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Ambiente

Expo Roma 2030: Innovazione e Riqualificazione per un Futuro Ecologico

Matteo Ferrandes

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L’ambizioso progetto Expo Roma 2030, intitolato “Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione”, è attualmente sotto valutazione da parte del Bureau International des Expositions. Il dossier di candidatura, che ha suscitato grande entusiasmo, si compone di 618 pagine. L’attesa per l’annuncio finale, previsto per il 23 novembre, è palpabile, poiché potrebbe significare per Roma l’opportunità di diventare una vetrina globale per l’innovazione sostenibile. Inoltre, la trasformazione del quartiere di Tor Vergata potrebbe creare un modello di soluzioni ecologiche per il futuro. 

Dopo la presentazione della proposta al Bureau international des expositions (Bie) nel settembre 2022, l’intera città è in trepida attesa per la votazione dei 170 membri del Bie, che si terrà a novembre 2023. L’esito di questa decisione potrebbe aprire nuovi orizzonti per la splendida città eterna.

L’idea alla base

L’idea che sta alla base dell’intero progetto dell’Expo 2030 Roma è stata sviluppata da un importante e internazionale studio di design, il Lo studio internazionale di design, il Cra – Carlo Ratti Associati, in collaborazione con l’architetto Italo Rota e l’urbanista Richard Burdett. Questo straordinario team di esperti ha creato un progetto all’avanguardia, incentrato sull’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia. Un obiettivo fondamentale è coinvolgere attivamente ogni paese nel finanziamento di un parco solare, che oltre a fornire energia elettrica all’esposizione, avvierà un processo di decarbonizzazione del quartiere.

Il sito di Expo Roma 2030 si distinguerà per la sua suddivisione in tre zone distinte, ciascuna con un ruolo ben definito: 

La Città, situata nel cuore di Tor Vergata, assumerà il ruolo di Expo Village, fungendo da centro vitale dell’evento e trasformandosi in seguito in un’estensione del campus dell’Università di Tor Vergata. 
Il Boulevard, elegante asse pedonale, creerà un collegamento armonioso tra i vari padiglioni nazionali, invitando i visitatori a una piacevole passeggiata tra le diverse culture rappresentate. 
Infine, il Parco, ricco di vegetazione rigogliosa, ospiterà padiglioni tematici, tra cui spicca l’affascinante “Pale Blue Dot”, dedicato alla diffusione della conoscenza del mondo naturale.

Il Parco Solare

Expo Roma 2030 pone un’enfasi significativa sull’energia sostenibile e l’innovazione architettonica. Sarà realizzato il più grande parco solare urbano al mondo, accessibile al pubblico, che coprirà un’area di 150.000 metri quadrati e genererà una potenza di 36 Mega Watt. Le iconiche Vele di Calatrava, situate proprio a Tor Vergata, assumeranno un ruolo di primo piano come padiglioni principali dell’evento, ospitando eventi pubblici di grande rilevanza e diventando uno dei simboli di Expo Roma 2030.

I padiglioni di Roma, progettati da Santiago Calatrava, sono stati concepiti con la prospettiva di un completo riutilizzo dopo l’evento. Questa visione permetterà di trasformare l’area in un distretto all’avanguardia, focalizzato sull’innovazione, offrendo spazi dedicati alla ricerca, alle nuove tecnologie e all’imprenditorialità, lasciando un’eredità duratura per le generazioni future.

L’esplorazione di Expo Roma 2030 promette un’esperienza coinvolgente e stimolante, in cui l’innovazione architettonica, l’energia sostenibile e la condivisione della conoscenza del mondo naturale si fondono per creare un’atmosfera unica. La trasformazione di Tor Vergata rappresenta un passo avanti verso un futuro in cui la sostenibilità e l’innovazione si combinano per guidare la strada verso una società più consapevole e attenta all’ambiente.

La candidatura di Expo Roma 2030 prospetta un impatto economico significativo per l’Italia. Si stima che l’evento genererà un flusso economico di 50,6 miliardi di euro e creerà ben 300.000 posti di lavoro nel paese. Inoltre, si prevede la partecipazione di 30 milioni di visitatori, i quali contribuiranno a stimolare il turismo e la promozione culturale.

Grazie alla collaborazione esperti di fama internazionale, Expo Roma 2030 si distingue come un’importante iniziativa che unisce competenza, innovazione e sostenibilità. Il progetto getta le solide basi per un futuro più verde e all’avanguardia, con l’obiettivo di lasciare un’impronta duratura nella promozione di soluzioni sostenibili per il nostro pianeta.

Fonte: https://www.prestoenergia.it/news/expo-roma-2030/

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Ambiente

Pantelleria, al via realizzazione sede Protezione Civile, Scuola educazione ambientale e foresteria

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Intervento di qualificazione dell’immobile comunale in località Buccuram per la realizzazione della sede della Protezione Civile comunale, della Scuola di educazione ambientale e forestale e della foresteria

il Sindaco comunica che la Giunta Municipale ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo all’intervento di qualificazione attraverso la demolizione e ricostruzione dell’immobile di proprietà comunale sito in località Buccuram, destinato alla realizzazione della sede della Protezione Civile comunale, della Scuola di educazione ambientale e forestale e della foresteria.

Il progetto prevede la rifunzionalizzazione dell’immobile comunale mediante un intervento strutturale complessivo, finalizzato all’adeguamento dell’edificio alle esigenze operative della Protezione Civile e alle attività di formazione previste, nel rispetto della normativa vigente. L’intervento è inserito nell’ambito della programmazione dell’Ente ed è coperto da risorse finanziarie già individuate, come risultante dagli atti amministrativi approvati, con l’avvio delle successive fasi procedurali demandato ai competenti uffici comunali.

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Pantelleria, cimice asiatica, avvistamenti e preoccupazione degli agricoltori. Ne parliamo con Giovanni Bonomo

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La cimice asiatica appassionata del cappero pantesco

E’ già da qualche tempo che la cimice asiatica, nome scientifico halys halyomorpha, è sopraggiunta sull’isola, manifestando subito la sua nefasta essenza. Come le diverse specie aliene, o comunque tali per l’isola, essa rappresenta una preoccupazione per l’agricoltura, e visti i recenti workshop realizzati sull’isola, abbiamo voluto approfondire l’argomento.

Un riferimento prezioso da cui attingere nuove notizie è senza dubbio Giovanni Bonomo, agricoltore per professione e per passione, con quel piglio per la conoscenza a largo raggio che lo induce ad approfondimenti e studi continui.

Reduce dall’organizzazione del corso “Agricoltura Bionaturale”, realizzato con il Centro Culturale Giamporcaro, Bonomo ha avuto modo di farsi una idea sulla presenza della cimice asiatica a Pantelleria e possibili soluzioni per allontanarla dalle coltivazioni.

Signor Bonomo, questo insetto ha dei periodi in cui è più aggressiva e di cosa si nutre?I periodi in cui la si vede più spesso sono le stagioni della primavera e dell’estate. Si nutre suggendo le piante, i frutti e le foglie dei capperi.
Prima avevamo la Bagrada Ilaris, che si era allocata a Scauri, Rekhale e zone limitrofe. 
Qui a Pantelleria, invece, l’asiatica è stata vista dal professore Bruno Massa e un testimone l’ha vista in una pianta di cappero nel capoluogo. E non si limita ai capperi, ma aggredisce anche piante da frutta e tutte quelle piante coltivate e non, insomma quelle spontanee. Ed è attraverso proprio la frutta che deve essere arrivata, così come tanti altri insetti.”

Questa cimice non fa la schizzinosa, in buona sostanza. Come allontanarla, allora?Esatto, le piace tutto. Per allontanarla, dobbiamo ricorrere a metodi naturali e il corso che abbiamo tenuto ad ottobre è stato illuminante. Luigi Rotondo ha spiegato che un buon “repellente” è il carbonato di calcio addizionato con un tot di mandarino ed è un composto a largo spettro, coinvolgendo diversi insetti. Un altro esperto suggerisce l’uso del sapone molle, come il Marsiglia, con cui fare trattamenti, per i quali ci vuole molto tempo e fatica. Ma la cosa urgente è cominciare ad organizzarci e forse il Parco e il Comune in sinergia posso vedere se si può trovare il sistema per una “lotta biologica”.

Siamo in pieno inverno, fine dicembre, ma la primavera arriva in un attimo e con essa il risveglio di tutta la primavera e dei suoi componenti, tra cui anche la cimice asiatica.

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Lampedusa, riapre il Centro di Recupero delle Tartarughe

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Sindaco Mannino “𝗨𝗻𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗟𝗮𝗺𝗽𝗲𝗱𝘂𝘀𝗮, 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼”

Dopo circa due anni di lavoro, di sinergia e di collaborazione concreta, oggi possiamo finalmente annunciare una notizia che riempie il cuore di orgoglio: 𝗿𝗶𝗮𝗽𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗥𝗲𝗰𝘂𝗽𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗧𝗮𝗿𝘁𝗮𝗿𝘂𝗴𝗵𝗲, che avrà la sua sede nei locali dell’Area Marina Protetta di Lampedusa.
Un centro che in passato non era stato messo nelle condizioni di proseguire il proprio prezioso lavoro e che oggi torna finalmente ad essere operativo, restituendo al nostro territorio un presidio fondamentale di tutela, ricerca e cura.
Questo centro non è solo un luogo di scienza e protezione, dove ogni giorno si lavora per salvaguardare una specie simbolo del Mediterraneo come la Caretta caretta.
È anche un segno concreto dell’identità di Lampedusa: un’isola che difende il suo mare, la sua biodiversità e guarda al futuro con responsabilità.
La riapertura rappresenta inoltre una straordinaria opportunità turistica e culturale, un’attrazione di primo livello capace di raccontare ai visitatori il valore del nostro patrimonio naturale e l’impegno che mettiamo nella sua difesa.
Un ringraziamento sentito all’Associazione Caretta Caretta e a Daniela Freggi, al mio Assessore Pietro De Rubeis che ha seguito tutti i passaggi amministrativi, e a tutti coloro che hanno creduto in questo percorso, lavorando con passione, competenza e visione.
Oggi Lampedusa compie un passo importante. Per il mare. Per le tartarughe. Per la nostra comunità.
Bentornato, Centro di Recupero delle Tartarughe.

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