Sociale
Bronte, “Workshp per matching del lavoro straniero”. 26 richiedenti asilo inseriti in tirocini formatici

Ventisei richiedenti asilo inseriti in tirocini formativi ed assunti grazie a Migrants.Work.
A Bronte un “Workshop per il matching del lavoro straniero”
BRONTE. Migrants.Work è la prima piattaforma privata in Italia specializzata nel matching tra la domanda e l’offerta di lavoro che candida online lavoratori stranieri in possesso di adeguate capacità linguistiche, pre-qualificati o addirittura già formati per svolgere mansioni richieste dalle aziende.
Il Consorzio Umana Solidarietà, a supporto della piattaforma Migrants.work ha sperimentato il modello dei “Workshop per il matching del lavoro straniero” che ha tenuto in importanti città del Lazio e della Sicilia, l’ultimo dei quali si è svolto a Bronte, in provincia di Catania, presso il CAS “Parco dell’Etna”, in via Carlo Alberto Dalla Chiesa 1, diretto da Silvana Currenti e gestito dalla cooperativa sociale “Fiori del deserto”.
Nel corso di questo job matching hanno partecipato una decina di aziende che hanno valutato i curricula idonei alle posizioni lavorative offerte, registrando interessanti risultati: 4 lavoratori stranieri già assunti, altri 8 stanno per esserlo e 14 tirocini formativi in fase di avvio, grazie ai quali le aziende potranno formare i richiedenti asilo presenti nel Centro di Accoglienza Straordinario.
Per quanto avvenuto a Bronte si dice pienamente soddisfatto il dottor Paolo Ragusa che, in qualità di coordinatore del Consorzio Umana Solidarietà e Vice presidente nazionale di ALS MCL , dichiara: “Continua la nostra attività di sostegno all’integrazione dei cittadini stranieri attraverso il lavoro. Proviamo a costruire percorsi che valorizzino i lavoratori stranieri come risorsa per la società e l’economia italiana. La piattaforma Migrants.work e’ sempre più un contenitore di relazioni e di esperienze utili per la promozione dei territori”.
Nel corso del workshop brontese, la project manager Martina Novello ha illustrato Migrants.Work, spiegando che si può accedere alla piattaforma online sul sito www.migrants.work, dove i lavoratori stranieri possono registrare il proprio profilo, direttamente o mediante intermediari (centri di accoglienza, patronati..) e dove le aziende, enti, ma anche privati/famiglie, possono caricare le offerte di lavoro sulla piattaforma, senza però trascurare la formazione, la consulenza lavorativa e legale. Carlo Carcione del Consorzio Umana Solidarietà ha detto: “Noi guardiamo al lavoro, all’inclusione nel lavoro. Facciamo in diverse regioni accoglienza diffusa con africani, asiatici e ucraini. Ciò è reso possibile grazie alla cooperativa San Francesco, collaborata dal Consorzio Umana Solidarietà, che si occupa di servizi per l’immigrazione e immigrati ed è anche un’Agenzia per il Lavoro (APL). Ma anche grazie al Centro studi CESTA che attiva e propone vari laboratori formativi gratuiti, come è accaduto per quei beneficiari già assunti da aziende che operano nel settore tessile”. Ed è proprio dalla titolare di un’azienda tessile di Bronte che arriva la testimonianza di quanto Migrants.Work riesca a fare. Stiamo parlando di Rosa Carroccio (e di suo figlio Francesco Spitaleri) orgogliosa di aver “già assunto quattro ragazzi stranieri, una signora afgana e un ragazzo del Bangladesh che è con noi da ben otto anni”.
Sociale
Cibo cotto e non somministrato, enti del trapanese in sinergia per distribuzione a persone indigenti

Il recupero degli alimenti prodotti nel punto cottura del presidio ospedaliero di Salemi, e non somministrati, e l’erogazione come pasti gratuiti a cittadini che si trovano in situazione di fragilità socio-economica.
E’ questo il frutto di un accordo di collaborazione tra l’ASP di Trapani, il Comune di Salemi e la Fondazione San Vito Onlus, per la realizzazione di questo progetto di recupero degli alimenti prodotti e la loro distribuzione a fini di solidarietà sociale, siglato oggi dal direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria, Danilo Palazzolo, dal sindaco della cittadina belicina, Vito Scalisi, e dal presidente della fondazione, Vito Puccio.
Il progetto pilota, autorizzato con delibera del Commissario straordinario dell’ASP Sabrina Pulvirenti, di durata annuale, prevede il recupero dei pasti in esubero, prodotti presso il punto cottura dell’ospedale di Salemi, da destinare a soggetti bisognosi di assistenza economica, individuati dai Servizi sociali del comune.
Nel punto cottura, gestito da una ditta esterna, vengono preparati tutti i pasti destinati ai pazienti, oltre del presidio di Salemi, anche per gli ospedali di Alcamo, Marsala, Castelvetrano e Mazara del Vallo.
Con la supervisione della U.O.C. Igiene degli alimenti e della nutrizione, diretta da Sebastiano Corso, gli alimenti non consumati verranno ritirati da volontari della Fondazione, formati dall’ASP, Fondazione che provvederà alla distribuzione degli alimenti in favore dei cittadini beneficiari, sia presso la sede che direttamente a domicilio.
“Si tratta – commenta il Commissario straordinario – di una lodevole iniziativa di recupero e redistribuzione degli alimenti, che evita gli sprechi di cibo da un lato, e dall’altro sostiene famiglie che si trovano in situazioni di indigenza”.
La somministrazione partirà già dal mese di ottobre, e inizialmente sono stati già individuati una decina di nuclei familiari.
In copertina immagine da facebook
Cultura
Divieto dei cellulari a scuola, le reazioni degli studenti di Pantelleria

Sul non uso dei telefoni in classe: interviste a Filippo Maccotta e Emanuele Pinna
Tra le diverse novità che interessano il mondo scolastico, dal 15 settembre 2025 per la Regione Siciliana, tra i banchi delle scuole di ogni ordine e grado è vietato l’utilizzo cellulare.
Figli e famiglie sono divisi: c’è chi la ritiene una strategia formativa e chi, invece, non è d’accordo.
Abbiamo così voluto conoscere la reazione degli studenti di Pantelleria, su questa novità che tanto clamore ha riscontrato.
Sono stati scelti a campione due giovani di diversi contesti scolastici. Si tratta di studenti modello, molto impegnati e maturi per l’età e l’epoca storica che stanno vivendo.
Filippo Maccotta
Il primo, Filippo Maccotta, 15enne al II anno di liceo scientifico, ci ha innanzitutto spiegato che attualmente nel suo istituto i cellulari verranno conservati negli zaini, per tutto l’arco della giornata scolastica e non potranno essere usati nemmeno durante la ricreazione. Nel caso non dovesse funzionare, i docenti o chi per loro provvederanno a requisire gli smartphone.
“Anche prima durante le lezioni il telefono non si poteva utilizzare e sono d’accordo, ma il divieto di utilizzarli durante la ricreazione mi sembra esagerato. L’anno scorso, nonostante si potesse usare durante la ricreazione, stavamo in gruppo e non solamente al telefono. Reputo che sia un po’ inutile proibirlo durante la ricreazione e credo peggiori la situazione perché ci si sente più incatenati. “
Emanuele Pinna
La seconda testimonianza ci arriva da Emanuele Pinna, in classe terza media
Emanuele, cosa ne pensi di questa nuova normativa? “Sono d’accordo con questa nuova normativa perché permette a tutti noi studenti, soprattutto a quelli meno responsabili, di non usare il telefono a scuola. Siamo tutti più coscienti, sapremo quando è corretto utilizzarli e quando no. Sono favorevole al divieto.”
Giada Zona
Economia
Oltre 1,5 milioni ai centri antiviolenza. Albano: «Promuoviamo la cultura del rispetto»

Oltre un milione e mezzo di euro per la gestione dei centri antiviolenza iscritti all’albo regionale o che hanno ottenuto l’autorizzazione al funzionamento. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali ha emanato un decreto, rivolto ai Comuni, per erogare i contributi destinati a coprire i costi sostenuti, o ancora da sostenere, delle strutture nel periodo tra novembre 2024 e ottobre di quest’anno. Le risorse provengono dalla quota assegnata alla Sicilia dal governo nazionale del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Per accelerare il trasferimento delle somme, l’assessorato ha deciso di avvalersi delle amministrazioni comunali.
«Investire sulle strutture e sui servizi di supporto è un passo essenziale per promuovere una cultura del rispetto e della tutela dei diritti di tutte le donne – dice l’assessore Nuccia Albano – contribuendo a costruire una comunità più sicura, inclusiva e solidale. Considerato che i costi dei centri antiviolenza possono differenziarsi a seconda dell’area geografica e della loro attività, abbiamo ritenuto opportuno acquisire il fabbisogno delle spese relative a un preciso periodo, fermo restando il limite massimo di contributo di 50 mila euro per ciascuna struttura. Il governo Schifani continuerà a lavorare con impegno affinché ogni donna possa trovare un riferimento stabile e una rete di protezione efficace, perché nessuno debba più subire in silenzio violenza o discriminazione».
Ciascuna amministrazione comunale dovrà presentare un prospetto delle spese redatto dal centro antiviolenza presente sul proprio territorio, così da consentire al dipartimento della Famiglia e delle politiche sociali di procedere al riparto delle somme. I Comuni dovranno trasmettere la documentazione tramite Pec, entro il prossimo 15 ottobre, all’indirizzo: dipartimento.famiglia@certmail.regione.sicilia.it.
Il decreto è disponibile sul sito istituzionale della Regione Siciliana a questo indirizzo
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Tiziana
20:39 - Marzo 2, 2024 at 20:39
Che ben venga la vera solidarietà. Aiutare chi ha bisogno è un gesto nobile se è fatto col cuore è non con l intento di guadagnare sulla povera gente.