Attualità
Animali in aereo, tutte le linee guida e le risposte per una pet friendly sempre più concreta

E’ di qualche giorno la notizia sugli animali di affezione accolti in cabina, come normali “passeggeri”, da far accomodare sui sedili destinati prima esclusivamente agli esseri umani.
Il nostro articolo ha suscitato mille dubbi, acclamazioni e bocciature.
Adesso, in tutta risposta, portiamo tutto quello che c’è da sapere, i limiti delle nuove disposizioni ENAC e le disponibilità, per una pet friendly sempre più concreta che può avere una importante incidenza contro l’abbandono degli animali, proprio in prossimità delle partenze per le ferie.
Cani e gatti oltre i 10 kg in cabina, svolta per un volo sempre più pet friendly: le regole
Intanto, le compagnie aeree sono libere di aderire o meno alle nuove regole: l’importante che gli animali viaggino in trasportini idonei.
Le nuove linee guida
- Trasporto in trasportino idoneo e sicuro. Gli animali sopra gli 8 kg potranno viaggiare in cabina all’interno di un trasportino rigido, sicuro, che consenta loro di stare in piedi, girarsi e sdraiarsi comodamente. Il trasportino potrà essere collocato sopra i sedili e fissato tramite cinture di sicurezza o altri sistemi di ancoraggio, senza mai ostacolare le uscite di emergenza o le operazioni dell’equipaggio.
- Posizione dedicata in cabina. I trasportini dovranno essere posizionati preferibilmente vicino al finestrino. È vietato posizionare i pet in aree con accesso diretto alle uscite di emergenza o in posti che possano ostacolare l’evacuazione dell’aeromobile o l’accesso agli equipaggiamenti.
- Limiti di peso e numero. Il peso complessivo di pet e trasportino non dovrà superare quello medio di un passeggero umano (indicativamente tra 70 e 80 kg). Ogni compagnia definirà il numero massimo di animali accettabili in cabina, in base alla configurazione dell’aereo.
- Informazione e mitigazioni per gli altri passeggeri. I passeggeri, il comandante e l’equipaggio saranno informati preventivamente della presenza a bordo di animali superiori agli 8 kg. Le compagnie dovranno prevedere misure di mitigazione (come cambio posto o creazione di buffer zone) per tutelare anche le esigenze degli altri passeggeri, in caso di allergie, fobie o particolari sensibilità.
- Procedure condivise e formazione. ENAC ha invitato le compagnie a elaborare procedure condivise con i servizi di assistenza a terra e a favorire la familiarizzazione degli animali al viaggio in collaborazione con associazioni specializzate.
Un cambiamento per la tutela animale
Queste nuove linee guida si inseriscono in un contesto normativo italiano ormai chiaro: la tutela degli animali è un principio costituzionale, sancito dall’art. 9 della Costituzione, e le pratiche di trasporto devono rispettare questo diritto.
Così l’ENPA, l’ente nazionale protezione animali, “Come noto, con la riforma costituzionale disposta dalla legge cost. 11 febbraio 2022, n. 1 è stato introdotto, all’art. 9 della Costituzione, il terzo comma: “… La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.”.
Tale riforma ha riconosciuto, pertanto, la tutela degli animali quale valore primario del nostro
ordinamento, stabilendo la centralità e la statualità della protezione degli animali con contestuale
divieto assoluto di maltrattamento degli animali.
Il nostro ordinamento prevede, infatti, agli artt. 544-ter1 e 7272 del codice penale gravi sanzioni
per chi maltratta gli animali.”
Per approfondire: ENPA Linee guida ENAC
Attualità
A Pantelleria opera “Open Fiber” per rete fibra ottica. L’innovazione della telefonia sull’isola

Intervista ad Emanuela Vulpetti e Fabio Melia: domani tornano a Pantelleria
Già dal 2019, la Open Fiber opera sulla nostra isola, ma di essa si sa poco.
Abbiamo contatto la referente dei rapporti istituzionali Emanuela Vulpetti e l’addetto alla comunicazione Fabio Melia, che si sono resi disponibili ad una interessante intervista a due, affinchè ci spieghino di cosa si occupa l’azienda milanese e l’importanza di essa sul territorio pantesco, oltre che nazionale.
Partirei innanzitutto con Emanuela Vulpetti: vuole raccontarci di cosa si occupa esattamente l’azienda? “Open Fiber è un operatore nazionale, impegnato nella costruzione di una rete in fibra ottica ad altissima velocità, che supera 1 gigabit al secondo. La società è nata dalla fusione tra Enel, Open Fiber e MetroWeb nel 2017, mentre oggi è controllata dall’Open Fiber Holdings che è partecipata al 60% da CDP Equity e al 40% da Macquarie Asset Management.
“Questa attività che sta sviluppando Open Fiber è al centro dei piani di sviluppo per la continuità dell’Europa e anche dell’Italia ed è in linea con gli obiettivi europei fissati in particolare nel Digital Compact del 2030, il cui obiettivo appunto è stato pensato per una rete che sia stabile e che viaggi ad almeno un gigabyte al secondo.
“E’ il primo piano di investimento che ha fatto Open Fibre con fondi dell’Unione Europea appunto e si chiama piano banda ultralarga perché è una rete molto ampia, che permette di far scorrere un grandissimo numero di dati senza problemi, blocchi eccetera. Questo è importante per tutta la vita non solo dei cittadini che vengono collegati con la rete Open Fiber ma anche per le imprese e per le pubbliche amministrazioni perché appunto la connettività è chiave in ogni ambito della vita sia pubblica che privata.
Vuole raccontarci gli inizi di Open FIber sull’isola? “Noi arriviamo a Pantelleria con il piano banda ultralarga, promosso da Infratel con fondi della regione siciliana è compartecipato con l’Unione Europea e che ha permesso di collegare quelle che vengono definite le aree bianche, cioè quelle aree che sono a fallimento di mercato e che quindi sono aree in cui nessun altro operatore sarebbe intervenuto per creare una rete di connettività.
“Nelle aree bianche Open Fiber ha lavorato in tutte le regioni italiane e quindi compresa Pantelleria. Successivamente il governo italiano ha varato il PNRR, all’interno del quale Open Fibre sta operando con il piano Italia 1 Giga che è un ulteriore piano di connettività a completamento, che stiamo completando nelle cosiddette aree grigie. E’ un piano a completamento del precedente, quindi al termine di questi due interventi, quello del 2016 e quello che stiamo attuando ora, Pantelleria sarà completamente connessa all’infrastruttura di rete ottica e tutta l’Isola potrà viaggiare a 1 gigabyte al secondo. “
A proposito di connettività e di rete che state portando a compimento, verranno eseguiti scavi, o si useranno preesistenti infrastrutture? “Si useranno infrastrutture che abbiamo creato con i precedenti lavori o anche l’utilizzo di infrastrutture che non sono nostre, che è chiaramente previsto dalla normativa italiana, come per esempio l’infrastruttura dell’illuminazione pubblica che a Pantelleria abbiamo verificato essere effettivamente e riutilizzabile. Qualche lavoro di scavo, però l’impegno che abbiamo preso anche con il Comune è quello di creare minor disagio possibile alla comunità e alla preparazione di Pantelleria e soprattutto. Per il centro storico, per lo stesso motivo, sono in corso dei tavoli tecnici con l’amministrazione.”
Ma adesso sposto le domande all’addetto alla comunicazione di Open Faber Fabio Melia: qual è l’importanza di questo progetto a Pantelleria? “Intanto, grazie mille per averci permesso di poter parlare con la cittadinanza di Pantelleria rispetto a un progetto che è decisivo per tutta l’Italia, a maggior ragione con un luogo che per sua stessa natura e conformazione soffre e beneficia anche un po’ dell’isolamento proprio per essere un’isola.
“Io parto condividendo un numero che a mio avviso è importante e dà la dimensione di quello che ha fatto Open Fiber in meno di dieci anni. Con una nuova tecnologia che si chiama FTTH e la fibra va dalla centrale fino all’interno della casa. SI parla di ben 15,2 milioni di unità immobiliari in tutta Italia.
“Questo è uno dei più grandi lavori infrastrutturali nel canto dell’accomodazione che sia mai stato fatto non solo in Italia, ma anche a livello europeo. Siamo il principale operatore FTTH in Italia e uno tra i primi europei. Parliamo di giganti al nostro fianco come Telefonica in Spagna, per capire la dimensione di quello di cui stiamo parlando.
“È chiaro che la soluzione Open Fiber nasce per portare la fibra integrale, che permette velocità di navigazione che va dal gigabit al secondo in su. Nasciamo con questo scopo, partecipiamo a una serie di iniziative, di bandi, perché partiamo dal presupposto che c’è un discorso proprio di democrazia digitale. Cioè è necessario e fondamentale per lo sviluppo dei nostri territori: ovunque noi ci troviamo possiamo godere della migliore tecnologia possibile.
“La differenza poi lo fanno i contenuti, lo fanno le persone, non il luogo in cui ci si trova. Questo è un aspetto fondamentale e quello su cui si è basato tutte le politiche, tanto comunitarie quanto nazionali, nel corso degli ultimi anni. Cioè fornire a tutti le stesse opportunità lo stesso campo di gioco.
“Le iniziative sono diverse, ce n’è una solo e esclusivamente privata che va ad impattare su quelle che sono le principali città, sono circa 240 più o meno, che sono le aree più densamente urbanizzate. Quello ovviamente lo fai con fondi esclusivamente privati perché c’è un ritorno economico rispetto a quel tipo di investimento.
“Abbiamo, come diceva Emanuele prima, l’altro intervento che ha interessato Pantelleria che relativo alle aree bianche, cioè totalmente sprovviste delle infrastrutture a banda ultralarga. Per banda ultralarga noi intendiamo qualsiasi tipo di infrastruttura di telecomunicazione che permetta una velocità di connessione di almeno 30 megabit al secondo. “Questa è la definizione!
“C’è stato l’ultimo piano che questo ha interessato gli ultimi lavori di Pantelleria, che è esattamente quello delle aree cosiddette grigie, appunto. In esse era garantita la banda ultralarga ma che garantiva una velocità minima di connessione e nelle quali non era previsto uno sviluppo verso le nuove forme che si chiamano VHCM, cioè le reti ad altissima capacità, che sono quelle del gigabit. Anche il piano ItalianGiga. Per dare una dimensione: tu viaggi a 30 megabit, da 30 passi ad almeno 1000. Queste sono le differenze, perché un gigabit sono 1000 megabit al secondo.
“Di questo stiamo parlando, di trasformare e dare nuove opportunità.
“Noi partecipiamo a questi bandi, chiaramente vinciamo per il tipo di progettualità che è stata promossa e alla fine siamo pronti a svolgere questo tipo di lavoro, anche in un contesto particolare come può essere quello delle isole. Abbiamo già fatto altre isole, sicuramente sono ambienti complessi da un lato per la loro natura, dall’altro siamo già ferrati e conosciamo le esigenze dei territori. “
Ma la velocità di connessione, Dr. Melia, attiene a tutta la telefonia, o solo a quella fissa o mobile? “SI parla di rete fissa: OpenFaber si occupa esclusivamente di realizzazione di infrastrutture per la rete fissa.
“Ma nelle telecomunicazioni c’è molta più collaborazione di quello che può sembrare. Soprattutto le tecnologie parlano tra di loro, si inseriscono tra di loro. Si pensi che la rete mobile non potrebbe esistere senza la rete fissa, ma la rete fissa potrebbe esistere senza la rete mobile. La rete fissa è la base e è quella che garantisce un servizio migliore, perché è meno soggetta a determinati elementi atmosferici che possono andare ad impattare sul suo funzionamento. “
Quindi quando noi riceviamo l’ordinanza della Capitaneria di Porto di interdizione di zone marine per lavori sui cavi di fibra ottica, siete voi? “Solitamente sì, fermo restando che nulla impedisce un altro operatore di fare un intervento dedicato. Questo chiaramente non lo possiamo sapere noi, però in linea teorica dovremmo essere noi. Con l’ultimo intervento siamo andati a coprire molte più abitazioni. Stiamo parlando di circa 2.800 civici in tutte le frazioni e nel centro storico. Andiamo letteralmente a coprire tutti quelli che sono il centro abitato, le case sparse, le varie frazioni, quindi è un intervento importante.
“Abbiamo all’incirca 30 km che si andranno a fare di infrastruttura e è un progetto abbastanza grande rispetto a quelle che poi sono le dimensioni del territorio. Sicuramente un impatto minimo ci sarà, quindi è importante questo e col Comune si stanno attuando tutte le misure necessarie. Sappiamo quello che andiamo a fare, sappiamo quello che può generarsi, quando manca la comunicazione. Perché se il cittadino non sa e vede che sotto casa gli stanno facendo uno scavo che poi viene ricoperto con una polverina rosa, questo elemento Può esse di disturbo perchè non si sa che che quello è un lavoro provvisorio e che nel giro di un paio di mesi, dal momento in cui si assesta col terreno, poi si passa a ricoprire con l’asfalto. Sto parlando di questo per introdurre un altro elemento importante: le modalità di scavo.
Come avvengono gli scavi? “Lo scavo fatto per posare i cavi è all’incirca larga 10 centimetri, profondo dai 35 ai 50 più o meno. Per i pozzetti è un po’ più profondo. Le normative per quanto riguarda questa fase, prevedono che immediatamente, diciamo contestualmente. L’apertura del taglio sulla strada e della posa del cavo viene riempito con della malta cementizia che viene colorata di rosa, come da nomenclatura europea, perché identifica le infrastrutture di telecomunicazione. Perché non riasfaltano subito? Riasfaltare subito vuol dire andare a generare un rischio ulteriore, cioè viene giù subito. Per questo è necessario che si assesti. Trascorso questo tempo tecnico, sempre previa autorizzazione del comune, si fa il tappetino di asfalto a caldo. Questa è la modalità.
Dott.ssa Vulpetti, domani incontrerete il sindaco d’Ancona, sarete una piccola delegazione, su cosa verterà l’incontro? “Verremo per concordare un cronoprogramma e le tempistiche delle elaborazioni nel rispetto dell’esigenza del Comune, dell’esigenza della cittadinanza e anche delle nostre esigenze.
“Con l’amministrazione di Pantelleria c’è un ottimo rapporto; con il sindaco, siamo in contatto costante e noi di Open Fiber ci teniamo moltissimo che ci sia un dialogo continuativo, stretto e che perdurerà nel tempo con le amministrazioni locali.
Infatti, appunto io che mi occupo più direttamente del dialogo con le istituzioni locali, molto spesso vado a incontrare i comuni, che siano gli uffici tecnici o più prettamente chiaramente i sindaci, occupandomi di relazioni istituzionali e mi dicono sì va bene, ma voi arrivate, scavate e poi ve ne andate. Ci teniamo molto a sottolineare, perché non è così, perché intanto noi abbiamo una struttura molto ramificata aziendalmente, siamo presenti in tutte le regioni, addirittura in Sicilia abbiamo due sedi a Catania e a Palermo, quindi noi ci siamo e siamo qua per rimanere, nel senso che una volta che poi costruiamo la rete e il nostro interesse è far sì che i cittadini la utilizzano e che questa rete sia utilizzata e che non vengano messi semplicemente questi soldi, questa quantità ingente di soldi che l’Unione Europea ha speso, ma che essi fruttino qualcosa e in questo noi saremo sempre presenti. Il dialogo con le amministrazioni che puntiamo a costruire è un dialogo continuativo, un dialogo in cui ci forziamo continuamente di rispondere e di dare tutte le spiegazioni di cui la cittadinanza ha necessità. E l’occasione di questa intervista è stata molto importante perché raccontare ai panteschi chi siamo, come lavoriamo e il fatto che è una grande opportunità che hanno soprattutto per lo sviluppo delle piccole comunità.
E a quanto ammonta in soldoni, l’investimento su Pantelleria e in generale? “L’investimento che ha fatto Open Fiber tra pubblico e privato è 16 miliardi di euro. Noi ne abbiamo inpiegati 9miliardi dal 2017 al 2024 e altri 7 miliardi di euro verranno stanziati dal 2025 al 2031. Per quanto riguarda Pantelleria, che attiene il nuovo piano (piano italia 1 giga) è di poco meno di 3 milioni. Si pensi che il finanziamento pubblico arrivi fino a una quota massima del 70%, nonostante il 30%.
Dr. Melia in buona sostanza, che servizio fornisce Open Fiber? “Open Fiber è un’infrastruttura, che non si occupa dell’attivazione, noi non forniamo servizi di connettività agli utenti finali. I nostri clienti, quelli che chiaramente permettono di mettere a reddito e di dare un senso finanziario a quest’operazione da 16 miliardi di euro. È l’operatore che attiva il servizio sulla nostra rete, cioè glielo affittiamo, tra virgolette, e ci paga una percentuale rispetto al numero di contratti che è fatto.
“Noi viviamo di questo. La nostra ovviamente è un’azienda che ha la necessità di un ritorno economico a fronte di un investimento così ingente anche di fondi propri, non solo di fondi pubblici.
“E’ importante anche sapere quest’altro aspetto, cioè nel momento in cui verrà realizzata l’infrastruttura e verrà aperta la vendibilità di servizi per usufruire di queste tipologie, bisogna andare a controllare il numero di operatori. Sulla nostra rete noi abbiamo accordi con decina, se non centinaia, di operatori di telecomunicazione, dai nomi più noti a quelli magari meno noti, che però sono degli operatori locali. E di questo noi come Open Fiber siamo particolarmente orgogliosi, cioè aver aperto anche questo mercato, che dà possibilità di scelta del gestore più conveniente o potente.
“Questa è, soprattutto per un luogo come Pantelleria, quella diventa la vera rivoluzione, poter scegliere, poter scegliere di vivere e lavorare a Pantelleria.”
Attualità
Pantelleria, dal 6 ottobre al via censimento popolazione

Dal 6 ottobre 2025 avrà inizio il censimento della popolazione e delle abitazioni di Pantelleria, come aggiornamento del patrimonio e del territorio in cui viviamo.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI
Ufficio Anagrafe Comunale
Aperto dal Lunedì-Mercoledì-Giovedì-Venerdì
dalle 9:30 alle 12:30
Martedì dalle 16:00 alle 18:00
Tel. 0923695049 – 0923695023
Attualità
Cambio al vertice della Guardia Costiera: all’Ammiraglio Carlone succede l’Ammiraglio Liardo

Oggi, martedì 23 settembre, presso il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, si è svolta la cerimonia di avvicendamento nell’incarico di Comandante Generale tra l’Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Nicola Carlone e l’Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Pil. Sergio Liardo.
L’evento è stato preceduto, in mattinata, dal suggestivo momento della deposizione di una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria.
Alla cerimonia del passaggio di consegne hanno preso parte il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il Sottosegretario di Stato alla Difesa Matteo Perego di Cremnago, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Luciano Portolano, e il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Enrico Credendino. Presenti, tra le numerose autorità, anche il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci e il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo.
Alla cerimonia hanno altresì partecipato il Vice Comandante Generale e i Capi Reparto del Comando Generale, i Comandanti regionali, gli Ufficiali Ammiragli già Comandanti e Vice Comandanti Generali del Corpo, nonché rappresentanti delle altre Forze Armate, delle Forze di Polizia e degli altri Corpi dello Stato.
Dopo la consueta rassegna dei Reparti, il passaggio di consegne è stato suggellato dalla rituale formula di riconoscimento, pronunciata dall’Ammiraglio Carlone.
Nel suo intervento di commiato, l’Ammiraglio Nicola Carlone ha ripercorso i 47 anni di carriera, ricordando le numerose esperienze umane e professionali maturate e tracciando il suo ideale “testamento” per il futuro del Corpo: Professionalità al servizio degli altri, Prontezza operativa per le sfide del futuro, Presenza e sicurezza in mare e Proiezione internazionale. Dopo quattro anni al vertice della Guardia Costiera, ha affidato al successore il compito di guidare l’Istituzione con passione, coraggio e visione.
A seguire, uno dei momenti più suggestivi della cerimonia: dopo l’ammaina del vessillo dell’Ammiraglio Carlone, è stato issato quello dell’Ammiraglio Liardo, quale simbolico passaggio di testimone.
Nato a Catania nel 1961, laureato in Scienze Geologiche, l’Ammiraglio Sergio Liardo ha intrapreso una lunga e prestigiosa carriera nel Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera. Con oltre 3.000 ore di volo maturate come pilota dei velivoli del Corpo, ha ricoperto numerosi incarichi di comando e responsabilità: dal Circondario Marittimo di Agropoli alla guida del 2° Nucleo Aereo di Catania, passando dal Comando della Direzione Marittima della Liguria e del porto di Genova, fino ai ruoli apicali presso il Comando Generale.
Già Vice Comandante Generale, assume oggi la guida del Corpo con priorità che comprendono il potenziamento delle risorse umane e delle capacità tecnologiche e operative, nonché le nuove responsabilità affidate alla Guardia Costiera sui grandi laghi del Nord Italia.
Con l’occasione si informa che è stato pubblicato quest’oggi il nuovo numero del Notiziario della Guardia Costiera, al cui interno potrete trovare un’intervista all’Ammiraglio Carlone e un profilo dell’Ammiraglio Liardo.
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