riferimenti a prenotazioni sanitarie realmente effettuate, inducendo così la vittima a credere alla veridicità della comunicazione.

I consigli di Consumerismo

Consumerismo invita i cittadini a prestare massima attenzione e a non rispondere mai a messaggi che chiedono di chiamare numeri con prefissi 893, 895 o 899, o che contengono link sospetti.

In caso di ricezione di questi SMS:

1. Non cliccare e non richiamare.
2. Bloccare il numero e segnalare l’SMS alla Polizia Postale (www.commissariatodips.it).
3. Contattare direttamente il CUP della propria ASP utilizzando solo i numeri ufficiali reperibili sul sito istituzionale.

Chi gestisce dati deve garantire sicurezza, non vulnerabilità – conclude Riccobono – la priorità, in un mondo in cui i dati rappresentano il nuovo petrolio, deve essere quella di garantire sistemi di sicurezza all’avanguardia da parte di chi li tratta. Ogni soggetto che gestisce informazioni personali e sanitarie deve essere consapevole della propria responsabilità: una falla nella protezione dei dati non è solo un problema tecnico, ma un rischio concreto per i cittadini, che possono diventare vittime di frodi e truffe digitali»

Qual è, quindi, il problema?

Nonostante le tecnologie facciano ormai parte delle nostre vite, talvolta ci troviamo impreparati di fronte alle truffe. A livello collettivo, manca ancora una presa di coscienza di un’alfabetizzazione digitale che, in questo caso, riuscirebbe a proteggerci da questi messaggi e ad aumentare la nostra capacità critica.
Da un lato è quindi necessario un maggiore controllo che eviti queste spiacevoli situazioni e dall’altro, invece, è necessario che i cittadini abbiano la capacità di difendersi.
Bisognerebbe prestare più attenzione a queste tematiche tra i banchi di scuola, per esempio, in modo che le future generazioni non solo utilizzino questi strumenti ma siano anche consapevoli di come sia corretto utilizzarli.
Ed è anche necessario sensibilizzare un’altra fascia di popolazione, quella più adulta, che probabilmente è quella più soggetta a questo tipo di truffe.

Giada Zona

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