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Ambiente

Cambiamento climatico influenza la nidificazione delle tartarughe. Le caretta tornano nei nidi dove nascono

Redazione

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Uno studio ha scoperto che ogni anno le tartarughe caretta tornano prima nei loro consueti luoghi di nidificazione per compensare l’aumento delle temperature

di Beatrice Raso da Meteoweb.eu

 

Una nuova ricerca dimostra che le tartarughe rispondono al cambiamento climatico nidificando prima. I ricercatori che monitorano la nidificazione delle tartarughe verdi e delle tartarughe caretta a Cipro hanno scoperto che ogni anno tornano prima nei loro consueti luoghi di nidificazione per compensare l’aumento delle temperature. Nelle tartarughe marine, la temperatura determina il sesso biologico della prole: nascono più femmine quando fa più caldo, mentre le schiuse con successo sono minori quando fa troppo caldo. Le tartarughe hanno anche una “filopatria natale”, il che significa che tornano a nidificare nella zona in cui sono nate.

Un team di ricerca dell’Università di Exeter e della Society for the Protection of Turtles prevede, sulla base di tre decenni di dati, che entro il 2100 non verrà praticamente prodotta alcuna nuova prole di tartaruga caretta, a meno che le tartarughe non contrastino le temperature più elevate anticipando la stagione della nidificazione. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B.

Dopo aver posizionato dei registratori di temperatura nei nidi di notte, quando le femmine depongono le uova, e averli recuperati una volta che il nido si è schiuso, i ricercatori hanno stimato che le tartarughe devono nidificare 0,5 giorni all’anno prima per mantenere l’attuale rapporto tra i sessi e 0,7 giorni all’anno prima per evitare la mancata schiusa delle uova.

Ma i loro dati hanno dimostrato che le tartarughe marine nidificano già all’inizio dell’anno: le femmine che tornano hanno anticipato l’inizio della nidificazione di 0,78 giorni all’anno dal 1993. Ciò significa che, almeno per ora, le tartarughe stanno facendo abbastanza per garantire che le loro uova continuino a schiudersi nidificando prima, a temperature più ideali.

La professoressa Annette Broderick ha affermato: “si tratta di una buona notizia, poiché abbiamo dimostrato che queste tartarughe rispondono alle temperature elevate causate dal cambiamento climatico spostandosi verso mesi più freddi per nidificare. Non c’è alcuna garanzia che continuino a farlo, però: dipende molto da quanto aumentano le temperature e anche da cosa mangiano. Se i tempi di produzione in termini di provenienza del cibo cambiano, allora potrebbero iniziare a essere scollegati ecologicamente tra dove si procurano il cibo e dove si riproducono”.

Il team di ricerca ha anche pubblicato uno studio basato su 31 anni di dati raccolti su oltre 600 singole tartarughe verdi che nidificano sulla stessa spiaggia di Cipro del Nord, per vedere cosa influenza il momento in cui iniziano a deporre le uova ogni anno e come possiamo spiegare i progressi a cui abbiamo assistito negli ultimi tre decenni. Il team di ricerca ha scoperto che le singole tartarughe stavano adattando il momento della nidificazione in base alla temperatura del mare, deponendo le uova 6,47 giorni prima per ogni aumento di 1°C della temperatura dell’oceano. Hanno calcolato che la temperatura ha rappresentato circa il 30% dell’avanzamento, con le femmine più esperte e quelle che depongono più covate che nidificano anche prima.

L’autrice principale Mollie Rickwood, del Centro per l’ecologia e la conservazione dell’Università di Exeter, ha affermato: “per sapere se i progressi a cui assistiamo ora continueranno in futuro, è fondamentale comprendere gli effetti combinati dei cambiamenti, ad esempio, nella struttura per età della popolazione e nel modo in cui le singole tartarughe rispondono ai cambiamenti ambientali”. La dottoressa Damla Beton, della Society for Protection of Turtles (SPOT), ha aggiunto: “sebbene le nostre tartarughe sembrino riuscire a far fronte alle attuali temperature in aumento, non è chiaro per quanto tempo riusciranno a farlo prima che le condizioni a Cipro non siano più adatte, ma potrebbero trovare luoghi più freschi nel Mediterraneo dove nidificare”.

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SEA Favignana rassicura gli abitanti dell’isola: “Distacchi di energia elettrica e scavi stradali  necessari per ampliare la rete, stiamo lavorando per voi”

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Senza la fornitura di energia non esisterebbe alcuna attività: è una condizione necessaria, un benessere primario e dunque indispensabile alla crescita e alla sopravvivenza stessa”: a dichiararlo è la Società Elettrica di Favignana, che svolge attività di produzione, distribuzione e vendita per uso pubblico e privato, su tutto il territorio della maggiore isola delle Egadi.

Una riflessione rivolta agli utenti isolani, alle prese con distacchi di energia elettrica per via di scavi stradali necessari all’ampliamento della rete.

Negli ultimi anni, le richieste di potenziamento dei contatori e di nuovi allacciamenti sono aumentate in modo esponenziale, dinanzi alla nascita di ulteriori attività turistiche, che danno un fondamentale slancio all’economia dell’isola, fornendo agli abitanti la possibilità di fare scorte invernali.

Ciò comporta necessariamente un piccolo sacrificio da parte dei residenti isolani, che spesso si ritrovano a fronteggiare disagi legati ai distacchi di energia o a lavori edili quali scavi o interruzioni stradali.

“Pertanto – precisa la Società Elettrica di Favignana – la struttura della rete di distribuzione deve essere ottimizzata, creando un anello organizzato affinché porti l’energia in ogni parte dell’isola e sia tanto efficiente da ridurre i tempi della risoluzione di un guasto o addirittura di un blackout”.

“L’ampliamento della rete – aggiunge SEA – è l’obiettivo più importante, per rendere l’isola adeguata ad accogliere la richiesta turistica, elemento imprescindibile del progresso e dello sviluppo economico del territorio”.

“Il nostro contributo al progresso dell’isola di Favignana, nel rispetto delle regolamentazioni dettate da enti pubblici e di controllo – conclude la Società – è rappresentato dall’impegno ad esaudire le richieste degli utenti: stiamo lavorando per loro”.

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Ambiente

Trapani, scaricavano rifiuti all’interno della Riserva delle Saline: denunciati 2 pregiudicati

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I Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo – Distaccamento Trapani
hanno denunciato hanno denunciato due pregiudicati trapanesi di 34 e 36 anni per
abbandono di rifiuti, guida senza patente e con revisione scaduta.
I militari dell’Arma, impegnati in un servizio perlustrativo nei pressi della riserva naturale
orientata delle Saline di Trapani, Paceco e Misiliscemi, hanno notato, tramite l’ausilio di un
drone, la presenza di numerosi scarichi e abbruciamenti di rifiuti. Durante il sopralluogo
dall’alto notavano inoltre la presenza di un autocarro a tre ruote carico di rifiuti speciali che
si addentrava all’interno della riserva. Raggiunto il mezzo sorprendevano i due pregiudicati
intenti a scaricare sul suolo i rifiuti, sulle sponde del canale Baiata.
I due soggetti venivano denunciati mentre sono stati sottoposti a sequestro i rifiuti ed il
mezzo utilizzato per il trasporto.

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A Pantelleria torna la primavera, dopo due anni di poca pioggia è tutta un fiore. Denny Almanza ci racconta la nuova stagione

Direttore

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L’ambiente di Pantelleria, negli ultimi anni, ha molto risentito della poca acqua piovuta. Le conseguenze hanno determinato e influenzato ogni “settore” della natura isolana, primo tra tutti è il mondo delle api.

Sono questi straordinari esseri ad aver maggiormente accusato il colpo della scarsità di acqua e di fiori. 
Esperto assoluto di questi animali, a Pantelleria, è Denny Almanza, cui abbiamo chiesto, proprio in questi giorni, in cui le temperature si stanno addolcendo, come procedono i suoi sciami, le sue regine e le operaie.

Il titolare dell’omonima azienda agricola, che eredita l’arte dell’apicoltura dal nonno, così ci ha descritto la primavera 2025 a Pantelleria:

Grazie la primavera quest’anno, finalmente dopo due anni di non pioggia, abbiamo un’isola incredibilmente fiorita questo è un ottimo segno.
“Le api stanno lavorando, però nell’apicultura  per dire che va bene è presto.
Questa settimana è stata una settimana un po’ ventosa di venti di scirocco, venti forti, quindi con il vento non raccolgono, quindi non possono uscire e lavorare bene. 
Sicuramente sarà un’ottima annata.
Noi non vediamo l’ora che arriva maggio per raccogliere i primi mieli.
Aspettiamo maggio per raccogliere sicuramente il nuovo miele.
Le piogge abbondanti che ci sono state quest’anno, sicuramente hanno portato bene a tutto il comparto agricolo dell’isola. Abbiamo seminato tantissime cose, quindi va benissimo. L’unica cosa, noi speriamo nell’arrivo di piogge tardive, necessaria ancora anche nell’apicultura. se continua a soffiare scirocco, la terra rischia di seccarsi.

Sicuramente per quanto riguarda i vigneti, che hanno avuto due anni di siccità, erano indeboliti e quest’anno non possiamo pretendere delle produzioni abbondanti, ma possiamo aspettarci un apparato fogliare abbastanza robusto per avere i sarmenti.
Io penso che sarà un anno ventoso, questo sicuramente è chiaro.

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https://www.instagram.com/reel/DHkrgtuMn3W/?igsh=dmJzNGxyOGd1dTAz

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