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Da stasera caccia alle Leonidi, le stelle cadenti d’autunno

Matteo Ferrandes

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Nuova pioggia di stelle cadenti nel cielo di novembre: protagonista lo sciame delle Leonidi, prodotto dai residui della cometa Tempel-Tuttle

Naso all’insù per la pioggia di meteore note come “Leonidi“: raggiungerà il picco questa settimana, mentre la Terra attraverserà la scia di detriti ghiacciati e rocciosi lasciati quasi 30 anni fa dalla cometa Tempel-Tuttle.

Le Leonidi e la cometa Tempel-Tuttle

Come per tutti gli sciami meteorici, possiamo ringraziare un’antica cometa per le stelle cadenti in arrivo questa settimana. La cometa Tempel-Tuttle orbita attorno al Sole ogni 33 anni, lasciando dietro di sé una scia ghiacciata di detriti. A metà novembre, la Terra attraversa la parte della scia della cometa che si interseca con l’orbita del nostro pianeta, e così frammenti di detriti rocciosi precipitano attraverso la nostra atmosfera a grande velocità.

Gli sciami meteorici prendono il nome dalla costellazione da cui sembrano provenire le meteore. In questo caso, è il Leone. Questa costellazione si trova nel cielo settentrionale, appena sotto l’Orsa Maggiore. Gli osservatori dovranno attendere il sorgere della costellazione sopra l’orizzonte per ammirare lo spettacolo.

Come vedere le stelle cadenti

Ogni anno, tra 17-18-19 novembre, la Terra incontra quindi regioni di Spazio che contengono particelle rilasciate dalla cometa nel susseguirsi dei passaggi al perielio. Dato che Tempel-Tuttle è transitata al perielio nel 1998 e che tornerà dopo 33 anni, quest’anno le apparizioni di scie luminose rientreranno nella media. Potremo ammirare, con picco tra 17 e 18 novembre, la componente annuale, formata da meteore per lo più di bassa luminosità, che in genere si mostra con un aumento di frequenza per circa una giornata.

L’osservazione quest’anno purtroppo sarà però sfavorevole: la Luna sarà sempre presente quando il radiante (l’area da cui sembrano scaturire le scie luminose), vicino alla stella gamma LEO, sarà più alto sull’orizzonte, nella seconda parte della notte.

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Pantelleria, DAT VolidiSicilia in una nota “sorpresa e contrariata” sulla divulgazione della notizia di possibile accordo interlinea

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DAT VolidiSicilia è profondamente sorpresa e contrariata dalle
notizie riportate da soggetti terzi su alcune testate locali che
hanno annunciato, senza averne titolarità, la finalizzazione di un
accordo interlinea con la compagnia aerea nazionale ITA Airways.

Ci asteniamo da qualsiasi ulteriore notizia in merito e stiamo
valutando un’azione legale che protegga i nostri interessi.

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Ambiente

Pantelleria, calendario distribuzione acqua a Scauri – settembre 2023

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E’ uscito il nuovo calendario di distribuzione acqua per il mese di settembre 2023, relativo alla contrada di Scauri

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Economia

Palermo, “Il futuro della pesca siciliana tra sostenibilità e blue economy”

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“IL FUTURO DELLA PESCA SICILIANA TRA SOSTENIBILITÁ E BLUE ECONOMY”

UN COMPARTO CHE VALE 221 MLN DI EURO.  IL DIRIGENTE GENERALE DELLA REGIONE, PULIZZI: “AL VIA LA COSTITUZIONE DI UNA RETE DELLE MARINERIE SICILIANE”. COPPOLINO (UNICOOP SICILIA): “SIAMO A FIANCO DEI PESCATORI E DELLA MARINERIA SICILIANA CHE VA PIENAMENTE SOSTENUTA”

 

“La Sicilia deve diventare capofila di un comparto che ambisce a coniugare sostenibilità ambientale del mare e blue economy. Questa innovazione non può, dunque, prescindere da due condizioni: valorizzazione dell’ambiente marino e introduzione di strumenti tecnologici che possano semplificare e aiutare il comparto della marineria, diffondendo buone pratiche comportamentali, nel rispetto dell’ecosistema del mare e dello sviluppo sostenibile”.

La proposta condivisa è emersa nel corso del convegno, “Il futuro della pesca siciliana tra sostenibilità e blue economy”, organizzato da Unicoop Sicilia, nell’ambito del programma nazionale triennale della pesca e acquacoltura 2022/2024, svoltosi questa mattina al “Domina Zagarella Sicily” di Santa Flavia (Palermo). A dare il senso all’iniziativa sono i dati illustrati nel corso del dibattito. E se poi parliamo di aziende e fatturati i numeri si fanno ancora più interessanti. I lavori sono stati moderati da Anna Maria Di Vanni (direttore regionale di Unicoop Sicilia). Presenti all’incontro diversi operatori del settore e i rappresentanti delle istituzioni locali.

Le imprese siciliana della pesca sono circa 2.500, tra realtà individuali o a conduzione familiare, quelle della trasformazione poco più di 100. Per quanto riguarda il pescato, la fetta maggiore viene dal cosiddetto metodo dello “strascico”, con 15 mila tonnellate di resa e ricavi per 134 milioni di euro. Seguono la piccola pesca (cinquemila tonnellate, 37 milioni di euro), le reti di circuizione (seimila tonnellate, 22 milioni) i palangari (3.400 tonnellate, 19 milioni) e altri sistemi (tremila tonnellate, 9 milioni). In termini di fatturato, tuttavia, è la provincia di Palermo a fare la parte del leone, con quasi il 50 per cento dell’intero settore siciliano. Un volano con enormi potenzialità di sviluppo economico e sociale del territorio.

Oltre il 70 per cento del pesce venduto in Sicilia proviene da altre parti d’Italia e del mondo. E ciò malgrado l’Isola, sulla base degli ultimi dati disponibili, sia la prima regione italiana per pescato, con quasi 33 mila tonnellate all’anno, quasi il 19 per cento del dato nazionale, con un giro d’affari di ben 221 milioni di euro, il 25 per cento del totale.

Il comparto ittico siciliano, che conta 80mila operatori, vale oltre un miliardo di euro, ma la fetta maggiore è assorbita dalle imprese della trasformazione e della commercializzazione, che lavorano soprattutto il prodotto “estero”. Il pesce locale arriva al massimo al 20/30 per cento, perché la domanda è di gran lunga superiore all’offerta. É evidente che il mercato risulta fortemente sbilanciato e che i pescatori locali subiscono la forte concorrenza estera. La blue economy, in questo contesto, diventa la leva che punta sulla sostenibilità delle risorse marine, costiere e ittiche con un obiettivo: azzerare le emissioni dannose per il nostro pianeta impiegando materie già presenti nell’ambiente per ricavarne un guadagno sia in termini ambientali che economici.

Il presidente di Unicoop Sicilia, Felice Coppolino, nel suo intervento ha ribadito l’importanza della filiera ittica siciliana, “che deve essere sostenuta attraverso interventi strutturali a tutela di un patrimonio non soltanto culturale, ma di sviluppo economico e dei tanti uomini di mare grazie ai quali il pesce arriva sulle nostre tavole. Noi dobbiamo difendere le prerogative della nostra marineria e ci impegniamo, sin da adesso, ad essere a fianco dei pescatori. Inoltre, metteremo in campo tutte le competenze necessarie per affrontare le sfide della blue economy, che rimane valore imprescindibile nell’equilibrio e nella conservazione della fauna marina, rispetto ai rischi legati dai cambiamenti climatici”. Il sindaco di Santa Flavia, Giuseppe D’Agostino, ha portato i saluti della cittadinanza evidenziando “come sia inderogabile la realizzazione di un partenariato tra pubblico e privato per sostenere le aziende ittiche”.

Il dirigente generale del Dipartimento della pesca mediterranea della Regione siciliana, Alberto Pulizzi ha lanciato la proposta di costituzione di un tavolo per la realizzazione della Rete delle marinerie siciliane, “quale luogo fisico dove poter affrontare e condividere, con l’ausilio dei sindaci locali, dei rappresentanti di categoria e dei pescatori tutte le tematiche connesse al settore. Un modo virtuoso per pianificare i bandi e le risorse finanziarie da destinare”.

Il coordinatore pesca di Unicoop Sicilia, Antonio Napoli, ha spiegato come sia importante il contributo della UE in rapporto ai fondi da destinare al settore. “Si tratta di 1 miliardo di euro da destinare complessivamente al settore e l’Unicoop può contribuire a far sentire la propria voce rispetto alle istanze dei pescatori”. È seguito l’intervento del presidente del Dipartimento Pesca di Unicoop, Gian Matteo Panunzi, che ha posto al centro della discussione il piano di transizione energetica “che deve anche contemplare nuovi propulsori per le barche, nuovi attrezzi da pesca e l’attuazione di un nuova governance del Mediterraneo che veda come attori la PA, i produttori e i rappresentanti delle imprese”.

Infine, il direttore FLAG Golfo Termini Imerese, Giuseppe Sanfilippo ha illustrato il progetto del Galp (gruppi di sviluppo della fascia costiera) che coinvolge 11 comuni (Ustica, Bagheria, Santa Flavia, Casteldaccia, Altavilla Milicia, Trabia, Termini Imerese, Campofelice di Roccella, Lascari, Cefalù e Pollina). “Obiettivo di questo strumento, che prevede un sostegno finanziario fino a 3mln di euro, è la realizzazione di un centro servizi per la pesca, due living lab di cui, uno per lo sviluppo della gastronomia del mare e l’altro per la creazione dell’STL (sistema turistico locale) de “La Costa d’Oro”. Un’iniziativa che ha tra i punti cardine il rafforzamento della competitività e della redditività delle imprese di pesca.

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