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Il comitato “Pantelleria vuole nascere” risponde al commissario ASP Zappalà

Redazione

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LE MAMME RISPONDONO ALLE DICHIRAZIONI DEL COMMISSARIO ZAPPALÀ RILASCIATE NELL’INTERVISTA PUBBLICATA DA PANTELLERIA INTERNET NELLA NEWS 27627 del  12/01/2021

Dal 2 marzo 2020, giorno della definitiva sospensione della deroga al Punto Nascita di Pantelleria, abbiamo più volte chiesto, civilmente alle Amministrazioni pubbliche di ogni grado, la possibilità di   dialogare costruttivamente per scambiare opinioni ed esperienze… tutto finito nel silenzio più assordante. Per quasi un anno abbiamo utilizzato toni bassi e rispettosi di uomini e donne della politica per costruire e trovare una soluzione definitiva al problema. Siamo state semplicemente ignorate e finanche attaccate su una problematica che tocca un’intera comunità, famiglie e donne e, in quanto tali, madri.

Paragonare l’isola di Pantelleria ai paesi dell’Abruzzo, come è stato fatto dal Commissario Straordinario dell’ASP di Trapani che ha voluto evidenziare come la chiusura dei Punti Nascita sia un tema comune a tanti territori è a dir poco offensivo verso una popolazione che giornalmente vive disservizi garantiti solo quando si denuncia e si alza una voce corale.

Non ci aspettavamo che un commissario ASP, proprio per la funzione che esercita, potesse arrivare a un tale livello. Nel tempo ne abbiamo visti di cattivi esempi, non ultimo quello del suo predecessore che anziché erogare servizi a garanzia di diritti riempiva il portafoglio con appalti truccati!

Vogliamo chiedere quante mamme in Abruzzo abbiano avuto un trasferimento a partire dalla 37ª settimana di gestazione per  fare poi ritorno a casa solo dopo 10/15  giorni dal lieto evento? Quante mamme abruzzesi hanno vissuto settimane o mesi di “dolce attesa” sradicate dalla loro dimora, lontano dai proprio affetti, in situazioni di precarietà e sostenendo spese ingenti? Quante mamme hanno lasciato i figli piccoli allontanandosi da casa per lunghe settimane? Quanti mariti hanno dovuto interrompere il lavoro per accompagnare le mogli a partorire lontano? E nel 2020, anno di pandemia, quante mamme e quante famiglie sono state costrette a lasciare una terra COVID free per spostarsi sulla terraferma, affrontando il rischio del contagio e allungando i tempi di isolamento? Non c’è contributo finanziario che possa ripagare da tutti questi disagi economici e psicologici che la chiusura improvvisa del Punto Nascita ha causato.

 

“Ormai  la sanità si fa con i volumi di attività” lei ha dichiarato sig. Zappalà, riferendosi al modello adottato in tutta la regione Sicilia ispirato agli standard nazionali ed ha aggiunto “E’ un modello che funziona. Certo, c’è un po’ di disagio nell’andare sulla terraferma per partorire a Trapani, ma al momento funziona così.”

Spiace constatare quanto non sia informato Sig Zappalà! Per Pantelleria non deve funzionare così perché Pantelleria è decretata zona disagiata in quanto “Ospedale di Frontiera” che dista oltre 90 km dal Punto Nascita più vicino sulla terraferma, condizione questa che ha permesso di ottenere la deroga per espletare parti fisiologici e a basso rischio sull’isola al di là del volume di attività. Condizione comune, questa, ad altri Punti Nascita disagiati della Sicilia. Certo, si parla di una deroga che andava mantenuta garantendo gli standard di sicurezza richiesti dal Comitato Percorso Nascita e per questo ora la domanda la facciamo noi a lei, in modo che lei stesso possa informarsi e capire dove e perché si è interrotto il percorso virtuoso che poteva evitare la chiusura del reparto Punto Nascita.

 

Caro Commissario, appena trova le risposte ce le comunichi, ma non ci risponda che non c’erano i numeri per intervenire. Per favore ci risparmi questa ulteriore offesa e ci riconosca dignità! Non sono i numeri che mancano… semplicemente si è fatta confusione, non si è proceduto al potenziamento del personale e del reparto come previsto dalla Nuova Rete Ospedaliera  e manca un crono programma che si è perso nei meandri del malaffare sanitario. Chi doveva seguire l’iter? Quali responsabilità? Chi doveva rimediare?

 

Se vogliamo parlare di numeri è giusto invece guardare a quelli registrati dalle gestanti e dalle loro famiglie costrette ad una forzata transumanza che in Abruzzo era riservata alle greggi e alle mandrie. Ecco quanti giorni le nostre mamme hanno “soggiornato” in terraferma AFFRONTANDO “UN PO’ DI DISAGIO” COME LEI LO HA DEFINITO. Per onestà di informazione documentiamo oltre ai parti fisiologici e a basso rischio, che sono la maggior parte e che potevano essere espletati a Pantelleria in base alla deroga, anche i parti a rischio che secondo la giusta prassi e normativa devono essere espletati in terraferma presso un Punto Nascita di secondo livello, consapevoli che di fronte alle emergenze i disagi sono vissuti con più rassegnazione ma comunque rimangono in tutta la loro criticità. Da sottolineare che, come da normativa vigente, il Punto Nascita rimane comunque attivo per le emergenze che da sempre ha saputo affrontare a protezione della sicurezza della mamma e del bambino. Di seguito raccontiamo i disagi minimizzati da chi dovrebbe garantire il diritto alla salute.

 

Ecco i dati forniti dalle partorienti pantesche costrette a lasciare l’isola per partorire in terraferma, i giorni di permanenza in Sicilia e i disagi subiti.

Marta 50 giorni + 15 di quarantena forzata al rientro per  prevenzione contagio COVID – Jessica 39 – Caterina 30 – Cristina 55 – Antonella 40 – Silvia 33 – Eva 22 – Elisa 45 – Mariuccia 35 – Lidia 31 – Jessica 45 –  Jessica 39 – Cristina 55 – Antonella 40 – Silvia 33  – Eva  22 – Elisa 45…..e poi

  • Laura: 16 giorni a Trapani in albergo e 15 giorni di quarantena al rientro. Causa COVID ho lasciato mia figlia e mio marito a Pantelleria. Accompagnata da mia madre che ha dovuto lasciare il resto della famiglia e un padre ultra 80enne con necessità di assistenza h 24.
  • Gloria: 28 giorni…dovrebbero provare sulla propria pelle cosa vuol dire.
  • Ida: sono partita il 24 agosto 2020 con l’elisoccorso per distaccamento della placenta e sono rientrata il 14 dicembre… fatevi un po’ i conti… e a Palermo non son bassi gli affitti! Causa COVID sono rimasta 1 settimana sola in ospedale e poi mio marito faceva avanti e indietro una volta a settimana per la biancheria. Quattro mesi a Palermo… poi ho partorito e mio marito è rimasto due mesi con me per farmi compagnia perché la bambina era in ospedale.. tutto sulle nostre spese… nessun aiuto.
  • Doris: sono stata trasferita con l’elisoccorso a Trapani per contrazioni il 4 marzo 2020, dimessa il 6 marzo sono dovuta rimanere in terraferma, ho partorito il 21 aprile 2020 e sono dovuta restare fino a metà maggio a Trapani. Come al solito zero aiuti da parte di enti pubblici o da varie organizzazioni, devo solo ringraziare i miei genitori economicamente, e mio marito che mi è rimasto accanto. Tutto sulle nostre spalle: affitto, spesa, ecc.
  • Francesca: dal 7 di novembre al 17 dicembre, 40 giorni a Marsala.. siamo partiti io e mio marito, successivamente ci ha raggiunti mia suocera e mio marito è rientrato a Pantelleria. Giustamente doveva riprendere il lavoro, non potevamo permetterci che perdesse altri giorni. Successivamente mi ha raggiunta mia madre e nuovamente mio marito per essere presente alla nascita della piccola. Mia figlia doveva nascere, tempo massimo, il 2 di dicembre ma alla fine è nata a 41 settimane e 2 giorni. Mi hanno fatto un cesareo d’urgenza… anche se ho avuto l’assistenza delle ostetriche, infermiere e ragazze del nido, non è la stessa cosa di avere la propria madre accanto per aiutarti. Abbiamo pagato oltre 1 mese d’affitto più ovviamente tutte le spese di viaggio e tanto altro… l’unica cosa positiva in tutto questo grande disagio è stata la nascita della mia piccola.

Un elenco a non finire che potremmo continuare come un bollettino di guerra, riportando anche i giorni riferiti da mamme che hanno partorito in passato nei brevi periodo di chiusura del Punto Nascita poi però sempre riaperto a seguito di proteste corali ampiamente documentate! Ecco:

  • Rosaria: ho avuto il primo figlio nel luglio 2016, più di un mese di permanenza a Trapani con tutti i disagi che questo Signore osa sminuire indicandoli come “qualche”….., caro politico baderei bene a usare “qualche” e lo sostituirei con “parecchi, tanti, numerosi, grandi, spiacevoli, costosi, esosi…. disagi! Stessa situazione l’ho vissuta nel novembre 2019 con la nascita della seconda figlia… un mese e mezzo fuori isola con tutti i disagi che qualcuno ad oggi continua a sminuire indicandoli come “qualche disagio”.
  • Caterina: nel 2013 per far nascere il mio primogenito, ci siamo trasferiti a Palermo per un mese. Nel 2020, dopo 7 anni, per far nascere la mia secondogenita la medesima situazione con l’aggravante del Covid, per cui nessuna assistenza parentale in ospedale. Ho visto mio marito prima del ricovero e l’ho rivisto alla mia dimissione fuori dal reparto. Nel periodo che stiamo vivendo, farei attenzione a parlare di “qualche disagio” perché una gestante che deve mettere alla luce un figlio vede mutata la sua gioia per la maternità in paura e preoccupazione!
  • Roberta: un mese per il primo figlio 8 anni fa e un mese per il secondo 3 anni fa. Un po’ di disagio…
  • Mariangela: nel 2015 sono stata fuori dal 5 gennaio a metà marzo, più di due mesi;
  • Veronica: dal 17 agosto al 15 settembre del 2018 portata con elicottero (nessuna emergenza però) su terraferma, in pieno agosto, senza nessun aiuto, né casa, né tanto meno altro… Pagato tutto a 5 stelle proprio perché nei mesi estivi se ne sono approfittati tanto, visto anche la situazione… Ripeto non era nemmeno urgente che mi mandassero con l’elicottero dal momento che il 23 agosto finivo il mio tempo di gestazione…
  • Annamaria: la cosa carina è che quando arrivi in Sicilia i dottori ti chiedono “Ma perché ha fatto questa cosa? Non c’era bisogno del trasferimento. Poi ti fanno il prelievo e mentre a Pantelleria sei diabetica secondo i loro parametri, sulla terraferma non hai nulla, e così per tante altre cose. Alla fine chi avrà ragione e chi torto? Staremo a vedere.
  • Rosy: per non parlare che fuori dalla nostra isola paghiamo tutto…. E anche chi ha un appoggio e non paga affitto spende comunque una bella elevata cifra che il contributo non copre…. Io per fortuna ho fatto solo 20 giorni perché spedita fuori a 38 settimane esatte per uno dei famosi protocolli arrivato in giornata e quindi considerata a rischio. A 38 settimane spedita in aereo a carico mio…. 4 anni fa non c’era il COVID ed era comunque uno strazio…. Non oso immaginare ora con la pandemia!!! Certo sulla loro pelle che è?? Giusto un piccolo disagio…. Mica sono loro che fanno i bagagli e mancano da casa….. loro la tasca l’hanno piena!!!

Noi non commentiamo… ma ci facciamo carica di tanta sofferenza.

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Le Soste di Ulisse cambia nome con La Sicilia di Ulisse: cultura, turismo, enogastronomia al centro del progetto

Barbara Conti

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Le Soste di Ulisse celebra la Sicilia di Ulisse

Questa operazione di renaming non è solo una questione di branding, ma rappresenta un impegno profondo verso il patrimonio siciliano e la volontà di mettere in risalto ciò che rende l’isola unica nel suo genere

La Sicilia è un’isola ricca di storia, cultura e tradizioni, un luogo che ha affascinato viaggiatori e letterati nel corso dei secoli. Oggi, un’importante iniziativa mira a celebrare e promuovere ulteriormente questa meravigliosa terra: Le Soste di Ulisse ha cambiato il proprio nome in La Sicilia di Ulisse.

Questa operazione di renaming non è solo una questione di branding, ma rappresenta un impegno profondo verso il patrimonio siciliano e la volontà di mettere in risalto ciò che rende l’isola unica nel suo genere. Il profondo legame con la Sicilia, terra di ospitalità, sapori e aromi eccellenti si deve comprendere sin dal nome: ecco perché Le Soste di Ulisse ha avviato un’importante operazione di renaming, diventando La Sicilia di Ulisse. La volontà è quella di rafforzare ulteriormente l’appartenenza a questa terra con il suo ricco patrimonio storico, culturale e gastronomico, celebrando al contempo la narrazione epica legata al viaggio dell’eroe omerico.

“Siamo fieri di presentare il nostro nuovo nome, La Sicilia di Ulisse, che riflette la volontà di mettere al centro il territorio siciliano e le sue eccellenze” – spiega il Presidente Tony Lo Coco – “È fondamentale per noi associati fare squadra, unendo le forze delle realtà locali per offrire ai viaggiatori un’esperienza unica, autentica e radicata nelle tradizioni della nostra isola. Con il nuovo direttivo, che ho l’onore di guidare, ci stiamo impegnando per sviluppare progetti di rilievo nazionale e internazionale con l’obiettivo di dare nuovo slancio all’Associazione”.

Riunendo oltre cinquanta tra i migliori ristoranti, cantine e strutture ricettive della Sicilia, l’Associazione ha contribuito negli anni a valorizzare il patrimonio culturale e culinario della regione. Con il nuovo nome – La Sicilia di Ulisse – si vuole ora sottolineare l’identità di questa realtà legata al territorio e il ruolo di collettore di eccellenze che permette ai visitatori di vivere l’isola attraverso sapori, tradizioni e storie millenarie. Il richiamo a Ulisse non è casuale: rappresenta l’idea di un viaggio epico e ricco di scoperte, che si svolge in un territorio pieno di tesori nascosti. Nell’Odissea si narra che, dopo molte peripezie, Ulisse raggiunse la Sicilia, una terra fertile, ricca di prodotti tipici e tradizioni che ancora oggi affascinano chi la visita. L’Associazione invita i viaggiatori a vivere l’isola proprio come moderni Ulisse, scoprendone le meraviglie e lasciandosi incantare dai suoi segreti.

Il nome segna anche l’inizio di un nuovo capitolo per l’Associazione, con il nuovo direttivo insediatosi ad aprile 2024. Accanto al presidente Tony Lo Coco operano il vicepresidente Luciano Pennisi e i consiglieri Marco Baglieri, Accursio Craparo, Giovanni Guarneri, Giuseppe La Rosa, Carla Maugeri, Salvatore Campisi e Francesca Planeta. Ad affiancare il lavoro del nuovo direttivo ci sono Pino Cuttaia, in qualità di past president, e Nino Graziano, presidente onorario.

“La Sicilia di Ulisse” non vuole solo promuovere l’ospitalità e l’enogastronomia, ma si impegna a supportare l’intero sistema delle piccole realtà locali, valorizzando le eccellenze e incentivando un turismo sostenibile e di qualità.

 www.lasiciliadiulisse.it

La Sicilia di Ulisse

Da oltre vent’anni l’Associazione si impegna a valorizzare le meraviglie della Sicilia, offrendo ai viaggiatori l’opportunità di vivere un’esperienza completa e autentica, fatta di sapori, paesaggi e prodotti che racchiudono l’anima mediterranea dell’isola. Fondata nel 2002 da un gruppo di chef visionari, l’Associazione riunisce le eccellenze siciliane nei settori dell’ospitalità, della gastronomia e della viticultura. Attraverso un portale e una APP, La Sicilia di Ulisse si presenta in modo chiaro e strutturato sul mercato, rendendo accessibile la sua offerta esclusiva. Oggi, l’Associazione conta 52 soci, di cui 36 tra ristoranti e pasticcerie storiche e 16 hotel di charme, oltre a 21 cantine partner per un numero complessivo di 1.400 addetti e un fatturato generato stimato di 140 milioni di euro. Da aprile 2024 il presidente dell’Associazione è Tony Lo Coco.

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Beer Fest, a Punta Secca (RG) dal 4 al 6 Agosto

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Beer Fest, a Punta Secca dal 4 al 6 Agosto

Beer Fest, tre giorni per promuovere la birra artigianle nel borgo di Punta Secca, il borgo marinaro frazione di  Santa Croce Camerina, reso celebre dalla fortuna Fiction de “Il Commissario Montalabano”.
Birra alla spina, street food e musica dal vivo, alla scoperta di uno dei borghi più affascinati della Sicilia Sud-Orientale 

C’è grande fermento a Punta Secca, il borgo marinaro del Ragusano, per la prima edizione del Beer Fest: l’atteso Festival che dal 4 al 6 agosto, mira a promuovere la birra artigianale nell’ambito del panorama enogastronomico della Sicilia Sud-Orientale.
Il Beer Fest, promosso ed organizzato dall’associazione Glocal, con il contributo dell’associazione Sikelia e il patrocinio del comune di Santa Croce Camerina è il primo festival della birra artigianale che vedrà Il borgo marinaro impegnato per tre sere a promuovere la birra artigianale siciliana.

Al centro del Beer Fest c’è la celebrazione delle eccellenze brassicole artigianali dei 4 birrifici siciliani che parteciperanno al primo appuntamento del Beer Fest.

Sarnno 4  i birrifici presenti La protagonista assoluta sarà la birra artigianale proposta dai 4 birrifici presenti, provenienti da tutta la Sicilia, da Scicli, Vittoria, Niscemi e Palermo. Alla prima edizione del Beer Fest parteciperanno il birrificio Kuturi, il birrificio Pasì, il birrificio Terre A Sud Est ed infine dal birrificio, Birra del Genio.

Un viaggio sensoriale del gusto e dell’olfatto che inizia dalla birra artigianale di Scicli, il birrificio più a sud d’Italia e termina con la birra che arriva dal birrificio di Palermo

Per 3 giorni a Punta Secca la frazione balneare di Santa Croce Camerina, dal 4 al 6 agosto, a partire dalle 19.30 fino alla mezzanotte, la gente locale e i turisti avranno l’opportunità di conoscere e degustare le birre artigianali dei 4 birrifici. Birra artigianale siciliana, analcolica, light, normale, speciale, doppio malto, accompagnata da cibo e musica dal vivo. Ognuna delle birre proposte dai questi 4 birrifici, ha una storia unica da raccontare

Non ci sarà tuttavia solo la birra artigianale, ma anche lo street food in pizza Faro con un’area attrezzata per i bimbi in Piazza Concordia e tanta musica dal vivo in piazza Faro, per tre giorni che si preannunciano indimenticabili nello splendido borgo di Punta Secca Le tante varietà di birra artigianale, sono pronte a rinfrescare e a soddisfare i tanti estimatori e curiosi che parteciperanno all’atteso primo Festival della famosa bevanda al malto e luppolo.

Materie prime pure, di alta qualità sono il cardine delle tante ricette delle birre alla spina presenti.

Musica e street Food alla Prima edizione del Beer Fest Ad allietare e divertire il pubblico durante le tre serate, dal 4 al 6 agosto a partire dalle ore 22:00, ogni sera si esibirà in Piazza Faro un gruppo diverso. Inizieranno domenica 4 agosto, i Farabutti Band – lunedì 5 agosto sarà la volta dei Queentessenza Experience Band – ed infine martedì 6 agosto, sarà il gruppo Radio Freccia- Ligabue Tribute Band – a chiudere la prima edizione del Beer Fest

Dal 4 al 6 agosto, a Punta Secca, a partire dalle 19.30 fino alle ore 24.00, sarà possibile immergersi nell’atmosfera della splendida località marittima per assaporare le birre artigianali e partecipare a tre concerti dal vivo per trascorrere tre serate magiche, dove luce, birra, buon cibo e musica si fondono per vivere un’atmosfera da sogno alla scoperta del meraviglioso mondo della birra artigianale e del borgo marinaro reso celebre dalla Fiction RAI de “ Il Commissario Montalbano “

Le birre siciliane dell’Estate sono pronte a placare il caldo e l’arsura di birra e di Festa, per tre serate coinvolgenti e indimenticabili sotto l’ombra del Faro di Punta Secca

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Ragusa, al via “Il Contadino al Castello” di Donnafugata: filiera corta e prodotti di qualità

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Produttori e consorzio di tutela promuovono le bontà locali e il consumo consapevole grazie alla sottomisura 16.4 del Psr finanziato dal GAL Terra Barocca

Puntando sulla divulgazione e la maggiore conoscenza della filiera corta e dei suoi buonissimi prodotti, si è svolta ieri pomeriggio al parco del Castello di Donnafugata, il primo appuntamento del progetto “Il Contadino al Castello” promosso da un’ats formata da imprese agricole e consorzi di tutela (Cerasuolo di Vittoria Docg e Ragusano Dop).

Da un lato la promozione della filiera, dall’altro la valorizzazione dei prodotti agroalimentari locali, incentivando il consumo consapevole e sostenibile dei prodotti del territorio, secondo gli obiettivi del progetto finanziato dal GAL Terra Barocca tramite la sottomisura 19.2/16.4 del PSR Sicilia 2014-2022, teso a creare una rete tra operatori del settore primario per valorizzare e promuovere la domanda e l’offerta di prodotti locali.

I produttori, veri protagonisti del progetto, hanno voluto porre in degustazione alcune delle eccellenze enogastronomiche iblee com il vino Cerasuolo di Vittoria DOCG, famoso per il suo colore rosso rubino e il bouquet di sapori che si richiamo ai frutti rossi e spezie, o ancora il formaggio Ragusano DOP che ha deliziato i presenti con il suo sapore deciso e aromatico, mentre l’olio extravergine di oliva Dop Monti Iblei, con le sue note fruttate, ha arricchito il buon pane realizzato con grani antichi come il “senatore Cappelli”.

Divulgazione e approfondimenti anche su mandorle, carrube e miele, tutte produzioni biologiche, così come su altri formaggi tradizionali di latte vaccina aromatizzati con capuliato e origano. Un momento di grande interesse è stato il talk di approfondimento che ha visto la partecipazione di Lina Lauria del consiglio nazionale di Slow Food Italia, di Vincenzo Maidani,  presidente regionale di Slow Food Marche, e di Barbara Conti, nota food blogger di “Fantasia in Cucina” sulla piattaforma di Giallo Zafferano.
Durante il dibattito, dinanzi ad un pubblico fortemente interessato, sono stati discussi temi cruciali come la sostenibilità, l’importanza del consumo consapevole e le strategie per promuovere i prodotti della filiera corta.

L’evento ha visto una nutrita partecipazione di residenti e turisti, desiderosi di scoprire e degustare i prodotti tipici della zona. Il progetto “Il Contadino al Castello” continua con una serie di eventi programmati che si svolgeranno nelle prossime settimane, ciascuno con l’obiettivo di celebrare la ricca tradizione enogastronomica iblea. Per saperne di più è possibile seguire i canali social e il sito www.ilcontadinoalcastello.it 



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