Economia
Al via la raccolta delle olive in Italia, autunno caldo per l’extravergine. Si inizia dalla Sicilia

A salvare il bilancio nazionale è la Puglia, che rappresenta la metà della produzione italianadi Filomena Fotia da Meteoweb.eu
Al Villaggio Coldiretti a Roma la prima giornata nazionale dell’extravergine con la grande mostra “Uliveti d’Italia”
Al via la raccolta 2023 delle olive in Italia per la produzione dell’olio extravergine nazionale con il Sud che segna un +34% rispetto allo scorso anno e salva l’Italia dalla caduta verticale del centro nord (-1/3) per un totale nazionale che sarà di circa 290mila tonnellate, al di sotto della media dell’ultimo quadriennio. E’ quanto emerge dal report di Coldiretti “Prezzi, l’autunno caldo dell’extravergine” diffuso in occasione al Villaggio contadino al Circo Massimo a Roma su dati Unaprol/Ismea con la prima spremitura dell’olio degli antichi romani dalle olive del Colosseo, di Villa Adriana a Tivoli e di Pompei con la partecipazione del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini oltre al ministro della Salute Orazio Schillaci, della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, dello sport Andrea Abodi e il Presidente della CEI Matteo Maria Zuppi, insieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini, accanto a migliaia di agricoltori giunti da tutte le parti d’Italia a sostegno della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco.
Il condizionamento del meteo 
A pesare quest’anno è stato il clima impazzito con eventi estremi: piogge durante la fioritura, siccità e alte temperature che hanno messo a dura prova gli uliveti nazionali. Il mese di ottobre è fondamentale per la completa maturazione delle olive e oltre ai volumi inferiori alle attese c’è l’incognita della resa in olio. A salvare il bilancio nazionale in particolare è la Puglia che – sottolinea Coldiretti – rappresenta la metà della produzione italiana e cresce del +50% rispetto alla difficile campagna dello scorso anno e nonostante le devastazioni portate dalla Xylella. Anche per la Calabria– continua Coldiretti – si attende un incremento, sebbene meno rilevante di quello pugliese mentre in Sicilia si stima una produzione sostanzialmente stabile rispetto alla già bassa produzione dello scorso anno e comunque al di sotto della media. In buona ripresa anche Abruzzo e Basilicata, mentre per le altre regioni meridionali si prospetta una produzione inferiore allo scorso anno, secondo Coldiretti/Unaprol/Ismea. La raccolta in Italia – sottolinea Coldiretti – inizia dal Sud, fra Sicilia, Puglia e Calabria per poi risalire la Penisola fino a Nord dove l’ulivo con i cambiamenti climatici è arrivato fino alle vallate alpine della Lombardia.
“Occorre intervenire per salvare un patrimonio unico del Paese con 150 milioni di piante che tutelano l’ambiente e la biodiversità ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro grazie al lavoro di un sistema di 400mila imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione che producono un alimento importante per la salute che non deve mancare dalle tavole degli italiani” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’obiettivo di rilanciare una produzione nazionale dell’olio extravergine d’oliva che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute”.
“Per sostenere le produzioni nazionali, resistere ai cambiamenti climatici e difendere la sovranità alimentare nazionale – affermano Coldiretti e Unaprol – occorre realizzare nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole e dei frantoi e realizzare nuovi sistemi di irrigazione ma – continuano Coldiretti e Unaprol – servono anche opere infrastrutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve“.
“Non è più rinviabile un piano strategico nazionale dell’olivicoltura che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati che devono essere rinnovati per ridare ossigeno e speranze ai territori” spiega il presidente di Unaprol David Granieri.
Crolla l’olio nel mondo 
Con il crollo della produzione a livello internazionale si impennano a +42% i prezzi dell’olio extravergine di oliva che è il prodotto che ha fatto registrare i maggiori rincari nel carrello della spesa delle famiglie a tavola. E’ quanto emerge dal report di Coldiretti “Prezzi, l’autunno caldo dell’extravergine”, sugli ultimi dati Istat a settembre, diffuso in occasione al Villaggio contadino al Circo Massimo a Roma con la prima spremitura dell’olio degli antichi romani dalle olive del Colosseo, di Villa Adriana a Tivoli e di Pompei, con la partecipazione del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini oltre al ministro della Salute Orazio Schillaci, dello Sport Andrea Abodi e il Presidente della Cei Matteo Maria Zuppi, insieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini, accanto a migliaia di agricoltori giunti da tutte le parti d’Italia a sostegno della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco.
Aumento dei prezzi
Sull’aumento dei prezzi pesano i risultati della scarsa raccolta all’estero, in particolare nella penisola iberica che è il primo produttore ed esportatore mondiale. Per garantire la sovranità alimentare del Paese e salvare i portafogli degli italiani, Coldiretti e Unaprol hanno previsto con le risorse del Pnrr accordi di filiera per avere un milione di nuove piante di olivo in più lungo la Penisola, incrementare la produzione e ridurre la dipendenza dall’estero in una situazione in cui – spiega Coldiretti – sono straniere 3 bottiglie su 4 consumate in Italia. Le importazioni italiane di olio d’oliva dall’estero hanno segnato il record del secolo per un valore di oltre 2,2 miliardi di euro nel 2022 con un incremento di quasi il 20% nei primi sei mesi del 2023 secondo l’elaborazione Coldiretti su dati Istat.
Una situazione che – evidenzia Coldiretti – espone l’Italia alle fluttuazioni delle produzioni estere e alle speculazioni dei mercati internazionali. Quest’anno, infatti, la Spagna – sottolinea Coldiretti – dovrebbe attestarsi a circa 765 mila tonnellate, del 34% inferiore alla
media degli ultimi quattro anni. Mentre in Turchia la produzione di olio dovrebbe scendere intorno alle 280 mila tonnellate, circa 100mila tonnellate in meno rispetto alla scorsa campagna. Crolla anche la Grecia – sottolinea la Coldiretti – con 200mila tonnellate previste rispetto alle 350mila dello scorso anno. Solo la Tunisia sembra in recupero con una produzione che può superare le 200 mila tonnellate, sopra le 180mila dell’ultima stagione, avvicinandosi alla media degli ultimi 5 anni che è di 228 mila tonnellate. Per questa situazione internazionale, con le scorte che si stanno esaurendo, il prezzo medio dell’olio extravergine d’oliva, arrivato a livelli record, sembra destinato a salire ancora. “Si è creata una situazione mai vista prima – spiega il Presidente di Unaprol David Granieri – con scarse produzioni, soprattutto in Spagna, scorte basse e inflazione, che ha fatto impennare i valori dell’extravergine d’oliva con il raddoppio dei prezzi per gli olii di origine comunitaria”.
I consumatori nel mondo: primato l’Italia 
L’Italia – continua Coldiretti – è fra i primi tre maggiori consumatori di extravergine di oliva al mondo con circa 480 milioni di chili, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali secondo elaborazioni Coldiretti sugli ultimi dati IOC (International oil council). Secondo un’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it meno della metà degli italiani (44%) verificano con attenzione l’etichetta d’origine per essere sicuri di mettere nel carrello un extravergine ottenuto da olive Made in Italy.
Anche per sostenere l’economia ed il lavoro nel nostro Paese, il consiglio di Coldiretti e Unaprol è di scegliere le produzioni Made in Italy verificando attentamente l’etichetta. Infatti sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati – denunciano Coldiretti e Unaprol – non sempre è messo in evidenzia e ben leggibile che si tratta di “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva per garantire ai consumatori una maggior consapevolezza su quello che acquistano.
E’ meglio quindi – spiegano Coldiretti e Unaprol – guardare con attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.
“In tale ottica i contratti di filiera con i fondi del Pnrr sono fondamentali per lo sviluppo di prodotti 100% italiani per dare opportunità di lavoro, sostenendo ambiente e cultura facendo crescere l’agroalimentare Made in Italy, in un contesto di grande instabilità internazionale” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’olio extravergine d’oliva è una delle componenti fondamentali della Dieta Mediterranea e della cucina italiana candidata a diventare patrimonio dell’Unesco come riconoscimento di un legame fra enogastronomia, storia, società e lavoro che rappresenta ormai un asset determinante per il Paese”.
Ambiente
Pantelleria, rimodulazione delle deleghe conferite agli Assessori Comunali

L’Amministrazione ha ritenuto necessario avviare un processo di valutazione delle funzioni e dei carichi gestionali al fine di redistribuire in modo più efficiente ed efficace le responsabilità politiche, migliorare la coerenza tra deleghe e obiettivi programmatici, potenziare l’azione amministrativa nei settori di maggiore impatto per la cittadinanza.
Tale percorso è stato condotto in uno spirito di ampia concertazione e condivisione all’interno della compagine assessoriale, con il coinvolgimento diretto degli Assessori interessati, che hanno manifestato piena disponibilità a rimodulare le deleghe, nella consapevolezza dell’importanza di un approccio dinamico e funzionale alla governance dell’Ente.
Rimodulazione
La rimodulazione delle deleghe, sostitutiva di quella precedentemente approvata con Determinazione n. 14/2023: 3.1.
- Fabrizio D’Ancona – Sindaco: Urbanistica – Lavori pubblici – Protezione civile – Personale;
- Adelina Francesca Pineda – Vice Sindaco: Cultura – Beni archeologici, storici e monumentali – Pubblica istruzione – Politiche sociali – Formazione – Servizi demografici ed informatici – Diritto alla salute;
- Federico Giovanni Salvatore Tremarco: Trasporti – Turismo – Spettacolo – Comunicazione ed innovazione – Rapporti con il Consiglio;
- Massimo Giuseppe Dante Bonì: Energia – Bilancio – Tributi – Patrimonio – Commercio – Artigianato – Agricoltura – Pesca – SUAP;
- Benedetta Culoma: Sport – Politiche giovanili – Politiche per l’integrazione – Associazionismo e volontariato – Pari opportunità;
- Adriano Minardi: Ambiente – Gestione dei rifiuti – Rapporti con il Parco – Gestione immigrati – Portualità – Servizi cimiteriali – Polizia Municipale – Politiche del mare.
Restano fermi i poteri di vigilanza, indirizzo e controllo spettanti al Sindaco, nonché la facoltà di revocare in ogni momento, in tutto o in parte, le deleghe conferite;
Ambiente
Bonus condizionatori 2025: tutte le novità da sapere per risparmiare sull’acquisto

Il bonus condizionatori sarà attivo anche per il 2025, rappresentando una concreta opportunità di risparmio per famiglie e imprese. Si tratta di un’agevolazione fiscale pensata per incentivare l’acquisto di impianti ad alta efficienza energetica, con detrazioni che possono arrivare fino al 65%. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio come funziona il bonus, chi può richiederlo e quali interventi rientrano nel perimetro degli incentivi. Una guida completa per orientarsi tra regole, requisiti e tipologie di interventi ammessi.
Come funziona il bonus condizionatori 2025: requisiti e percentuali di detrazione
Il bonus condizionatori 2025 si configura come una detrazione fiscale sull’IRPEF, legata a specifici interventi di riqualificazione energetica o di ristrutturazione edilizia. Le percentuali variano in base alla tipologia di lavoro effettuato: si va dal 50% al 65% a seconda che l’acquisto dell’impianto sia associato a un intervento edilizio oppure a un semplice miglioramento dell’efficienza energetica. Il contributo può essere richiesto anche senza ristrutturazione, purché si sostituisca un vecchio impianto con uno più efficiente.
Nel dettaglio, si può accedere al bonus tramite tre vie:
Bonus ristrutturazione (50%)
Ecobonus (65%)
Bonus mobili ed elettrodomestici (50%)
È fondamentale che l’impianto acquistato sia a pompa di calore e in classe energetica almeno A+. La detrazione viene spalmata su dieci anni e può coprire anche le spese di installazione e smaltimento del vecchio impianto. Un’attenta lettura della bolletta può aiutare a valutare meglio l’incidenza dei consumi e il reale impatto del nuovo impianto.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la modalità di pagamento: per ottenere il bonus è necessario utilizzare strumenti tracciabili come bonifico parlante, carta di credito o bancomat. Infine, bisogna conservare tutta la documentazione, incluse le fatture e le ricevute di pagamento, per eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il bonus è accessibile sia ai proprietari che agli affittuari dell’immobile, a patto che sostengano direttamente le spese.
Chi può beneficiare del bonus: soggetti ammessi e condizioni da rispettare
Il bonus condizionatori 2025 è rivolto a una platea ampia di beneficiari, purché in possesso dei requisiti previsti. Possono accedere all’agevolazione i proprietari di immobili, gli inquilini, i comodatari e anche i familiari conviventi, a patto che sostengano le spese e risultino intestatari dei pagamenti. L’importante è che l’intervento riguardi immobili già esistenti: non sono ammessi nuovi fabbricati.
Nel caso del bonus mobili, ad esempio, è necessario che l’intervento sia legato a una ristrutturazione iniziata non prima del 1° gennaio dell’anno precedente. Per accedere all’ecobonus, invece, è richiesto che l’impianto acquistato migliori l’efficienza energetica complessiva dell’immobile. Sono incluse anche le seconde case e gli immobili a uso promiscuo, ma con alcune limitazioni sulla detrazione massima.
Tra le condizioni più importanti da rispettare vi è la corretta esecuzione dei lavori e l’invio della comunicazione all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) entro 90 giorni dalla fine degli interventi. Tale comunicazione è obbligatoria per tutte le installazioni che rientrano nell’ecobonus e consente di monitorare i benefici ambientali ottenuti.
Non è invece richiesta per il bonus ristrutturazione.
Il limite massimo di spesa cambia in base al tipo di bonus:
96.000 euro per la ristrutturazione edilizia
30.000 euro per l’ecobonus
5.000 euro per il bonus mobili
Questi tetti devono essere rispettati per ogni unità abitativa e per ciascun contribuente, anche nel caso di più interventi nell’arco dell’anno.
Interventi ammessi e come ottenere il bonus passo dopo passo
Tra gli interventi ammessi al bonus condizionatori 2025 rientrano non solo l’acquisto di nuovi impianti, ma anche la sostituzione di vecchi sistemi con tecnologie più efficienti, come le pompe di calore a basso consumo. È possibile installare sia impianti monosplit che multisplit, a condizione che migliorino la classe energetica dell’immobile. Sono compresi anche gli impianti dotati di tecnologia inverter, che consente un risparmio energetico significativo.
Per ottenere il bonus è necessario seguire una serie di passaggi precisi:
Scegliere un impianto conforme alle specifiche tecniche richieste
Conservare preventivi, fatture e ricevute di pagamento
Effettuare il pagamento con strumenti tracciabili
Trasmettere la documentazione all’ENEA (se richiesto)
Indicare la detrazione nella dichiarazione dei redditi
Ogni bonus prevede tempi e modalità specifiche. Ad esempio, per il bonus mobili è sufficiente che l’acquisto del condizionatore sia successivo alla data di inizio lavori di ristrutturazione e che rientri tra gli arredi funzionali. Per l’ecobonus, invece, la documentazione tecnica assume un ruolo centrale: può essere richiesta la relazione asseverata di un tecnico abilitato che certifichi il miglioramento energetico.
Inoltre, nel 2025 non è più prevista l’opzione dello sconto in fattura o della cessione del credito, almeno per i bonus ordinari. Questo significa che il rimborso sarà erogato esclusivamente sotto forma di detrazione IRPEF nei dieci anni successivi alla spesa sostenuta. Una scelta che favorisce la trasparenza fiscale, ma richiede al contribuente una maggiore disponibilità economica iniziale. In questa fase, valutare anche la possibilità di un cambio fornitore luce e gas può incidere positivamente sui costi complessivi delle utenze domestiche. Rimane dunque essenziale pianificare correttamente l’intervento, valutando con attenzione sia i costi che i tempi.
Per approfondire ulteriormente il tema del risparmio energetico, è consigliabile informarsi su strategie e tecnologie applicabili anche oltre il bonus condizionatori.
Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/bonus-condizionatori-2025-tutte-le-novita-da-sapere/
Economia
Siccità, ristori per l’apicoltura in pagamento. Barbagallo: «Aumentato budget iniziale»

Via libera al pagamento dei ristori agli apicoltori siciliani per recuperare parte dei danni subiti dal calo della produzione nel 2024, a causa della grave situazione di siccità. Gli uffici dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, in seguito all’istruttoria delle domande, hanno ammesso al finanziamento 372 istanze di apicoltori che hanno fornito prova dei requisiti richiesti, tra i quali l’iscrizione all’anagrafe apistica nazionale. In questi giorni verrà erogato il contributo, ripartendo il budget complessivo di 1,5 milioni di euro in base al numero di arnie. Il bando, pubblicato a dicembre 2024, aveva una dotazione iniziale di 784 mila euro, successivamente integrata con ulteriori 716 mila euro in sede di assestamento di bilancio.
«Il governo Schifani – sottolinea l’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo – è al fianco degli apicoltori siciliani che hanno subito danni a causa della siccità. Abbiamo incrementato i fondi inizialmente a disposizione, consapevoli di quanto, in questa fase, fosse importante dare un aiuto concreto a imprenditori e lavoratori, una boccata d’ossigeno per l’intero comparto».
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