Segui i nostri social

Cultura

RegioStars Awards 2024 – Sicilia prima in Europa con Bythos: scarti di pesce trasformati in cosmetici e farmaci

Matteo Ferrandes

Pubblicato

-

Fondi Ue, a RegioStars Awards 2024 vince il progetto siciliano Bythos

Primo in Europa.

Il progetto Bythos vince il RegioStars Awards 2024, il prestigioso concorso della Commissione Ue che premia gli interventi più innovativi sostenuti con i fondi comunitari a livello regionale. Si aggiudica infatti il “Public Choice Award”, il riconoscimento per avere ottenuto il maggior numero di voti on line in tutta l’Unione europea, e ottiene anche il primo posto nella categoria “Un’Europa competitiva e intelligente”. Unico progetto italiano a essere arrivato tra i 25 finalisti di RegioStars, su oltre 260 candidature pervenute da tutto il continente, Bythos permette di trasformare gli scarti della lavorazione del pesce in molecole bioattive, utilizzabili per la realizzazione di prodotti farmaceutici, nutraceutici e cosmetici.

L’intervento, dal costo totale di 2,37 milioni di euro, è stato cofinanziato con 1,83 milioni di fondi Ue nell’ambito del Programma Interreg Italia-Malta, di cui la Regione Siciliana è Autorità di gestione. Il progetto è stato realizzato dall’Università di Palermo (dipartimento Tecnologie e scienze biologiche, chimiche e farmaceutiche), assieme a diversi partner, tra cui il Comune di Lipari, il distretto turistico Pescaturismo e cultura del mare, l’Università di Malta (Faculty of Science/Department of Geosciences), il ministero per lo Sviluppo sostenibile di Malta, e la società maltese AquaBioTech Limited. Si tratta di un approccio innovativo ai processi di smaltimento dei rifiuti che riduce la quantità di scarti organici e contribuisce allo sviluppo di soluzioni per la cura e il benessere umano e animale, nell’ottica dell’economia circolare.

«Per l’Europa insulare, per la Sicilia e per Malta che sono i territori ad avere dato vita a una partnership vincente – sottolinea il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – il riconoscimento ottenuto significa molto: da un lato è la dimostrazione che insieme, atenei, istituzioni e imprenditoria, riescono a produrre vera innovazione, dall’altro che la ricerca applicata consente di trovare soluzioni che possono avere un impatto sia verso il mercato produttivo sia, in meglio, sulla vita delle persone. La Regione Siciliana si dimostra capace di individuare le eccellenze e di sostenere le spinte innovative che vengono dal mondo della scienza e da quello dell’impresa. Complimenti ai vincitori e auguri di un successo ulteriore nelle applicazioni future di questo progetto». 
Bythos ha registrato in assoluto il maggior numero di preferenze nelle votazioni on line relative a tutti i 25 progetti finalisti, che si erano aperte a settembre in tutta Europa, conquistando così il premio Public Choice Award (con oltre 3 mila e 200 voti sui circa 20 mila complessivi espressi fino a ieri). L’intervento si è inoltre aggiudicato il gradino più alto del podio della categoria “A competitive and smart Europe”, ricevendo l’etichetta di “eccellenza” assieme ad altri quattro interventi vincitori nelle altre categorie del concorso.
La cerimonia di premiazione si è svolta ieri alle 19 all’Autoworld di Bruxelles, nell’ambito delle iniziative della EuRegionsWeek, in corso nella capitale belga. A consegnare i riconoscimenti, la commissaria Ue per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira, e il presidente del Comitato europeo delle Regioni, Vasco Alves Cordeiro.

«Le mie più sentite congratulazioni ai vincitori – ha detto la commissaria Ue per la Coesione, Elisa Ferreira – per essere stati un brillante esempio di come la politica di coesione mette le persone al primo posto e risponde alle esigenze dei cittadini a livello nazionale, regionale e locale. Questi progetti hanno la capacità di avere un impatto positivo sulla vita quotidiana e di garantire che l’Ue diventi il posto migliore in cui vivere».

RegioStars Awards è organizzato dalla Dg Regio della Commissione Ue dal 2008. Nel corso degli anni è diventato il marchio d’eccellenza europeo per i migliori progetti cofinanziati con le risorse comunitarie. Si tratta di un ambito riconoscimento per le regioni dell’Ue, che permette di dare visibilità e condividere interventi significativi che possono essere d’esempio per tutti i territori europei.

Pubblicità
Clicca per commentare

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura

I dolci siciliani delle feste: un viaggio tra riti, profumi e memoria che unisce Pantelleria al resto dell’isola

Barbara Conti

Pubblicato

il

I dolci siciliani che non possono mancare sulle tavole delle feste Un viaggio tra riti, profumi e memoria che unisce Pantelleria al resto dell’isola

In Sicilia, il Natale non è solo una festa: è un rito collettivo che passa dalle mani alle cucine, dai ricordi alle tavole imbandite. Ogni provincia custodisce un patrimonio di dolci che raccontano storie antiche, influenze arabe, creatività contadina e un amore profondo per la condivisione. Pantelleria, con la sua identità forte e mediterranea, partecipa a questo mosaico portando in tavola sapori unici, ma accogliendo anche i grandi classici della tradizione siciliana. Di seguito, ho fatto una selezione dei dolci che non possono mancare nelle case siciliane durante le feste.

Buccellato: il re delle feste
Il buccellato è forse il dolce natalizio più rappresentativo dell’isola. Un anello di pasta frolla ripieno di fichi secchi, mandorle, noci, uva passa e scorze d’arancia. Ogni famiglia ha la sua versione, ogni provincia la sua sfumatura. È un dolce che profuma di casa, di pazienza e di mani che impastano insieme. Cubbaita e torrone alle mandorle La Sicilia non rinuncia mai ai suoi torroni: mandorle di Avola, miele, zucchero e la magia del caramello. La cubbaita, di origine araba, è una lastra croccante di sesamo e miele: semplice, essenziale, irresistibile.

Pignolata o Pagnuccata
Piccole palline di pasta fritta, ricoperte di miele e decorate con zuccherini colorati. È il dolce della festa, del gioco, dei bambini che rubano i pezzetti con le dita. In molte case si prepara ancora in grandi teglie da condividere con vicini e parenti.
Biscotti di mandorla Ricci, morbidi, profumati: i biscotti di mandorla sono un simbolo della pasticceria siciliana. 
A Natale diventano un dono prezioso, spesso preparati in casa e offerti come gesto di affetto.

Scorzette d’arancia candite e glassate
Le arance siciliane, regine dell’inverno, diventano protagoniste anche nei dolci.
Le scorzette candite o immerse nel cioccolato fondente sono un classico elegante e profumato, perfetto per chiudere un pranzo importante. I geli: agrumi, cannella e tradizione Il gelo di arancia, di limone, di mandarino o di cannella è un dessert leggero, digestivo e profondamente identitario. È il modo più semplice per portare in tavola il profumo degli agrumeti siciliani.

I dolci di Pantelleria: un’identità che profuma di isola Pantelleria aggiunge alla tavola delle feste la sua anima unica:

2

Mustazzola pantesca Un dolce antico, speziato, spesso preparato per le grandi occasioni. La sua forma e il suo impasto raccontano la storia dell’isola e delle sue contaminazioni mediterranee.
Il cous cous dolce (nelle famiglie che lo tramandano)
Una preparazione rara, ma ancora viva in alcune case: semola lavorata a mano, frutta secca, miele, agrumi. Un ponte tra Sicilia e Nord Africa che trova a Pantelleria la sua naturale dimora.

Biscotti al passito
Il passito di Pantelleria, oro liquido dell’isola, diventa ingrediente per biscotti aromatici e intensi, perfetti per accompagnare un brindisi di fine pasto. Perché questi dolci resistono al tempo Ogni dolce siciliano è un racconto: parla di famiglie, di stagioni, di ingredienti poveri trasformati in tesori.

A Natale, più che in ogni altro momento dell’anno, questi sapori diventano un ponte tra generazioni, un modo per ritrovarsi e riconoscersi. Pantelleria, con la sua identità forte e il suo spirito comunitario, continua a custodire e reinterpretare queste tradizioni, mantenendo vivo un patrimonio che appartiene a tutta la Sicilia.

Barbara Conti

Leggi la notizia

Cultura

Giuseppe Pitrè, 184 anni dopo: l’uomo che diede voce all’anima della Sicilia

Matteo Ferrandes

Pubblicato

il

Nel 184° anniversario della nascita di Giuseppe Pitrè, la Sicilia e l’Italia intera ricordano non solo uno studioso, ma il fondatore di un modo nuovo di guardare al popolo, alle sue parole, ai suoi gesti, ai suoi riti. Un uomo che, senza mai abbandonare la sua città, seppe parlare al mondo. Il figlio del Borgo che divenne il padre degli studi folklorici in Italia.

Pitrè nacque il 22 dicembre del 1841 nel quartiere portuale del Borgo, in via Collegio di Maria, da una famiglia di marinai. Il padre Salvatore morì di febbre gialla a New Orleans nel 1847, quando Giuseppe aveva appena sei anni. La madre, Maria Stabile, lo crebbe tra ristrettezze economiche, sostenuta da un sacerdote amico di famiglia. Quell’infanzia difficile, immersa nella lingua viva del popolo, fu il terreno fertile della sua futura opera.

Medico per professione, etnologo per vocazione

Nonostante le difficoltà economiche, Pitrè completò gli studi classici presso un istituto gesuita e si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università di Palermo nel 1865. La professione medica lo mise quotidianamente a contatto con i ceti popolari, permettendogli di ascoltare, annotare, comprendere.
Parallelamente, già da studente aveva iniziato a pubblicare lavori sui proverbi e sul lessico marinaresco, oltre a un volumetto letterario di Profili biografici di contemporanei italiani.

Il pioniere degli studi folklorici

Nel 1871 pubblicò il primo volume della monumentale Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, un’opera che avrebbe proseguito fino al 1913. È considerato il più importante corpus di tradizioni popolari italiane mai realizzato; una raccolta di 25 volumi che impegnò Pitrè per oltre quarant’anni e che resta la sua opera più importante. Dai Canti popolari siciliani, alle fiabe, dai proverbi agli usi e costumi, dalle feste patronali alla medicina popolare, l’intera collezione ambisce a raccogliere e ordinare tutta la materia folklorica dell’isola. È un edificio enciclopedico senza precedenti, che ancora oggi costituisce il fondamento degli studi demo‑etno‑antropologici sulla Sicilia. Pitrè non fu solo un raccoglitore: studiò i principali indirizzi europei, corrispose con studiosi come Max Müller, Mannhardt, Sébillot, Schuchardt, D’Ancona, Comparetti, De Gubernatis. Senza muoversi da Palermo, costruì una rete internazionale.

L’influenza sulla letteratura e sulla musica

La sua opera ispirò: Luigi Capuana, che prese spunti da alcune sue fiabe; Giovanni Verga, che trovò nelle sue raccolte materiale utile per novelle come Guerra di Santi; Rosa Balistreri e altri autori che attinsero ai versi tradizionali presenti nei suoi studi per i loro testi musicali. Pitrè si occupò anche di lingua siciliana, scrivendo una grammatica descrittiva. Non fu, dunque, solo un etnologo: fu un ponte tra la cultura orale e le arti.

Il riconoscimento istituzionale

Nel 1903, «per i suoi indubbi meriti nel campo degli studi sulle tradizioni siciliane, Pitrè fu nominato Presidente della Reale Accademia di Scienze e Lettere di Palermo. Nel 1909 fu ammesso a socio dell’Accdemia della Crusca. Nel 1914 fu eletto senatore del Regno d’Italia. Fu, inoltre, presidente della Società Siciliana per la Storia Patria e segretario della Reale Accademia delle Scienze Mediche. Il filosofo Giovanni Gentile, nei primi anni ’40 del Novecento, costituì un Comitato per la ristampa di tutte le opere del Pitrè e, con un decreto, il Re dichiarò tale pubblicazione “Edizione Nazionale”. Negli anni ’80 del Novecento, lo Stato italiano finanziò una nuova Edizione Nazionale delle sue opere, riconoscendone il valore storico e scientifico.

L’uomo dietro lo studioso


Nel 1877 sposò Francesca Vitrano, da cui ebbe tre figli: Maria, Rosina e Salvatore. Le tragedie familiari — la morte di Rosina nel terremoto di Messina del 1908 e quella di Salvatore per avvelenamento da cibo — segnarono profondamente i suoi ultimi anni. Morì a Palermo il 10 aprile 1916. E’ sepolto nel Pantheon dei siciliani illustri, la chiesa di San Domenico.

Perché Pitrè parla ancora a noi

A 184 anni dalla sua nascita, Pitrè resta attuale perché: ha restituito dignità alla cultura popolare, trattandola come scienza; ha salvato un patrimonio immenso che rischiava di scomparire; ha mostrato che la Sicilia non è periferia, ma centro di una civiltà complessa e ricchissima; ha insegnato che ascoltare il popolo significa capire un Paese. Il suo lavoro continua a essere un riferimento per antropologi, linguisti, storici, scrittori e per chiunque voglia comprendere l’identità profonda dell’isola.

Una fiaba tratta dal IV volume delle “Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani” (riportata fedelmente nella grafia che usò il Pitré)

LU RE E LI CARZARATIUn Re di Cicilia ‘na vota iju a visitari ‘na càrzara di carzarati, tutti cu’ cunnannati vint’anni, cu’ a trent’ anni, cu’ a vita; si misiru tutti a ringa aspittannu a lu Re chi passava. Quannu lu Re cci fu pi davanti, spijò a lu primu: – «Tu pirchì si’ ccà cunnannatu? Chi facisti?» – «Io, Maistà! Io sugnu ‘nnuccenti; mi pigghiaru mentri era a la mè casa.» – «E tu?» dici a lu secunnu. – «Io sugnu ‘nnuccenti comu Maria Santissima. Quannu mi ‘ncatturaru io era curcatu.» – «E tu?» dici a lu terzu. – «Io sugnu ‘mputatu d’aviri ammazzatu a unu; ma fôru tutti calunnii, e soffru attortamenti.» ‘Nsumma a quantu dumannau lu Re, tutti si dettiru pi ‘nnuccenti. L’urtimu cci dissi: – «Maistà, io haju arrubbatu, haju ammazzatu, haju statu un sciliratu, e pi chissu mi cunnannaru ‘n vita.» Comu lu Re ‘ntisi accussì, vôtasi e cci dici: – «E mentri è chissu, tu, gran birbantuni, nesci di ‘mmenzu di galantomini, ca su’ tutti ‘nnuccenti, e ‘un ponnu stari cu tia ca li guasti.»
Lu pigghia e lu fa nèsciri a libbirtà, e accussì la virità fu primiata.

Leggi la notizia

Cultura

Il Vespa Club Pantelleria incontra i bambini nei Circoli per gli auguri di Natale

Direttore

Pubblicato

il

Vespe in garage per maltempo, ma i soci del Club di Pantelleria non si fermano e incontrano i bambini per gli auguri di Natale. L’affettuosa accoglienza dei Circoli

Vespa in garage stamani per i soci del Vespa club Pantelleria, purtroppo a causa delle condizioni meteo non favorevoli i vespisti insieme al suo Babbo Natale hanno incontrato i bambini dell’isola con l’autovettura, iniziando dal circolo Trieste Stelle a Khamma dove ad aspettarli c’era il Presidente Eduardo Raffaele che ha offerto panettone e caffè per tutti.

Da lì si sono diretti nella contrada di Scauri al circolo Agricolo, dove ad aspettarli vi era il Presidente Salvino Marino ad attenderli non solo con panettoni, bibite per tutti ma anche con dello spumante aperto alla fine dell’incontro per augurare a tutti i presenti un Santo Natale.

Il tour termina nei raffinati locali dello storico Bar Tikirriki con la consegna dei doni agli ultimi bambini arrivati.


Un bel giro partecipativo di una importante associazione che non esita a organizzare eventi aggregativi per la società isolana, portando movimento, colore, allegria. 

Abbiamo chiesto al Presidente Pavia, com’è andata stamani con questo tempo un po’ uggioso? “È andata! Purtroppo le Vespa abbiamo dovuto tenerle ferme, cambiando un pò il programma per via del maltempo. Ma non ci siamo tirati indietro, pochi bambini forse proprio per questo tempo incerto.”

Avete comunque portato a casa un risultato o no? Assolutamente si! soddisfatti anche se aspettavamo più pubblico sinceramente.”

I circoli come hanno risposto? “L’ospitalità dei circoli Trieste Stella ed Agricolo Scauri è unica, altre volte abbiamo collaborato con loro e sempre ci siamo sentiti a casa nostra, il clima è molto armonioso e i Presidenti Eduardo e Salvino oltre ad essere amici di tutti sono persone che si prodigano per la comunità e nel portare avanti una realtà isolana che hanno costruito i nostri nonni.  Speriamo che i nostri giovani sapranno apprezzare e continuare a dare vita ai circoli stessi, Pantelleria è un po’ lenta a carburare ma una volta riscaldato il motore sa dare la giusta grinta.

Vuole darci la data del prossimo appuntamento vespistico? “Certamente “Carnevale in Vespa” il  17 febbraio 2026, tempo permettendo.
“Approfitto per augurare a tutti un Santo Natale ed un felice 2026 a tutta la comunità.”

Leggi la notizia

Seguici su Facebook!

Cronaca

Cultura

Politica

Meteo

In tendenza