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Comunità

Giovanni Rizzo l’enologo DOC di Pantelleria

Redazione

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Dei vini panteschi tutti, o quasi tutti, credono di sapere e conoscere vita, morte e miracoli. Certo, si sottace spesso che le produzioni sono in netto crescente calo, che le cantine storiche sono e sono sempre state poche, soprattutto quelle veramente artigianali e non a carattere di tipo industriale, con qualche tentativo associativo durato per poco tempo, e con innesti importanti dal mondo esterno, quali Pellegrino, Donnafugata. De Bartoli e altri.

Ciò è dovuto essenzialmente al grande frazionamento della proprietà, all’abbandono dell’agricoltura perché troppo faticosa e poco redditiva. I riconoscimenti, anche importanti, quale quello dell’UNESCO all’eroismo del contadino pantesco, non ha certo risolto il problema, anche perché non si può dormire sugli allori, né tanto meno mangiarseli. Si aggiunga a tutto ciò il fatto storico che le sovrapproduzioni di mosto venivano una volta smaltite mediante spedizioni di navi cisterna verso porti italiani e francesi per irrobustire , con l’alta alcoolicita’, produzioni altre un po’ deboli.
Tuttavia la fama dello zibibbo secco da pasto, del Moscato e del passito, è celebrata nel mondo e ovunque. Ricordiamoci sempre, ad esempio, che il grande Veronelli affermò che il nostro passito  (udite, udite) è il migliore del mondo.
Ora, se è vero , e lo è, che la tradizione faceva diventare enologi di fatto un po’ tutti i produttori, è altrettanto vero che gli enologi professionisti sono sempre stati relativamente pochi, per la mancanza di una scuola di formazione con specializzazione “ad hoc”, di valore e fortemente radicata nel territorio, assurdo quando si pensi alla formazione compiuta di tanti ragionieri e maestri, sostanzialmente costretti all’emigrazione per trovare posti di lavoro coerenti coi loro  studi.
Fra gli enologi di qualità merita un posto d’onore e una eccellente menzione Giovanni Rizzo, oggi vivente a Ragusa e operante fra le cantine del sudest siciliano, il cosiddetto ValdiNoto, una delle subregioni di Sicilia, insieme al ValdiMazara e al ValDemone, le tre grandi circoscrizioni medioevali del Regno di Sicilia. I valli in realtà nacquero all’epoca della dominazione araba, e cioè dell’emirato.
Tornando a Giovanni Rizzo, di famiglia che si è occupata del vino da almeno tre generazioni, figlio di Pantelleria, formatosi nell’istituto Damiani di Marsala, famosa scuola agraria siciliana, con indirizzo vitivinicolo,, nonché coordinata con l’Istituto del vino della stessa città e con l’università di Palermo; egli ha operato da ottimo consulente per diverse cantine, come la Avide di Comiso e altre della Sicilia orientale, anche nell’area etnea, e a tutt’oggi con la cantina del barone Modica di San Giovanni, con epicentro nella contrada Bufalefi, sita tra i territori di Noto e di Rosolini, nella cosiddetta val Eloro.
La maestria di Giovanni Rizzo ha trovato il suo coronamento nell’attribuzione della medaglia d’oro, conferitagli nel 2014, quale miglior enologo siciliano.
Il suo prodotto d’eccellenza è il nero d’Avola, tipico vitigno delle colline iblee, che viene anche accoppiato al frappato, con cui da vita al famoso d.o.c. Cerasuolo di Vittoria.
Non sono molti a potere vantare encomi di tale valore, per cui è lecito affermare che la grandezza pantesca genera maestri in tanti campi diversi, anche se non sempre riconosciuti pienamente e celebrati. Come si dovrebbe.
Enzo Bonomo Ferrandes
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Sociale

Io sono Elisa: due giorni di memoria e responsabilità chiudono il mese contro la violenza di genere

Redazione

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Canicattini Bagni / Avola – Le due giornate dell’iniziativa “Io sono Elisa”, svoltesi il 28 novembre a Canicattini Bagni e il 29 novembre ad Avola, hanno rappresentato un momento di intensa partecipazione collettiva, chiudendo simbolicamente il mese dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne.

Un percorso che ha lasciato nei territori tre segni concreti: tre targhe commemorative destinate a custodire nel tempo la memoria di Elisa Claps e a trasformarla in un messaggio permanente di non violenza.

L’evento è stato organizzato dalla Galleria EtnoAntropologica, in collaborazione con il Presidio HONOS di Canicattini Bagni, il Comune di Avola, con il sostegno diretto dei Centri antiviolenza Work in Progress (Canicattini Bagni) e Doride (Avola)e le comunità scolastiche canicattinesi che hanno dimostrato una grande partecipazione ed operatività nell’accoglienza e nel risultato conoscitivo del caso Claps.

Una sinergia fortemente radicata nel territorio, che ha unito istituzioni, scuole, forze dell’ordine e realtà sociali in un percorso comune di memoria, responsabilità e cittadinanza attiva. A Canicattini Bagni, due targhe sono state posate presso il Liceo “Leonardo Da Vinci” e l’Istituto Comprensivo “Verga”, luoghi centrali della formazione giovanile. La loro collocazione all’interno delle scuole è un gesto che supera la dimensione commemorativa: è un invito quotidiano alla riflessione, al rispetto e alla consapevolezza civile.

Le dirigenti Rita Spada e Clorinda Coppa hanno sostenuto con convinzione questo percorso, inserendo la memoria di Elisa nel cuore dei progetti educativi. Fondamentale è stata la partecipazione delle forze dell’ordine – Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri – e di tutte le istituzioni sociali operative nel territorio, che con la loro presenza hanno testimoniato una collaborazione solida e determinata. Una rete che rappresenta la forza della comunità quando sceglie di agire insieme, con responsabilità e fermezza, nel contrasto al femminicidio e nella costruzione di un’autentica cittadinanza attiva.

Il 29 novembre, ad Avola, la terza targa è stata posata presso il Centro antiviolenza Doride, luogo in cui la memoria trova una collocazione profondamente simbolica. Qui, la targa dedicata a Elisa diventa luce e testimonianza proprio lì dove la violenza viene affrontata quotidianamente con professionalità e cura. Un gesto voluto dal Comune di Avola e dalla sua Sindaca Rossana Cannata, che hanno scelto di intrecciare la memoria di Elisa con il lavoro prezioso svolto dal Centro Doride. Il Centro antiviolenza Work in Progress di Canicattini Bagni ha ugualmente contribuito alla realizzazione dell’iniziativa, rafforzando il messaggio delle due giornate e ampliando la rete territoriale di protezione e sostegno.

La Presidente della Galleria EtnoAntropologica, Laura Liistro, ha ricordato come le targhe non siano semplici simboli, ma punti di riflessione permanente, capaci di mantenere viva la memoria di Elisa nel tempo e di trasformarla in un faro per la costruzione di una cultura della non violenza. La presenza della famiglia Claps, di Mariagrazia Zaccagnino, del giornalista Angelo Barraco e della forza luminosa di mamma Filomena ha dato alle due giornate una profondità emotiva intensa, trasformando il ricordo in un abbraccio collettivo.

Tre targhe. Tre luoghi. Due giorni di memoria e responsabilità chiudono il mese contro la violenza di genere responsabilità condivisa: fare in modo che il nome di Elisa continui a illuminare il cammino contro la violenza sulle donne perché la memoria non si posa: cammina.
E finché cammineremo insieme, la luce di Elisa continuerà a guidarci.

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Personaggi

Nicola Pietrangeli è morto: il primo azzurro a vincere uno slam

Direttore

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E’ morto a 92 anni il grande campione icona del tennis italiano: Nicola Pietrangeli, icona dello sport senza tempo.
Un talento con la racchetta, fu capitano della Davis vinta nel 1976, nonchè primo azzurro a vincere uno Slam, nel 1959 il trionfo al Roland Garros.

Nato a Tunisi l’11 settembre 1933,  era figlio di padre italiano e madre di origini russe. La sua famiglia si trasferì a Roma dopo essere stata espulsa dalla Tunisia.

Il piglio volitivo, l’azzurro degli occhi era una presenza televisiva frequente con un passato sportivo straordinario.
Considerato fra i dieci migliori tennisti del mondo fra il 1957 e il 1964: arrivato al n.3 in classifica, ha vinto due volte lo Slam di Parigi (1959 e 1960), tre i successi al torneo di Monte Carlo e due agli Internazionali d’Italia.
Ha conquistato 67 titoli, ma continua a detenere il primato mondiale di tutti i tempi in Coppa Davis per partite giocate (164), incontri vinti in singolare e in doppio. Nel 1960 e nel 1961 ha raggiunto la finale della manifestazione, mentre da capitano ha guidato l’Italia alla prima storica conquista del trofeo nel 1976 in Cile.

In copertina immagine da facebook

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Sociale

Pantelleria – Violenza donne, tra Cinema e Circolo San Gaetano “3 panchine del rispetto”

Redazione

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Il 25 novembre 2025, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stato completato il progetto “Le panchine del rispetto”.

Una collaborazione nata dall’impegno condiviso dell’ASD Scauri, del consigliere Valenza e dell’assessore Culoma, che hanno scelto di unire energie per lasciare alla comunità un segno chiaro di sensibilizzazione.

Davanti al cine-teatro San Gaetano e al Circolo sono state rinnovate tre panchine. Due sono diventate rosse, colore che richiama il contrasto alla violenza sulle donne; la terza è stata dipinta di bianco, a rappresentare la pace e il rifiuto di ogni forma di violenza.

Su ognuna è stata collocata una frase dedicata ai valori del rispetto, della dignità e della parità tra le persone.

Un gesto semplice, condiviso e visibile, che invita a fermarsi e riflettere.

Foto a cura di Clara Garsia
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