Cronaca
Alcamo, investe Carabinieri e scappa. I militari hanno riportato lesioni varie

I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Alcamo hanno denunciato un giovane appena maggiorenne, nato a Palermo ma residente ad Alcamo, per resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni personali.
I militari dell’Arma, dopo un’attenta e minuziosa indagine, tramite l’analisi di filmati estrapolati da circuiti di videosorveglianza e l’escussione di testimoni informati sui fatti, hanno identificato il giovane quale presunto responsabile del violento tamponamento che pochi giorni prima lo stesso aveva causato ai danni di una gazzella dei Carabinieri.
Durante il turno perlustrativo notturno una vettura della Sezione Radiomobile, mentre percorreva la S.P. 47, intenta ad immettersi sulla bretella autostradale, veniva violentemente tamponata da una fiat panda.
Il soggetto alla guida, al fine di eludere il controllo, si dava alla fuga è dopo aver impattato una seconda volta contro l’auto dei Carabinieri si divincolava facendo perdere le proprie tracce in direzione Castellammare del Golfo.
I militari, trasportati presso il locale nosocomio risultavano affetti da trauma cranico e lesioni varie guaribili in 5 gg. A seguito delle indagini esperite e dell’accertamento del numero di targa i Carabinieri hanno potuto risalire al presunto responsabile che è stato denunciato.
Economia
Comune di Trapani primo capoluogo siciliano per partecipazione bandi. Nella provincia seconda Pantelleria

𝐈𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐓𝐫𝐚𝐩𝐚𝐧𝐢, 𝐠𝐮𝐢𝐝𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐒𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐨 𝐆𝐢𝐚𝐜𝐨𝐦𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐜𝐡𝐢𝐝𝐚, 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚̀ 𝐜𝐚𝐩𝐨𝐥𝐮𝐨𝐠𝐨 𝐬𝐢𝐜𝐢𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚, 𝐩𝐞𝐫 𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐮𝐫𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐢, 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐢 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐢, 𝐝𝐢 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐏𝐍𝐑𝐑, 𝐧𝐨𝐧𝐜𝐡𝐞́ 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚̀ 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐓𝐫𝐚𝐩𝐚𝐧𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀ 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐜𝐪𝐮𝐢𝐬𝐢𝐭𝐚.
𝑳‘𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐚 𝑷𝒓𝒐𝒗𝒊𝒏𝒄𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝑻𝒓𝒂𝒑𝒂𝒏𝒊 conta infatti 188,87 milioni di finanziamenti PNRR conquistati (di cui 48.250.000€ la sola città di Trapani) che serviranno per realizzare numerosi progetti di sviluppo e innovazione.
𝑰𝒍 𝑪𝒐𝒎𝒖𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝑻𝒓𝒂𝒑𝒂𝒏𝒊 si è distinto per aver conquistato ben 48,25 milioni di euro, con un euro pro capite di 879,08 (𝐸𝑢𝑟𝑜 𝑝𝑟𝑜 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑒 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎 𝑙’𝑎𝑚𝑚𝑜𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑒𝑢𝑟𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑖𝑎𝑠𝑐𝑢𝑛 𝑎𝑏𝑖𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒, 𝑠𝑜𝑙𝑖𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐𝑎𝑙𝑐𝑜𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖𝑣𝑖𝑑𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑜𝑚𝑚𝑎 𝑡𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 (𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑖𝑙 𝑃𝐼𝐿) 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒, 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑐ℎ𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎 𝑖𝑛 𝑙𝑢𝑜𝑔ℎ𝑖 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖. 𝐿’𝑒𝑠𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎 𝑑𝑎𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑖𝑛𝑜 “𝑝𝑟𝑜 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑒”, 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑢𝑜𝑙 𝑑𝑖𝑟𝑒 ‘𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑒𝑠𝑡𝑎’).
Nella provincia, Pantelleria è il secondo comune, come risulta dalla tabella
Ambiente
Stufe di Khazzén, il luogo dove rilanciare l’agricoltura. Intervista all’Assessore Bonì

Massimo Bonì, Assessore all’Agricoltura, ci ha spiegato il suo progetto: Pantelleria è un’isola di agricoltori. Ma cosa c’entrano con questo le Stufe di Khazzèn?
Da anni e anni si discute sul destino delle Stufe di Khazzén, antiche e affascinanti sorgenti di vapore situate in un piccolo angolo della nostra isola.
Oggi siamo infatti di fronte ad una deturpazione dell’ambiente, visibile agli occhi dei turisti e di coloro che abitano lì vicino, poiché le stufe di Khazzén si collocano in una zona di passaggio tra il centro e Madonna delle Grazie, offrendo anche un panorama mozzafiato che non può, certamente, passare inosservato. Anni fa una nostra segnalazione ha portato alla luce questo scempio ambientale, ma da allora nulla sembra cambiato, finché non abbiamo intervistato Massimo Bonì, assessore all’agricoltura che, con il suo racconto e impegno, ci conduce verso la scoperta di un progetto che dona una nuova luce a questo luogo apparentemente abbandonato.
Ci può raccontare il passato delle stufe di Khazzén? “Ricordo che da ragazzo andavo spesso, c’era il vapore che usciva in una piccola grotta, poi negli anni ‘80 c’è stato il tentativo di costruire una sauna, riprendendo un po’ la visione dei paesi arabi. Sempre negli anni ‘80, nel momento in cui hanno iniziato a fare lavori qualcosa è andato storto e negli anni ‘90, quando diventai assessore riuscì ad occuparmi di questa struttura. Per molti anni dovevamo fare la sauna perché i fondi erano destinati a questo e non potevamo fare altrimenti, mentre adesso ho in mente un nuovo progetto.”
Cosa può anticipare sul suo progetto, Assessore? “Il mio progetto ha l’obiettivo di rilanciare l’agricoltura pantesca e le stufe di Khazzén sembrano ottime candidate. Il GAL è un gruppo d’azione locale che con finanziamenti europei può dare il via alla creazione di strutture per riqualificare l’economia rurale. Due anni fa iniziai a fare l’assessore e cercai una collaborazione con il presidente del GAL che si è dimostrato sensibile e ha coinvolto consulenti che potessero supportare i comuni soci per lo sviluppo rurale. Con il GAL ho pensato di costituire progetti per opere che potessero rilanciare l’agricoltura, un settore in netto calo rispetto a 50 anni fa, in una struttura come le stufe di Khazzén, baricentrica rispetto alle contrade dell’isola e con un doppio parcheggio.”
Dunque, dare maggior valore all’agricoltura a Pantelleria? “Si, perché oggi l’agricoltura non va molto bene. Le stufe di Khazzén potrebbero diventare un frantoio di comunità, dove il contadino può guadagnare molto di più e il prezzo sarà fissato dal mercato. Basti pensare al triste futuro di un giovane che lavora molto nell’agricoltura ma poi si rende conto che non è redditizia e magari preferirà occuparsi di altro. Ecco, io spero che con questi investimenti qualcuno possa trovare remunerativo tornare sull’isola e recuperare il rapporto con l’agricoltura, come già sta accadendo in altre aree in Sicilia.”
A quale tipo di agricoltura si riferisce? “Vorremmo garantire un passaggio all’agricoltura biologica perché se abbiamo l’ambizione di esportare i nostri prodotti in Europa dobbiamo considerare che la Germania è primo partner commerciale e non compra più niente che non sia biologico, dunque dobbiamo considerare le esigenze del mercato. Si parla di soldi dedicati all’agricoltura e dobbiamo trovare le condizioni per cui la gente voglia tornare a praticare l’agricoltura. Se a Lampedusa sono pescatori, noi siamo agricoltori, e siamo separati dal mare che intendiamo in modi completamente diversi.”
Da quanto tempo si sta occupando di questo progetto? “Me ne occupo da due anni, ma adesso ci troviamo in un momento decisivo perché a inizio 2026 potrebbero arrivare i finanziamenti. Spero di portare molto avanti questi progetti e Resilea sarà il nostro partner; una scelta che non è casuale perché è conosciuta e ha già acquisito molta fiducia sull’isola e inoltre è strettamente legata all’economia circolare. Nel frantoio utilizzeremo gli scarti della produzione delle olive per estrarre oli essenziali che possono essere venduti anche alla cosmesi; abbiamo incontrato anche un’ex farmacista che ora utilizza questi scarti per realizzare estratti che poi vengono venduti.”
Che cosa si aspetta, in futuro, da questo progetto? “Ha una doppia valenza: creare nuovi posti di lavoro e mettere i contadini nelle condizioni di lavorare. Abbiamo individuato come partner Resilea, qui presente da 10 anni, abbiamo già fatto una delibera e faremo accordi dove stabiliremo i ruoli; il comune realizza la struttura e Resilea la gestirà. Già è stato presentato a Bruxelles un aggregato relativo a tutte le richieste di finanziamento a Pantelleria e a ottobre saranno presentati gli studi di fattibilità per i singoli progetti.”
Ecco come si presenta oggi il luogo
Cronaca
Migranti – ONG Mediterranea a largo di Pantelleria. I migranti sbarcano a Trapani

A largo di Pantelleria, si trova la nave Mediterranea della ong, Mediterranea Saving Humans, con a bordo dieci persone, soccorse nei giorni precedenti.
Ma alle 2:35 di stanotte il Ministero dell’Interno ha confermato l’assegnazione del porto di Genova come “luogo sicuro di sbarco” (POS) per le dieci persone soccorse a bordo della nave MEDITERRANEA in una drammatica operazione di salvataggio nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi.
Il tentativo di imporre Genova per lo sbarco avviene senza che il Viminale tenga minimamente conto delle difficili condizioni psico-fisiche dei dieci superstiti, come ampiamente attestato negli ultimi due giorni dal report e dalla certificazione individuali prodotti dallo staff medico di bordo (dottoressa Vanessa Guidi e dottor Gabriele Risica).
Le dieci persone, cittadini kurdi di Iran e Iraq, egiziani e siriani, tra cui tre minori non accompagnati di 14, 15 e 16 anni, già duramente provati dalle condizioni di detenzione e da violenze e torture subite durante la permanenza in Libia, sono pesantemente traumatizzate dalle condizioni in cui è avvenuto il loro soccorso. Infatti, imbarcati con la minaccia delle armi, non appena partiti dalle coste libiche, hanno assistito alla sparizione in mare di quattro compagni che viaggiavano con loro e poi, come noto, sono stati violentemente gettati in mare dai miliziani trafficanti che conducevano l’imbarcazione. Solo la prontezza e la competenza del nostro team di soccorso hanno evitato che anche le loro vite si perdessero in mare.
«È inumano e inaccettabile che il Ministero dell’Interno voglia costringere queste dieci persone – afferma Beppe Caccia, capo missione a bordo della nave – a sostenere ancora tre giorni di navigazione (quanti mancherebbero ancora a MEDITERRANEA per raggiungere il lontano porto di Genova), esponendoli a inutili ulteriori sofferenze».
Lo stesso CIRM (Centro per il radio soccorso medico), struttura istituzionale consultata dall’MRCC di Roma, ha confermato ieri quanto attestato dai nostri medici di bordo: queste dieci persone devono sbarcare al più presto nel più vicino porto per ricevere a terra quelle “necessarie cure mediche e psicologiche” che ovviamente non possono essere fornite in mare.
Per queste ragioni, alle 8:22 di questa mattina il Comandante e il
Capomissione di MEDITERRANEA hanno chiesto al Centro di
coordinamento del soccorso marittimo IT MRCC di Roma la
riassegnazione del più vicino porto sicuro per lo sbarco. «Siamo in attesa
di una risposta da parte delle Autorità – conclude il capomissione Beppe
Caccia – che tenga finalmente conto dello stato di estrema vulnerabilità
delle dieci persone soccorse».
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TUttavia
Alle ore 16:16 di oggi, trovandosi al largo dell’arcipelago delle Egadi, il comandante e il capomissione della nave MEDITERRANEA hanno comunicato al MRCC di Roma che “visto il peggioramento delle condizioni psico-fisiche delle dieci persone soccorse a bordo, non sussistono le condizioni di sicurezza per proseguire la navigazione per quasi tre giorni di mare verso Genova”, “le persone devono essere sbarcate appena possibile per ricevere le necessarie cure mediche e psicologiche a terra.”
Visto che non è stata offerta alcuna alternativa, la nave si sta dirigendo verso il porto di Trapani, dove l’arrivo è previsto intorno alle ore 20 di stasera.
«Ci assumiamo il comandante e io la piena responsabilità di questa scelta – ha dichiarato Beppe Caccia, capomissione a bordo – la nostra prima e unica preoccupazione sono le condizione delle persone a bordo, già provate e traumatizzate da tutto quello che hanno passato in Libia e in mare. Non possiamo tollerare giochetti politici sulla pelle di dieci ragazzi che stanno male e devono essere curati. Che il governo se la prenda con noi, non con i naufraghi superstiti».
«Disobbediamo – conclude il capomissione di MEDITERRANEA – a un ordine ingiusto e inumano del Ministero dell’Interno. Ma così facendo obbediamo al diritto marittimo, alla Costituzione italiana e alle leggi dell’umanità».
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