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Cronaca

Trapani, 30 kg. di hashish sequestrati: i carcere pregiudicati locali

Marilu Giacalone

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TRAPANI: ARRESTATE DUE PERSONE PER DETENZIONE AI FINI DI SPACCIO. SEQUESTRATO INGENTE QUANTITATIVO DI HASHISH

I Carabinieri della Compagnia di Trapani hanno arrestato un 39enne e un 52enne del posto per il reato di detenzione ai fini di spaccio di circa 30 Kg. di hashish. I militari dell’Arma, impegnati in un servizio perlustrativo nei pressi della centralissima via Fardella, notavano il 39enne, già gravato da numerosi pregiudizi di polizia che, con atteggiamento guardingo e circospetto caricava nel cofano della propria autovettura una enorme busta consegnatagli dal 52enne. I Carabinieri decidevano di controllare i due e, in quel frangente, alla vista dei militari, il 39enne tentava una fuga a piedi venendo raggiunto dai Carabinieri che, a seguito di perquisizione personale e veicolare, rinvenivano e sottoponevano a sequestro 94 panetti di hashish (per un peso complessivo di circa 10 Kg). L’attività proseguiva con una perquisizione presso l’abitazione del 52enne (situata nelle immediate vicinanze dove era stata parcheggiata l’autovettura), ove venivano rinvenuti ulteriori 203 panetti della medesima sostanza (per un peso complessivo di oltre 21 Kg). A seguito dell’udienza di convalida entrambi sono stati ristretti presso il carcere di Trapani.

Cronaca

Pantelleria a lutto per Enza Pavia, la maestra storica. Domami i funerali

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Si è spenta, all’età di 82 anni, Enza Pavia, ne scrivono con dolore i figli

Con profondo dolore e tristezza, annunciamo la scomparsa della nostra amata mamma Enza Pavia di 82 anni, per tanti ragazzi della nostra comunità conosciuta come “la maestra Enza” avendo insegnato per oltre trent’anni alla Scuola Materna “Giovanni XIII” delle suore delle Poverelle di Pantelleria.

La sua dipartita lascia un vuoto incolmabile nelle nostre vite, ma ricordiamo con affetto e gratitudine la sua presenza, il suo amore e la sua guida.

I funerali si terranno domenica 14 settembre alle ore 9:00 presso la Chiesa del Santissimo Salvatore di Pantelleria capoluogo.

Siamo grati per ogni messaggio di condoglianze e per la vostra presenza in questo momento difficile.

Franco, Teresa, Tania e Giuseppe La Francesca.

La nostra redazione porge le condoglianze più sentite ai famigliari.

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Cronaca

Pantelleria – Capitaneria di Porto, Vincenzo De Falco lascia il comando a Giuseppe Marrone in una emozionante cerimonia – FOTO

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Così De Falco saluta l’isola: “Viva l’Ufficio Circondariale marittimo Guardia costiera di Pantelleria, Viva il Corpo delle Capitanerie di porto, Viva la Marina Militare, Viva l’Italia!”

Si è tenuta questa mattina la cerimonia di passaggio di consegne del Comandante Vincenzo De Falco verso il neo reggente Giuseppe Claudio Marrone, presso il Lungomare di Pantelleria.

Il CC De Falco, nell’avvicendamento delle cariche ha reso un ultimo saluto alla nostra isola, sua dimora e sede lavorativa per due anni, in una splendida giornata assolata mossa da una leggera brezza che increspava il mare di un blu tipicamente settembrino, in una cornice magica come quella del Castello Medievale. Tutte le autorità militari e civili dell’isola hanno preso parte alla solenne e suggestiva manifestazione, cui ha fatto gli onori di casa il primo cittadino di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona.

Nel fare un bilancio, anche come primo comando assunto, l’ufficiale ha pronunciato parole toccanti verso i suoi uomini e la sua famiglia, ma anche suggerimenti per la salvaguardia del territorio pantesco non solo marino, invitando al rispetto delle norme.

La cerimonia ha visto la presenza anche del Capo del Compartimento della Capitaneria di Porto di Trapani, il CV Guglielmo Cassone.

Com. Guglielmo Cassone al centro

Il discorso del CC Vincenzo De Falco

Autorità civili, militari e religiose, Signore e Signori, colleghe e colleghi,

Sappiamo bene che tradizionalmente queste cerimonie sono momenti in cui si celebra e si ringrazia il Comandante uscente per il servizio svolto.
Ma permettetemi di dire con convinzione che oggi non è il giorno di una persona, ma dell’Istituzione. Perché il comando passa e il servizio resta. Resta la missione che abbiamo condiviso: tutelare la vita umana in mare, garantire la sicurezza della navigazione, proteggere l’ambiente, assicurare legalità e vicinanza alla comunità. In questi anni ho cercato di mettere sempre l’Istituzione davanti a tutto. Ho voluto un lavoro sobrio, lontano dalle vetrine e dai proclami: perché il mare non premia gli annunci, ma i comportamenti. Pantelleria chiede misura e concretezza. In un contesto insulare, la differenza la fanno la qualità dell’ordinario e la continuità dell’azione. Per questo abbiamo puntato su procedure chiare, sull’addestramento, sulla collaborazione con le altre Forze, sulla prevenzione con scuole e operatori, su una vigilanza costante e sull’attenzione all’ambiente.

Nessun risultato è mai di un singolo: è sempre frutto di una squadra che lavora, spesso lontano dai riflettori. Desidero ringraziare le Autorità per la collaborazione concreta. Qui la cooperazione non è un optional: è metodo e responsabilità condivisa. Quando ciascuno resta nel proprio ruolo, mette l’Istituzione davanti al profilo personale e sceglie i fatti alle parole, l’efficacia cresce, e il cittadino lo percepisce. Nel silenzio abbiamo costruito risultati che contano. Sul fronte della ricerca e soccorso in mare non abbiamo mai abbassato la guardia: abbiamo mantenuto la prontezza, curato il coordinamento, affinato le procedure, per intervenire in sicurezza anche nelle ore peggiori e con mare difficile. Abbiamo unito umanità e rigore operativo soccorrendo in due anni più di 7000 persone in più di 600 eventi sar coordinati.


Lascio senza alcun decesso e disperso confermato. Grazie sì ad una probabile buona dose di fortuna, che però aiuta sempre gli audaci, ma soprattutto a riprova di quella professionalità ed impegno costante che ha messo in campo durante le emergenze sia chi operava a terra e sia chi operava in mare.
Sul piano ambientale, l’azione costante ha fatto emergere situazioni che andavano corrette: aree usate come discariche o punti di accumulo incontrollato di rifiuti sono state individuate e sanzionate, accompagnando amministrazioni e privati verso le bonifiche necessarie. L’attenzione agli scarichi ci ha condotti, da ultimo, al sequestro del depuratore comunale: un segno che le criticità non si risolvono con la vernice fresca, ma affrontandole davvero. Anche la polizia giudiziaria ha dato frutti concreti: solo pochi giorni fa, insieme alla Squadra Mobile della Questura di Trapani, è stata disarticolata una compagine criminale di stranieri che da Pantelleria organizzava traffici di esseri umani dalla Tunisia. Sono esempi diversi, ma tutti riconducibili a una scelta unica: privilegiare i fatti alle parole e la concretezza all’apparenza.

Vorrei ora condividere una riflessione che riguarda non solo il porto ma tutto il demanio marittimo dell’isola. A mio avviso, Pantelleria non ha bisogno di promesse irrealizzabili o di progetti faraonici scollegati dalla realtà. Ha bisogno di opere proporzionate e utili, di manutenzioni puntuali e di messa in sicurezza di ciò che già esiste: moli, banchine, scali d’alaggio, segnalamenti, fondali, viabilità, servizi essenziali. Se trascuriamo l’ordinario o se inseguiamo l’irrealistico, il sistema arretra: si riduce la sicurezza, aumentano i costi, si scoraggiano traffici, pesca e turismo. Per questo chiedo alle Istituzioni competenti di tenere la barra dritta sulla realtà: priorità alla sicurezza e alla funzionalità, qualità esecutiva, coordinamento tra enti, procedure limpide. È qui che si misura la serietà di un territorio. C’è un principio che desidero ribadire con fermezza: il disagio non sospende la legge.

Pantelleria può vivere momenti complessi — distanza, meteo, carenze infrastrutturali — ma non può diventare un luogo “senza regole”. Lo Stato vale qui come altrove, insieme a quei corollari non scritti della sicurezza che ogni donna e uomo di mare conosce: prudenza, buon senso, rispetto delle limitazioni e dell’altro. Non possiamo abituarci a “chiudere un occhio”: i diritti e i doveri del cittadino restano la rotta per tutti. La legalità non è un ostacolo: è il presupposto della sicurezza e della libertà comune. Alla squadra dell’Ufficio Circondariale Marittimo, al di là di quanto vi ho già espresso a porte chiuse e personalmente, va il mio grazie pubblico più sincero. In questi anni avete dimostrato che si può lavorare mettendo l’Istituzione al centro, con decisioni misurate e continuità verso l’utenza.

Avete operato con professionalità e sobrietà, pronti a spiegare, a sanzionare quando necessario e a rendere conto sempre. E avete saputo restare vicini alla comunità: ascoltando operatori portuali, pescatori e diportisti, con una presenza visibile quando serviva e discreta quando bastava. Al Comandante che subentra affido un Ufficio che sa lavorare e una comunità esigente ma leale. Gli passo tre impegni che considero fondamentali: innanzitutto la continuità, perché la sicurezza nasce da gesti ripetuti bene; poi la sicurezza stessa, che viene prima di tutto — uomini, mezzi, addestramento e manutenzione non si possono improvvisare né rinviare; infine la trasparenza, perché è meglio dire una verità sobria che una promessa brillante. Consentitemi ora un pensiero più personale.

Quando sono arrivato qui, la mia primogenita Aurora aveva appena cinque mesi di vita. In questi anni la mia famiglia ha vissuto con me, in parte qui sull’isola e in parte a distanza, le gioie e le difficoltà di questo comando. Oggi sono particolarmente grato perché, con un viaggio non semplice, mia moglie, i miei figli e i miei genitori hanno voluto essere presenti a questa cerimonia.

A mia moglie devo molto più di un grazie. Ha dovuto mettere totalmente in stand-by la propria vita, i propri progetti e le proprie abitudini, per sostenere le esigenze del mio servizio e le assenze che esso comportava. È stato un prezzo alto, fatto di rinunce silenziose e di responsabilità portate sulle spalle da sola, ma sempre con forza e con dignità.

E come spesso accade, la vita ha voluto ricompensare questa fatica con un dono immenso: l’arrivo del nostro secondogenito, Leonardo, nato solo 30 giorni fa, che ha dato gioia e senso a questo percorso così impegnativo. Ai miei figli, e in particolare ad Aurora, che oggi ha quasi tre anni, va il pensiero più affettuoso: hanno sopportato pazientemente la lontananza del papà e, senza saperlo, hanno dato forza ai miei giorni. Ai miei genitori devo riconoscenza per i valori che mi hanno trasmesso e per il sostegno che non mi hanno mai fatto mancare. So bene che dietro ogni donna e uomo in uniforme c’è sempre una famiglia che regge e sostiene. E il nostro servizio, alla fine, è anche merito loro.
Lascio con la serenità di chi sa che le persone passano e la bandiera resta. La rotta che abbiamo seguito non porta nomi propri: porta un dovere. Continuate a servirlo con misura, lontano dai riflettori e vicino al mare, perché nella sostanza dell’ordinario si costruisce la sicurezza straordinaria di quest’isola.

Viva l’Ufficio Circondariale marittimo Guardia costiera di Pantelleria, Viva il Corpo delle Capitanerie di porto, Viva la Marina Militare, Viva l’Italia!

Vincenzo De Falco


Ogni saluto è un arrivederci, rimanendo fermi nell’impegno di ritrovarsi in qualche altra occasione con la stessa spontaneità e stima.
A presto Comandante De Falco.

Ben venuto Comandante Marrone.

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Ambiente

Pantelleria, da domani distribuzione acqua a Rekhale – calendario settembre 2025

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E’ appena uscito il calendario di distribuzione dell’acqua nella contrada di Rekhale, per il periodo di settembre 2025.
Si comincia domani 12 settembre

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