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Cronaca

Sanità, Giuliano (Ugl): “Escalation aggressioni su operatori. Ora basta, ai violenti cure e medicine a totale pagamento”

Marilu Giacalone

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“Continuano a susseguirsi, con drammatica continuità, aggressioni ai danni degli
operatori sanitari. La situazione è da tempo ben oltre i limiti di guardia e
l’inasprimento delle pene nei confronti di chi compie atti di violenza contro
professionisti impegnati nell’ assistenza non si è rivelato purtroppo un deterrente”
dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della Ugl Salute. “Negli ultimi giorni –
prosegue il sindacalista – sono saliti alla ribalta della cronaca altri episodi che mostrano
come il limite sia stato superato ampiamente. Al Pronto Soccorso dell’’Ospedale
Sant’Andrea di Roma un’infermiera è stata aggredita fisicamente, arrivando addirittura
a subire un tentativo di strangolamento. Sempre nella capitale, all’Ospedale Santo
Spirito, un uomo in attesa di essere visitato dopo aver violentemente insultato il
personale ha danneggiato servizi igienici e arredi del triage. Non vorremmo, in futuro,
trovarci a commentare episodi con epiloghi ancor più tragici e per questo riteniamo
doveroso andare oltre a quanto fino ad oggi legiferato per la sicurezza degli operatori.
La UGL Salute chiede di creare un Daspo Sanitario, a livello amministrativo, per chi si
macchi di episodi di violenza contro i professionisti in servizio o sia protagonista di
danneggiamenti delle strutture. Una volta rilevata la colpevolezza di soggetti violenti
proponiamo che cure e medicine siano quindi, per un periodo stabilito da un giudice,
possibili solo a pagamento totale. Crediamo che, con la riapertura dei posti fissi di
pubblica sicurezza, il potenziamento del servizio di sorveglianza all’interno degli
Ospedali e una adeguata campagna di sensibilizzazione sul ruolo svolto dagli operatori
sanitari, questo possa essere uno strumento utile a frenare questa costante escalation
di aggressioni verso chi presta con professionalità e generosità la propria opera al
servizio dei cittadini. Perché lavorare per vivere non è solo uno slogan ma una battaglia
per la sicurezza sui luoghi di lavoro che combatteremo senza tregua” conclude
Giuliano.

Cronaca

Solarino, 1866 — L’omicidio D’Agostino e il mistero dell’armadio comunale

Laura Liistro

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Le vicende riguardanti la morte di Giuseppe D’Agostino, farmacista e segretario comunale supplente, sono oggi ricostruibili grazie alla documentazione conservata presso l’Archivio Storico di Siracusa e l’Archivio Comunale di Solarino. Gli atti di stato civile, i verbali e la corrispondenza amministrativa permettono di analizzare il contesto e le circostanze del delitto, offrendo elementi utili a comprendere le dinamiche politiche e amministrative della Sicilia post-unitaria.

Il delitto nella piazza centrale

Le fonti indicano che la morte di D’Agostino avvenne nella propria casa posta nella piazza centrale, in cui tutto si muoveva, la notte del 30 settembre 1866. L’uomo fu colpito da un’arma da fuoco e rinvenuto privo di vita il giorno successivo. La piazza, fulcro della vita cittadina e luogo di transito per impiegati, contadini e notabili locali, divenne improvvisamente teatro di un fatto che interruppe la consueta routine del paese. La notizia si diffuse con rapidità, alimentando commenti e sospetti.

L’atto di morte venne registrato ufficialmente il 1º ottobre 1866 da Paolo Marabito, Sindaco facente funzioni (ff.) e Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Solarino, come risulta dagli atti conservati nell’Archivio Comunale.


Atto di morte originale

L’anno 1866, il giorno 1 ottobre, nella casa comunale di Solarino alle ore 15,
dinanzi a me Paolo Marabito, facente funzioni da Sindaco e Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Solarino, sono comparsi:
• Raffaele Gibilisco, figlio del fu Giuseppe, di anni 36, contadino, domiciliato in Solarino;
• Salvatore Miano, figlio di Santo, di anni 40, contadino, domiciliato in Solarino.

I quali hanno dichiarato:
Che alle ore quattro della notte del 30 settembre corrente, è morto nella casa di sua abitazione il signor Giuseppe D’Agostino, di anni 35, di professione farmacista, domiciliato in Solarino, figlio del fu Matteo e della fu Michela Bordonaro, coniugato con Raffaela Sculardo (o Spulardo).

La morte è avvenuta per arma da fuoco.

È stato allegato al presente atto un foglio del Giudice Mandamentale di Floridia, in data odierna, che, avendo adempiuto agli atti richiesti, ha autorizzato la sepoltura del cadavere.

Letto il presente atto ai dichiaranti, essi lo hanno confermato.

La chiave dell’armadio e i fascicoli riservati
I registri comunali evidenziano che, nei giorni successivi all’omicidio, il Prefetto chiese alla vedova, Raffaella Lombardo, la chiave dell’armadio in cui il marito custodiva documenti riservati relativi a delibere comunali e appalti post-unitari.

La donna rifiutò la consegna, dichiarando che i documenti non dovevano essere toccati in quanto in quell’armadio risiedeva la verità, senza fornire ulteriori spiegazioni.

Le annotazioni presenti nell’Archivio Storico di Siracusa confermarono che l’armadio conteneva fascicoli riguardanti forniture pubbliche, concessioni e lavori stradali, documenti in grado di compromettere interessi politici e amministrativi locali.

Attività del segretario e piste investigative

Dagli atti custoditi nell’Archivio Storico Comunale di Solarino emerge che, qualche giorno prima della morte, D’Agostino aveva partecipato attivamente e in modo critico alle discussioni durante l’ultimo consiglio comunale, opponendosi a certe proposte. Questa attività politica costituisce una delle possibili piste legate al suo assassinio.

Un’altra strada investigativa collegava il delitto a lotte interne familiari, ma il caso non fu mai risolto e rimase avvolto dal mistero.

Un elemento di particolare interesse fu il legame con il caso del parroco Bordonaro, inizialmente accusato di essere il mandante dell’omicidio. La vicenda si intrecciò con la presenza della Commissione Antimafia guidata dal Commissario di P.S. SanGiorgi e con le tensioni generate dalle elezioni amministrative nel comune di San Paolo Solarino.

Nel 1877, il parroco Bordonaro fu sottoposto a ammonizione giudiziaria, con provvedimento che gli impedì di organizzare liste elettorali e di partecipare attivamente alla vita politica del territorio.

Il silenzio calato dopo dieci anni

Dopo dieci anni di indagini, grazie alla difesa assicurata da ottimi avvocati e al sostegno del deputato Agostino Bertani, la vicenda dell’omicidio D’Agostino e del caso Bordonaro cadde nel silenzio.

Bertani, figura politica di rilievo e massone del Grande Oriente d’Italia, esercitò influenza e protezione sul caso, contribuendo a chiudere l’indagine e far cadere nel silenzio l’omicidio e le accuse contro il parroco Bordonaro.

Con il suo intervento, tutto continuò nel silenzio, e l’omicidio del farmacista D’Agostino rimase un giallo irrisolto della Sicilia post-unitaria.

Analisi storica e prospettive investigative

La documentazione archivistica consente di ricostruire un quadro coerente: l’omicidio si collocò in un contesto amministrativo sensibile, caratterizzato da appalti post-unitari, lotte interne, tensioni elettorali e dinamiche di potere consolidate.

Il caso rimase ufficialmente irrisolto, e la chiave dell’armadio non venne mai acquisita dalle autorità. Le fonti archivistiche lasciano aperto il quesito centrale: la morte di D’Agostino fu un evento isolato o collegata alle scoperte effettuate nell’armadio mai aperto, dove risiedeva la verità?

L’analisi dei documenti dell’Archivio Storico di Siracusa e dell’Archivio Comunale di Solarino, unita agli elementi relativi alla Commissione Antimafia guidata dal Commissario SanGiorgi, alle elezioni amministrative di San Paolo Solarino e all’ammonizione giudiziaria subita dal parroco Bordonaro nel 1877, permette di tratteggiare con rigore storico l’evento, sottolineando la relazione tra la funzione istituzionale del segretario, le dinamiche comunali e le circostanze sospette della sua morte.

Il mistero ancora vivo

Nonostante gli atti, le indagini e le testimonianze conservate negli archivi, l’omicidio di Giuseppe D’Agostino resta ancora oggi avvolto nel mistero.

L’armadio mai aperto, la chiave mai consegnata, le tensioni politiche post-unitarie, le accuse decadute contro il parroco Bordonaro e il silenzio imposto dal sostegno politico di Bertani lasciano una scia di domande senza risposta.

La memoria di quegli eventi permane nei registri e nei documenti, tracce indelebili di un giallo siciliano che la storia non ha mai completamente svelato, testimoniando le tensioni, i conflitti e i segreti che segnarono la vita amministrativa e politica di Solarino nell’Ottocento.

Ogni fascicolo, ogni nota e ogni riga scritta nel tempo sembra suggerire che la verità, pur custodita, non sia mai stata interamente rivelata. Il caso D’Agostino rimane così un simbolo della complessità della Sicilia post-unitaria, dove potere, politica e segreti personali si intrecciarono in un mistero che ancora oggi affascina storici e investigatori.

Laura Liistro

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Economia

Pantelleria, conclusione positiva procedimento regionale relativo alla “Relazione sullo stato di attuazione del programma”

Redazione

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L’Amministrazione comunale di Pantelleria informa che, con nota ufficiale del 3 dicembre 2025, il Dipartimento delle Autonomie Locali della Regione Siciliana ha comunicato la chiusura definitiva e con esito favorevole del procedimento relativo alla “Relazione sullo stato di attuazione del programma”, previsto dall’art. 119 della L.R. 31 gennaio 2024, n. 3 e dall’art. 17 della L.R. 26 agosto 1992, n. 7.
In una precedente comunicazione, risalente al 27 ottobre, era stata segnalata una possibile decurtazione a carico del Comune per presunte incompletezze documentali.
Successivamente, l’Ente ha trasmesso tutte le integrazioni e i chiarimenti necessari, attestando il corretto assolvimento degli obblighi normativi nei tempi stabiliti.
A seguito della rivalutazione istruttoria, la Regione ha revocato ogni rilievo e ha confermato la piena regolarità della posizione del Comune, dichiarando concluso il procedimento senza alcuna penalizzazione.
Il Comune di Pantelleria continuerà a operare nel rispetto delle disposizioni regionali e garantendo la massima trasparenza nella gestione amministrativa e nei rapporti istituzionali.

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Cronaca

Minaccia il suicidio, scattano le ricerche del Soccorso Alpino

Redazione

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Nelle prime ore del mattino il Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano è stato allertato dalla centrale
operativa del 118, su richiesta dei Vigili del Fuoco, per la ricerca di una persona che aveva minacciato
gesti inconsulti da Monte Pellegrino.
Tre squadre del Soccorso Alpino si sono immediatamente recate sul posto e, grazie alla conoscenza
dell’area, hanno rapidamente individuato le zone in cui l’uomo avrebbe potuto trovarsi. Durante le
operazioni di ricerca sono stati rinvenuti alcuni reperti, successivamente prelevati e consegnati ai
Carabinieri.

Le ricerche si sono poi concentrate presso una parete rocciosa denominata “Paretona di Vergine
Maria”, dove la prima squadra giunta sul luogo ha ritrovato il corpo senza vita dell’uomo. A seguito
dell’autorizzazione del Magistrato, il Soccorso Alpino ha provveduto a imbarellare la salma e sta
procedendo al trasporto verso valle, lungo un percorso caratterizzato da un notevole dislivello e da
una fitta vegetazione.

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