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Codici: la magistratura italiana affossa la bigenitorialità. Disparità di trattamento tra madre e padre

Marilu Giacalone

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 Secondo uno studio solo il 2,6% delle coppie vive un affido congiunto “equo” e i figli sono tra i più infelici d’Europa

 

Su oltre 9mila bambini europei, in Italia solo il 2,6% delle coppie vive un affido congiunto equo. È il dato amaro che emerge dallo studio “Joint physical custody of children in Europe”, realizzato da docenti dell’Università di Turku in Finlandia e del Wisconsin-Madison negli Usa, e pubblicato su Demographic Research. Dalla ricerca emerge il ritardo del nostro Paese rispetto ad altre realtà, come la Svezia, che fa registrare il 42,5%. Un dato che, secondo l’associazione Codici, deve far riflettere e spingere ad intervenire per invertire la rotta, considerando che si traduce nell’infelicità dei bambini oltre che dei genitori stessi.

 

“È uno studio interessante perché fotografa una situazione preoccupante – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e su cui serve un deciso cambio di passo. I genitori che scelgono l’affido condiviso o congiunto lo fanno perché vogliono garantire ai figli una crescita positiva, sgravata il più possibile dal peso della separazione. Il problema è che i buoni propositi spesso non si realizzano. Ciò avviene perché nella maggior parte dei casi non viene dato seguito ai protocolli d’intesa sottoscritti al momento della separazione, dove si indicano i compiti che spettano ai genitori, gli orari da dedicare ai figli e gli impegni da assolvere. Rimane tutto sul vago e così l’affido condiviso non è ‘equo’, è un concetto astratto che non trova conferma nella realtà. Circa il 94% dei bambini italiani figli di separati vive in una situazione di affidamento esclusivo sostanziale, trascorre gran parte del tempo con un solo genitore a discapito dell’altro, alimentando così la conflittualità tra loro. A pagarne le conseguenze, come detto, sono i bambini, oltre ai padri, perché è la madre quasi sempre ad avere l’affido e questo spiega le storie raccontate sempre più frequentemente di papà separati che vivono una condizione di grande difficoltà. Lo studio pubblicato da Demographic Research dimostra che l’Italia è parecchio indietro rispetto ad altre realtà europee. C’è una legge, la 54 del 2006, che va in una direzione opposta per garantire ai figli un rapporto equilibrato tra i genitori separati. Quindi la strada da seguire è tracciata e la speranza è che il nostro Paese si rimetta in carreggiata al più presto, perché questa situazione non è più sostenibile, per i figli e per i genitori, padri in testa”.

 

L’associazione Codici è impegnata da anni in un’attività di assistenza per i padri separati in difficoltà. È possibile segnalare il proprio caso e richiedere aiuto al numero 065571996 o all’indirizzo e-mail segreteria.sportello@codici.org.

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Ordine Medici di Trapani dona uova di Pasqua e colombe ai bimbi ucraini ospiti dell’Istituto Incoronata di Erice

Redazione

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Ieri pomeriggio il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Trapani, Filippo Mangiapane, ha consegnato uova di Pasqua e colombe pasquali ai bambini ucraini accolti presso l’Istituto Incoronata di Erice.

Ad accogliere il gesto solidale, la Madre superiora suor Teresina assieme alle educatrici e alle volontarie del servizio civile che si prendono cura dei piccoli ospiti fuggiti dal conflitto in Ucraina. Attualmente l’Istituto ospita sette bambini, di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, alcuni dei quali affetti da gravi patologie.


«Quest’anno – ha dichiarato il presidente Mangiapane – abbiamo voluto dedicare il nostro gesto di solidarietà pasquale ai bambini dell’Incoronata, che vivono lontani dalle loro famiglie e dai loro affetti. È un piccolo segno di vicinanza che, ci auguriamo, possa portare un sorriso e un momento di serenità in occasione della Pasqua».

Gratitudine è stata espressa anche dalla Madre superiora suor Teresina: «È grazie alla solidarietà delle famiglie e degli enti della nostra comunità se questi bambini possono avere tutto ciò di cui hanno bisogno. Gesti come questo ci commuovono profondamente e ci donano la forza per guardare con speranza al futuro. Vederli sorridere quando ricevono un dono, o quando rientrano felici dopo una passeggiata con chi li ha in affido, ci ricorda ogni giorno quanto amore ci sia ancora nel mondo».

L’Ordine dei Medici di Trapani rinnova, anche in questa occasione, il proprio impegno verso iniziative di solidarietà e attenzione al territorio, nella convinzione che il ruolo dei medici non si esaurisca all’interno delle strutture sanitarie, ma continui anche nella partecipazione attiva alla vita della comunità.

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Mediterranea: “Grazie al Presidente Mattarella per apprezzamento opera di soccorso navi italiane”

Redazione

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18 aprile – Ringraziamo il Presidente Sergio Mattarella per aver ribadito, nel giorno che ricorda un terribile naufragio, quanto la grandezza di un Paese, il suo grado di civiltà, dipenda dal suo impegno nel salvare vite umane. 

In tempi nei quali morti in mare per omissioni di soccorso, guerre, respingimenti, deportazioni, lager sembrano diventati “banalità del male”, le nostre Mare Jonio e Safira portano la bandiera italiana navigando in direzione ostinata e contraria alla morte, all’odio e all’indifferenza.

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Castelvetrano, ai detenuti i dolci della Pasqua del Gruppo Catechismo

Redazione

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Il cappellano del carcere di Castelvetrano don Vincenzo Aloisi e gli operatori volontari della casa circondariale hanno consegnato ai detenuti i dolci/doni realizzati dal gruppo catechismo della parrocchia Santa Maria di Gesù di Mazara del Vallo. I bambini, coordinati da Marianna Mulone e animati dal parroco don Giuseppe Lupo, hanno accompagnato i dolci/doni con coloratissime letterine di speranza consegnate a ogni fratello recluso. I ragazzi del catechismo hanno pensato anche di donare alcune uova di cioccolato per i figli dei detenuti che, in questa settimana santa, verranno a visitare i loro papà per gli auguri pasquali. «Per questo Giubileo Papa Francesco ci raccomanda di essere segni e porte di speranza – ha detto don Aloisi – questa è la missione di ogni cristiano che come questi ragazzi mazaresi di Santa Maria di Gesù stanno crescendo, coinvolti da questo meraviglioso progetto di umanizzazione portato dal Signore Gesù, nostra unica speranza».

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