Ambiente
Castellammare (TP) Patti (ME) Catania “Rete 3 Golfi”, Sammartino: «Sinergia con pescatori e ricercatori»

Presidenza della Regione
Costruire modelli di pesca sostenibili, condivisi e integrati; monitorare lo stato di salute dei nostri mari attraverso attività di ricerca condotte a bordo delle imbarcazioni che praticano l’attività a strascico. Questi gli obiettivi del progetto di ricerca “Rete 3 Golfi – 3G”, finanziato dalla Regione Siciliana attraverso il dipartimento regionale della Pesca mediterranea con risorse del Po Feamp Sicilia 2014-2020. I risultati del lavoro di monitoraggio e raccolta di dati socio-economici provenienti dai tre grandi golfi siciliani di Castellammare (Trapani), Patti (Messina) e Catania sono stati presentati oggi nel capoluogo etneo nel corso di una conferenza stampa al PalaRegione.
«La preziosa sinergia tra pescatori e ricercatori – ha spiegato l’assessore all’Agricoltura, allo sviluppo rurale e alla pesca mediterranea, Luca Sammartino – è il valore aggiunto di un progetto di studio certosino che ci consentirà di tracciare un percorso di sviluppo e formulare dei piani di gestione che tengano conto delle specificità socio-ecologiche dei golfi. Un’attività da supportare e rilanciare per salvaguardare l’ambiente marino e consentire ai portatori di interesse strumenti e azioni replicabili per la creazione di una rete integrata per il monitoraggio e la produzione di un modello regionale di gestione innovativa, sostenibile e socialmente accettabile delle risorse e degli ecosistemi marini da mantenere e implementare nei prossimi anni. Una strada innovativa che la Regione Siciliana intende perseguire».
Il progetto “Rete 3 Golfi – 3G” ha avuto operativamente inizio nell’ottobre del 2022. In un anno i ricercatori dell’Università di Palermo e della sede siciliana Sicily Marine Centre della Stazione zoologica “Anton Dohrn” a bordo di pescherecci hanno lavorato con i pescatori dei tre golfi (per più di 1200 ore). I pescherecci sono stati trasformati in navi di ricerca, dove sono state realizzate analisi del pescato e sono stati raccolti campioni per lo studio delle specie marine che popolano i sedimenti dei fondali e la colonna d’acqua da 10 a 560 metri di profondità. Sensori hi-tech sono stati installati per la misura di dati di temperatura e ossigeno disciolto dei nostri mari. In laboratorio sono state censite oltre 120 specie di organismi marini; sono stati dissezionati, pesati e misurati oltre 60.000 pesci; sono stati raccolti e filtrati più di 1350 litri di acqua di mare sottoposta ad analisi chimiche e biochimiche; sono stati raccolti e setacciati circa 3000 litri di sedimenti marini sottoposti ad analisi biochimiche, fisiche, tessiturali e della fauna che li abita.
La collaborazione attiva con i Consorzi di gestione della pesca artigianale (Cogepa) ha permesso di utilizzare strumenti di raccolta di dati socioeconomici e di integrare la conoscenza associata all’esperienza diretta e storica dei pescatori che vivono il mare dei tre golfi, i cambiamenti in corso e i possibili conflitti legati ad altre attività umane. Durante le diverse fasi del progetto i ricercatori hanno seguito un approccio di analisi integrata di tutti i dati di biodiversità e funzionamento degli ecosistemi marini del Mare Nostrum e un approccio partecipativo basato sul coinvolgimento attivo dei portatori di interesse attraverso un continuo scambio di informazioni, percezioni e conoscenza.
«Il progetto “Rete 3 Golfi” ha permesso di porre l’accento sull’importanza del monitoraggio della biodiversità che supporta le risorse alieutiche, sottolineando come la biodiversità degli ecosistemi marini, e dei tre golfi nel caso specifico, sia alla base dello sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità costiere che vi si affacciano. Il monitoraggio di zone di tutela biologica come quelle pensate negli anni ’90 per i tre golfi, non può essere circoscritto nel tempo a differenza di quanto è stato fatto negli ultimi 30 anni, ancor peggio occasionale, ma deve essere esteso nello spazio e nella durata per poter assicurare una raccolta di dati continua», ha spiegato uno dei due coordinatori del progetto, Gianluca Sarà, professore ordinario di Ecologia dell’Università di Palermo e responsabile del laboratorio di Ecologia del dipartimento di Scienze della terra e del mare.
Maria Cristina Mangano, ricercatrice della sede siciliana – Sicily Marine Centre – della Stazione zoologica “Anton Dohrn” di Napoli ha posto l’accento sugli aspetti innovativi dell’attività condotta: «Tra le innovazioni realizzate dal progetto, a mio parere, la più interessante per le marinerie coinvolte e per noi ricercatori consiste nella creazione di una nuova, solida ed efficace interfaccia di dialogo tra ricercatori e pescatori. I ricercatori sono riusciti, attraverso un capillare e continuo trasferimento di conoscenza ai pescatori, a renderli protagonisti della raccolta di dati e conoscenza associata».
«Il progetto “3G”, assieme a diverse altre iniziative – ha commentato il dirigente generale del dipartimento regionale della Pesca mediterranea, Alberto Pulizzi – è la dimostrazione che la Regione Siciliana sta lavorando in maniera attenta e minuziosa a salvaguardia dell’ambiente marino e dei pescatori siciliani, volano principale dell’intero settore ittico regionale che rappresenta oltre il 20 per cento di tutta la pesca italiana».
Ambiente
Trapani, blitz Guardia Costiera: rimessi in libertà 500 kg di cetrioli di mare destinati a mercato estero

OPERAZIONE DELLA GUARDIA COSTIERA DI TRAPANI A TUTELA
DELL’AMBIENTE MARINO – DENUNCIATI CINQUE PESCATORI ABUSIVI.
Mezza tonnellata di oloturie (dette anche cetrioli di mare)
sequestrata dalla Guardia di Costiera di Trapani in un blitz
della scorsa notte a Nubia nel cuore della Riserva delle Saline
di Trapani e Paceco. Sono prodotti di cui è vietata la cattura
perché si tratta di una specie preziosa per l’equilibrio
dell’ecosistema marino e della sua biodiversità. Sono definiti
detritivori, cioè spazzini dei fondali che riciclano la materia
organica di cui si cibano per ripulirla; sembra siano anche in
grado di espellere le sostanze digerite con pH leggermente
basico, tali da tamponare l’effetto di acidificazione degli
oceani.
Per cinque pescatori abusivi è scattata la
denuncia, oltre al sequestro del pescato e degli
attrezzi utilizzati.
Secondo gli inquirenti, le oloturie sono merce
destinata a un mercato clandestino da Trapani
verso paesi esteri. È noto, infatti, che, essendo
queste specie particolarmente ricercate, il
potenziale guadagno a favore dei pescatori di
frodo si sarebbe aggirato attorno ai 100 euro al
chilo. Data la complessità e la personalità dei
soggetti fermati, già noti per analoghi precedenti, l’operazione ha richiesto la collaborazione
del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani, in
supporto per il controllo del territorio, e della Guardia Costiera
di Marsala già impegnata in analoghi controlli nella riserva di
Mozia.
Gli esemplari catturati, circa 500 chili, sono stati
reimmessi nell’ambiente marino durante la mattinata odierna
perché ancora in vita.
La Capitaneria di Porto di Trapani continuerà nel controllo
del Litorale a tutela delle specie e dell’Ambiente Marino
protetto.
Ambiente
A Pantelleria è nato Ettore, un cucciolino di asino pantesco. Lo annuncia il Parco

Il lieto evento lo annuncia il Parco
Un dolcissimo Buongiorno … pieno d’amore …
Pantelleria annuncia la nascita di Ettore! … grazie al Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale Servizio 17 – Servizio per il Territorio di Trapani, per il progetto di recupero della specie curato dal responsabile Giuseppe Pace…
Siamo fieri di contribuire a rendere ancora più splendida la natura!
L’annuncio del lieto evento asinino lo dà l’Ente Parco, con fierezza “paterna”, visti gli sforzi e gli impegni assunti con l’isola, con i panteschi e con la natura, per il reinserimento e la ripopolazione di questa razza equina A Pantelleria.
La nascita di Ettore è davvero una notizia che rincuora e rallegra e radica nuovamente una parte di cultura alle antiche e preziose tradizioni della nostra civiltà.
L’animale, ormai estinto, è stato reintrodotto , grazie all’opera dell’Ente Parco Isola di Pantelleria: due esemplari siciliani con caratteristiche compatibili con il patrimonio genetico dell’asino pantesco presso l’allevamento San Matteo di Erice.
A Pantelleria, l’asino è stato “assunto” come educatore e guida turistica e dal suo ritorno è stato protagonista già di molte iniziative e avventure in percorsi mozzafiato.
Il legame dei panteschi con l’affettuoso quadrupede è pluri millenario, con ci spiega in più di pubblicazione il nostro compianto Enzo Bonomo:
https://www.ilgiornaledipantelleria.it/pantelleria-u-scecco-lasino-un-mito-antico-oltre-2000-anni/
Cresci bene, dolce Ettore.
In copertina foto del Parco
Ambiente
Rifiuti, Safina (PD): “Il governo regionale si impegni con risorse concrete per i Comuni”

Trapani, 13 febbraio 2025 – “L’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato ieri, con il parere favorevole del governo e sottoforma di raccomandazione, un ordine del giorno che impegna l’esecutivo a individuare risorse per coprire gli extra costi sostenuti dai comuni siciliani nel settore dei rifiuti. È una raccomandazione importante, ma adesso servono atti concreti: vigileremo affinché nei prossimi strumenti finanziari vengano stanziate risorse adeguate a compensare, totalmente o in parte, i costi aggiuntivi che i comuni sono costretti a sostenere per il conferimento dei rifiuti all’estero”.
A dichiararlo è il deputato regionale del Partito Democratico Dario Safina, che sottolinea l’urgenza di un intervento strutturale per risolvere il paradosso che penalizza i comuni e i cittadini nella raccolta differenziata.
“Da tempo ANCI Sicilia denuncia che i comuni che hanno raggiunto o superato l’80% di raccolta differenziata sono costretti a farsi carico di costi insostenibili per lo smaltimento dell’indifferenziato, con il rischio di dover aumentare la TARI a discapito dei cittadini. Questo è inaccettabile. Inoltre, il costo medio della gestione dei rifiuti in Sicilia è di 380 euro a tonnellata, tre volte più alto rispetto ad altre regioni italiane, a causa della saturazione delle discariche, dei trasferimenti fuori regione e dell’aumento dell’IVA sul conferimento in discarica, passata dal 10% al 22%”.
Secondo Safina, la soluzione non può limitarsi alla realizzazione dei termovalorizzatori, che comunque non saranno operativi prima di cinque anni.
“La Sicilia soffre una grave carenza di impianti di riciclaggio e recupero, indispensabili per valorizzare i materiali e abbattere i costi di gestione dei rifiuti. In Toscana, ad esempio, grazie a una rete efficiente di piattaforme di valorizzazione, i comuni riescono a recuperare 200 milioni di euro l’anno, riducendo la TARI per i cittadini. Serve un cambio di passo: il governo regionale deve stanziare risorse per sostenere i comuni virtuosi e accelerare la realizzazione di questi impianti. Se vogliamo davvero promuovere la raccolta differenziata, dobbiamo premiare chi la fa e non penalizzarlo con costi insostenibili”.
Il Partito Democratico, conclude Safina, continuerà a monitorare la situazione affinché il governo Schifani traduca infatti gli impegni presi: “Non ci accontentiamo di promesse o semplici raccomandazioni. I comuni e i cittadini siciliani meritano risposte immediate e strutturali”.
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