Cultura
Siracusa, dal 14 al 16 dicembre 1ª edizione di Vinacria – Ortigia Wine Fest
Dal 14 al 16 Dicembre, Siracusa sarà un contenitore attivo in cui far muovere punti di forza e criticità, ascolto e dialogo, mettendo in relazione tutti gli aspetti e le tematiche che concorrono, oggi, a rendere la Sicilia del vino una regione di grande prestigio.
Oltre 60 cantine partecipanti ma non mancheranno gli oli e gli spirits dell’isola nei tre giorni di degustazioni, 13 masterclass e approfondimenti a cui parteciperanno ospiti e degustatori di caratura nazionale: esplorare la ricchezza dei vini siciliani, promuovendo la cultura del bere e celebrando le eccellenze del territorio. L’associazione Culturale Godot: “Con Vinacria vogliamo offrire un’esperienza unica, che permetta non solo di degustare i vini più rappresentativi della nostra regione, ma anche di conoscere le storie, le tradizioni e le persone che si celano dietro ogni calice”.
Tre giorni di racconto e immersione totale nell’universo del vino siciliano, tra degustazioni, incontri con i produttori, eventi culturali e workshop dedicati alla valorizzazione della viticoltura e delle eccellenze produttive dell’isola: dal 14 al 16 dicembre 2024, Siracusa ospiterà la prima edizione di Vinacria – Ortigia Wine Fest che si terrà all’Antico Mercato di Ortigia (Via Emmanuele de Benedictis), un’iniziativa che promette di diventare un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati del buon bere e della cultura siciliana. Marco De Bartoli, Federico Graziani, Frank Cornelissen, Caravaglio, Feudo Montoni sono solo alcune delle oltre 60 cantine presenti, suddivise per i tre antichi valli (Val di Mazara, Val di Noto Val Dèmone) e l’Etna a cui sarà dedicata un’area specifica (in realtà la suddivisione antica dei valli siciliani comprendeva all’interno del Val di Noto anche Catania con una porzione di Etna sud e sud – est): “Siamo entusiasti di presentare la prima edizione di Vinacria, un evento unico che celebra la straordinaria ricchezza del vino siciliano e della cultura enologica – dichiarano Giada Capriotti e Silvano Serenaridell’Associazione Culturale Godot – con Vinacria vogliamo offrire un’esperienza immersiva, che permetta non solo di degustare i vini più rappresentativi della nostra isola, ma anche di conoscere le storie, le tradizioni e le persone che si celano dietro ogni calice”. Spazio anche all’olio con le aziende Viveretna, Tondo, Sciabacco e Di Mino e non mancheranno gli approfondimenti e le masterclass sugli Oli monovarietali e gli Oli IGP di Sicilia curate dall’IRVO: “La partecipazione dell’Istituto Regionale del Vino e dell’ Olio al Vinacria Ortigia Wine Fest 2024 è un’occasione anche per lanciare, in anteprima, il riconoscimento della Sicilia quale “Regione europea dell’enogastronomia 2025” – sottolinea Giusi Mistretta, commissaria dell’IRVO – un’opportunità per mettere in risalto le eccellenze siciliane nell’ambito della viticoltura e dell’olivicoltura”. Tra le novità anche l’area tasting con Volcano Gin, la distilleria Giovi che farà delle dimostrazioni di come funziona la distillazione e Ardeaseal che presenterà il nuovo tappo ottenuto da biopolimeri vegetali, sarà presente anche con un banco di assaggio dedicato ai vini italiani e francesi. L’area food è affidata a Kaleido con il sushi, Fuori Ortigia Cucineria con le tapas ed i Fratelli Burgio con i panini.
L’evento organizzato dall’Associazione Culturale Godot ha ricevuto il patrocinio del Comune di Siracusa, dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio, dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, della Regione Siciliana, dell’Assemblea Regionale Siciliana, della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia ed è inserito nel calendario di attività di Regione europea della gastronomia 2025. Main sponsor Unigroup S.p.a, Ortea Palace Hotel, Sicily, Autograph Collection e A.D. Pugliese S.P.A.
Si inizia
Sabato 14 Dicembre
- alle 11 con il convegno inaugurale “VINACRIA – Vino è cultura” dove sarà presente anche il vignaiolo ed enologo Salvo Foti (evento gratuito),
- alle 12:00 la presentazione de “Il mare nasconde le stelle” di Francesca Barra con la presenza di Remon Karam, “il ragazzo venuto dalle onde” (evento gratuito).
- Si proseguirà alle 15:00 con la degustazione guidata dal sommelier Alessandro Carrubba su Barocco e Moscato: sublimità del Val di Noto. Vino e arte, connessioni e sinestesie.
- Alle 16:00 apertura dei banchi d’assaggio e alle 16:30 la masterclass “Spumanti itineranti, bollicine di Sicilia” condotta dallo Champagne Expert Manlio Giustiniani.
- Alle 17:30 il degustatore e collaboratore di Decanter Raffaele Mosca racconterà le “Sfumature di rosa: caratteristiche e differenze dei rosati siciliani.
- Alle 18:30 focus su “Perpetuo e Marsala: due anime, un territorio” con l’enologo dell’IRVO Gianni Giardina e l’head Sommelier Villa Igiea di Palermo Mauro Lo Iacono, si chiude
- alle 19:30 con “Vino è geografia: i tanti volti del Nero d’Avola” con Federico Latteri, degustatore e collaboratore di Doctor Wine.
Domenica 15 Dicembre
- al via alle 11:00 con la masterclass “Etna e longevità: il Carricante”, alle 12 apertura dei banchi di assaggio e alle 12:30 “Se fossi vino…i giovani di Generazione Next si raccontano attraverso il vino in cui si identificano” Benedetto Alessandro (Alessandro di Camporeale), Federica Bonetta (Cristo di Campobello), Maria Ausilia Borzì (Serafica Terra di Olio e Vino), Serena Costanzo (Palmento Costanzo), Graziano Nicosia (Cantine Nicosia) e Luigia Sergio (Barone Sergio).
- Alle 15:00 Cinzia Benzi presenta “Chateau d’Yquem: i segreti di un vino leggendario” (evento gratuito),
- alle 16 continuano gli eventi culturali con la presentazione del libro “Tania – Uno più uno non fa due” di Chiara Allibrio (evento gratuito) e
- alle 17:00 spazio anche agli “Oli monovarietali di Sicilia” a cura di Michele Riccobono, dirigente dell’Organismo di controllo e certificazione oli IRVO. Imperdibile l’appuntamento con Marco Reitano, head sommelier del ristorante “La Pergola” di Roma, 3 Stelle Michelin, che racconterà “Il ruolo del Sommelier: l’importanza della formazione sul campo e della comunicazione efficace”. Dulcis in fundo, Pietro Russo, enologo e Master of Wine, condurrà la degustazione
- alle 19:30 su “Vino e contemporaneità. Stili e tendenze: come si adatta la viticultura siciliana”.
Lunedì 16 Dicembre, giornata dedicata agli operatori del settore Ho.Re.Ca con inizio
- alle 10:00 ma nel corso della mattinata si proseguirà con diverse masterclass aperte a tutti.
- Alle 11:00 Presentazione del nuovo numero di UniGusto – il magazine dei professionisti dell’Horeca – e lancio ufficiale di Uniday Expo 2025 (evento gratuito).
- Alle 12:00 in programma “#fuorizona: degustazione bendata” con Chiara Allibrio, assaggiatrice “fuori zona”,
- alle 15:00 la masterclass “Oli IGP di Sicilia” a cura Michele Riccobono e,
- alle 16:00, la presentazione della rivista GEN ZED di Federico Graziani (evento gratuito). Chiusura affidata a Giada Capriotti con la masterclass “Unconventional: vini siciliani tra custodia e ribellione”.
Cantine presenti:
Val di Noto: Cantine Marilina, Feudo Maccari, Baroni di Pianogrillo, Angelo Di Grazia, Fausta Mansio, Barone Sergio, Rio Favara, Zisola, Losi Vigne Migranti, Rudinì, Cantine Pupillo, Salvatore Marino, Gurrieri, Feudi del Pisciotto, Casa Grazia e Palmeri.
Val di Mazara: Intorcia, Marco De Bartoli, Cristo di Campobello, Alessandro di Camporeale, Dei Principi di Spadafora, Martinico & Figli, Mandrarossa, Feudo Montoni, Pellegrino, Giuseppe Cipolla, Alessandro Viola, Agricola Fiore, Gaudioso, Bonsignore e Tenute Botticella.
Val Dèmone: Caravaglio, Le Casematte, Principi di Mola, Tenuta Enza la Fauci e Vigneti Verzera.
Etna: Tenute Nicosia, Tenute Palmento San Basilio, Serafica Terra di Olio e Vino, Cantine Russo, I Custodi delle Vigne dell’Etna, Federico Graziani, Palmento Costanzo, Pietradolce, Cottanera, Masseria Setteporte, SRC, Stanza Terrena, Azienda Agricola Frank Cornelissen, Cantine di Nessuno, Tenute di Fessina, Azienda di Rachele, Zumbo, Al-Cantàra, Le Due Tenute, Giò Emmanuele Etna Wines, Azienda Agricola Raciti, Tornatore e Vitanova
Le aziende dell’olio: Viveretna, Tondo, Sciabacco e Di Mino.
Le aziende partner: Volcano Gin, Distilleria Giovi e Ardeaseal.
Informazioni Pratiche
Date: 14-16 dicembre 2024
Location: Antico Mercato di Ortigia
Orari:Sabato 14 dicembre: dalle 16:00 alle 20:30
Domenica 15 dicembre: dalle 12:00 alle 20:30
Lunedì 16 dicembre: dalle 10:00 alle 18:00
I biglietti per le degustazioni e l’accesso all’Antico Mercato di Ortigia sono disponibili sul sito dell’evento https://vinacriawinefest.it/
Per accredito giornalisti, press@vinacriawinefest.it;
Per accredito operatori Ho.Re.Ca , operatori@vinacriawinefest.it;
Cultura
I racconti del vecchio marinaio di Pantelleria: Il rito antico della dragunera
Quel giorno lasciai gli scogli di San Leonardo più presto del solito, mentre i miei amici erano ancora a mollo a mare, in un’acqua trasparente e azzurrina come solo il mare di Pantelleria sa esserlo. Mi soffermai ancora una volta a leggere le scritte multicolori che rendevano meno triste il vecchio bunker di cemento armato della seconda guerra mondiale. L’amore di sempre: “ti voglio bene, “un cuore solo”, “ti amerò per sempre” precedute da un nome femminile e tante altre scritte, eredità amorose di generazioni di giovani panteschi. Una però faceva a pugni con tutte le altre, “Mariuccia buttana”. Doveva essere stato davvero un brutto tradimento, per bollarlo con un marchio di fuoco e per tramandarlo così ai posteri.
Giunsi sulla banchina e lo vidi seduto sulla solita bitta di fronte al castello, la nuvola azzurrina del fumo della sua pipa gli conferiva una strana aureola di mistero. Avevo deciso di porgli alcune domande, ma appena mi vide cominciò a parlare con voce arrochita dal tabacco e dalla salsedine. “Il veliero Madonna di Trapani era un vero e proprio gioiello della marineria pantesca. Due alberi, bompresso lungo come una lancia, vele latine che sapevano piegarsi al vento, ma non alla paura. Patrun Vitu, il suo comandante, era un uomo di mare e di silenzi infiniti, con le mani dure come la nostra pietra lavica e gli occhi di un verde misterioso, che avevano visto tempeste e miracoli. Nelle sue mani il timone seguiva docilmente l’invisibile linea della rotta fissata.
Quel giorno, ero ancora picciotto ‘i varca, avevamo da diverse ore passatu l’isola di Ustica e puntavamo, con tutte le vele spiegate su Trapani, fermarci qui la notte e il giorno seguente tornare a Pantiddraria, dove dovevamo sbarcare delle merci comprate a Napoli. Il mar Tirreno sembrava quieto e il vento amico, ma ‘ogni marinaio sa che “Cu ventu e cu mari nun si fa cuntrattu” (Col vento e col mare non si fa contratto). Così all’improvviso il cielo cambiò.
Una linea nera si stese sull’orizzonte, e il vento cadde morto di colpo. I marinai si guardarono l’un l’altro muti e attoniti. Il capitano Vito salì sul ponte e scrutò quel cielo nerastro e la vide: una dragunera (tromba marina), la maledizione antica e rabbiosa per chi va per mare. Essa, sottile e affilata, scendeva dal cielo come il dito di dio marino irato, girando vorticosamente sull’acqua.
Il nostromo Turi colse l’ansia e il timore degli altri uomini dell’equipaggio e chiese a patrun Vitu di virare. Ma Vito no, non solo perché la cosa era impossibile per mancanza di vento, ma perché egli era uomo che accettava intrepido le sfide in mare. Lui conosceva lu ritu anticu, lo aveva visto fare
da suo nonno e da suo padre prima di lui. Aprì il baule sotto il timone e ne trasse un coltello d’ossidiana, nero come la notte e affilato come il silenzio che precede la burrasca. Poi disse deciso “Mantenete la rotta, non si fugge davanti alla dragunera. Si tagghia”.
Si diresse a prua e la sua figura alta e possente sembrò dominare le onde. Il vento intanto aveva ripreso a soffiare forte e impetuoso che a momenti gli strappava il berretto. La dragunera si avvicinava, ululando conne una magara. Vito attese, fermo, come nu parrinu davanti all’artari. Quando la coda della tromba marina fu a portata, egli disse vecchie parole che non si potevano intendere, poi tracciò con il coltello d’ossidiana una grande croce nell’aria e recitò a voce alta questa preghiera:
Nniputenza di lu Patri,
Sapienza di lu Figghiiu,
pi virtù di lu Spiritu Santu
e pi nnomu di Maria
sta cuda tagghiata sia
Un suono sordo, come un lamento, si levò dal mare. La vorticosa colonna d’acqua si dissolse e il cielo si aprì all’azzurro. Tutti noi marinai, increduli, guardavamo ammirati e a un tempo intimoriti il capitano come si guarda un uomo che ha parlato allora allora con gli spiriti. Vito tornò al timone, rimise il coltello di ossidiana nel baule e disse solo: “Adesso a casa”. Al tramonto del giorno dopo Pantelleria ci apparve all’orizzonte, nera e fiera e materna. Il Madonna di Trapani, come sempre, entrò in velocità nello stretto passaggio che dava al porto vecchio. Solo capitan Vito e qualche altro patrun si potevano permettere di sfidare la scogliera cartaginese semisommersa.
La voce del subitaneo taglio della dragunera si sparse, in un battibaleno, in tutte le contrade dell’isola e da quel giorno ogni marinaio pantesco che incrociava patrun Vitu lo salutava con rispetto misto ad ammirazione. Perché non tutti sanno tagghiare la coda a una tromba marina. E soprattutto non tutti hanno il coraggio di farlo”.
Il vecchio marinaio si tacque definitivamente.
Girò le spalle e si mise a guardare, assorto, il mare
come aspettasse l’arrivo di qualcuno, intanto la nuvola azzurrina del fumo della pipa, che lo
avvolgeva in tenui volute, gli conferiva un certo non so che di misterioso.
Orazio Ferrara

Cultura
Trapani e l’oro rosso del Mediterraneo: “Il Corallo anima di Trapani”. Un mese di eventi
Dal 2 al 19 dicembre 2025, Trapani celebra la sua storica tradizione corallara con la seconda edizione di “Il Corallo anima di Trapani”, un programma che coinvolgerà studenti, artigiani, istituzioni e comunità del Mediterraneo.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Trapani e dalla Biblioteca Fardelliana con il contributo dell’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana intreccia formazione, cultura e diplomazia mediterranea per preservare e tramandare l’antica arte della lavorazione del corallo.
Dal 2 al 5 dicembre, le botteghe e showroom trapanesi apriranno le porte agli studenti per visite guidate alla scoperta dei segreti di quest’arte millenaria.
Il percorso prosegue dal 9 al 12 dicembre al Museo Regionale Pepoli con il laboratorio creativo “Dal Mediterraneo al Museo – Il viaggio del corallo”, curato dall’Associazione “Amici del Museo Pepoli”.
Il 13 dicembre alle ore 17.00, sempre al Museo Pepoli, verrà presentato il restauro del prezioso Presepe in corallo del XVIII secolo, capolavoro dell’artigianato trapanese.
L’evento culminante si terrà il 19 dicembre alle ore 17.30 alla Biblioteca Fardelliana: la tavola rotonda internazionale “Rotte del Corallo – Dialogo tra culture mediterranee” vedrà rappresentanti istituzionali e maestri corallai e la firma di un protocollo della “Rete Mediterranea delle Città del Corallo”, un’alleanza che consolida i legami tra le comunità mediterranee unite da questa tradizione.
“Quest’anno proponiamo la seconda edizione de “Il Corallo anima di Trapani”. Siamo estremamente orgogliosi che questo progetto prosegua: dopo l’edizione del 2024, oggi varchiamo i confini della nostra città per un momento di dialogo con le tradizioni dell’arte del corallo non soltanto di un’altra città siciliana come Sciacca, ma anche di altre città d’Italia – Torre del Greco e Alghero – e oltre i confini nazionali, nel Mediterraneo con Tunisia e Andalusia.
Ci confronteremo non solo per raccontare la nostra tradizione, durante una sessione scientifica del convegno, ma vogliamo stilare un protocollo d’intesa per costituire una rete mediterranea delle città del corallo. L’obiettivo è avviare un percorso comune e condiviso di promozione, affinché questa antichissima e preziosa arte possa essere rinnovata e valorizzata congiuntamente” – così affermano Giacomo Tranchida, sindaco del Comune di Trapani e Rosalia d’Alí, assessore alla Cultura.
Per tutto dicembre, la Biblioteca Fardelliana proporrà un percorso audiovisivo dedicato al corallo trapanese: un docufilm che racconta tradizione e futuro attraverso l’intelligenza artificiale e un documentario che esplora il corallo tra arte, ricerca e innovazione. Due narrazioni complementari che offrono sguardi contemporanei su un’arte antica.
“Il corallo anima di Trapani” è un modello di valorizzazione che coniuga tutela delle tradizioni, innovazione e cooperazione internazionale.
Cultura
Solarino: l’incendio del 1944, la memoria perduta e i documenti spariti
Nel dicembre del 1944, un incendio devastò il Municipio di Solarino, distruggendo gran parte degli archivi storici della città e cancellando documenti fondamentali, tra cui gli atti comunali della fondazione. Quell’evento segnò una ferita indelebile nella memoria collettiva della comunità, lasciando un vuoto che ancora oggi non è stato colmato. Se alcuni documenti furono salvati dall’incendio, oggi non esistono tracce ufficiali nell’Archivio Storico Centrale. Tutto lascia intendere che siano finiti in collezioni private non autorizzate, sottratti alla fruizione pubblica e alla stessa cittadinanza.
Una situazione inaccettabile, che trasforma un bene pubblico in patrimonio di pochi, privando Solarino della propria storia e compromettendo la possibilità di ricostruire dati amministrativi, catastali e sociali fondamentali. Le modalità con cui l’incendio e la gestione dell’evento furono affrontate sollevano interrogativi inquietanti. L’inerzia delle autorità comunali dell’epoca e la rapidità con cui i documenti andarono perduti alimentano il sospetto che dietro alla distruzione ci sia stata più negligenza che casualità, se non vere responsabilità organizzate. Oggi, decenni dopo, quella negligenza si traduce in un fenomeno diffuso: molti privati detengono ancora materiali che dovrebbero appartenere al patrimonio pubblico. Il quadro attuale impone un’azione immediata e risoluta.

Chiunque possieda documenti ufficiali di Solarino ha il dovere legale e morale di restituirli all’Archivio Storico comunale, dove possano essere catalogati, conservati e resi accessibili a studiosi, cittadini e scuole. La mancata restituzione non è solo un danno culturale: è una violazione della legge e dei principi fondamentali di trasparenza e pubblicità del patrimonio pubblico.
Solarino rischia di perdere per sempre pezzi irripetibili della propria storia se non si interviene con determinazione.
L’Archivio Storico deve essere messo in sicurezza, dotato di spazi idonei, personale qualificato e strumenti digitali per garantire la consultazione pubblica. Ogni documento recuperato dalle collezioni private deve tornare alla comunità: è l’unico modo per trasformare la memoria perduta in patrimonio condiviso e impedire che la storia venga decisa da pochi privilegiati. L’incendio del 1944 resta un monito: la memoria di Solarino non può essere cancellata dall’inerzia, dall’incuria o dall’interesse privato.
La città ha il diritto di conoscere la propria storia, e chi detiene documenti pubblici senza autorizzazione deve restituirli senza indugio. È una questione di giustizia storica, civile e amministrativa: il tempo della tolleranza è finito.
Laura Liistro
Le immagini sono tratte dall’archivio del Comune di Solarino
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