Salute
Sanità, i medici italiani abbandonano gli ospedali. Giuliano (Ugl): “Cifre da brividi”

Assunzioni, programmazione e sicurezza per fermare la fuga
L’esodo dei medici italiani dalle strutture ospedaliere mette sempre più in crisi il SSN. “Quanto in questi giorni sta trovando ampio risalto nelle cronache nazionali, come rilanciato anche da un servizio andato in onda sul Giornale Radio Rai di questa mattina, lo denunciamo da tempo” dichiara con preoccupazione Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della Ugl Salute. “In tanti si accorgono – prosegue il sindacalista – di un problema che avevamo già da tempo sollevato.
Ma ormai le porte degli ospedali sono inesorabilmente spalancate in uscita come dimostrano cifre che sono da brividi. Siamo di fronte a quasi 19.000 unità che hanno lasciato i nostri nosocomi. 8.000 camici bianchi hanno presentato dimissioni volontarie mentre 12.645 sono coloro non più in servizio per pensionamenti, invalidità e decessi. E così il SSN affonda sempre di più, zavorrato dalla cronica incapacità di istituzioni e politica nel trovare soluzioni concrete che superino slogan demagogici che ormai sono stantii”.
Le cause dell’abbandono per dimissioni sono tante. “La condizioni in cui i medici ospedalieri si trovano a prestare servizio, a cui si somma il disbrigo di pratiche amministrative che non dovrebbero essere di loro competenza, sono insostenibili. Turni massacranti – dice ancora il Segretario Nazionale della Ugl Salute – si sommano a un disagio dovuto alle pressioni che si vivono nei pronto soccorso e nelle corsie. I casi di aggressioni fisiche sono ormai giornalieri e si aggiungono a quelle verbali da parte di pazienti o loro parenti esasperati da un sistema ormai in tilt. Sono così in aumento le malattie da stress professionali già accertate ma il conto salato, legato anche a questi anni di impegno nell’emergenza covid, verrà certamente pagato nei prossimi anni con un ulteriore aumento di casi di burn out. Tutto questo di fronte a una assoluta mancanza di programmazione.
“Così la scelta di optare per il regime privato o andare oltre frontiera per lavorare all’estero diventano un’opzione che impoverisce sempre di più i nostri ospedali. Non c’è tempo da perdere e bisogna immediatamente intervenire per fermare la fuga indirizzando ingenti risorse che sblocchino in maniera definitiva il turn over e offrano così l’occasione di stabilizzare i precari.
“Chiediamo anche di adeguare le funzioni dei medici ospedalieri rendendoli parte sempre più attiva della governance clinica. Così come andrà ripensato, in accordo con il mondo dell’istruzione, il percorso di formazione e immissione nel mondo del lavoro dei giovani che decidono, nonostante le tante difficoltà, di puntare ancora sulla carriera di medici ospedalieri” conclude Giuliano.
Salute
Sanità, Giuliano (UGL): “OSS, figura confinata in un angolo. Non esistono lavoratori di serie B, la politica deve intervenire”

“E’ passato del tempo da quando, era il 2021, la senatrice Paola Boldrini cercò attraverso un DDL di far ottenere agli OSS quei diritti e quella dignità ancora oggi negati. Non essendo schiavi di alcun pregiudizio politico salutammo con soddisfazione quello che immaginavamo potesse essere l’inizio di un cammino che portasse alla luce, garantendo definizione e valorizzazione del ruolo che prevedesse anche una formazione continua e di alta qualità, una figura essenziale ed insostituibile della piramide della sanità italiana. Tante buone intenzioni, si parlava anche della possibilità di dichiarare usurante la professione, a cui però non è stato dato alcun riscontro. Così che ad oggi la figura dell’operatore sociosanitario rimane confinata in un angolo, quasi dimenticata, senza ottenere i riconoscimenti, giuridici e materiali, che sarebbero dovuti. Anzi con la creazione della figura dell’assistente infermiere, su cui confermiamo la nostra assoluta contrarietà, si è data una violenta spallata a quella crescita professionale che da tempo viene giustamente reclamata dalla categoria. Così, oggi, gli emolumenti degli OSS continuano a non garantire loro una vita dignitosa a fronte di carichi di lavoro spesso insostenibili cui si sommano da tempo aggressioni fisiche e verbali che sono tra le cause scatenanti dei sempre maggiori casi di burn-out. Discutere di un futuro migliore della sanità italiana rimane una missione impossibile se si continueranno ad avere lavoratori di serie B, messi al margine del sistema. Per questo chiediamo alla politica di intervenire per riprendere il filo di quanto la senatrice Boldrini aveva pensato. Per garantire agli oss di uscire dal limbo reclamando quella dignità che meritano” dichiara in una nota Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute.
Salute
Pantelleria e Egadi nella telemedicina dell’ASP di Trapani con Tunisia, progetto da 900mila euro

L’UE finanzia un progetto di telemedicina dell’Asp Trapani con la #Tunisia. E’ stato infatti approvato dal Dipartimento regionale della Programmazione il progetto di cooperazione, con capofila l’ASP Trapani, nell’ambito del Programma “Interreg VI-A Next Italia Tunisia 2021-2027” per iniziative di Telemedicina, denominato “TÉLÉ-MÉD-ISOLÉS – Services innovants de télémédecine a impact euroméditerranéen pour les sujets en conditions d’isolement”.
Il progetto, in partenariato con enti e istituzioni italiane e tunisine, prevede azioni di cooperazione transfrontaliera per promuovere la parità di accesso all’assistenza sanitaria e la resilienza dei sistemi sanitari. Mira a fornire servizi innovativi di telemedicina “di prossimità”, a impatto #euromediterraneo, a favore di un target di beneficiari, comprensivo di soggetti in condizione di “isolamento” sia per lontananza, sia per status sociale, migliorando significativamente la gestione delle malattie croniche e promuovendo la prevenzione in Sicilia e Tunisia, sfruttando le tecnologie di telemedicina per superare le barriere geografiche e socioeconomiche all’accesso alle cure, e riducendo gli spostamenti per raggiungere i luoghi di cura.
Il contributo comunitario per la realizzazione del progetto è pari a 907 mila euro, per un biennio di attività.
Sei i partner: tre italiani, ASP Trapani (capofila), Università degli Studi di Messina – Dipartimento di Giurisprudenza e Consorzio Sisifo, e tre tunisini, DACIMA Consulting, Association pour l’Education sanitarie en Médicine d’urgence e ABSHORE Tunisie. La convenzione tra gli enti partner sarà siglata il prossimo 5 maggio.
I partner tunisini individueranno di contro le località del territorio caratterizzate da difficoltà di accesso in cui implementare il progetto, aventi come target di riferimento i pazienti affetti da malattie croniche, con particolare riferimento al #diabete mellito. Il diabete comporta anche costi molto elevati: il 6,7% dell’intera spesa sanitaria nazionale, pubblica e privata è assorbita dalla popolazione diabetica
Salute
Prevenzione neonatale, presentato in ARS disegno di legge per diagnosi su immunodeficienze primitive

E’ stato presentato disegno di legge a firma di Giuseppe Pace, capogruppo di Democrazia Cristiana presso l’ARS, su “Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle immunodeficienze primitive”.
Lo scopo di tale atto è quello di inserire nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) lo screening neonatale obbligatorio per la diagnosi precoce delle immunodeficienze primitive.
Tali malattie sarebbero tanto rare quanto gravissime con possibili conseguenze fatali. La diagnosi precoce potrebbe evitare tutto ciò.
In buona sostanza diagnosticare un sistema immunitario carente può rappresentare un salvavita per il neonato.
Il disegno di legge farebbe realizzare un Centro di coordinamento per gli screening neonatali dedicato alle immunodeficienze primitive, presso i presìdi ospedalieri dotati di Unità Operativa di Oncoematologia pediatrica.
In questo modo anche lo stile di vita del neonato migliorerebbe, evitandone la migrazione sanitaria, per viaggi della speranza.
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