Cultura
Identikit del cannolo siciliano

Simbolo della pasticceria siciliana, il cannolo è uno dei dolci più consumati, apprezzati ed esportati in tutto il mondo. Deve gran parte della sua fama ai pasticceri palermitani, che ne hanno definito la ricetta esattamente come la conosciamo oggi. Grazie alle sue pregevoli caratteristiche, è stato riconosciuto e inserito nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
La nostra ricostruzione delle origini del dolce siciliano per antonomasia, insieme alla cassata, parte dall’epoca degli antichi romani, che sembravano amarlo molto. Fu infatti Marco Tullio Cicerone, quando era Questore nell’odierna Marsala fra il 76 e il 75 a.C., a darne la prima definizione: “Tubus farinarius dulcissimo edulio ex lacte factus”, ovvero “Tubo farinaceo ripieno di un dolcissimo cibo a base di latte”. Di certo sappiamo che nel corso dei secoli successivi gli arabi, abilissimi pasticceri, gettarono le basi per quella che sarebbe diventata la crema essenziale per la preparazione del cannolo, ovvero la ricotta di pecora. Questo formaggio era già prodotto in Sicilia, ma durante la loro dominazione, tra l’827 e il 1091, furono i primi a mescolarla con lo zucchero e a lavorarla con i pezzetti di cioccolato.
Tra le varie leggende che ruotano intorno alla nascita del cannolo ce n’è una che ci porta a Caltanissetta, città il cui nome deriva dalla locuzione araba “Kalt El Nissa”, che significa “Castello delle Donne”. Qui avevano sede innumerevoli harem di emiri saraceni, e, secondo alcuni storici, per ingannare l’attesa durante le lunghe assenze dei loro consorti le donne occupavano il loro tempo preparando dolci manicaretti. Sarebbero state proprio loro a inventare la ricetta del cannolo, di fatto rielaborando secondo la definizione di Cicerone un dolce della tradizione saracena, a base di ricotta, mandorle e miele.
Una volta finita la dominazione araba in Sicilia, in coincidenza con l’arrivo dei Normanni, gli harem si svuotarono, e diverse donne, ormai libere, si convertirono al Cristianesimo ed entrarono in convento, cornice di una delle ipotesi più accreditate sulla nascita del cannolo. La sua autentica ricetta sarebbe infatti da far risalire al Convento di Santa Maria di Monte Oliveto a Palermo, e il dolce sarebbe il risultato di uno scherzo di Carnevale ideato dalle simpatiche suore di clausura che vi vivevano. Una di loro decise di fare uno scherzo alle novizie, caricando la vasca dell’acqua con la ricotta che doveva essere usata per farcire delle cassatelle. Quando le ignare vittime della burla aprirono il rubinetto per bere, al posto dell’acqua videro sgorgare della crema di ricotta, ma reagirono benissimo alla sorpresa, assaggiando la delizia che veniva fuori dai rubinetti. Dopo questo episodio, le suore iniziarono a preparare dolci a base di ricotta fatti con una cialda a forma di rubinetto, chiamandoli appunto cannoli. Tale ipotesi sarebbe suffragata dal fatto che in dialetto siciliano il cannolo è proprio una specie di rubinetto, tanto è vero che l’espressione “bere a cannolo” significa bere senza toccare il recipiente con le labbra. Inoltre, all’interno del Convento è visibile proprio il cannolo attorno al quale ruota l’aneddoto che vi abbiamo appena raccontato.
Il legame tra i siciliani e il cannolo è così forte che nel febbraio 2014 un gruppo di 3 ragazzi ennesi, composto da un informatico e due videomaker, gli rese omaggio facendone finire uno nello Spazio, o per meglio dire, lanciando dalla Rocca di Cerere, la montagna più alta nei pressi di Enna, un pallone-sonda pieno di elio che ne conteneva una riproduzione. Nato da una scommessa, questo simpatico esperimento di fatto è stato il primo programma spaziale siciliano, e ha addirittura portato il piccolo dolce a quasi trentamila metri di altezza.
A partire da quest’anno il cannolo avrà uno stretto rapporto di “vicinato” con il Passito di Pantelleria, poiché entrambe queste eccellenze del patrimonio enogastronomico siciliano, amate in tutto il mondo, sono rappresentate l’una accanto all’altra su una delle due facce di una moneta da cinque euro. Questa moneta fa parte della nuova collezione numismatica 2021, creata dal Ministero dell’Economia insieme all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, con l’intento di omaggiare, tra le altre cose, le prelibatezze gastronomiche italiane. Tutte le monete della collezione sono acquistabili sul sito della Zecca di Stato (www.shop.ipzs.it) e nei punti vendita del Poligrafico e Zecca dello Stato.
Oltre che per i pasticceri di tutto il mondo, l’amore per il cannolo è stato fonte di ispirazione anche per i poeti, come questo autore anonimo riportato da Giuseppe Pitrè, che ha cantato così le lodi di questo meraviglioso dolce:
“Beddi cannola di Carnalivari Megghiu vuccuni a lu munnu ‘un ci nn’è: Su biniditti spisi li dinari; Ognu cannolu è scettru d’ogni Re. Arrivinu li donni a disistari; Lu cannolu è la virga di Mosè: Cui nun ni mangia si fazza ammazzari, Cu li disprezza è un gran curnutu affè!”
Nicoletta Natoli
Cultura
Pantelleria, a Khamma la proiezione del documentario “Se l’isola si perde nel tempo”

Un viaggio nella memoria e nell’identità di Pantelleria attraverso lo sguardo di Nello La Marca.
Venerdì 5 settembre 2025
Ore 21:00
Circolo Trieste – Khamma
Un’occasione per rivivere la Pantelleria che era e che non è più, tra ricordi, tradizioni e testimonianze che raccontano l’anima profonda dell’isola.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
Evento a cura dell’Università Popolare di Pantelleria – Unipant, nell’ambito del progetto Panteschità Estate, con il patrocinio del Comune di Pantelleria e del Parco Nazionale Isola di Pantelleria.
Ambiente
In arrivo l’eclissi lunare totale a Pantelleria

Il 7 settembre sarà visibile l’eclissi lunare totale da Pantelleria. I dettagli: orari ed effetti
Tutti gli occhi al cielo il 7 settembre.
Uno spettacolo a cielo aperto, letteralmente, sarà visibile dalla nostra isola; si tratta dell’ultima eclissi lunare totale del 2025, un evento fortemente suggestivo che si verifica quando la Terra si colloca a metà tra la Luna piena e il Sole, riflettendo così la sua ombra sul satellite.
La Luna si colorerà di rosso perché le particelle dell’atmosfera terrestre riflettono le radiazioni luminose di colore blu e mentre quelle rosse, di lunghezza d’onda più lunga, riescono a raggiungere la nostra vista.
Il 7 settembre la Luna non sarà solo rossa ma anche più grande perché tre giorni dopo ci sarà il perigeo, il punto in cui la Luna è più vicina alla terra, favorendo l’impressione che essa sia più grande del solito. Intorno alle 21 la Luna lascerà l’ombra per raggiungere la penombra verso le 22 con una fine prevista alle 23 o poco prima.
A partire dalle 19:30, con una durata di circa tre ore, prende dunque il via l’eclissi lunare totale visibile dall’Italia, mentre gran parte del continente americano non riuscirà a godersi questo spettacolo.
Dobbiamo attendere marzo 2026 per la prossima eclissi lunare totale.
In copertina, foto di Leonardo Puleo che ringraziamo per averci segnalato il fenomeno.
Giada Zona
Spettacolo
Pantelleria: Eloisa Bernardo e Dario Spezia il 27 agosto nel Recital ‘Interpretando Mina’

Mercoledì 27 agosto, alle ore 21,00, presso Piazzetta Messina si terrà il secondo recital del progetto Panteschità Estate 2025 dell’Unipant, con il Patrocinio del Comune di Pantelleria e del Parco Nazionale Isola di Pantelleria.
In questo secondo appuntamento dal titolo ‘Interpretando Mina’, la voce intensa, soul e graffiante di Eloisa Bernardo e le armonie uniche della chitarra di Dario Spezia, ripercorreranno i grandi successi della cantante cremonese.
Da Battisti e Mogol a Lauzi, da Paoli a Morricone, da Concato a Cocciante, Mina ha interpretato le canzoni scritte per lei dando un’impronta unica, immediatamente riconoscibile, ma ha saputo fare suoi anche brani noti già portati al successo da altri o dagli autori.
In un itinerario non convenzionale e per niente scontato, Eloisa Bernardo ci offre una interpretazione dell’interprete, perché Mina stessa diviene oggetto di studio musicale.
Dario Spezia, in un’alchimia ormai consolidata, la accompagna e torna a creare con la sua chitarra un’atmosfera jazz che colorerà l’intera Piazzetta Messina.
Una formula magica, per una serata indimenticabile da cantare e da assaporare con l’udito e con l’anima.
Conosciamo meglio Eloisa Bernardo
Nata a Torino, ma con origini pantesche, inizia a cantare molto giovane e per diversi anni si esibisce come solista e corista in gruppi blues, rock e pop.
Parallelamente, studia canto jazz e viene coinvolta dalla sua insegnante nella formazione di un quartetto vocale (Four Fellows), come voce soprano, con esibizioni anche all’estero, con accompagnamento di una big band piemontese o di musicisti jazz professionisti, esperienza che durerà a lungo.
Ultima esperienza, prima del trasferimento a Pantelleria, con un gruppo a cappella jazz (Chorus) come secondo soprano.
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