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Gangi, festeggiati 100 anni di nonno Santo

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FESTEGGIATI I 100 ANNI DI NONNO SANTO UNO DEGLI ULTIMI (G)IACATARI (SELCINI) DI GANGI

Gangi terra di longevi, in pochi mesi ha festeggiato 4 centenari. Ieri(2 luglio), nel salone del convento dei frati cappuccini, nonno Santo Blando, “u mastru (g)iacataru” (uno degli ultimi maestri intagliatori di pietra), con le sue 100 primavere è stato festeggiato dai figli Ignazio e Carmelina, dai nipoti, da parenti ed amici. Il sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello, accompagnato dal consigliere comunale Santi Virga, in nome dell’amministrazione comunale e della comunità gangitana ha voluto consegnare una targa ricordo:”In occasione dei suoi ben vissuti e proficui 100 anni. La sua lunga giovinezza è per la comunità gangitana motivo di orgoglio e compiacimento”. Ai festeggiamenti hanno partecipato il parroco delle parrocchie del Santissimo Salvatore e Santa Maria don Luigi Volante e Giovanni Di Pasquale che in rappresentanza della Confraternita Maria Santissima del Carmine gli ha consegnato una targa. Nonno Santo è molto devoto alla Madonna del Carmelo.

Un nonnino “sprint” che ha sempre preferito camminare a piedi, non ha mai avuto un’auto e in “gioventù” il suo unico mezzo di locomozione era l’asino. Ricordato da tutti per la sua bravura e maestria di mastro selcino, un mestiere antico e faticoso, ha dedicato la vita al lavoro e alla famiglia. Viva lucidità e memoria di ferro, ancora oggi ricorda perfettamente eventi e date, un vero e proprio libro vivente. I suoi ricordi ricorrenti: gli anni trascorsi al fronte, durante la seconda guerra mondiale, quando allo sbarco degli alleati in Sicilia passò tra le file degli anglo-americani. E una sua frase ricorrente: ”Noi la guerra l’abbiamo vinta!!!”.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Cronaca

Fabrizio D’Ancona dedica una toccante lettera dal titolo “Alla famiglia di Salvatore D’Amico, ex Sindaco di Pantelleria”

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In qualità di Sindaco di Pantelleria, desidero esprimere la mia più profonda vicinanza e solidarietà alla famiglia dell’ex sindaco Salvatore D’Amico, recentemente prosciolto da gravi accuse in un processo durato anni. La sua morte, avvenuta senza che avesse potuto godere pienamente della giustizia che gli era dovuta, lascia un vuoto incolmabile nella nostra comunità.

Il caso di Salvatore D’Amico è emblematico di una realtà che troppo spesso resta nell’ombra: quella degli errori giudiziari che, anziché tutelare, danneggiano irreparabilmente la vita di cittadini onesti. Secondo dati ufficiali, dal 1992 al 2022 lo Stato italiano ha speso oltre 900 milioni di euro per risarcire vittime di errori giudiziari, tra cui casi di ingiusta detenzione e condanne erronee. Questi numeri evidenziano non solo un costo economico, ma soprattutto un danno umano e sociale che non può essere ignorato.

È inaccettabile che un sistema che dovrebbe garantire giustizia possa, invece, distruggere l’immagine di un uomo o di una donna, le proprie attività e la serenità di intere famiglie. La lentezza dei processi, la burocrazia soffocante e la carenza di risorse sono solo alcune delle criticità che contribuiscono a questa ingiustizia sistemica.

Come nazione, come comunità, dobbiamo chiedere con forza una riforma del sistema giudiziario che ponga al centro la tutela dei diritti dei cittadini e l’efficienza della giustizia. Non possiamo permettere che altri, come Salvatore D’Amico, debbano subire il peso di un errore che non hanno commesso.

In memoria di Salvatore, dobbiamo tutti impegnarci a lavorare affinché la sua vicenda non sia solo un ricordo doloroso, ma un monito per tutti noi: affinché la giustizia sia veramente tale, equa e tempestiva.

Con affetto e stima.

Pantelleria, lì 30 maggio 2025

Fabrizio D’Ancona

Sindaco di Pantelleria

Può interessare approfondire la vicenda leggendo: 
Pantelleria, Salvatore D’Amico assolto per non aver commesso il fatto in processo del 2008

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Personaggi

Pantelleria, Impianto Sportivo di Khamma intestato a Salvatore Maddalena alias “Cicco”

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Attesa risposta del Ministero

Era una notizia attesa, per le stesse motivazioni riportate nel documento di delibera di giunta.
In data 29 maggio 2025, è stata approvata dal consesso amministrativo la proposta del Sindaco Fabrizio D’Ancona di intitolare l’Impianto Sportivo di Khamma a Salvatore Maddalena, detto Ciccio.
Il giovane, venuto a mancare prematuramente il 12 febbraio 2018, all’età di 31 anni, a causa di una grave malattia, si è distinto per il profondo attaccamento allo sport, per l’impegno nel promuovere i valori del rispetto, dell’amicizia e dello spirito di squadra, contribuendo in modo determinante alla fondazione e alla crescita del gruppo sportivo denominato “Cittadella”, realtà locale che ha unito pratica calcistica e iniziative culturali;

La figura di “Cicco” è sempre e ancora ricordata con affetto, stima e riconoscenza dalla cittadinanza e dalle associazioni sportive pantesche

La delibera di giunta

Come recita la delibera: 
• L’intitolazione dell’Impianto Polivalente Comunale di Kamma alla memoria di
Salvatore Maddalena rappresenterebbe un atto di alto valore civico e simbolico, volto a valorizzare
una figura positiva che ha lasciato un segno profondo nella vita sociale e sportiva della comunità;
2. Di subordinare l’intitolazione all’ottenimento della deroga prevista dall’art. 1 del D.P.R. 30
maggio 1989, n. 223, tramite formale richiesta al Ministero dell’Interno da presentare per il
tramite della Prefettura di Trapani, corredando l’istanza con idonea motivazione, eventuali
pareri o attestazioni da parte di enti e associazioni locali, nonché con il parere della
Deputazione di Storia Patria o altro ente storico competente.

La risposta dal ministero

Considerato il documento assessorile immediatamente esecutivo, ora non resta che aspettare la risposta dal ministero, che confidiamo sia positiva per Ciccio, la sua mamma addolorata e che non trova rassegnazione alla grave perdita e tutti i suoi amici e compagni di squdra.

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Cronaca

Pantelleria, Salvatore D’Amico assolto per non aver commesso il fatto in processo del 2008

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Salvatore D’Amico: assoluzione con formula piena dopo 17 anni di processo e non poterne gioire

Un grande riscatto per Salvatore D’Amico che riceve dalla sentenza di assoluzione, recitata ieri 28 maggio 2025, peccato che lo stesso nel frattempo sia deceduto.
D’Amico,  uomo stimato da tutta la collettività, politico brillante, ex sindaco di Pantelleria, era stato imputato per reati di associazione per delinquere e contro il patrimonio, con un processo che ha avuto inizio nel lontano 2008.

Nello stralcio della motivazione della sentenza, che ancora deve essere depositata ed emessa dal Tribunale di Brescia (si pensi che questo processo ha itinerato nelle curie anche di Marsala  e Milano), si legge “Assoluzione nei confronti di D’Amico Salvatore per non aver commesso il fatto. Il giudice ha altresì revocato il sequestro preventivo con ogni conseguenza anche in relazione alle possibili pretese tributarie da parte dell’Agenzia delle Entrate, nei confronti degli eredi. “

 

Dopo le tribolazioni, notti insonne, preoccupazioni, spese a non finire, sopportate dal Signor D’Amico, finalmente è giunta la conclusione di questo calvario giudiziario.
Il rammarico è che lui sia morto senza sapere e senza poter tornare a sorridere spensierato, perchè le gravi e pesanti circostanze che hanno tenuto in vita una causa per 17 anni, si vedevano tutte nello sguardo di un D’Amico che non era più lui da tanto tempo. 

Ma almeno la moglie Pina e i figli Alessandro, Luca e Rosario possono tirare un fiato di sollievo e trovare una piccola  consolazione nell’espressione “per non aver commesso il fatto”, cioè nell’assoluzione con formula piena del loro papà: un riscatto reso  pesante dalle lungaggini della giustizia italiana, ma giunto a pieni voti.

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