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Cultura

Tra presepi e melodie: EricèNatale, il Natale di Erice

Matteo Ferrandes

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Erice, 7 dicembre 2023 – Dall’8 dicembre al 7 gennaio, il suggestivo borgo di Erice si trasforma in un’atmosfera natalizia, accogliendo una serie di eventi culturali e musicali nell’ambito di “EricèNatale – Il borgo dei presepi”.  La manifestazione, organizzata dal Comune di Erice in collaborazione con associazioni e istituzioni, offre un programma variegato che spazia dalle tradizioni alle espressioni più moderne, trasformando il centro storico in un palcoscenico festoso con i consueti mercatini di Natale in Piazza della Loggia e Piazzetta San Giuliano.

La Casetta di Babbo Natale, posizionata nella suggestiva Piazzetta San Martino, aprirà le sue porte per accogliere bambini e famiglie. Le pittoresche vie del centro storico saranno animate da presepi tradizionali, allestiti con cura da abili artigiani, cittadini e associazioni, ognuno narrando una storia e creando un percorso suggestivo.  

Le note di zampognari e bande itineranti siciliane risuoneranno tra le antiche mura e gli affascinanti vicoli, aggiungendo un tocco di autenticità e tradizione al contesto di EricèNatale, portando il calore e la tradizione delle festività natalizie.

A tutto ciò si unisce il “Festival Internazionale di Musica Antica”, giunto alla XXVII, edizione che offre un viaggio attraverso la storia della musica antica in varie location di Erice, con artisti internazionali e ensemble di prestigio, spaziando dal Barocco alle suggestioni del Medioevo e del Rinascimento. Ed ancora la rassegna “Cortili Narranti”, un ciclo di eventi che abbracciano cultura, musica e teatro e  la ricca programmazione degli “Spettacoli di EricèNatale al teatro Gebel Hamed”. Queste tre rassegne sono organizzate da associazioni del territorio e supportate dal Comune di Erice.

La notte di Capodanno, a partire dalle 23.30, sarà allietata da “I Quaranta che Ballano 90” in Piazza della Loggia, per salutare il nuovo anno con gioia e musica.

“EricèNatale è un momento in cui il nostro territorio si trasforma. La diversità e la qualità artistica delle iniziative proposte amplificano l’esperienza festiva, coinvolgendo il pubblico in una varietà di espressioni culturali e musicali ed il nostro affascinante centro storico è la cornice perfetta.

Il Natale non è solo una celebrazione, ma un tempo di riflessione sui valori fondamentali della solidarietà, della pace, dell’amicizia e dello svago, e noi siamo felici di presentare una serie di eventi, pensati per abbracciare e onorare tutti questi significati, coinvolgendo tutte le fasce d’età della nostra comunità.

Desideriamo esprimere profonda gratitudine agli uffici comunali per il loro instancabile impegno, alle associazioni, agli enti, alle fondazioni ed ai semplici cittadini che, con passione, hanno contribuito e continuano a contribuire all’organizzazione di ogni dettaglio. Il Natale a Erice è un momento di unione, condivisione, comunità” – queste le parole della sindaca del Comune di Erice Daniela Toscano e l’assessore al Turismo e agli Eventi Rossella Cosentino.

EricèNatale – Il borgo dei presepi gode del sostegno de “I Borghi più belli d’Italia” e della Funierice ed è organizzato dal Comune di Erice, in collaborazione con l’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, la Fondazione Erice Arte, la Fondazione e Centro di cultura scientifica Ettore Majorana, l’Associazione “MeMA” (Mediterranean Music Association) con l’Associazione Siciliana Amici della Musica e Amici della Musica di Cefalù “S. Cicero”, l’Associazione “Vivere Erice”, l’Istituto d’Istruzione superiore “Ignazio e Vincenzo Florio”, la Montagna del Signore, l’associazione Omnia Certe, l’Istituto di Cultura Italo-Tedesco di Trapani con il Goethe-Institut di Palermo.

Per ulteriori dettagli e il programma completo degli eventi, si prega di visitare il sito web www.comune.erice.tp.it e i profili social di EricèNatale e del Comune di Erice.

L’inaugurazione e gli appuntamenti del primo weekend di EricèNatale

L’8 dicembre, dalle 16.00 alle 19.00, gli zampognari siciliani allieteranno il borgo con le loro melodie, mentre l’inaugurazione dei Mercatini di EricèNatale in Piazza della Loggia, Piazzetta San Giuliano e Piazzetta San Martino, a partire dalle 17.00, con l’accensione delle luminarie e dell’albero di Natale, darà il via alle celebrazioni natalizie con prodotti artigianali e gastronomici.

Nel primo weekend di EricèNatale, si terranno iniziative e concerti di alto livello. L’8 dicembre, presso il Teatro Gebel Hamed, il M° Pietro Adragna incanterà il pubblico con la sua fisarmonica. Il 9 dicembre sarà la volta di Alessandro Panicola con atmosfere bossa nova.

Il 10 dicembre, presso l’Istituto Wigner San Francesco – Fondazione Ettore Majorana, nel contesto del XXVII Festival Internazionale di Musica Antica, il MiniM Ensemble Medievale eseguirà “Musica, Poesia e Ippocrasso – Suoni dal Medioevo”, offrendo un viaggio nelle musiche del XIV secolo.

Cultura

Pantelleria, inaugurato il busto a dr. Zurzolo tra gente commossa, riconoscente e affiatata

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L’opera è stata realizzata dal M° Michele Cossyro

Si è svolta ieri, 7 dicembre 2025, la cerimonia di scopertura del busto dedicato al compianto dottor Michele Zurzolo.

In una silenziosa Piazza Perugia, le gente arrivava quasi in punta di piedi, per non disturbare un momento che sarebbe stato prezioso per quel sito e per la comunità pantesca tutta.
Il Sindaco Fabrizio D’Ancona ha aperto la celebrazione annunciando diversi interventi tra cui quello di Maria Casano, che ha promosso l’idea, quello della moglie Anna Maria Brignone, delle due nipoti.

“Il Dottore Michele Zurzolo, nel corso della sua vita professionale, si è dedicato anima e corpo a tutta questa comunità e oserei dire anche a tutta la cittadinanza di Pantelleria – Ha esordito il primo cittadino – Ma molti di voi hanno avuto anche la possibilità di conoscere un amico, una persona che ha fatto della sua professione una storia di vita.  Lui era una persona di altri tempi e lo ha dimostrato. Abbiamo ritenuto come di regola accade quando una persona si contraddistingue in questa vita terrena per le sue attività, per le sue azioni, per le sue gesta, di ricordarlo in una maniera particolare.  Abbiamo deciso di fare un busto commemorativo e di posizionarlo in questa piazza Perugia che è sostanzialmente il cuore di questa contrada.”

Di poi i ringraziamenti alla giunta comunale e, in modo particolare, ai consiglieri Giuseppe Maddalena e Nadia Ferrandes che hanno perorato il progetto, fino al suo completamento.
Così, dopo i toccanti pensieri dei familiari del dr. Zurzolo, l’intervento di Michele Cossyro. L’artista che ha portato il nome di Pantelleria nel mondo con le sue opere ha ben accolto l’invito a realizzare la richiesta, facendo una vera copia non solo delle sembianze, ma anche dell’espressione del medico. Realizzando un basamento singolare, in pietra lavica, ha poi come proseguito l’opera con il busto di bronzo, adesso lucido e liscio.  

Tra i presenti anche il presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Spata, diversi politici, i presidenti dei circoli e di alcune associazioni importanti, tutti testimoni della benevolenza, dell’umiltà, della nobiltà di un uomo coraggioso, che metteva il paziente sopra ogni altra esigenza e pensiero, elargendo diagnosi sempre precise e puntuali e mai sbagliate, nonostante la strumentazione dell’epoca, a Pantelleria.

Va ricordato, non in ultimo, che il Dr. Zurzolo era un grande studioso originario della Calabria, eppure, egli aveva eletto Pantelleria come sede della sua dimora e del suo lavoro, dove ha affrontato vita e professione sempre con un immancabile e inestimabile sorriso bonario e rassicurante.

La toccante cerimonia si è conclusa con la benedizione di Don Ramses.

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Cultura

Pantelleria, oggi presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore

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Questo pomeriggio, 7 dicembre 2025, dalle ore 16.30, presso i noti locali del Circolo Ogigia di Pantelleria Centro, si terrà la presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore.

Ad affiancare l’autore, Franca Zona e Giovanna Drago, apprezzate donne di cultura, che si alterneranno in una intervista conoscitiva del libro.

Antonino Maggiore, classe 1982, è un docente di musica presso la scuola primaria di Pantelleria, dove unisce rigore e creatività, nel quotidiano rapporto con l’infanzia.
Lo scrittore pantesco non è alla sua prima opera. Negli anni ha già pubblicato due raccolte poetiche: “Niente di importante” e una “Penna x amico“, grazie alle quali ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti.
Le note strane” è un romanzo autobiografico: in viaggio intimistico tra fragilità ed ironia, attraversando il confine spesso sottile tra disperazione e gioia, risa e pianto.

Con il delicato contributo musicale di Maria Bernardo, si profila un piacevole pomeriggio letterario, al caldo e tra “degustatori” di libri.

L’ingresso è libero

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Cultura

I racconti del vecchio marinaio di Pantelleria: Il rito antico della dragunera

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Quel giorno lasciai gli scogli di San Leonardo più presto del solito, mentre i miei amici erano ancora a mollo a mare, in un’acqua trasparente e azzurrina come solo il mare di Pantelleria sa esserlo. Mi soffermai ancora una volta a leggere le scritte multicolori che rendevano meno triste il vecchio bunker di cemento armato della seconda guerra mondiale. L’amore di sempre: “ti voglio bene, “un cuore solo”, “ti amerò per sempre” precedute da un nome femminile e tante altre scritte, eredità amorose di generazioni di giovani panteschi. Una però faceva a pugni con tutte le altre, “Mariuccia buttana”. Doveva essere stato davvero un brutto tradimento, per bollarlo con un marchio di fuoco e per tramandarlo così ai posteri.

Giunsi sulla banchina e lo vidi seduto sulla solita bitta di fronte al castello, la nuvola azzurrina del fumo della sua pipa gli conferiva una strana aureola di mistero. Avevo deciso di porgli alcune domande, ma appena mi vide cominciò a parlare con voce arrochita dal tabacco e dalla salsedine. “Il veliero Madonna di Trapani era un vero e proprio gioiello della marineria pantesca. Due alberi, bompresso lungo come una lancia, vele latine che sapevano piegarsi al vento, ma non alla paura. Patrun Vitu, il suo comandante, era un uomo di mare e di silenzi infiniti, con le mani dure come la nostra pietra lavica e gli occhi di un verde misterioso, che avevano visto tempeste e miracoli. Nelle sue mani il timone seguiva docilmente l’invisibile linea della rotta fissata.

Quel giorno, ero ancora picciotto ‘i varca, avevamo da diverse ore passatu l’isola di Ustica e puntavamo, con tutte le vele spiegate su Trapani, fermarci qui la notte e il giorno seguente tornare a Pantiddraria, dove dovevamo sbarcare delle merci comprate a Napoli. Il mar Tirreno sembrava quieto e il vento amico, ma ‘ogni marinaio sa che “Cu ventu e cu mari nun si fa cuntrattu” (Col vento e col mare non si fa contratto). Così all’improvviso il cielo cambiò.

Una linea nera si stese sull’orizzonte, e il vento cadde morto di colpo. I marinai si guardarono l’un l’altro muti e attoniti. Il capitano Vito salì sul ponte e scrutò quel cielo nerastro e la vide: una dragunera (tromba marina), la maledizione antica e rabbiosa per chi va per mare. Essa, sottile e affilata, scendeva dal cielo come il dito di dio marino irato, girando vorticosamente sull’acqua.

Il nostromo Turi colse l’ansia e il timore degli altri uomini dell’equipaggio e chiese a patrun Vitu di virare. Ma Vito no, non solo perché la cosa era impossibile per mancanza di vento, ma perché egli era uomo che accettava intrepido le sfide in mare. Lui conosceva lu ritu anticu, lo aveva visto fare

da suo nonno e da suo padre prima di lui. Aprì il baule sotto il timone e ne trasse un coltello d’ossidiana, nero come la notte e affilato come il silenzio che precede la burrasca. Poi disse deciso “Mantenete la rotta, non si fugge davanti alla dragunera. Si tagghia”.

Si diresse a prua e la sua figura alta e possente sembrò dominare le onde. Il vento intanto aveva ripreso a soffiare forte e impetuoso che a momenti gli strappava il berretto. La dragunera si avvicinava, ululando conne una magara. Vito attese, fermo, come nu parrinu davanti all’artari. Quando la coda della tromba marina fu a portata, egli disse vecchie parole che non si potevano intendere, poi tracciò con il coltello d’ossidiana una grande croce nell’aria e recitò a voce alta questa preghiera:

Nniputenza di lu Patri,
Sapienza di lu Figghiiu,
pi virtù di lu Spiritu Santu
e pi nnomu di Maria
sta cuda tagghiata sia

Un suono sordo, come un lamento, si levò dal mare. La vorticosa colonna d’acqua si dissolse e il cielo si aprì all’azzurro. Tutti noi marinai, increduli, guardavamo ammirati e a un tempo intimoriti il capitano come si guarda un uomo che ha parlato allora allora con gli spiriti. Vito tornò al timone, rimise il coltello di ossidiana nel baule e disse solo: “Adesso a casa”. Al tramonto del giorno dopo Pantelleria ci apparve all’orizzonte, nera e fiera e materna. Il Madonna di Trapani, come sempre, entrò in velocità nello stretto passaggio che dava al porto vecchio. Solo capitan Vito e qualche altro patrun si potevano permettere di sfidare la scogliera cartaginese semisommersa.

La voce del subitaneo taglio della dragunera si sparse, in un battibaleno, in tutte le contrade dell’isola e da quel giorno ogni marinaio pantesco che incrociava patrun Vitu lo salutava con rispetto misto ad ammirazione. Perché non tutti sanno tagghiare la coda a una tromba marina. E soprattutto non tutti hanno il coraggio di farlo”.

Il vecchio marinaio si tacque definitivamente.
Girò le spalle e si mise a guardare, assorto, il mare come aspettasse l’arrivo di qualcuno, intanto la nuvola azzurrina del fumo della pipa, che lo avvolgeva in tenui volute, gli conferiva un certo non so che di misterioso.

Orazio Ferrara


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