Cultura
14-15 gennaio 1968. Il “sisma dei poveri cristi” e la nascita della prima radio libera
15 gennaio 1968. Ore 2.35. Un forte terremoto, di magnitudo 6.1, intensità epicentrale del X grado della Scala Mercalli, sveglia improvvisamente la popolazione della Valle del Belice. Ma a tremare non è solo quella zona. Trema tutta la Sicilia occidentale. Ed è solo l’inizio di un lungo periodo sismico che terminerà solo dopo un anno. Nel febbraio del 1969.
Il racconto dell’evento. Tutto inizia il giorno 14. Una fredda domenica di gennaio. A Partanna c’è la neve. I bambini giocano all’aperto e si divertono. La prima scossa nel primo pomeriggio. Ne seguono altre.
I ricordi di chi ha vissuto quei terribili giorni sono fotogrammi ancora cristallini. Implacabilmente chiari. Dopo la prima scossa tutti escono in strada. Passano le ore. Nessuno rientra. C’è paura nell’aria. Il pomeriggio trascorre a interrogarsi sul da fare. A guardarsi in giro. A chiedere notizie. Da alcuni paesi arrivano notizie di case danneggiate. Ma non ci sono i cellulari. Non tutti hanno la televisione. Internet è una parola ancora non nata. La rete, quella dei pescatori, è l’unica rete conosciuta. Le informazioni scorrono lente. Arrivano frammentate. La radio non dà notizie. È come se per il resto d’Italia non fosse accaduto nulla. Nessuno ne parla. Forse non c’è nulla da temere. Quando il sole scende e il freddo inizia a pizzicare la pelle in molti ci ripensano. E rientrano nelle loro abitazioni. Ma non tutti. Fortunatamente.
Quella notte sarà ricordata come la notte del grande terremoto del Belice. Il sisma dei poveri cristi.
“Erano da poco passate le due e mezza, le due e trentacinque per l’esattezza. Nella grande casa della mia famiglia, in viale Regina Margherita a Palermo al primo piano, fu improvvisamente gran trambusto, scuotimento, “trantulio”: letti che ballavano, mobili e quadri che tremavano, lampadari che ballavano.” Inizia così uno dei racconti di chi l’ha vissuto.
Molte scosse si succedono. Le più intense tra il 14 ed il 25 gennaio 1968. Crollano le abitazioni più povere. Quelle costruite in pietra squadrata con poca malta. Con fondazioni inadeguate. A volte addirittura assenti. Danni irreparabili al 90% del patrimonio edilizio rurale. Gravissime le ripercussioni sull’economia, quasi esclusivamente agricola. Tra i centri più colpiti Gibellina, Salaparuta, Santa Ninfa, Montevago, Partanna, Poggioreale e Santa Margherita Belice. Zone, all’epoca, nemmeno classificate come sismiche.
Il bilancio finale fu pesantissimo. Più di venti i Comuni colpiti. 100mila gli sfollati. 296 le vittime (anche se alcune fonti parlano di circa 400).
Una catastrofe sociale. Il terremoto del Belice non cambiò “solo”, e per sempre, l’assetto di un territorio. Quel terremoto fu una grande catastrofe sociale. La prima del dopoguerra.
L’Italia scopre una regione povera. Una regione lontana. Lontana dal boom economico.
Il Governo aiuta agevolando l’abbandono dei luoghi colpiti. L’emigrazione degli sfollati verso il nord del Paese. Chi vuole viene aiutato anche ad andare via dall’Italia. A trasferirsi all’estero.
Il malumore verso il Governo si diffonde. Nascono comitati locali che si oppongono con fermezza alla strategia dello Stato. Ma che contemporaneamente devono anche lottare per scacciare i tentativi dei mafiosi di accaparrarsi le poche risorse disponibili. La gente protesta. I comitati si riuniscono a Palermo. Poi a Roma. Seguono scioperi fiscali. Il Belice prova a cambiare il suo destino e a diventare una valle ricca. Ricca di vigneti e uliveti.
La nascita della prima radio libera. I mesi passano. Poco viene concretamente fatto. In un clima di dissenso misto a dolore un uomo, che aveva deciso di vivere, agire e morire nella sua amata terra, fonda una radio. Una radio libera. “La radio dei poveri cristi”. La radio della Nuova Resistenza. Per fare conoscere all’intero mondo la condizione disumana di chi era stato colpito da quell’immane disastro.
Attraverso Radio Libera Partinico, due anni dopo il disastro (era il 1970), Danilo Dolci mette in onda un lungo messaggio. Fatto di voci. Le voci dei sopravvissuti. Una testimonianza senza precedenti. Lunga 27 ore.
“S.O.S, S.O.S. Qui parlano i poveri cristi della Sicilia occidentale attraverso la radio della nuova resistenza… si sta compiendo un delitto di enorme gravità, assurdo, si lascia spegnere un’intera popolazione…”.
Inizia così il messaggio trasmesso il 27 marzo 1970, alle 19.30. Nel Palazzo Scalia a Partinico ci sono Franco Alasia e Pino Lombardo. Che trasmettono. Fuori c’è Danilo, insieme a un gruppo di cittadini. Ascoltano il messaggio della radio.
“Siciliani. Italiani. Uomini di tutto il mondo. Ascoltate. Si sta compiendo un delitto di enorme gravità. Assurdo. Si lascia spegnere una intera popolazione. … La popolazione della Sicilia occidentale non vuole morire. Siciliani. Italiani. Uomini di tutto il mondo. Avvisate immediatamente i vostri amici, i vostri vicini. Ascoltate la voce del povero Cristo che non vuole morire. … Non possiamo lasciare compiere questo delitto. …”
“Uomini di Governo, non sentite vergogna a non garantire subito case, lavoro, scuole, nuove strutture sociali ed economiche? … Questa è la radio della nuova Resistenza, abbiamo il diritto di parlare e di farci sentire. Abbiamo il dovere di farci sentire. Dobbiamo essere ascoltati… Qui si sta morendo… La nostra terra, pur avendo grandi possibilità, sta morendo abbandonata”.
La trasmissione viene interrotta bruscamente dall’irruzione delle forze di polizia. “La radio di Danilo Dolci sequestrata dal potere”. Così titolano i quotidiani dell’epoca.
Null’altro vogliamo aggiungere. È tempo di silenzio. Di riflessione. Una riflessione che nasce nel passato.
Sono lontani i tempi della fame. I tempi dell’asino nel tugurio in cui si dormiva. I tempi dei bambini seminudi con la scabbia. Ma siamo comunque in tempi duri. Siamo ancora nella Regione più povera d’Europa. Nella Regione con il più basso reddito pro capite. Con il maggior numero di disoccupati e inoccupati. E siamo in un periodo in cui molti percepiscono ingiustizia. Un periodo di riflessione, quindi. Che si leva dalla nostra terra.
(Crediti immagine: fotogramma)
Giuliana Raffaelli
Spettacolo
Pantelleria, al Cineteatro San Gaetano tre giorni dedicati al film “Per te” – Da una storia vera
Da mercoledì 12 a venerdì 14 novembre 2025, ore 21,00, appuntamento immancabile al Cineteatro San Gaetano di Scauri per un film tutto da vedere: “Per te”.
Con uno speciale Edoardo Leo, il cast si compone di: Regia di Alessandro Aronadio, con Teresa Saponangelo, Alessandro Cucca, Javier Leoni.
Da Moovies: Roma. Paolo è davanti lo specchio del bagno e sta insegnando al figlio Mattia a farsi la barba. Il loro rapporto è speciale. L’uomo, che ha poco più di 40 anni, è affetto da una rara forma di Alzheimer precoce e sta iniziando a perdere la memoria. Ci sono delle cose che ha completamente dimenticato mentre altre sono ancora presenti nei ricordi ma è consapevole che sono destinate a svanire. Per questo vuole essere il più possibile presente nella vita del figlio undicenne e della moglie Michela, con cui ha un legame molto forte, cogliendo tutte le occasioni che la quotidianità gli offre per condividerle con loro. Al tempo stesso cerca di recuperare anche il rapporto con il fratello Nicola con cui non si parla da tempo.
Cultura
Pantelleria, “Aspettando San Martino” tra Sfinci e & Vino
Per la 5° Serata “Sotto il cielo del Corso”, andrà in scena “Aspettando San Martino”
Domenica 9 novembre 2025 dalle ore 16:00 a mezzanotte
Per la seconda volta San Martino arriverà la domenica prossima con sfinci & vino e con una fiaccolata al Corso Umberto I.
La festa “Aspettando San Martino” si svolgerà due giorni prima di San Martino con la partecipazione di tutti Panteschi – grandi e piccini – .
Il pomeriggio comincerà dalle ore 16 con un’attività creativa e divertente. Un laboratorio per creare lanterne, condotto da Carole Bernardo.
Quest’anno l’Istituto di Istruzione Superiore “Vincenzo Almanza – A. D’Aietti” Omnicomprensivo ha aderito al progetto e cosi verrano anche gli studenti che hanno partecipato già da due settimane all’iniziativa.
“Hanno saputo proporre argomenti individuali e, con molta creatività, sono riusciti ad attirare l’attenzione degli adulti” già nelle classe – prima della serata in Corso Umberto.
LABORATORIO E FIACCOLATA
A partire dalle ore 16:00, nel damuso “White Cube” di fronte dell’agenzia “Vivere Pantelleria” – presso la Piazzetta Nazario Sauro, si attiverà il laboratorio per disegnare le lanterne e le alunne e li alunni dell’Istituto hanno la possibilià di essere aiutati al montaggio dei supporti delle lanterne preparate in classe. Tutte le lanterne saranno dotate di una candela elettrica per l’illuminazione.
La “Fiaccolata di San Martino” si svolgerà a partire dalle ore 19:30, e vedrà coinvolti tutte le alunne e tutti gli alunni, che sfileranno cantando con le lanterne fatte da loro, lungo il percorso previsto.
Il corteo comincerà in Corso Umberto, – Piazetta Nazario Sauro – e va giù lungo il Corso Vittorio Emanuele. Da Piazza Cavour si gira in Via Mazzini attraversando la Chiesa Madre fino il lungomare Paolo Borsellino, girandosi attraversando il Castello per poi salire davanti l’ex albergo Miriam – Via Giovanni Falcone e Via Napoli – per arrivare di nuovo in Corso Umberto. Finendo in Piazzetta Sauro verso le ore 20:00
SFINCI & VINO
Al ritorno dal percorso a Corso Umberto I, i partecipanti e tutti i Panteschi troveranno un momento di intrattenimento e festeggiamento.
Il Circolo Culturale Corso Umberto offre con il supporto del Circolo “La Tinozza” e l’associazione “La Mulattiera” i famosi Sfinci & Vino.
Circa 100 litri di vino sono stati donati dalle cantine Abraxas, Kazzen, Maddalena e Minardi.
Il Comune di Pantelleria ha accolto con favore l’iniziativa e si è prestato di patrocinare.
L’evento è possibile grazie alla partecipazione di tutti i negozianti del Corso con un tributo economico, da Pina Marino – Vivere Pantelleria – Le Vanità di Camille – MR crea di Tania – Studio La Francesca – Studio Lo Pinto – Anna Silvia & Nicola Ferrari fino a lo studio e la Galleria di Gereon Pilz van der Grinten “Le alcove di van der Grinten” *spaces for the urban arts.
Ambiente
Il Parco lancia “Pantelleria Terrazzamenti Colti”, avviso per recupero di terre abbandonate o a rischio abbandono
Per aderire c’è tempo fino al 31 dicembre 2025
L’Ente Parco lancia “Pantelleria Terrazzamenti Colti”, avviso per il recupero delle terre
abbandonate o a rischio abbandono
Un’iniziativa volta alla valorizzazione dei terreni rivitalizzando la tradizione agricola
L’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria lancia, con il MASE (Ministero dell’Ambiente e della
Sicurezza Energetica), un’importante iniziativa rivolta ai proprietari di terrazzamenti agricoli
coltivati ritenuti a rischio di abbandono (o già incolti e abbandonati) al fine del loro recupero e
conduzione.
Il progetto è destinato a realizzare misure di intervento volte alla valorizzazione dell’agricoltura. Tutto nasce dalla constatazione che il territorio dell’isola, da diversi
anni, registra una riduzione delle superfici terrazzate agricole coltivate con conseguente aumento
del degrado dei muretti a secco legato alla mancanza di cura e manutenzione ordinaria dei
terrazzamenti.
Il rischio è che si perdano le caratteristiche identitarie del paesaggio agricolo in cui,
anno dopo anno, si osserva la riduzione delle coltivazioni di vite e cappero, ma anche la perdita dei
saperi tradizionali, come quella dell’arte dei muretti a secco.
Obiettivo di “Pantelleria terrazzamenti colti” è quindi valorizzare i terreni agricoli incolti, abbandonati o non adeguatamente utilizzati o di prossimo abbandono, rivitalizzando la tradizione legata all’agricoltura, anche attraverso l’inclusione sociale e lavorativa, offrendo nuove opportunità per i giovani e favorendo l’introduzione di innovazioni tecnologiche e colturali ecocompatibili.
I terreni dovranno essere resi disponibili in affitto per almeno 15 anni e il loro recupero avverrà
prioritariamente attraverso la coltivazione di vite, cappero, ulivo, origano, nonché mediante
allevamenti e altre colture mediterranee idonee alla produzione di derrate. I terreni candidati dai
proprietari nell’elenco dell’iniziativa “Pantelleria Terrazzamenti Colti” dovranno avere precise
caratteristiche, consultabili nell’avviso pubblico al seguente link
https://www.parconazionalepantelleria.it/pagina.php?id=175
La scadenza per l’invio delle domande è fissata per il 31 dicembre 2025.
Il Commissario e la Direzione del Parco esortano la Comunità ad aderire all’iniziativa e ricordano
che gli uffici dell’Ente sono a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento. L’iniziativa
rappresenta infatti una importante opportunità per i proprietari dei terreni agricoli e per mitigare
il processo di abbandono dei terreni in atto.
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Gianbattista Del campo
11:21 - Gennaio 18, 2022 at 11:21
Bellissimo articolo,purtroppo già da molto prima la nostraTerra è stata piena di vessazioni annichilimenti e violenze, purtroppo i governi postunitari non hanno fatto altro che sfruttarci sia economicamente che mentalmente.