Ambiente
Studenti di Pantelleria all’Università di Camerino portano loro ricerche sull’ambiente dell’isola
Gli studenti di Pantelleria scoprono piante endemiche sconosciute.
Con il progetto RESPIRE i ragazzi delle IV collaborano con giovanissimi colleghi di Lampedusa
Con il progetto RESPIRE – Research Education and Storytelling Project in Italian Remote Ecosystems, finanziato dalla National Geographic Society, dal 21 al 23 marzo prossimi arriveranno nella “riviera delle palme” gli Explorers di National Geographic.
Giovani studentesse e studenti e docenti Pantelleria e Lampedusa si confronteranno sulle loro esperienze conoscitive delle rispettive isole.
E’ la ricercatrice marchigiana Martina Capriotti, con il supporto dei docenti Unicam Francesco Palermo e Daniele Tomassoni dell’Unità di Ricerca e Didattica Unicam di San Benedetto del Tronto nel gruppo di ricerca del professor Francesco Alessandro Palermo, ad organizzare Respire sugli ultimi avamposti marini italiani nel Mediterraneo.
Abbiamo contattato il preside Fortunato Di Bartolo e la prof. Elisa Belvisi, che ci hanno spiegato le attività svolte dai nostri ragazzi, che hanno dimostrato ancora una volta un grande impegno, interesse e piacere per lo studio e soprattutto per il proprio territorio, così singolare e ricco di eterogenee risorse.
Parliamo di questo progetto che vede coinvolti alcuni studenti di Pantelleria e Lampedusa e l’Università di Camerino. I ragazzi si recheranno presso l’ateneo marchigiano per queste due giornate che sono di approfondimento delle isole siciliane? “Si tratta di un evento finale per un progetto che è stato iniziato lo scorso anno e terminato quest’anno. Sono 4 moduli diversi che sono stati portati avanti, per quanto riguarda le scuole superiori, Sono tutti ragazzi di quarta, 17 e 18. Esattamente si parla di quattro ragazzi della 4ª A del liceo scientifico e due studentesse della 4ª B del liceo scienze umane.”
Chi accompagnerà i ragazzi e come si svolgeranno queste giornate? “La professoressa Daniela Silvia sarà al fianco dei nostri studenti che i l venerdì i ragazzi faranno l’incontro con i ragazzi di Lampedusa, che hanno svolto le loro stesse ricerche, quindi confronteranno i reciproci risultati, insieme all’Explorer di National Geographic.
“Lavoreranno sui dati, mettendo insieme tutti i risultati, dopodiché si svolgerà anche una tavola rotonda con i docenti che hanno seguito queste attività.
“Il sabato ci sarà l’evento finale: ogni ragazzo presenterà i dati a tutti, durante una conferenza vera e propria aperta e i ragazzi esporranno i risultati ottenuti.
Ma i dati saranno relativi esattamente a cosa? “I nostri alunni hanno fatto uno studio di identificazione di flora locale, quindi specie endemiche che non erano state ancora mappate da nessuno. Si pensi che ci hanno fatto anche delle tesi universitarie sui dati raccolti dai ragazzi di Pantelleria, che hanno trovato delle specie endemiche, specie a rischio, specie esotiche.
“Queste identificazioni avvenivano tramite delle app dedicate che con le fotografie di alcune parti specifiche della pianta riusciva a dare una correlazione in base a dei database più o meno presenti su quest’app della flora trovata.”
“Oltre a questo hanno fatto anche lo studio del legno dei pini, con il carotaggio di alcune specie legnose per risalire all’età oppure per identificare i tempi di siccità o di pioggia.
Lo studio dei pollini
“In laboratorio, sfruttando anche il laboratorio della nostra scuola, hanno fatto studiato i pollini endemici, specie esotici e così via.
“La cosa bella è che ci sarà scritto che quella specie è stata individuata dall’alunno X. Questa è un app usata dai botanici a livello internazionale dove risulteranno specie che sono state mappate a Pantelleria da alunno Tizio, alunno Caio.
Professoressa Belvisi, questo è un contributo non soltanto naturalistico, scientifico, ma anche capace di creare, anzi di rinsaldare legame col territorio stesso? Il proposito del territorio, di queste specie che i ragazzi hanno riconosciuto, sono state fatte delle interviste alle famiglie sul nome dialettale di queste specie e sull’uso che veniva fatto e da lì sono nate queste schede con la pianta, la specie e tutta la storia della tradizione dell’isola, perché gli antichi usavano molto le piante e più di noi.
C’è anche questa parte storica, che è anche molto interessante.
Il modulo storytelling e del cibo locale
Ma un’altra cosa che volevo aggiungere per correttezza. Questi sono i due moduli di botanica affrontati da me, però c’è anche un altro modulo sullo storytelling, dove hanno fatto delle fotografie raccontando delle storie, ragazzi.
E poi hanno fatto un altro modulo “Cosa mi mangio”, per il quale abbiamo fatto delle uscite presso alcune aziende agricole del territorio, parlando dei prodotti a chilometro zero, della nostra agricoltura e hanno presentato dei questionari, ragazzi, sull’alimentazione isolana.
Ambiente
Pantelleria, al via realizzazione sede Protezione Civile, Scuola educazione ambientale e foresteria
Intervento di qualificazione dell’immobile comunale in località Buccuram per la realizzazione della sede della Protezione Civile comunale, della Scuola di educazione ambientale e forestale e della foresteria
il Sindaco comunica che la Giunta Municipale ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo all’intervento di qualificazione attraverso la demolizione e ricostruzione dell’immobile di proprietà comunale sito in località Buccuram, destinato alla realizzazione della sede della Protezione Civile comunale, della Scuola di educazione ambientale e forestale e della foresteria.
Il progetto prevede la rifunzionalizzazione dell’immobile comunale mediante un intervento strutturale complessivo, finalizzato all’adeguamento dell’edificio alle esigenze operative della Protezione Civile e alle attività di formazione previste, nel rispetto della normativa vigente. L’intervento è inserito nell’ambito della programmazione dell’Ente ed è coperto da risorse finanziarie già individuate, come risultante dagli atti amministrativi approvati, con l’avvio delle successive fasi procedurali demandato ai competenti uffici comunali.
Ambiente
Pantelleria, cimice asiatica, avvistamenti e preoccupazione degli agricoltori. Ne parliamo con Giovanni Bonomo
La cimice asiatica appassionata del cappero pantesco
E’ già da qualche tempo che la cimice asiatica, nome scientifico halys halyomorpha, è sopraggiunta sull’isola, manifestando subito la sua nefasta essenza. Come le diverse specie aliene, o comunque tali per l’isola, essa rappresenta una preoccupazione per l’agricoltura, e visti i recenti workshop realizzati sull’isola, abbiamo voluto approfondire l’argomento.
Un riferimento prezioso da cui attingere nuove notizie è senza dubbio Giovanni Bonomo, agricoltore per professione e per passione, con quel piglio per la conoscenza a largo raggio che lo induce ad approfondimenti e studi continui.
Reduce dall’organizzazione del corso “Agricoltura Bionaturale”, realizzato con il Centro Culturale Giamporcaro, Bonomo ha avuto modo di farsi una idea sulla presenza della cimice asiatica a Pantelleria e possibili soluzioni per allontanarla dalle coltivazioni.
Signor Bonomo, questo insetto ha dei periodi in cui è più aggressiva e di cosa si nutre? “I periodi in cui la si vede più spesso sono le stagioni della primavera e dell’estate. Si nutre suggendo le piante, i frutti e le foglie dei capperi.
Prima avevamo la Bagrada Ilaris, che si era allocata a Scauri, Rekhale e zone limitrofe.
Qui a Pantelleria, invece, l’asiatica è stata vista dal professore Bruno Massa e un testimone l’ha vista in una pianta di cappero nel capoluogo. E non si limita ai capperi, ma aggredisce anche piante da frutta e tutte quelle piante coltivate e non, insomma quelle spontanee. Ed è attraverso proprio la frutta che deve essere arrivata, così come tanti altri insetti.”
Questa cimice non fa la schizzinosa, in buona sostanza. Come allontanarla, allora? “Esatto, le piace tutto. Per allontanarla, dobbiamo ricorrere a metodi naturali e il corso che abbiamo tenuto ad ottobre è stato illuminante. Luigi Rotondo ha spiegato che un buon “repellente” è il carbonato di calcio addizionato con un tot di mandarino ed è un composto a largo spettro, coinvolgendo diversi insetti. Un altro esperto suggerisce l’uso del sapone molle, come il Marsiglia, con cui fare trattamenti, per i quali ci vuole molto tempo e fatica. Ma la cosa urgente è cominciare ad organizzarci e forse il Parco e il Comune in sinergia posso vedere se si può trovare il sistema per una “lotta biologica”.
Siamo in pieno inverno, fine dicembre, ma la primavera arriva in un attimo e con essa il risveglio di tutta la primavera e dei suoi componenti, tra cui anche la cimice asiatica.
Ambiente
Lampedusa, riapre il Centro di Recupero delle Tartarughe
Sindaco Mannino “𝗨𝗻𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗟𝗮𝗺𝗽𝗲𝗱𝘂𝘀𝗮, 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼”
Dopo circa due anni di lavoro, di sinergia e di collaborazione concreta, oggi possiamo finalmente annunciare una notizia che riempie il cuore di orgoglio: 𝗿𝗶𝗮𝗽𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗥𝗲𝗰𝘂𝗽𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗧𝗮𝗿𝘁𝗮𝗿𝘂𝗴𝗵𝗲, che avrà la sua sede nei locali dell’Area Marina Protetta di Lampedusa.
Un centro che in passato non era stato messo nelle condizioni di proseguire il proprio prezioso lavoro e che oggi torna finalmente ad essere operativo, restituendo al nostro territorio un presidio fondamentale di tutela, ricerca e cura.
Questo centro non è solo un luogo di scienza e protezione, dove ogni giorno si lavora per salvaguardare una specie simbolo del Mediterraneo come la Caretta caretta.
È anche un segno concreto dell’identità di Lampedusa: un’isola che difende il suo mare, la sua biodiversità e guarda al futuro con responsabilità.
La riapertura rappresenta inoltre una straordinaria opportunità turistica e culturale, un’attrazione di primo livello capace di raccontare ai visitatori il valore del nostro patrimonio naturale e l’impegno che mettiamo nella sua difesa.
Un ringraziamento sentito all’Associazione Caretta Caretta e a Daniela Freggi, al mio Assessore Pietro De Rubeis che ha seguito tutti i passaggi amministrativi, e a tutti coloro che hanno creduto in questo percorso, lavorando con passione, competenza e visione.
Oggi Lampedusa compie un passo importante. Per il mare. Per le tartarughe. Per la nostra comunità.
Bentornato, Centro di Recupero delle Tartarughe.
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