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Cultura

Trapani, sabato 15 ottobre “24 ore per Assange”

Matteo Ferrandes

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Approda anche a Trapani la “24 ore per Assange”, una maratona di manifestazioni a
livello mondiale dedicata al giornalista Julian Assange, attualmente detenuto in
isolamento in una prigione di Londra e in attesa dell’estradizione negli Stati Uniti per
affrontare accuse relative alla legge sullo spionaggio.
L’appuntamento trapanese – promosso da Sinistra Libertaria e Amnesty International
– è per le ore 16:30 di sabato 15 ottobre presso la “sala Laurentina” (ex Chiesa del SS.
Sacramento) di via Domenico Giglio.
«Julian Assange, è un giornalista che, grazie al sito da lui fondato, Wikileaks, ha
permesso di rivelare i crimini delle guerre in Afghanistan e in Iraq commessi
dall’esercito statunitense», ricorda Natale Salvo, di Sinistra Libertaria.
«L’eventuale estradizione di Assange negli Stati Uniti – spiega Debora Oddo del
gruppo Amnesty di Trapani – lo porrebbe in grande pericolo e invierebbe un messaggio
agghiacciante ai giornalisti in ogni parte del mondo. Rappresenterebbe un pericoloso
precedente e costringerebbe i giornalisti di ogni parte del mondo a guardarsi le spalle,
con conseguenze devastanti per la libertà di stampa e per l’opinione pubblica».

All’evento è stato invitato il giornalista trapanese Luigi Todaro che testimonierà come
siano indissolubilmente legati libertà di espressione e democrazia.
«L’insieme degli eventi mondiali, promossi dall’agenzia di stampa Pressenza, assieme
ad Amnesty, l’associazione Articolo 21 e diverse altre organizzazioni, vuole chiedere
al Regno Unito di non estradare Assange e agli USA di annullare le accuse affinché
Assange sia liberato», spiega ancora Debora Oddo.
«Julian Assange è il simbolo di tutti le giornaliste e i giornalisti d’inchiesta, le voci
libere che non possono e non devono essere messe a tacere», conclude Natale Salvo,
invitando la cittadinanza ad intervenire al dibattito di sabato 15 ottobre.

Cultura

A Pantelleria primo ospedale Aeronautica Militare americana. Benemeriti della Sanità al tempo della Resa / 1

Orazio Ferrara

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Al momento del fatidico sbarco dell’11 giugno 1943 nell’isola da parte del corpo d’invasione alleato, al commando del maggiore generale inglese Walter Edmond Clutterbuck, un’unità sanitaria britannica sbarcò al seguito del 1° Battaglione del The Duke of Wellington’s Regiment.

Nello stesso giorno sbarcava da un mezzo anfibio, il landing craft n° 242, il personale, i mezzi e il materiale medico della 34th Station Hospital americana. Quest’ultima nella sua interezza era imbarcata sul landing 242, alla stessa peraltro completamente riservato.

Pantelleria la 34th Station Hospital 

La 34th Station Hospital era un’emanazione della 12a Forza Aerea americana (12th Air Force) ed ebbe il privilegio di essere il primo ospedale dell’Aeronautica Militare americana (USAAF) in terra d’Europa. Dipendeva direttamente dal brigadiere generale statunitense Auby Casey Strickland, in quei giorni governatore con pieni poteri sull’isola. Era stato il comandante in capo degli Alleati, generale Dwight D. Eisenhower, a volere fermamente tale stazione sanitaria in quanto considerava Pantelleria, una volta conquistata, decisamente strategica per la successiva invasione della Sicilia, in cui l’impiego in massa della forza aerea anglo- americana era considerato determinante per la conquista.
Pantelleria, posta tra la Sicilia e la Tunisia, avrebbe abbreviato di molto il percorso di ritorno per eventuali personale ferito degli equipaggi dei velivoli. Inoltre quest’ultimi, eventualmente danneggiati e quindi abbisognevoli di riparazioni, avrebbero trovato un’attrezzata officina nel campo di Margana, rimesso in pochi giorni in completa efficienza.

I giorni successivi alla resa

Nei giorni immediatamente successivi la Resa, mentre l’unità sanitaria inglese si reimbarcava col grosso delle truppe d’invasione alla volta della Tunisia, la 34th Station Hospital s’installava in pianta stabile nell’isola, tanto da essere in piena funzionalità e operatività già a far data dal 18 giugno. La capacità di ricezione di questa stazione era di tutto rispetto, potendo disporre di ben 250 posti letto, però ad esclusivo uso dei militari alleati in quanto essenziale supporto logistico alla già programmata invasione della Sicilia.

In quegli stessi giorni gli americani procedettero, con incredibile alacrità e determinazione, degni di miglior causa, al sistematico smantellamento di tutti i presidi sanitari militari italiani nell’isola, a cominciare da quello attrezzatissimo della Regia Marina per finire agli ospedali da campo del Regio Esercito. Si poteva, come fatto peraltro per altri militari italiani nell’isola, soprassedere all’avvio indiscriminato di tutti i medici italiani, quali POW (Prisoner Of War), nei duri campi di prigionia in Tunisia e trattenerne benissimo una parte per le esigenze della popolazione civile.
Ma l’ottusa

burocrazia militare (anche quella degli Alleati non scherzava affatto!) ritenne la cosa non praticabile, probabilmente per motivi di sicurezza, ritrovandosi Pantelleria immediata retrovia nell’apertura del prossimo fronte siciliano, i cui sviluppi si profilavano ancora del tutto incerti e perigliosi.

A Khamma il 139° Ospedale Militare

Dunque praticamente si lasciò, con colpevole incoscienza e leggerezza, tutti i panteschi senza alcun presidio medico, considerato che i precedenti presidi sanitari e ospedali italiani, benché in linea di principio riservati esclusivamente ai militari, di fatto erano stati largamente utilizzati dalla popolazione civile durante tutto il precedente periodo di guerra.

Per la storia annotiamo alcuni di quei medici militari italiani ancora cari, nell’immediato dopoguerra, nei ricordi della gente che aveva vissuto quei cupi tempi di guerra: capitano medico Enzo Girone, direttore del 139° Ospedale Militare da campo a Khamma.

Il Girone di ritorno dalla prigionia scrisse poi un bellissimo libro di memorie “L’isola disperata” su quei giorni da tregenda a Pantelleria. Tenenti medici Olivo Bernardis, Antonio Cappello e Consuelo Tonso tutti in forza al 139° Ospedale Militare da campo a Khamma. Tenente medico Carlo Falaschi anch’egli aggregato al 139°, però con l’incarico di interessarsi in modo prevalente delle esigenze sanitarie della popolazione civile.

Orazio Ferrara
(1-continua)

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Cultura

Pantelleria Bau lancia una Serata Astronomica 5 giugno, con Leo e Sergio per aiutare il piccolo Ruben

Direttore

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Serata astronomica o romantica?

Si sa, il rapporto tra gatti e il satellite naturale della Terra è stretto, quasi confidenziale, e poesie, quadri, spesso ritraggono i mici incantati dalla luna.

Pantelleria Bau organizza una serata astronomica, in onore di Ruben, un miciotto di appena 20 giorni

Giovedì 5 giugno alle ore 21, sul lungomare di Bue Marino, i nostri amici Leonardo Puleo e Sergio Minoli vi faranno vedere le stelle ma soprattutto la luna in fase crescente potrete anche fotografarla con il vostro cellulare grazie al super telescopio di super Leo.

La narrazione di Sergio che va dallo scientifico al mitologico renderà le immagini donate da Leonardo Puelo ancora più suggestive e accattivanti.

La serata ha lo scopo di raccogliere fondi per l’intervento di riduzione di ernia diaframmatica di questo tesorino che vedete in foto e che si chiama Ruben, trovato circa 20 giorni fa dentro il motore
di un’auto. Senza questo intervento Ruben non avrà vita lunga e soprattutto nessuno vorrà mai adottarlo
Quindi noi e Ruben vi ringraziamo per le offerte che farete durante la serata! A presto!

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Cultura

Specie neglette, tradizione e dieta mediterranea: ecco come “Vivere il mare”

Redazione

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 A Punta Secca, la borgata marinara del commissario Montalbano, dal 31 maggio al 2 giugno si svolge la manifestazione che valorizza il mondo marino e il suo straordinario pescato.

Tre giorni di esperienze e sapori a Punta Secca, la borgata marinara del commissario Montalbano, tra tradizione, gusto e sostenibilità per scoprire e valorizzare il mare e le sue straordinarie risorse. Da sabato 31 maggio a lunedì 2 giugno la località balneare ospita nella suggestiva Piazza Faro la manifestazione “Vivere il Mare – esperienze e sapori di Punta Secca” nata per raccontare il pescato locale, esaltare le specie ittiche “neglette” e promuovere la cultura del mare in tutte le sue declinazioni. Promosso dal Comune di Santa Croce Camerina, con il sostegno dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea e cofinanziato dall’Unione Europea, il progetto coinvolge associazioni, imprese del territorio e operatori del settore, con la regia organizzativa affidata a Logos.

Tra laboratori didattici, incontri divulgativi e momenti di confronto con pescatori e professionisti del settore, si punterà sul “vivere il mare” non solo come risorsa economica, ma come esperienza culturale condivisa. “Un invito a riscoprire l’identità più autentica della nostra costa, fatta di lavoro, sapienza, sostenibilità e gusto – dichiara il sindaco di Santa Croce Camerina, Giuseppe Dimartino – Abbiamo voluto creare un’occasione in cui comunità, turisti e operatori possano incontrarsi, condividere, conoscenze e valorizzare il nostro patrimonio marinaro, anche attraverso un’offerta culturale ed educativa rivolta ai più giovani”. Il programma si articola in tre fasi principali, tutte ospitate nel cuore della borgata dove in contemporanea sarà attivo anche l’evento “Faro in festa” che permette eccezionalmente di visitare lo storico faro, sentinella del mare.

Le mattine, dalle 10 alle 12, spazio ai laboratori didattici per ragazzi, a cura di Francesca Cerami dell’IDIMED (Istituto per la Dieta Mediterranea), delle associazioni locali ACK e La Vita è Bella e, nella giornata conclusiva, del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso. Un’occasione per avvicinare le giovani generazioni alla biodiversità marina e all’educazione alimentare. Il pomeriggio del 31 maggio sarà dedicato a un workshop sulla pesca tradizionale, con l’intervento di alcuni pescatori locali che racconteranno il loro mestiere e l’importanza delle specie neglette: pesci spesso ignorati o sminuiti dal mercato, ma che rappresentano un concentrato di gusto, sostenibilità e valore nutrizionale. Il 1° giugno, alle 19, sarà la volta dello show cooking con gli chef Dario Di Liberto e Andrea Cascone, che proporranno piatti a base di seppia e sugarello, esaltando i sapori autentici del mare. Il 2 giugno, gran finale con un talk informativo sulle proprietà nutrizionali del pescato e il suo impatto sul benessere, a partire dai principi della dieta mediterranea.

 Protagonisti di questo viaggio sensoriale saranno buonissimi pesci come sgombro, sugarello, triglia di scoglio, spatola, alici, sarda e capone, che saranno al centro di un ricettario disponibile durante l’evento. Secondo l’IDIMED, il consumo regolare di pesce, circa 2 o 3 porzioni a settimana da circa 150 grammi, può portare significativi benefici alla salute grazie alla presenza di proteine nobili, omega-3, fosforo e iodio. In particolare, il pesce azzurro, tipico del nostro Mediterraneo, è noto per i suoi effetti antinfiammatori e cardioprotettivi. Ma decidere quale pesce mettere nel piatto significa anche fare una scelta etica e sostenibile. Privilegiare il pescato locale e le specie meno sfruttate contribuisce infatti alla tutela delle risorse marine, alla riduzione degli sprechi e al sostegno diretto dei pescatori, valorizzando una filiera corta basata sulla stagionalità, sulla cultura alimentare e sulla responsabilità del consumo.

“Vivere il mare: esperienze e sapori di Punta Secca” rientra nell’ambito dell’avviso pubblico “Sensibilizzazione del pubblico sul consumo di prodotti ittici siciliani pescati, allevati o trasformati – PN FEAMPA 2021–2027”.
Maggiori informazioni sui canali social del Comune di Santa Croce Camerina.

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