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Cultura

Campobello di M., Premio 91021 a CNR-IAS di Torretta Granitola

Redazione

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L “PREMIO 91021” A CNR-IAS DI TORRETTA GRANITOLA: RICONOSCIMENTI AD ALTRE PERSONALITÀ ED ENTI
Tre persone e due enti che hanno promosso positivamente il nome di Campobello di Mazara nel mondo. È stato assegnato nel corso di una serata-spettacolo al cineteatro Olimpia di Campobello di Mazara il “Premio 91021” alla sua prima edizione, organizzato dalla Pro Loco di Campobello di Mazara e delle frazioni, dall’associazione “Ciuri”, col patrocinio del Comune. Il sindaco Giuseppe Castiglione ha consegnato il Premio a don Pietro Pisciotta, presbitero della Diocesi di Mazara del Vallo, storico e scrittore. Per 50 anni don Pisciotta è stato parroco a Campobello e ha insegnato al Liceo di Mazara del Vallo. Oggi è Presidente dell’Accademia selinuntina di scienze, lettere e arti. Il consigliere Pro Loco Caterina Giorgi ha consegnato il Premio al cantautore Giuseppe Anastasi, docente al CET di Mogol e autore di numerosi brani interpretati da Arisa. Premio anche a Francesco Cappuzzo, il giovane palermitano campione mondiale di wing foil che ha scelto “Capo Puzziteddu” (Torretta Granitola) come “casa” e campo d’allenamento. Il “Premio 91021” è stato consegnato dal Presidente della Pro Loco Max Firreri al Cnr-Ias di Torretta Granitola, l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino: a ritirarlo è stato il responsabile della sede Giorgio Tranchida insieme a un gruppo di ricercatori e tecnici. Premio anche all’Oasi di Torretta, il centro riabilitativo per diversamente abili, guidato dal 1994 dal presidente Giuseppe Signorello. Un sesto Premio è stato consegnato alla memoria di Nino Buffa, morto nel 1968. Buffa è stato medico ed è stato sindaco del Comune di Campobello di Mazara, dal 1° ottobre 1961 al 2 ottobre 1965. Presso l’ente locale ricoprì, in precedenza, anche l’incarico di Commissario regionale, dal 1° agosto 1960 al 26 novembre dello stesso anno. A ritirare il Premio è stato il figlio Giacomo Buffa. Una menzione speciale è stata assegnata ai regolaristi campobellesi che hanno vinto la “Targa Florio 2023” e ai partecipanti alla prima edizione del “Nocellara Expo”, svoltosi il 5 novembre scorso a Campobello.

Cultura

Castelvetrano, dall’11 maggio in mostra “Il principe dei mari”, gli scatti di Giuseppe Di Salvo

Marilu Giacalone

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A Belicittà la mostra “Il principe dei mari” di Giuseppe Di Salvo
 
Castelvetrano, 30 aprile 2024 – Il Centro Commerciale Belicittà di Castelvetrano ospita la mostra “Il principe dei mari” del fotografo trapanese Giuseppe Di Salvo, che si terrà dall’11 al 26 maggio 2024.

Gli scatti di Di Salvo, catturati nel 1992 al largo delle coste trapanesi nella tonnara di San Giuliano Palazzo, offrono uno sguardo intimo sulla vita dei pescatori e sulle loro tradizioni, il legame profondo tra il mare e la storia della comunità.

L’inaugurazione è prevista per l’11 maggio alle ore 18.00, mentre, tra gli eventi collaterali, il 18 maggio alle ore 18.00 sarà presentato il libro “Il Signore delle Tonnare” del giornalista e scrittore Ninni Ravazza, un approfondimento sulla millenaria pratica della pesca del tonno lungo le coste della Sicilia e un omaggio alla vita avventurosa di Nino Castiglione, che da modesto commerciante, è divenuto l’erede morale dei Florio.

Durante la mostra “Il principe dei mari” sono previsti momenti di degustazione di prelibati prodotti di tonnara, offrendo ai visitatori l’opportunità di assaporare le eccellenze locali e immergersi nell’atmosfera della tradizione marinaresca siciliana attraverso l’esposizione fotografica.

La mostra, organizzata dal Centro Commerciale Belicittà in collaborazione con l’Istituto di Istruzione Superiore “R. D’Altavilla”, l’Istituto TED Formazione Professionale e l’azienda Nino Castiglione Spa, rappresenta un’opportunità unica per riflettere sulla bellezza e sulla fragilità del nostro patrimonio naturale e culturale, celebrando le tradizioni uniche della Sicilia che meritano d’essere preservate.

Il Centro Commerciale Belicittà, confiscato alla criminalità organizzata, oggi costituisce uno spazio sicuro restituito al territorio. Grazie alle sue iniziative, il Centro rappresenta un tangibile tributo alla resilienza della comunità e alla volontà di preservare orgogliosamente le proprie tradizioni di sana economia.

Giuseppe Di Salvo, nato a Trapani nel 1965, è un fotografo di scena e reportage industriale con una vasta esperienza nel campo della fotografia teatrale, della moda e dello sport. Dopo aver conseguito una specializzazione in Fotografia di Scena presso l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, ha iniziato la sua carriera professionale negli anni ’90. La sua versatilità e sensibilità nel catturare momenti significativi lo hanno reso un fotografo apprezzato a livello internazionale. Le sue opere sono state esposte in varie mostre, a Palermo, Parigi e Buenos Aires, contribuendo a forgiare la sua sensibilità nel catturare momenti significativi e storie emozionanti attraverso il suo lavoro nel fotogiornalismo e nel reportage.

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Cultura

Ricerca, Regione investe su alta formazione: triplicate le borse di dottorato

Marilu Giacalone

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 Presidenza della Regione
Fondi più che triplicati, incremento del numero delle borse di dottorato regionali, che passano da circa 50 a 130 circa, regole più snelle e impulso alla collaborazione scientifica. La Regione, attraverso il dipartimento regionale dell’Istruzione, dell’università e del diritto allo studio, investe sull’alta specializzazione post-laurea potenziando le borse per i dottorati di ricerca negli atenei siciliani.

L’avviso, che utilizza risorse del programma Fse+ 2021-27, è stato illustrato nella sala conferenze dell’assessorato dell’Istruzione e formazione professionale, presenti l’assessore regionale e i rettori di Palermo, Catania, Messina, Kore di Enna e Lumsa di Palermo, oltre a enti e organismi di ricerca siciliani. Nello specifico, sono stati stanziati 12 milioni di euro; le borse sono state, anch’esse, quasi triplicate, ed è stato aumentato l’importo tramite il riconoscimento del budget annuale al dottorando.

Dall’assessorato anche l’incentivo concreto alla cooperazione virtuosa e trasversale tra le varie Università e altri soggetti della ricerca, aprendo la strada alle borse di studio (che dovranno toccare almeno la quota del 50 per cento di quelle finanziate complessivamente) da realizzarsi in collaborazione tra le Università e altri enti di ricerca vigilati dai ministeri, come il Cnr, o altri organismi di ricerca aventi sede operativa in Sicilia, mediante lo strumento del co-tutoraggio. Ancora, una linea di finanziamento peculiare è stata approntata per lo specifico sostegno ai corsi di dottorato di ricerca di interesse nazionale.

Il co-tutoraggio verrà attivato con riferimento alla singola borsa di dottorato sulla scorta di un accordo o convenzione tra Università ed ente o organismo di ricerca. Per ciascuna borsa regionale è previsto che il dottorando svolga un periodo di studi e ricerca all’estero tra 6 e 12 mesi.

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Cultura

Perduto e ritrovato dall’amore di Dio

Redazione

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 Sono nato in una famiglia cattolica come tante. Da bambino ho frequentato l’oratorio dei Salesiani e poi gli scout, il grande amore della mia vita. Dopo il liceo e la lettura di tanti testi religiosi, ho anche studiato teologia.
Avevo fame di mondo e di vita. Sono anche diventato giornalista e ho viaggiato molto.

Cercavo di essere un buon cristiano e pensavo di cercare sinceramente il Signore. Ma, in verità, lo cercavo con paura e con rabbia. Forse dentro di me Dio era come mio padre, un uomo di formazione militare. A Dio, come a mio padre, bisognava solo ubbidire e l’obbedienza non era mai perfetta. Ubbidivo a Dio ma non lo amavo. Dentro di me anzi lo detestavo e lo maledicevo.

Mio padre era un uomo violento. E per me Dio era come lui. Per quanto mi sforzassi, non avrei mai meritato il suo amore. Mi sono sentito spesso come un cane randagio, costretto a mendicare carezze e cibo. Fuggivo da Dio così come avevo passato l’infanzia e l’adolescenza a fuggire dall’umore imprevedibile di mio padre. Pensavo di conoscere Dio, in fondo avevo studiato teologia! Ma lo conoscevo “per sentito dire”, come Giobbe (42,5). In verità, ero morto dentro. Formalmente un buon cristiano, vivevo una vita disordinata. Priva di amore, in continua e sorda ribellione.

Ma il Signore mi ha messo nel cuore una grande nostalgia e mi ha dato la forza di volgere i miei passi verso di Lui. Nell’estate del 2018 durante un corso di esercizi spirituali ho meditato la parabola del figliol prodigo. Ho urlato a Dio tutta la mia rabbia. Ma all’improvviso mi sono accorto della bellezza che mi circondava: il cielo terso, la luce dorata del sole, il mare e le colline. E ho sentito forte, avvolgente il suo amore che mi sanava il cuore. Scoppiavo di gioia!  Il Signore mi aveva riportato in vita. Mi aveva fatto sentire di essere figlio sempre amato, che Lui c’era sempre stato e che dovevo solo aprirgli la porta perché Lui entrasse nella mia vita e prendesse tutto il mio dolore e la mia rabbia.

Più di trent’anni fa, mio padre era spirato fra le mie braccia chiedendomi di perdonarlo per il male che mi aveva fatto. Lo avevo assistito, fin sulla soglia della morte, combattuto da sentimenti contrastanti. Non ero stato capace di perdonarlo. Solo oggi, a distanza di tanto tempo, posso di dire di averlo veramente perdonato.

Dal giorno della mia conversione, ho desiderato solo vivere e parlare di questo amore.

Spero che la mia storia sia una piccola luce per chi ancora vive nelle tenebre della disperazione.

Davide Romano

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