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Covid-19, Speranza conferma Super Green Pass e quarta dose per tutti. I dubbi dell’EMA

Giuliana Raffaelli

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Il Ministro della Salute Roberto Speranza conferma che il Super Green Pass, così come le mascherine, vanno mantenute anche dopo il 31 marzo, data in cui cesserà lo stato di emergenza.

Tra pochi giorni, inoltre, si partirà con la quarta dose per gli immunodepressi ed è probabile che si deciderà il richiamo per tutta la popolazione italiana dopo l’estate. Il virus infatti, sempre secondo il ministro, “non stringe la mano e se ne va per sempre” e il Green Pass “è stato ed è un pezzo fondamentale della nostra strategia“.

Pieno appoggio a Speranza da Sergio Abrignani, immunologo componente del Cts (Comitato tecnico scientifico) che afferma “Pensare di rinunciare anche al green pass è prematuro. Se e quando sarà opportuno abolirne l’obbligo lo scopriremo solo vivendo”.

Quindi, nonostante nelle ultime settimane gli indicatori confermino la fine della fase di picco della pandemia, con diminuzione del numero di decessi e di quello delle ospedalizzazioni, i tecnici già si domandano cosa succederà a ottobre e corrono ai ripari.

“Primo, il virus non scomparirà. Resterà sotto forma di variante Omicron e chi verrà contagiato, se vaccinato, svilupperà forme simil influenzali. I non immunizzati si ammaleranno. Se avessi più di 50 anni e non avessi ricevuto le dosi non mi sentirei tanto tranquillo” continua Abrignani.

Le mascherine

Quindi mascherine sempre con noi, obbligatorie al chiuso, quarta dose per tutti dopo l’estate e, soprattutto, Super Green Pass sempre in tasca. Perché il Super Green Pass è molto importante “… è giusto aspettare ancora prima di dismetterlo. Non sono convinto che sia bene toglierlo di mezzo adesso” chiosa l’immunologo.

La quarta dose

La nostrana Agenzia del farmaco (Aifa) si è riunita lo scorso 19 febbraio per valutare la possibilità di iniziare l’inoculazione della quarta dose di vaccino anti Covid-19, esprimendo infine parere favorevole. Questa verrà somministrata esclusivamente con vaccini a mRna (quindi Pfizer/ BioNTech e Moderna) e con gli stessi tempi dell’attuale dose booster (dopo 4 mesi). Si inizierà con gli immunodepressi da marzo per continuare, secondo Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, con la quarta dose per tutti a partire dall’autunno.

Questo nonostante i risultati di un recentissimo studio israeliano (dello Sheba Medical Center) abbia osservato che la quarta dose di vaccino a mRNA non basta per prevenire l’infezione da Omicron. Essa riporta gli anticorpi contro il virus SarsCoV2 ai livelli raggiunti dopo la terza dose. Più in dettaglio, la protezione offerta dalla dose aggiuntiva contro la variante non supera il 30% per il vaccino Pfizer/BioNTech e dell’11% per Moderna. Quindi molto bassa. Resta un po’ più alto il livello di protezione verso la malattia sintomatica (dal 31 al 43%). Mentre è confermata l’elevata efficacia contro la malattia grave.

L’Agenzia italiana del farmaco ha, inoltre, cambiato il gergo che si dovrà applicare quando si parla di vaccinazione. In sintesi, non si dovrà più dire booster per la terza dose, ma dose aggiuntiva.

D’ora in poi sarà la quarta dose a essere chiamata booster a conclusione del ciclo primario vaccinale (quello composto da 2 dosi e dalla dose aggiuntiva) e avrà, molto probabilmente, richiamo annuale.

I dubbi dell’EMA

Con questa decisione Aifa e Speranza vanno contro il parere dell’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, l’ente che detta le regole che gli Stati europei devono seguire. Questa si è infatti espressa con molti dubbi circa l’inoculazione di dosi aggiuntive di vaccino anti Covid dicendo chiaramente che “una campagna di massa ogni 3-4 mesi è insostenibile” sia dal punto di vista logistico che della risposta immunitaria.

I dati a disposizione sono ancora troppo pochi e l’Ema dichiara di non averli visionati. Marco Cavaleri, responsabile per i vaccini dell’ente europeo, afferma che “non ci sono prove della necessità di una quarta dose nella popolazione generale”.

Anche Séphane Bancel, amministratore delegato di Moderna, fa sapere che a marzo dovrebbero arrivare i primi dati sul nuovo vaccino e sulla sua efficacia contro la variante Omicron. Solo in quel momento verranno condivisi con le autorità e si potrà capire e pianificare il prossimo passo avanti.

Quindi Aifa e Speranza vanno avanti senza il supporto dei dati.

Anche Francesco Broccolo, virologo dell’Università di Milano Bicocca, parlando della quarta dose afferma: “Non ci sono prove sufficienti che potrebbero supportare qualsiasi raccomandazione. I dati preliminari finora disponibili sollevano alcuni dubbi sull’efficacia ulteriore di questa dose aggiuntiva. È probabilmente opportuno prendere una lunga pausa, anche per vedere come si evolve il virus, se ci saranno nuovi sviluppi, mentre i casi nel nostro Paese sono in calo e si va verso l’endemia. Una possibilità potrebbe essere optare per un vaccino annuale“.

Sembra anche già chiaro che, visto i dati fin qui raccolti dalla campagna vaccinale in corso, moltiplicare i richiami potrebbe non essere una strategia vincente per diversi motivi.

Innanzitutto esiste un termine tecnico che si chiama “exhaustion”, cioè “sfinimento del sistema immunitario” che si verifica quando, dopo tante stimolazioni del suddetto sistema, i linfociti T prodotti dai vaccini smettono di funzionare correttamente. È un po’ come se le nostre difese immunitarie non ce la facessero più, come se fossero sfinite.

Inoltre, come spiega Guido Forni, immunologo dell’Accademia dei Lincei, c’è un altro limite con i vaccini che arriveranno diretti contro le varianti del virus, anche se per ora solo teorico e che ha a che fare con la reazione immunitaria verso nuove varianti, definito il “peccato originale dell’antigene”.

Se io, che ho ricevuto tre dosi del vaccino messo a punto con il virus di Wuhan, dovessi ricevere una quarta dose con il vaccino adattato a Omicron, il mio sistema immunitario potrebbe tendere a reagire come se avesse ancora a che fare con l’antigene di Wuhan.

“Una persona mai vaccinata prima produrrebbe invece anticorpi adatti a Omicron. È come se il mio corpo avesse imparato a eseguire un certo tipo di esercizi. Quando gli si chiede di farne di nuovi, preferisce tornare a quelli iniziali” semplifica Forni.

Giuliana Raffaelli

Laureata in Scienze Geologiche, ha acquisito il dottorato in Scienze della Terra all’Università di Urbino “Carlo Bo” con una tesi sui materiali lapidei utilizzati in architettura e sui loro problemi di conservazione. Si è poi specializzata nell’analisi dei materiali policristallini mediante tecniche di diffrazione di raggi X. Nel febbraio 2021 ha conseguito il Master in Giornalismo Scientifico all'Università Sapienza di Roma con lode e premio per la migliore tesi. La vocazione per la comunicazione della Scienza l’ha portata a partecipare a moltissime attività di divulgazione. Fino a quando è approdata sull’isola di Pantelleria. Per amore. Ed è stata una passione travolgente… per il blu del suo mare, per l’energia delle sue rocce, per l’ardore delle sue genti.

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Ambiente

Pantelleria, vendemmia 2025: i risultati tra siccità pregressa e peronospera

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Soddisfacente la vendemmia 2025. Dati alla mano

Ogni anno teniamo sott’occhio quella che una eccellenza indiscussa di Pantelleria: la viticultura.
Grazie a questa pratica di agricoltura decisamente eroica anche ai nostri tempi, l’isola ha conquistato uno spazio nei patrimoni dell’umanità, per cui l‘UNESCO ha conferito, lo ricordiamo, il riconoscimento proprio per la vite ad alberello.
Quest’anno abbiamo voluto fare un approfondimento, con una intervista, viste le recenti problematiche ambientali. Abbiamo contattato, all’uopo, Giovanni Bonomo, agricoltore eroico soprattutto per la passione che mette nel suo lavoro. Solerte, studioso, conosce i nomi latini di tutti o buona parte i parassiti che aggrediscono la vite, ma anche i capperi e altre colture importanti nella nostra economia. Con quel suo fare un pò romantico e un pò nostalgico, si sofferma ad analizzare soluzioni possibili per arginare problematiche simili, anche in modo sostenibile, si veda la conferenza che si terrà il 13 novembre prossimo e di cui parleremo in questo articolo.

E così, esordiamo: Signor Bonomo, com’è andata la vendemmia di quest’anno?Partiamo dalla siccità dell’anno scorso che ha portato una certa sofferenza alle piante. Quest’anno invece è piovuto circa 600 mm, quindi un po’ d’acqua è entrata nel terreno, però le piante venivano da un periodo di indebolimento, in cui la vendemmia è stata pessima.
Quest’anno però le viti, queste viti che hanno piantato i nostri antenati, che le hanno scelte fondamentalmente molti migliaia di anni fa, potendo risalire sino ai fenici, perchè lo zibibbo arriva a Pantelleria con i fenici, hanno avuto un buon ristoro grazie appunto all’azione della pioggia. Seppur non sia stata abbastanza generosa.
Ma ciò che ha afflitto quest’anno le piante è stata la peronospera che ha inflitto loro un effetto di “bruciatura”. 

Vuole spiegare a chi non è del settore cos’è la peronospera? “La peronospera, è un parassita, venuto dall’America, come anche lo Oidio, che in Italia si chiama malaria. Esso si riproduce, si replica, e alla fine le foglie tenere e i grappoli teneri che vengono colpite restano come “bruciate”. L’intera isola ha sofferto di questo “attacco”.
 
Siamo a novembre, la vendemmia ormai è arrivata quasi al termine. A Pantelleria si fanno più raccolti, ce li vuole spiegare?Sì, oramai l’abbiamo terminata. La prima raccolta si fa all’incirca ad agosto, nelle zone troppo veloci, partendo dalla scogliera con le uve primizie.
Queste primizie, una volta partivano per fare le cosiddette gabbiette ed essere distribuite come uva da tavola. Fatta questa prima raccolta, via via si risale di quota.”

Quali sono i vitigni della tradizione pantesca?In gran parte è lo zibibbo, poi i panteschi avevano, un tempo per uso personale, il catarrato, il nero nostrale l’insolia, il garignano e altri vitigni secondari. Però ripeto, una volta questi coltivati per uso personale, l’uva che andava alla vendita era lo zibibbo.
“Questo perchè, in genere, l’agricoltore pantesco non  gradisce tanto lo zibibbo, specie il vino dalla prima raccolta che sa essere stucchevole.
“Ma, negli ultimi decenni, sono cominciati ad arrivare i Merlot, i Cabernet, i Shiraz e via discorrendo così.”

Soddisfacente la vendemmia 2025. Dati alla mano

La vendemmia di quest’anno ha prodotto un quantitativo e un qualitativo che ci (6:40) lascia soddisfatti?Come quantitativo si potrebbe fare un po’ di più, se non venissimo da un anno molto arido, come qualità è molto buono. L’uva passa appassisce sempre a quel livello là, quindi poi sono sia i viticoltori con la loro cura, sia gli enologi che fanno dei grandi vini.
Questo quando non piove proprio quando è durante la vendemmia, perchè va a peggiorarsi la qualità dell’uva. Questo, per fortuna non si è verificato in questa annata.
Ho parlato ieri con l’Antonio  D’Aietti l’enologo, forse il principale professionista dell’isola, e lui mi ha detto che stanno guardando gli ultimi arrivi delle varie particelle, delle varie produzioni: siamo sui un 22 mila, si potrebbe arrivare a  24-25 mila quintali.”

Tra qualche giorno si darà via a un corso formativo all’avanguardia, che vuole esporre l’isola ad uno step nel progresso dal punto di vista dei trattamenti. Organizzato dal Centro Giamporcaro e nato da una sua idea, cosa può anticiparci? “L’Università di Palermo ci ha indicato questo formatore, il prof. Luigi Rotondo. Il corso si terrà dal 13 al 16 ottobre e durerà 14 ore, distribuite in tre pomeriggi e una mattinata, cercando di conciliare l’orario con le esigenze degli agricoltori, che di solito lavorano sempre e non hanno mai tempo di fare i corsi.
L’idea è di chiarirci le idee sulla peronospora e altri parassiti,  formando i lavoratori del settore  anche con l’autoproduzione di alcuni preparati, per cercare anche di ridurre l’impatto chimico sulle coltivazioni, che poi la parte anche li mangiamo noi.”
“L’argomento è molto grande, rispetto anche a come si mantengono i terreni, tenendo presente pure l’età delle persone, i mezzi che hanno a disposizione, i guadagni.”

Abbiamo notato  che questo corso è  considerato talmente valido, che il centro Giamporcaro ha radunato parecchi sostenitori: oltre Comune e Parco Nazionale, il Consorzio Vini Doc, le cantine Pellegrino, Emanuela Bonomo e Donnafugata. Poi Fertigess e Stelmond Bio, ma anche l’Autonoleggio Policardo, seppur non sia del settore. “Infatti, già durante una riunione dello scorso marzo abbiamo invitato diverse aziende, le più importanti hanno risposto, quindi Donna Fugata, Pellegrino, adesso è arrivata anche Emanuela Bonomo. Abbiamo anche come sponsor il Noleggio Policardo che è sempre molto sensibile ad appoggiare iniziative per il territorio. Tutta questa gente ha creduto in questo progetto presentato dal Giamporcaro, con il suo presidente Anna Rita Gabriele. Il  Giamporcaro dura da 30 anni con un grande lavoro alle spalle: è uno dei maggiori soggetti attivi dal punto di vista sociale, culturale, il tutto, essendo una associazione no profit lo fa gratuitamente per la comunità di Pantelleria.”

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Salute

ASP Trapani cerca medici per Ospedale di Pantelleria

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Le candidature entro 13 novembre

L’Azienda Sanitaria della Provincia di Trapani comunica che sono stati riaperti i termini dell’avviso pubblico, per il conferimento di incarichi libero professionali a Medici Specialisti, nella disciplina di:
Ortopedia e Traumatologia, da destinare esclusivamente al P.O. di Pantelleria. 

Secondo quanto riportato, le candidature dovranno essere  presentate da giovedì 30 ottobre 2025 e fino alle ore 23:59 di giovedì 13 novembre (15 giorni).

Il bando è consultabile sulla piattaforma InPa e sul sito https://asptrapani.selezionieconcorsi.it/,
E’ possibile partecipare al concorso registrandosi, con i propri dati anagrafici, selezionando la procedura d’interesse e compilando, in ogni sua parte, il format online.

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Ambiente

Pantelleria, calendario distribuzione acqua a Rekhale – si parte domani 1 novembre 2025

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Di seguito l’avviso pubblico relativo al calendario di distribuzione acqua per il mese di novembre, contrada Rekhale

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