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Ambiente

Gli Oscar sono sostenibili?

Marilu Giacalone

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Gli Oscar sono un evento imperdibile, conosciuto in tutto il mondo. La notte degli Oscar è una notte magica e surreale dove attori da tutto il mondo si riuniscono per scoprire chi saranno i vincitori di uno dei premi più celebri nel cinema non solo statunitense ma internazionale. 

Si tratta di uno degli eventi più guardati dell’anno: persone da tutto il mondo lo guardano e come ogni anno, anche quest’anno la sera del 12 Marzo, qui in Europa la notte del 13 Marzo, si è svolta la 92esima edizione degli Oscar, anche chiamati Academy Awards. 

Ma quante risorse sono state utilizzate per mettere in piedi un evento di tale calibro?

Quanta energia hanno usato per gli Oscar?

Le grandi manifestazioni mondiali come gli Oscar o più generalmente le proclamazioni di premi di fama mondiale come i Grammy Awards, o in Italia gli eventi come Sanremo o il Festival del Cinema di Venezia, hanno un impatto fortissimo sulle persone e su ciò che credono. 

Con la minaccia imminente del riscaldamento globale, è quindi chiaro che le organizzazioni che stanno dietro a tali eventi cerchino di mostrarsi “green” ed eco-friendly. Ma è possibile che un evento come la notte degli Oscar sia ecosostenibile?

Un comunicato stampa rilasciato ufficialmente dagli Academy Awards attesta che essi come organizzazione cerchino di essere il più sostenibili possibile e che ci sia la volontà e l’impegno di ridurre al minimo le emissioni di anidride carbonica e un giorno eliminarle totalmente. 

Durante la 92esima edizione del premio e tutti gli eventi ad esso correlati, l’organizzazione ha eliminato completamente l’uso di bottiglie di plastica sia per acqua che per altri tipi di bevande.  

Gli Academy Awards sono anche organizzatori di un altro evento chiamato Governors Ball, un festival di musica che ha luogo intorno a inizio giugno nella città di New York. Anche in questo caso gli organizzatori hanno cercato di:

Offrire ai partecipanti un menu che si fonda per la maggior parte su cibo di origine vegetale e con solo il 30% di piatti a base di carne e pesce. 
Utilizzare prodotti di origine vegetale coltivati in strutture che utilizzano mangime privo di ormoni o prodotti chimici e prodotti in fabbriche che prediligono l’eco-sostenibilità utilizzando energia green. 
Riciclare tutti i prodotti in plastica, metallo, vetro, carta e cartone:  essi vengono utilizzati in più eventi e poi in seguito divisi per poter essere completamente riciclati. 
Utilizzare luci LED così da diminuire di molto il consumo di elettricità. 
Lo streaming inquina?
Come è stato detto precedentemente, gli Oscar sono un evento guardato da tutto il mondo e per renderlo accessibile a tutti il modo migliore è l’uso dello streaming video. 

Ma è chiaro che anche lo streaming abbia un impatto sul consumo di energia e quindi sull’ambiente circostante. Ma questo, è così rilevante come si pensa?

Nel pensiero comune si pensa che guardare serie tv o video in streaming inquini moltissimo: testate giornalistiche statunitensi come il New York Post hanno influito moltissimo su questo pensiero affermando addirittura che guardare 30 minuti di Netflix o guidare 6 km hanno lo stesso impatto ambientale. 

In seguito a tali informazioni, sono stati molti gli studi che hanno cercato di capire se guardare video streaming fosse così inquinante e le conclusioni sono state diverse. 

Guardare per esempio una serie di 30 minuti su piattaforme come Sky o Netflix produce circa 0.018 kg di CO2 e ciò dimostra che l’inquinamento è relativamente basso. 

Si può dire che la Notte degli Oscar sono una delle notti più seguite dell’anno sapere che l’organizzazione che vi sta dietro ha premura nei confronti del nostro pianeta, rende il tutto ancora più magico. 

Fonte: https://energia-luce.it/news/oscar-2023/

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Ambiente

Pantelleria, al via realizzazione sede Protezione Civile, Scuola educazione ambientale e foresteria

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Intervento di qualificazione dell’immobile comunale in località Buccuram per la realizzazione della sede della Protezione Civile comunale, della Scuola di educazione ambientale e forestale e della foresteria

il Sindaco comunica che la Giunta Municipale ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo all’intervento di qualificazione attraverso la demolizione e ricostruzione dell’immobile di proprietà comunale sito in località Buccuram, destinato alla realizzazione della sede della Protezione Civile comunale, della Scuola di educazione ambientale e forestale e della foresteria.

Il progetto prevede la rifunzionalizzazione dell’immobile comunale mediante un intervento strutturale complessivo, finalizzato all’adeguamento dell’edificio alle esigenze operative della Protezione Civile e alle attività di formazione previste, nel rispetto della normativa vigente. L’intervento è inserito nell’ambito della programmazione dell’Ente ed è coperto da risorse finanziarie già individuate, come risultante dagli atti amministrativi approvati, con l’avvio delle successive fasi procedurali demandato ai competenti uffici comunali.

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Pantelleria, cimice asiatica, avvistamenti e preoccupazione degli agricoltori. Ne parliamo con Giovanni Bonomo

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La cimice asiatica appassionata del cappero pantesco

E’ già da qualche tempo che la cimice asiatica, nome scientifico halys halyomorpha, è sopraggiunta sull’isola, manifestando subito la sua nefasta essenza. Come le diverse specie aliene, o comunque tali per l’isola, essa rappresenta una preoccupazione per l’agricoltura, e visti i recenti workshop realizzati sull’isola, abbiamo voluto approfondire l’argomento.

Un riferimento prezioso da cui attingere nuove notizie è senza dubbio Giovanni Bonomo, agricoltore per professione e per passione, con quel piglio per la conoscenza a largo raggio che lo induce ad approfondimenti e studi continui.

Reduce dall’organizzazione del corso “Agricoltura Bionaturale”, realizzato con il Centro Culturale Giamporcaro, Bonomo ha avuto modo di farsi una idea sulla presenza della cimice asiatica a Pantelleria e possibili soluzioni per allontanarla dalle coltivazioni.

Signor Bonomo, questo insetto ha dei periodi in cui è più aggressiva e di cosa si nutre?I periodi in cui la si vede più spesso sono le stagioni della primavera e dell’estate. Si nutre suggendo le piante, i frutti e le foglie dei capperi.
Prima avevamo la Bagrada Ilaris, che si era allocata a Scauri, Rekhale e zone limitrofe. 
Qui a Pantelleria, invece, l’asiatica è stata vista dal professore Bruno Massa e un testimone l’ha vista in una pianta di cappero nel capoluogo. E non si limita ai capperi, ma aggredisce anche piante da frutta e tutte quelle piante coltivate e non, insomma quelle spontanee. Ed è attraverso proprio la frutta che deve essere arrivata, così come tanti altri insetti.”

Questa cimice non fa la schizzinosa, in buona sostanza. Come allontanarla, allora?Esatto, le piace tutto. Per allontanarla, dobbiamo ricorrere a metodi naturali e il corso che abbiamo tenuto ad ottobre è stato illuminante. Luigi Rotondo ha spiegato che un buon “repellente” è il carbonato di calcio addizionato con un tot di mandarino ed è un composto a largo spettro, coinvolgendo diversi insetti. Un altro esperto suggerisce l’uso del sapone molle, come il Marsiglia, con cui fare trattamenti, per i quali ci vuole molto tempo e fatica. Ma la cosa urgente è cominciare ad organizzarci e forse il Parco e il Comune in sinergia posso vedere se si può trovare il sistema per una “lotta biologica”.

Siamo in pieno inverno, fine dicembre, ma la primavera arriva in un attimo e con essa il risveglio di tutta la primavera e dei suoi componenti, tra cui anche la cimice asiatica.

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Lampedusa, riapre il Centro di Recupero delle Tartarughe

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Sindaco Mannino “𝗨𝗻𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗟𝗮𝗺𝗽𝗲𝗱𝘂𝘀𝗮, 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼”

Dopo circa due anni di lavoro, di sinergia e di collaborazione concreta, oggi possiamo finalmente annunciare una notizia che riempie il cuore di orgoglio: 𝗿𝗶𝗮𝗽𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗥𝗲𝗰𝘂𝗽𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗧𝗮𝗿𝘁𝗮𝗿𝘂𝗴𝗵𝗲, che avrà la sua sede nei locali dell’Area Marina Protetta di Lampedusa.
Un centro che in passato non era stato messo nelle condizioni di proseguire il proprio prezioso lavoro e che oggi torna finalmente ad essere operativo, restituendo al nostro territorio un presidio fondamentale di tutela, ricerca e cura.
Questo centro non è solo un luogo di scienza e protezione, dove ogni giorno si lavora per salvaguardare una specie simbolo del Mediterraneo come la Caretta caretta.
È anche un segno concreto dell’identità di Lampedusa: un’isola che difende il suo mare, la sua biodiversità e guarda al futuro con responsabilità.
La riapertura rappresenta inoltre una straordinaria opportunità turistica e culturale, un’attrazione di primo livello capace di raccontare ai visitatori il valore del nostro patrimonio naturale e l’impegno che mettiamo nella sua difesa.
Un ringraziamento sentito all’Associazione Caretta Caretta e a Daniela Freggi, al mio Assessore Pietro De Rubeis che ha seguito tutti i passaggi amministrativi, e a tutti coloro che hanno creduto in questo percorso, lavorando con passione, competenza e visione.
Oggi Lampedusa compie un passo importante. Per il mare. Per le tartarughe. Per la nostra comunità.
Bentornato, Centro di Recupero delle Tartarughe.

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