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Economia

Pasqua 2024: Tra Tradizione e Rincari, la Festa Si Fa Costosa

Redazione

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Mentre la Pasqua si avvicina portando con sé le sue tradizioni di convivialità e di viaggi, un’ombra si allunga sulle festività: un’ondata di aumenti di prezzo che tocca indiscriminatamente ogni settore. Da una recente indagine condotta da Assoutenti emerge un quadro preoccupante per le famiglie italiane, le quali si troveranno a fronteggiare spese aggiuntive per un totale di 1 miliardo di euro. Questa tendenza al rialzo, che si verifica nonostante un tasso di inflazione apparentemente contenuto allo 0,8%, riguarda sia le tavole imbandite di casa sia chi sceglie di trascorrere le vacanze pasquali lontano da casa.

Un pranzo  pasquale sotto il segno dei rincari

I preparativi per il tradizionale pranzo di Pasqua si rivelano quest’anno particolarmente onerosi per i consumatori italiani. L’analisi dei prezzi al dettaglio indica che l’acquisto dei generi alimentari necessari per il festeggiamento registra un incremento medio del 4% rispetto al 2023, un salasso che si aggiunge alle già note difficoltà economiche di molte famiglie. La situazione si aggrava per alcuni prodotti chiave:

 L’olio d’oliva vede un’impennata del 46,2%,
La frutta fresca e le patate registrano rispettivamente aumenti dell’11,1% e del 14,9%.
Anche le carni tradizionali, come quelle ovine e caprine, e i salumi pasquali non sono immuni, con un rialzo dei prezzi del 3,8%.

La situazione non è migliore per i dolci pasquali: le uova di cioccolato subiscono rincari notevoli a causa della crisi internazionale del cacao, mentre le colombe, simbolo di pace e rinascita, mantengono stabili i loro prezzi, offrendo un piccolo sollievo nel panorama dei consumi festivi.

Viaggiare a Pasqua: un lusso sempre più costoso

IIl desiderio di evadere dalla routine e di scoprire nuove destinazioni durante le vacanze di Pasqua si scontra con l’aumento dei costi di viaggio. Secondo quanto riportato da Assoutenti, le tariffe ferroviarie hanno visto un incremento del 5,9%, rendendo il treno un’opzione meno conveniente per gli spostamenti. Ancor più marcato il rialzo per i voli: quelli nazionali sono aumentati del 13,1%, mentre le rotte verso le destinazioni europee subiscono un incremento del 5,7%.

Per chi predilige la comodità dei pacchetti vacanza “tutto incluso”, il panorama non è più rassicurante, con un aumento dell’8,7% che incide notevolmente sul budget destinato al riposo e al divertimento. Anche la scelta dell’alloggio diventa un dilemma economico:

Gli hotel richiedono un esborso maggiore del 6,9%,
 Mentre per le altre forme di ospitalità, come B&B, case vacanze e appartamenti, il balzo è ancora più elevato, raggiungendo il 9,1%.

Infine, il piacere di una cena fuori in un ristorante tipico o la visita a musei e monumenti storici comporta ora un costo superiore del 3,9%, testimoniando come l’inflazione si insinui silenziosamente in ogni aspetto della vita quotidiana e delle festività.

In conclusione, la Pasqua 2024 si prospetta come un periodo di sfide economiche per le famiglie italiane, che si trovano a dover bilanciare il desiderio di mantenere vive le tradizioni con la necessità di gestire un budget sempre più stretto. La speranza è che, nonostante gli ostacoli finanziari, lo spirito di rinascita e condivisione tipico della festività possa trovare modo di esprimersi, ricordandoci che il valore della Pasqua trascende il semplice aspetto materiale.

Fonte: https://www.prestoenergia.it/news/pasqua-2024-rincari/

Ambiente

Ora solare 2025, stanotte si cambia. La storia nella Prima Guerra Mondiale

Redazione

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Le lancette andranno spostate indietro di un’ora, dalle ore 3 di notte andranno posizionate alle ore 2. Si avrà un’ora in più di luce al mattino e si dormirà un’ora in più. Nei sette mesi di ora legale che stanno per chiudersi, secondo Terna, c’è stato un risparmio economico di oltre 90 milioni di euro.

Mentre è caduta nell’oblio da sette anni, come un orologio fermo, la proposta della Commissione europea di abolire l’avvicendamento, era stata presentata nel 2018. Un po’ di storia Se l’invenzione dell’ora legale risale al Settecento e porta la firma di Benjamin Franklin, in Italia l’ora legale è stata istituita nel 1916 nel corso della Prima Guerra Mondiale proprio per un risparmio in termini energetici fino al 1920, tornando in occasione del Secondo conflitto mondiale tra il 1940 e il 1948. Dopo un primo passaggio nel 1965, è nel 1966 che viene introdotta ufficialmente nel nostro Paese per i mesi compresi tra maggio e settembre. Nel 1980 un accordo tra 14 Paesi, Italia compresa, anticipa il cambio che, da allora viene anticipato in concomitanza con la Pasqua.
Il doppio cambio dell’ora durante l’anno, da legale a solare, potrebbe però avere delle ricadute sull’alternanza sonno-veglia e da tempo è causa di dibattito non solo in Italia ma anche nell’Unione europea. Al centro la difficoltà di coniugare risparmio economico e le abitudini sociali e personali di ognuno di noi.

Salvatore Battaglia
Presidente Accademia delle Prefi

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Cronaca

La “guerra” dell’Ora Legale in Europa: Commissione UE vuole abolizione. Domani lancette indietro

Redazione

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Tra risparmio energetico nullo e impatti sulla salute, la Commissione Europea dichiara l’ora legale una “assurdità”, ma la necessaria maggioranza degli Stati membri continua a mancare
di Filomena Fotia da Meteoweb.eu

Il conto alla rovescia per l’abolizione del cambio stagionale dell’ora sembra essersi interrotto a metà strada, bloccato da un muro di veti incrociati nel Consiglio dell’Unione Europea. Nonostante la volontà popolare e la spinta della Commissione, l’alternanza tra ora solare e legale, nata negli anni ’70 per ragioni di risparmio energetico, continua a scandire le nostre vite 2 volte l’anno. La Commissione Europea, forte di un parere schiacciante espresso da 4,6 milioni di cittadini – un record per una consultazione pubblica UE – che si sono dichiarati a favore della fine di questa pratica, ha da tempo avanzato la proposta di abolizione. Il Parlamento Europeo ha fatto la sua parte, votando a favore nel 2019 e stabilendo il 2021 come anno limite per il cambiamento.

“Un ritmo che non conviene più”
Eppure, a diversi anni di distanza, nulla è cambiato. Il commissario UE per i Trasporti e il Turismo Sostenibili, Apostolos Tzitzikostas, ha ribadito a Strasburgo la posizione della Commissione: lo spostamento delle lancette “non ha più alcun fine“. “L’iniziativa nacque in risposta alla crisi energetica, ma oggi non produce più alcun risparmio energetico per nessun settore, ma anzi porta complicazioni inutili“, ha dichiarato il commissario, annunciando un’ulteriore “analisi più approfondita con uno studio dettagliato” per superare l’attuale stallo.

Le motivazioni della Commissione non sono solo economiche: l’attenzione si sposta sempre più sugli impatti sulla salute e sull’umore, in particolare per bambini e anziani, che “patiscono le conseguenze maggiori” di questo “mini-jet lag” semestrale. Recenti studi, infatti, suggeriscono un impatto negativo sui ritmi circadiani, che in alcuni Paesi del Sud Europa vengono mitigati dalla scelta di rimanere con l’ora legale permanente.

Il blocco degli Stati Membri
Nonostante il chiaro segnale dei cittadini, con Tzitzikostas che sottolinea come “i cittadini europei vogliono la fine di questa assurdità“, il processo decisionale si è incagliato. “Gli Stati membri al Consiglio non hanno ancora raggiunto una posizione univoca” ha concluso il commissario.

Il nodo cruciale risiede nel Consiglio, dove per definire una posizione è necessaria una maggioranza qualificata di Stati membri, consenso che al momento non esiste. L’assenza di tale maggioranza stoppa l’iter legislativo, nonostante la Spagna abbia recentemente riaperto la discussione a livello europeo, con il premier Pedro Sanchez, secondo cui il cambio d’ora “francamente non ha senso“.

In sostanza, per adottare la legislazione che porrebbe fine ai cambi stagionali è necessario l’accordo sia del Parlamento Europeo che del Consiglio. Fino a quando gli Stati membri non troveranno un terreno comune, la “battaglia” per un orario stabile è destinata a rimanere sospesa. L’orologio biologico e quello dell’economia europea continueranno a disallinearsi 2 volte l’anno, in attesa di una decisione che l’Europa, per ora, non riesce a prendere.

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Economia

Pantelleria tra 85 comuni con bus gratis per under 20

Direttore

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In provincia di Trapani: Pantelleria, Partanna, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Marsala, Favignana

L’ultima finanziaria regionale ha fissato in 85 i comuni siciliani che beneficeranno dell’intervento, grazie ad un fondo da due milioni di euro per coprire le spese del trasporto pubblico urbano dei giovani di età inferiore ai vent’anni.

L’intervento è riservato ai residenti nei comuni dotati di servizio di trasporto urbano e appartenenti a famiglie con un Isee non superiore a 25.000 euro. 
Saranno gli enti poi ad avviare i bandi comunali e ad assegnare il bonus in base alla cronologia delle domande presentate.

I contributi più consistenti per il bonus trasporti ai giovani sono andati alle tre Città metropolitane di Palermo (110.757 euro), Catania (67.846) e Messina (60.920). In provincia di Trapani, 33.432, così distribuiti: Pantelleria 13.050 euro; Partanna 13.167; Castellammare del Golfo 20.199; Castelvetrano 34.092; Marsala 45.864; Favignana: 6.099.

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