Sociale
Catania, Cena stellata di beneficenza con lo chef Accursio Craparo per sostenere La Locanda del Samaritano
Sapori e solidarietà per sostenere la Locanda del Samaritano il prossimo 14 dicembre alle ore 20:00, nel salone principale de Le Dune Sicily Hotel di Catania (Viale Presidente Kennedy 10/b)
Immaginate una serata speciale, dove i profumi inebrianti della cucina stellata incontrano la magia di un tramonto sul mare. È questa l’atmosfera che vi accoglierà il prossimo 14 dicembre alle ore 20:00, nel salone principale panoramico de Le Dune Sicily Hotel di Catania, (Viale Presidente Kennedy 10/b). Una cornice suggestiva, scelta dalla Fondazione Ymca Italia per ospitare una cena stellata di beneficenza, guidata dallo chef Accursio Craparo, simbolo dell’eccellenza culinaria siciliana e premiato con una stella Michelin.
Non sarà solo una serata dedicata al gusto: parte del ricavato andrà a sostenere un progetto di ampliamento della Locanda del Samaritano, gestita da Padre Mario Sirica, una realtà impegnata nell’accoglienza di persone in difficoltà economica, con l’obiettivo di offrire loro un ambiente dignitoso e sicuro dove ricostruire il proprio futuro. La Locanda è una struttura che offre accoglienza a persone senza fissa dimora, fornendo loro non solo un tetto, ma anche supporto per il reinserimento sociale e lavorativo. Sotto la guida di Padre Mario ha ampliato i suoi servizi, inaugurando nel 2022 una caffetteria sociale e un centro di ascolto, con l’obiettivo di promuovere la dignità e l’unicità di ogni individuo.
Nel marzo 2024, la Locanda ha aperto “Lumière”, una casa di accoglienza femminile dedicata a donne emarginate e vittime di violenza, rispondendo all’aumento delle richieste di aiuto da parte di donne in stato di povertà e vulnerabilità. Il sostegno a queste iniziative è fondamentale per continuare a offrire servizi essenziali a chi ne ha più bisogno, contribuendo a costruire una comunità più inclusiva e solidale.
Una cena che racconta la Sicilia
Protagonista indiscusso della serata sarà Accursio Craparo, chef di Modica e interprete visionario della cucina siciliana. Con uno stile che unisce rispetto per la tradizione e spinta verso l’innovazione, Craparo riesce a trasformare ingredienti semplici in opere d’arte culinarie. La sua passione per il territorio si riflette in ogni piatto, un viaggio tra i sapori autentici della Sicilia, reinterpretati con maestria e creatività. La sua stella Michelin, conquistata nel 2016 con il ristorante “Accursio” di Modica, è solo uno dei tanti riconoscimenti di una carriera dedicata a raccontare la cultura e l’anima della sua terra.
Solidarietà in primo piano: la Fondazione Ymca Italia
Promotrice dell’evento, la Fondazione Ymca Italia è parte di un network globale che opera per migliorare la vita delle comunità. Da oltre un secolo, questa organizzazione è impegnata in progetti di inclusione sociale, formazione e sostegno alle fasce più vulnerabili, con un’attenzione particolare ai giovani. Con programmi che sviluppano empowerment e spirito critico, la Fondazione lavora per costruire una società più equa e solidale.
Ad arricchire l’esperienza ci saranno le coinvolgenti performance musicali dei Retro Style e il sax di Lucio Pappalardo, pronti a creare un’atmosfera unica, tra melodie eleganti e ritmi accattivanti.
Come partecipare
Un’opportunità unica per unire il piacere della buona cucina con il valore della solidarietà. Per informazioni e prenotazioni, è possibile visitare il sito https://www.ledunesicilyhotel.it/i-nostri-eventi, contattare lo 095/81 88 110 o inviare una mail a info@ledunesicilyhotel.it.
La Fondazione Ymca Italia e Le Dune Sicily Hotel vi invitano a vivere una serata indimenticabile, dove ogni boccone e ogni gesto saranno un dono prezioso per chi ne ha più bisogno.
Sociale
Pantelleria, che fine ha fatto l’iniziativa “Il ciambellone è anche tuo”? Chi ricorda le postazioni salvagente?
Sono passati cinque anni da quando Andrea Fumuso, attivo cittadino di Pantelleria, mise in essere il progetto “Il ciambellone è anche tuo”. Si trattava dell’istallazione di postazioni di salvataggio, corredate di ciambellone/salvagente e cima di recupero.
Erano otto le postazioni completate situate a: Bue Marino alto, Bue Marino basso, Campobello porticciolo, Kattibuale e Cala 5 Denti, poi Gadir, Balta dei Turchi, La Vela e Faro di Scauri, Karuscia, Cala Levante e Cala Tramontana.
Per sostenere le spese per l’acquisto dei ciambelloni e altro materiale, Andrea Fumuso si era fatto sostenere da sponsor (tra questi anche la nostra redazione) e, ottenuti tutti i permessi all’Ufficio Marittimo dell’isola, ha realizzato il progetto che mirava a contribuire alla sicurezza in mare.
L’idea ha funzionato, in tanti sull’isola si sono messi a disposizione per contribuire, ma poi si è arenata. Non sappiamo perchè e per come, ma speriamo che una iniziativa così importante possa essere riportata a troneggiare nelle zone marine di maggior frequentazione al servizio dei bagnanti e della vita.
In copertina immagine di repertorio: secondo da sx. Andrea Fumuso, l’allora Com. Antonio Terrone, l’ex sindaco Vincenzo Campo. Si tratta della prima postazione a Bue Marino, dedicata al compianto Agostino Policardo
Eventi a Pantelleria
Salemi, Cercatori di speranza: testimonianze in memoria del naufragio di Cutro
L’intervento dei migranti del Centro di seconda accoglienza SAI di Salemi
“Nessuno mette i suoi figli dentro una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra.” Queste le parole della poetessa britannica di origine somala Warsan Shire che riecheggiano nella sua poesia “Casa”, poesia che è stata letta durante un incontro tenutosi lo scorso 8 Gennaio 2025 a Salemi, nella Chiesa del SS Crocifisso, dal titolo “Cercatori di Speranza”, in occasione dell’arrivo della Tavola di Cutro nella Diocesi di Mazara del Vallo.
Questa tavola è parte di un’imbarcazione partita dalla Turchia con a bordo circa 180 migranti, che nella notte tra il 25 e il 26 febbraio è naufragata a pochi metri dalla costa di Cutro, in provincia di Crotone in Calabria, dove persero la vita 94 migranti, 35 dei quali erano bambini.
L’incontro, organizzato dalla Parrocchia Chiesa Madre di Salemi e la Parrocchia San Vito Martire di Vita, ha visto anche la partecipazione del Centro di seconda accoglienza SAI di Salemi del Consorzio Solidalia: sono stati invitati dei giovani migranti per poter parlare della loro esperienza, del loro viaggio e delle ambizioni che hanno qui in Italia. Diallo, beneficiario del centro, e Victor e Yacinthe, ex beneficiari, hanno raccontato ai presenti la loro storia, il motivo che li ha portati a lasciare la loro terra, le paure che hanno vissuto durante il loro viaggio e le speranze che nutrono ancora ora verso il nostro Paese.
Eventi a Pantelleria
Mazara, Don Francesco Ingrande nuovo sacerdote. E’ stato seguito da Don Vito Impellizzeri di Pantelleria
DON FRANCESCO INGRANDE NUOVO SACERDOTE: PRIMO MAZARESE PRESBITERO DOPO 24 ANNI
Ieri sera nella Cattedrale Ss. Salvatore di Mazara del Vallo don Francesco Ingrande è stato ordinato presbitero della Diocesi di Mazara del Vallo. La celebrazione è stata presieduta dal Vescovo monsignor Angelo Giurdanella. Don Ingrande è il primo mazarese che viene ordinato presbitero dopo 24 anni: l’ultimo a diventare sacerdote fu don Antonino Favata, ordinato il 16 dicembre 2000.
A presentare il candidato al presbiterio è stato don Daniele Donato, parroco di Cristo Re, la comunità dove nell’ultimo anno don Ingrande ha svolto attività da diacono.
Al termine della celebrazione don Francesco Ingrande ha avuto parole di ringraziamento per quanti l’hanno accompagnato nel suo percorso vocazionale: da don Vincenzo Aloisi a don Antonino Favata, da don Vito Impellizzeri (oggi preside della Facoltà Teologica di Sicilia) a don Donato con il quale ha svolto attività insieme nell’ultimo anno. Non per ultimi, don Francesco Ingrande ha avuto parole di ringraziamento per i suoi genitori e per i suoi fratelli.
«La mia speranza e il mio obiettivo sono quelli di trasmettere agli altri lo stesso amore che io ho per Dio. Per questo ci sono varie forme. Sicuramente il mio essere giovane e quindi di una generazione diversa rispetto a quella di qualche confratello mi consente di trasmettere questo amore in maniera giovanile senza usare termini filosofici o parole clericali. Un linguaggio semplice che possa essere alla portata di tutti», sono state le parole di don Ingrande.
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