Cultura
Un raid del corsaro Hamidou a Pantelleria
Nel primo quindicennio del 1800 vi fu un corsaro barbaresco che terrorizzò, con le sue feroci incursioni, tutte le coste occidentali della Sicilia e in particolare le isole del Canale. Si trattava di Hamidou ben Alì detto Rais Hamidou, l'ultimo dei grandi corsari algerini, nato appunto ad Algeri verso il 1770 e morto il 17 giugno del 1815 presso Cabo de Gata in Spagna. Hamidou cominciò la sua carriera di uomo di mare come mozzo presso i portoghesi. In breve tempo divenne un esperto e valente marinaio, nell’anno 1795 lasciò i portoghesi e andò ad Algeri, dove si arruolò per la guerra da corsa dei barbareschi, che in quella città avevano la loro base più munita. Benché moro e originario della tribù dei Cubail, considerata presso i berberi di razza ignobile, Hamidou riuscì ad ottenere, malgrado le feroci resistenze delle camarille della corte del Dey della Reggenza di Algeri, il comando di uno sciabecco algerino, armato per la guerra da corsa. Al comando di questo naviglio fece moltissime prede, dando prova di un’abilità marinaresca non comune, di uno straordinario coraggio e, soprattutto, di un’astuzia che aveva del diabolico. Rais Hamidou non si limitò a terrorizzare le coste cristiane del Mediterraneo, ma si spinse anche in Atlantico fino all’isola di Madera e ai banchi di Terranova presso il Canada, in questi raid furono catturate diverse navi americane, che diedero un ricco bottino. Ma l’impresa che portò Rais Hamidou agli onori della cronaca mondiale quale grande corsaro di quel tempo, fu la cattura nel 1802 di una grande fregata del regno del Portogallo, armata con 40 cannoni. Anche in questo caso il corsaro barbaresco mise in campo la sua arma migliore, l’astuzia. Il suo naviglio si avvicinò alla fregata portoghese, inalberando bandiera inglese e facendo segnali di voler parlamentare, quindi, giunto accosto alle murate, lanciò immediatamente tutti i suoi uomini all’arrembaggio. Colti di sorpresa, i portoghesi non ebbero nemmeno il tempo di organizzare una difesa degna di questo nome, alla fine 282 di essi si diedero prigionieri e la potente fregata divenne preda di Hamidou. Dopo questa eclatante impresa il nome del corsaro algerino divenne una vera leggenda presso le popolazioni rivierasche del Nord-Africa e fu associato ai grandi corsari barbareschi del passato quali Sinan e Dragut. Adesso Rais Hamidou era asceso al grado di Grande ammiraglio della flotta algerina e aveva stabilito il suo comando a bordo dell’ex fregata portoghese. Le sue imprese sul mare, spesso più piratesche che corsare, proseguirono senza soste, anzi aumentarono di numero. Si stima che, al momento della sua fine, i navigli cristiani, catturati durante la sua lunga carriera di corsaro e di pirata, assommassero in totale ad oltre 200. Un numero veramente ragguardevole.
Così Filippo Pananti, catturato durante il suo viaggio di ritorno in Italia dall’Inghilterra, lo descrive nel suo libro di memorie: “Il Rais, nelle cui mani avemmo l’onore di cadere, appellavasi Hamida. Aveva bruna faccia e truce fisónomia: era però d' assai cortesi maniere…. Dovea la sua fortuna a un merito eminente e ad una brillante riputazione. Questi lo aveano conservato in posto, a fronte della cabala turca che cercava tutte le strade di abbatterlo: Hamida aveva veramente abilità, coraggio, ed era soprattutto fecondissimo in artifizi, ai quali doveva i suoi più grandi successi”. Uno di questi “artifizi” fu utilizzato nei confronti dell’isola di Pantelleria. Non possiamo fissare con esattezza la data dell’episodio, ma esso deve essere accaduto nell’arco di tempo tra il 1803 e il 1815. Un giorno la nave di Rais Hamidou si presentò davanti al porto dell’isola e gettò l’ancora nella rada antistante. Sul pennone sventolava al vento una grande bandiera inglese, dunque una bandiera di uno stato amico, le cui navi sostavano spesso nell’isola per acqua e rifornimenti di viveri. Alla vista della nave, ritenuta amica, il comandante-governatore del castello e della città murata ordinò subito di preparare una barca e, con alcuni suoi ufficiali e notabili dell’isola, diresse verso il vascello sia per rendere doveroso omaggio al capitano, sicuramente un commodoro inglese (allora la marina britannica era la più temuta e rispettata), sia per domandargli di cosa avesse bisogno come vettovaglie e acqua. Certo, nell’occasione, il comandante pantesco peccò di troppa ingenuità, non facendo venire a riva prima una lancia del vascello e sincerarsi così della vera identità dei nuovi arrivati. Comunque, appena a bordo il gruppetto di dignitari panteschi, Rais Hamidou li dichiarò immediatamente suoi prigionieri e diede l’ordine ai propri marinai di issare l’ancora e mettere le vele al vento, sparendo in breve all’orizzonte. Allo stato della nostra ricerca non sappiamo la sorte toccata a quegli sventurati. Ma, non tema il lettore, sicuramente non toccò loro la morte o torture, in quanto i prigionieri di Hamidou dovevano essere in buono stato quando venivano venduti come schiavi sui mercati di Algeri, di Tunisi e di altre cittadine barbaresche. Per i nobili e i più facoltosi il più delle volte essi venivano rilasciati dietro il pagamento di un corposo riscatto da parte delle rispettive famiglie. Ma anche per Rais Hamidou venne il fatidico giorno in cui rendere conto di tutte le sue azioni. Fu il 17 giugno 1815 quando, presso Cabo de Gata sulle coste dell’Andalusia spagnola, la fregata "The Warrior" della marina degli Stati Uniti, al comando del commodoro Stephen Decatur, incrociò lo chebek algerino Mashouda (o Messaouda in arabo), comandata dal Grande ammiraglio Rais Hamidou. Nella battaglia che seguì, vinta alla fine dagli americani, una palla di cannone del "The Warrior" centrò in pieno Hamidou, sfracellandolo. Così finì la sua avventura terrena uno dei più temuti corsari barbareschi del tempo.
Orazio Ferrara
Foto: statua di Rais Hamidou
Cultura
C’è un nuovo parroco a Pantelleria: don Easu Kuzhanthai
Non abbiamo molte notizie e quel poco che sappiamo lo apprendiamo da un post della Chiesa Forania di Pantelleria, ma la cosa certa è che abbiamo un nuovo Parroco Don Easu Kuzhanthai Magimaidoss.
Ha studiato Teologia Morale presso l’Università Alfonsiana di Roma negli anni 2010-2012
Diversi luoghi di ministero:
Mumbai 9 anni
Goa: 3 anni
Kolar Gold Field: 4 anni
Tamil Nadu: 2 anni.
Adesso, con questo Natale inizierà il suo percorso tra la comunità pantesca.
In attesa di conoscerlo personalmente, auguriamo un ben venuto a Don Easu sulla nostra isola e un . Natale in pace e serenità
Cultura
Domani a Pantelleria arriva Atlas: non c’è Natale senza Cometa
19 dicembre si potrà fare l’avvistamento di Atlas la cometa interstellare. Ecco a che ora
Un regalo natalizio per gli appassionati di astronomia e chiunque apprezzi rivolgere lo sguarda alla volta celeste, apprezzandone i misteri e l’immensità.
Domani, venerdì 19 dicembre, sarà il momento del passaggio della cometa interstellare 3I/ATLAS, che raggiungerà la minima distanza dalla Terra. La notizia straordinaria sta nel fatto che la cometa è nata al di fuori del nostro Sistema Solare. E’ stata scoperta l’1 luglio dai telescopi del progetto ATLAS in Cile, 3I/ATLAS ed è il terzo oggetto interstellare mai osservato nel nostro Sistema Solare, dopo 1I/‘Oumuamua nel 2017 e la cometa 2I/Borisov nel 2019.
Il passaggio si compirà a circa 270 milioni di chilometri dalla Terra, quasi il doppio della distanza che separa il nostro pianeta dal Sole. Studiando la traiettoria si è compreso che attraverserà il nostro quartiere cosmico e proseguirà il suo viaggio nello spazio interstellare, per non fare più ritorno.
Pantelleria osservatorio astronomico indiscusso
Da quanto appreso, per l’avvistamento basterà anche con un normale binocolo, certo in condizioni meteo favorevoli e scegliendo luoghi lontani dalle luci artificiali, cosa che a Pantelleria è molto facile.
La sera dopo il tramonto, dunque, si potrà assistere al fenomeno.

Infatti, nell’elenco delle località migliori per vivere l’esperienza è proprio Pantelleria, dopo 
Come osservatorio naturale, così viene descritta la Perla Nera del Mediterraneo:
“Lontana dalle luci della terraferma, Pantelleria è uno dei luoghi italiani con il cielo notturno più scuro. Il mare tutt’intorno riduce drasticamente l’inquinamento luminoso e nelle notti serene la volta celeste appare profonda e tridimensionale. Osservare una cometa interstellare da un’isola vulcanica nel cuore del Mediterraneo aggiunge una dimensione quasi primordiale all’esperienza.” (Priscilla Piazza – Si viaggia).
Tutte le immagini sono opera dell’astrofilo sofisticato pantesco, Leonardo Puleo, che con grande generosità condivide con noi le proprie piccole ma incredibili opere e noi gliene siamo sempre grati. Da anni il nostro osservatore svolge attività di osservazione che poi mette a disposizione di tutti, attraverso foto ben spiegate nei dettagli. Il suo contributo alla conoscenza dell’isola è grande, anche attraverso l’osservazione di un cielo straordinario e, ai tempi odierni, di raro reperimento. Insieme alle narrazioni brillanti, leggere e accattivanti del professor Sergio Minoli, illustre e onnisciente personaggio di cultura, ha creato sipari sull’osservazione del cielo di grande fascino ed interesse.
E con la foto della nebulosa Anima (che se si osserva bene assomiglia ad un feto umano) nella costellazione Casssiopea, auguriamo ai nostri lettori una buona visione della Cometa Atos

Attualità
Pantelleria – Chiusura Castello, due coppie di sposi risarcite perchè costrette a cambiare location celebrazione matrimonio
La chiusura del Castello medievale resta un atto mal digerito per l’intera comunità pantesca, che si domanda se vi sia una strada per acquisirne la proprietà.
Intanto, sull’Albo Pretorio del Comune si legge:
Premesso
“che nel mese di ottobre si sarebbero dovuti celebrare due matrimoni civili presso il
Castello Barbacane di Pantelleria, giusta prenotazione avvenuta all’atto delle pubblicazioni di
matrimonio avvenute nei mesi di maggio e giugno;
che in data 31/07/2025 la struttura del Castello Barbacane è stata chiusa, a seguito di un sopralluogo
del Demanio Regionale, che ne ha disposto l’immediata indisponibilità per eventi privati, inclusi i
matrimoni civili;
che alla data della comunicazione della chiusura del Castello le due coppie di sposi avevano già
provveduto alla stampa delle partecipazioni di nozze, riportanti come luogo della cerimonia proprio
il Castello di Pantelleria, così come si evince dalla note prot. 22582 e 22586 del 22/09/2025,
sostenendo delle spese inutili rispettivamente di € 425,00 e di € 200,00;
che, a causa del cambio location per la celebrazione dei due matrimoni civili, le coppie di sposi
hanno dovuto predisporre nuovamente le partecipazioni di matrimonio indicando il nuovo luogo di
celebrazione e sostenendo ulteriori spese non previste;
che nelle suddette note ricevute le coppie di sposi chiedono il rimborso totale delle spese sostenute
per la stampa delle pubblicazioni con l’errata indicazione del luogo di celebrazione individuato nel
Castello Barbacane, ammontanti come sopra indicato rispettivamente in € 425,00 ed € 200,00, per
un totale complessivo di € 625,00;
considerato che questa Amministrazione Comunale si è subito prodigata per collaborare con le
coppie di sposi nella ricerca di una nuova location per la celebrazione dei due matrimoni civili,
consapevoli che un cambio location all’ultimo minuto crea non poche difficoltà nell’organizzazione
dell’evento;
che è indubbio il danno causato ai cittadini interessati, anche se non dovuto a volontà diretta di
questo Ente, che non può non riconoscere il ristoro, pur se parziale, stante che è mancata agli
interessati una location di prestigio quale è quella del Castello di Pantelleria;
che per tale ulteriore danno non è stato richiesto alcun ristoro e pertanto si ritiene conveniente per
l’Ente riconoscere quanto richiesto, che tra l’altro risulta essere debitamente documentato;
che pertanto si ritiene opportuno rimborsare a tutti gli interessati le spese sostenute con un
contributo una tantum rispettivamente di € 425,00 e di € 200,00, così come specificato nelle
richieste suddette e allegate alla presente proposta…”.
Questi sono solo due degli molteplici eventi importanti saltati per la chiusura repentina, inattesa e impensabile, del Castello. Ma diciamo che ci può stare, se si sono ravvisati crolli della struttura tali da intervenire con simili provvedimenti. L’incolumità e la sicurezza della popolazione è al primo posto.
Infatti, questo articolo vuole essere un mero spunto, una occasione per tornare a parlare del Forte, affinchè si faccia il possibile e quanto prima per riappropriarci di una nostra proprietà, con tutti gli oneri e onori. Il maniero medievale soggiace sul nostro suolo da secoli e secoli e rappresenta un fiore all’occhiello della nostra cultura, della nostra ricca storia.
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