Cronaca
Infermieri: aggrediti 130mila l’anno. Seminario al Senato “#rispettachitiaiuta – La sicurezza degli operatori sanitari”
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Infermieri: aggrediti 130mila l’anno con conseguenze fisiche, morali e professionali pesanti anche per gli assistiti e un costo che può superare i 34 milioni di euro/anno
Le aggressioni (fisiche e/o verbali) sul posto di lavoro colpiscono in media in un anno un terzo degli infermieri – la categoria professionale più numerosa in assoluto del Servizio sanitario nazionale e della Sanità in generale -, il 33%, circa 130mila casi, con un ‘sommerso’ non denunciato all’INAIL di circa 125mila casi l’anno. Il 75% delle aggressioni riguarda donne.
Chi non ha segnalato l’episodio, lo ha fatto perché, nel 67% dei casi ha ritenuto che le condizioni dell’assistito e/o del suo accompagnatore fossero causa dell’episodio di violenza, nel 20% convinto che tanto non avrebbe ricevuto nessuna risposta da parte dell’organizzazione in cui lavora, il 19% ritiene che il rischio sia una caratteristica attesa/accettata del lavoro e il 14% non lo ha fatto perché si sente in grado di gestire efficacemente questi episodi, senza doverli riferire.
Le conseguenze materiali per i professionisti delle aggressioni fisiche vanno nel 32% dei casi da escoriazioni e abrasioni a fratture e lesioni dei nervi periferici, fino anche – seppure in pochi casi – all’invalidità
La principale conseguenza psicologica è il burnout che colpisce il 10,8% degli infermieri che hanno subito violenza: attualmente quelli in burn out per questa e altre cause (stress da lavoro) sono il 33 per cento.
Anche gli assistiti corrono rischi. La violenza è nella maggior parte dei casi legata alla carenza di personale e alle sue conseguenze sui servizi: un’assistenza efficiente (con la riduzione del rischio di mortalità fino al 30%) si ha con un rapporto infermiere/paziente 1 a 6; allo stato attuale il rapporto medio nazionale è 1 a 12.
I danni però sono anche economici per il sistema. Secondo lo studio CEASE-IT promosso dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, svolto da otto università italiane, capofila l’Università di Genova, sono anche economici. Il 32% degli infermieri riferisce di aver ricevuto violenza, con una media annuale di 15 episodi per singolo infermiere. In tutto, il 4.3% riferisce assenza dal lavoro a causa di violenza subita e questo, se l’assenza è di almeno tre giorni vale circa 600 euro a caso che moltiplicati per il numero degli infermieri coinvolti in un anno sale a oltre 11 milioni di euro, considerando la prevalenza dell’evento sulla popolazione infermieristica italiana.
Ma se l’assenza raggiunge i 7 giorni la stima di CEASE-IT triplica il costo per singolo evento (1.800 euro) e si raggiungono fino a oltre 34 milioni di euro/anno di costi totali a carico a carico del sistema e della società per la violenza sugli infermieri.
I dati sono stati presentati da Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI e Annamaria Bagnasco, ordinario di Scienze infermieristiche all’Università di Genova e coordinatrice della ricerca, al seminario “#rispettachitiaiuta – La sicurezza degli operatori sanitari”, organizzato al Senato su iniziativa del senatore Gaspare Marinello e al quale sono intervenuti numerosi onorevoli e senatori e i rappresentanti di tutte le professioni sanitarie.
“Lo studio ha dimostrato che gli infermieri conoscono i tratti e le caratteristiche di un potenziale comportamento di aggressione fisica o verbale; tuttavia, per varie ragioni non riescono a intercettare e prevenire questi episodi”, spiega Annamaria Bagnasco. “Una delle concause dimostrate dallo studio – aggiunge – è la comunicazione inadeguata che avviene tra il personale e l’assistito e/o l’accompagnatore; tuttavia, i processi comunicativi sono ampiamente influenzati dall’ambiente di lavoro, dallo staffing (carenza) e dal benessere dei professionisti”.
Il rischio di aggressioni è maggiore aumentando il carico di lavoro assistendo un paziente in più durante l’ultimo turno lavorativo, aumenta del 4% la probabilità di sperimentare violenza. Riconoscere il comportamento agitato dell’assistito come fattore predittivo degli episodi di violenza aumenta del 66% la probabilità di subire violenza rispetto a coloro che non riconoscono questo comportamento come fattore predittivo.
Lavorare come infermiere nell’area dell’emergenza/urgenza aumenta di oltre due volte la probabilità di subire violenza rispetto a lavorare in area medica. Lavorare come infermiere nell’area della salute mentale aumenta di oltre quattro volte la probabilità di subire violenza rispetto ad altri contesti. Tra i fattori che diminuiscono le aggressioni è risultata significativa l’età; infatti, all’aumentare dell’età degli infermieri diminuisce del 3% la probabilità di subire violenza.
Gli infermieri che riconoscono l’uso di sostanze illecite da parte degli assistiti come fattore predittivo di episodi di violenza hanno il 36% di probabilità in meno di subire violenza rispetto a coloro che non riconoscono questo fattore come predittivo.
La presenza di procedure chiare per la gestione degli episodi di violenza sul luogo di lavoro riduce la probabilità di subire violenza del 26% rispetto ai luoghi di lavoro sprovvisti di tali procedure.
“Per restituire dignità all’attività professionale e garantire la sicurezza degli infermieri durante l’orario lavorativo – spiega Barbara Mangiacavalli – è quanto mai urgente inserire questa professione tra le categorie usuranti, mentre ora è riconosciuta soltanto la classificazione tra i “lavori gravosi. Lo studio – aggiunge – descrive le caratteristiche degli episodi di violenza e individua i fattori predittivi e le cause. I correttivi di cui c’è bisogno derivano da qui”.
I casi non denunciati (e quindi non risarciti dall’INAIL) sono circa il 95% di quelli effettivi e quindi il trend esula dalle attuali forme di risarcimento del danno.
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Turismo
Turismo – Islands of Sicily DMO: ottimi riscontri. Nel piano fieristico: Pantelleria, Egadi, Eolie, Ustica
Il programma fieristico 2025 di Islands of Sicily, la Destination Management Organization (DMO) che promuove in modo unitario il brand delle 14 isole minori siciliane, si è chiuso con la partecipazione al World Travel Market (WTM) di Londra, appuntamento di primaria importanza per il mercato internazionale. La presenza al WTM è stata come sempre strategica, per l’importanza dell’evento fieristico ma anche perché il mercato inglese, da sempre interessato al prodotto turistico delle isole minori, rappresenta per le Isole di Sicilia il sesto mercato estero in ordine di importanza, rendendo cruciale la visibilità in questa vetrina mondiale.
Il piano fieristico, quest’anno, ha coinvolto le destinazioni Eolie, Egadi, Pelagie, Pantelleria e Ustica in ben sette eventi internazionali, inserendosi in un set più ampio di azioni di promozione. Queste attività sono supportate da dati solidi emersi dalla piattaforma Iodah Infinity: l’offerta alberghiera ha mantenuto un Hospitality Reputation Index (HRI) elevato e costante tra le isole, con una media di 88,2, e l’eccellente HRI per il segmento 5 stelle (96,5) risulta tra i più alti in Italia. Parallelamente, le attrazioni registrano un Attraction Reputation Index (ARI) molto alto, specialmente le “Experiences” con un ARI di 94,0, e l’Isola di Ustica è in testa tra le isole con un ARI di 94,8. La qualità è ulteriormente confermata dal prestigioso riconoscimento “Travelers’ Choice Awards 2025” di Tripadvisor, assegnato a ben 73 attrazioni/Punti di Interesse, con la Spiaggia dei Conigli addirittura premiata come destinazione “Best of The Best” 2025.
Le isole di Sicilia stanno definendo il Programma di Promozione 2026, un piano frutto dell’esperienza maturata, dei dati raccolti tramite l’indagine condotta con la piattaforma di Iodah Infinity e del prezioso feedback proveniente dagli stakeholder locali. Il piano 2026 darà grande spazio all’azione sui social media, che la quasi totalità degli operatori ritiene debba essere considerevolmente incrementata. Questa spinta sarà accompagnata dal coinvolgimento di influencer specializzati e dalla creazione di contenuti, in particolare video storytelling e promozione di esperienze autentiche e locali, in grado di esaltare l’essenza e i caratteri di unicità delle piccole isole circumsiciliane. In parallelo a queste azioni, che godono di un consenso unanime tra gli operatori, si prevede un programma che punta a riconfermare i principali appuntamenti fieristici del 2025, mantenendo un mix di fiere B2B e B2C, ma con un orientamento privilegiato ai contatti B2B. Un’altra priorità emersa è quella di puntare sul portale di destinazione, che sarà anche dotato di una dashboard di business intelligence, frutto di un action plan derivante dalla partecipazione a D3HUB, il progetto per la creazione di un centro europeo di competenza per l’analisi dei dati nel settore turistico.
Christian Del Bono, Presidente di Islands of Sicily DMO, ha concluso: “I risultati eccezionali nella reputazione online, uniti alle indicazioni chiare dei nostri operatori, ci guidano verso un 2026 focalizzato sull’innovazione digitale e sulla comunicazione emozionale. La strategia sarà quella di valorizzare al massimo l’unicità e l’autenticità delle nostre isole, garantendo al contempo gli strumenti di analisi necessari a supportare la crescita sostenibile del comparto turistico.”
Turismo
Comune di Pantelleria – Incontro con il tessuto imprenditoriale locale
. Sinergia pubblico–privato: un metodo che funziona e che guarda al 2026
Si è svolto giovedì tra l’Amministrazione comunale e il gruppo di operatori riuniti nel progetto “Welcome to Pantelleria”, occasione per tracciare il bilancio della stagione appena conclusa e programmare le azioni congiunte per il 2026.
Presente all’incontro anche l’Assessore Federico Tremarco, che ha ribadito come il metodo di lavoro basato su collaborazione, trasparenza e responsabilità condivise stia incidendo in modo concreto sull’organizzazione dei collegamenti e sulla pianificazione dell’offerta turistica. Ha inoltre confermato che la priorità resta garantire continuità e qualità del sistema dei trasporti da e per l’isola.
Nel biennio 2024–2025 è nata una collaborazione stabile tra istituzioni e operatori economici che ha consentito di garantire collegamenti aerei aggiuntivi nelle code della stagione turistica. Il percorso, avviato in risposta all’emergenza voli di fine 2023, ha visto Amministrazione, Parco Nazionale e Fondazione Isola di Pantelleria agire insieme a una cordata di operatori che oggi conta circa 180 imprese locali. Grazie a questa alleanza è stato possibile introdurre settimane extra di operatività aerea, generando migliaia di posti in più e una ricaduta economica significativa per il territorio. La sinergia messa in campo ha contribuito a rafforzare la competitività dell’isola in un contesto nazionale complesso, confermando “Welcome to Pantelleria” come un vero motore di sviluppo locale capace di coniugare pubblico e privato.
Guardando al 2026, e in seguito ai tagli programmati da un vettore su alcune tratte e giornate, l’Amministrazione, il gruppo “Welcome to Pantelleria”, il Parco e altri operatori hanno già avviato interlocuzioni per recuperare i posti mancanti e proseguire nell’allungamento della stagione. Tra le possibilità allo studio rientrano l’ampliamento del calendario su Linate, la conferma dei voli da Roma, nuovi collegamenti da altri aeroporti italiani e una possibile apertura su Malta, utile ad attrarre traffico internazionale. Parallelamente è in fase di implementazione il nuovo sistema di prenotazione sul portale ufficiale welcometopantelleria.it e si sta lavorando alla creazione di una struttura giuridica dedicata che garantirà una gestione ancora più trasparente ed efficiente del progetto.
Dichiarazione del Sindaco, Fabrizio D’Ancona
“Il risultato ottenuto dimostra che la collaborazione tra Amministrazione e operatori privati è possibile e produce effetti concreti. Ciò che pochi ritenevano realizzabile è oggi un modello operativo che intendiamo confermare e rafforzare.”
Il Sindaco Fabrizio D’Ancona
Salute
Pantelleria nel bando per pediatri di libera scelta. Casano evidenzia le criticità di un’isola disagiatissima
È stato pubblicato il bando per le zone carenti della pediatria di libera scelta, che include anche la sede di Pantelleria. Tuttavia, finché questa sede non verrà formalmente riconosciuta come zona disagiatissima, con il conseguente diritto a misure di incentivo economico e professionale, sarà altamente improbabile che il posto venga coperto.
La mancanza di tale riconoscimento rende di fatto la sede poco attrattiva per i professionisti, aggravando una situazione già complessa e penalizzante per la popolazione isolana.
Si tratta, a tutti gli effetti, di una questione politica e strutturale: senza un intervento deciso da parte della Regione Siciliana che riconosca la specificità territoriale e le difficoltà logistiche di Pantelleria, la carenza di un pediatra di libera scelta rischia di protrarsi ancora a lungo. Meccanismo per esempio già previsto per la medicina generale nell’isola di Marettimo.
Negli ultimi due anni l’isola di Pantelleria è priva di un pediatra di libera scelta.
Va riconosciuto che l’azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, per garantire comunque la continuità dell’assistenza, ha attivato un accesso diretto presso l’ambulatorio di Pediatria dell’Ospedale di Pantelleria, arruolando ulteriori medici pediatri a supporto dei colleghi, già in servizio presso la nostra struttura.
Tuttavia, la mancanza di un pediatra di libera scelta determina importanti criticità.
L’attuale normativa prevede infatti che solo i bambini di età superiore ai sei anni possano essere iscritti temporaneamente presso un medico di medicina generale, mentre i bambini di età compresa tra zero e sei anni non hanno questa possibilità.
Di conseguenza, le famiglie dei minori che non godono dell’esenzione E01 si trovano costrette a pagare ogni visita pediatrica, con un evidente aggravio economico e una disuguaglianza sostanziale rispetto alle altre famiglie della provincia.
È pertanto necessario che, nelle more della copertura del posto, venga garantita l’assistenza pediatrica gratuita per tutti i minori di età inferiore ai 14 anni residenti a Pantelleria, così come avverrebbe in presenza di un pediatra convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale e riconosciuta la zona carente di pediatria per Pantelleria come area disagiatissima.
Angelo Casano
Il bando della Regione Siciliana: https://www.regione.sicilia.it/sites/default/files/2025-11/D.D.G.%20n.1149%20del%2028%20ottobre%202025.pdf
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