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Cultura

Pantelleria, tutto pronto per il Memorial “Lillo di Bonsulton”: poesie selezionate da commissione doc

Direttore

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3 agosto dalle ore 19,00 presso il Castello di Pantelleria si terrà il Memorial “Lillo di Bonsulton” – Ingresso libero

Domenica 3 agosto 2025 dalle ore 19.00, presso il Castello di Pantelleria, Il Centro Culturale Vito Giamporcaro terrà la terza edizione del Memorial “Lillo di Bonsulton: un pomeriggio dedicato allo scultore, al filosofo e al poeta Lillo, al secolo Calogero Fucà.

Sotto l’attento sguardo del Presidente Anna Rita Gabriele, si è riunita la commissione giudicante gli elaborati poetici, giunti per concorrere al Memorial.
Così la prof. Laura Di Bartolo, l’assessore Benedetta Culoma, Padre Silvano Porta, Andrea Biddittu biologo del Parco e Martina Napolitano hanno dovuto scegliere tra le seguenti categorie: 

CATEGORIA STUDENTI Scuola Primaria. (Scuola Elementare)
Scuola Secondaria di 1° grado (Scuola Media)
Scuola Secondaria di 2° grado (Istituto Superiore)

CATEGORIA ADULTI Amanti della Poesia
CATEGORIA ADULTI Poeti noti e affermati, che si sono cimentati in componimento originale in Lingua italiana e componimento originale in dialetto pantesco.

Ci saranno un primo e un secondo posto per ciascuna categoria.

Tutto è ancora top secret, fino al 3 agosto ore 19,00, quanto al Castello Medievale saranno svelati i nomi dei vincitori.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Cultura

Pantelleria, 26 luglio in contrada Farchicalà si festeggia Sant’Anna

Redazione

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FESTA SANT’ANNA – SABATO 26 LUGLIO ORE 19:00 C/da Farchicalà/S.Anna

La chiesa di Sant’Anna a Pantelleria, situata in contrada Farchicalà, è un esempio di architettura rurale pantesca, con una sola navata e costruita con pietra lavica locale,. La chiesa, dedicata a Sant’Anna, si festeggia il 26 luglio. La sua architettura è caratterizzata da una volta a botte e un tetto a capanna.
La chiesa risale agli inizi del 1700, con una storia che include periodi di chiusura e restauri, come quello del 1912. Un evento significativo fu il crollo del tetto e dell’intonaco della volta a causa di una bomba durante l’ultima guerra.

La chiesa è nota per la sua posizione sulla collina di Sant’Anna, che offre una vista panoramica sullo stretto di Sicilia, con la possibilità di vedere le coste della Tunisia in giornate limpide.

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Ambiente

Pantelleria: isola di bellezza, salute, di spiritualità e armonia

Redazione

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Il convegno promosso dal Parco ha esaltato le caratteristiche di una terra fonte di benessere naturale di cui l’uomo deve prendersi cura


Un’interessante e concreta interpretazione quella che gli esperti, provenienti da
diverse realtà territoriali, hanno dato su come Pantelleria può migliorare la qualità della
vita, delle persone e dell’ambiente. Ad incarnare perfettamente questo spirito è stato il
triatleta olimpionico Alessandro Fabian, per la prima volta sull’isola come ospite
d’eccezione del convegno “Parco e benessere, un ambiente di qualità per una vita di
qualità” promosso dall’Ente Parco Nazionale isola di Pantelleria. Fabian ha evidenziato la
grande energia che l’isola riesce a dare a supporto dell’attività atletica in virtù della sua
origine vulcanica, diventando pertanto un ottimo supporto agli allenamenti sportivi che qui
vengono arricchiti dalla bellezza della natura.
Il commissario straordinario, Italo Cucci, è stato fautore dell’iniziativa il cui obiettivo
riporta ad un’esperienza vissuta in prima persona e che ha maturato la concezione di
Pantelleria come clinica della salute, una spa naturale a cielo aperto, un territorio che con i
suoi tanti ambienti è capace di dare la materia prima al benessere di tutti. “Qui si possono
curare malattie e pene, qui prevale, come natura insegna, la voglia di andare avanti e
superare gli ostacoli – ha dichiarato Cucci – Pantelleria è il luogo dove si può ricostruire
una situazione fisica, mentale, spirituale c’è tutto quello che serve per poter vivere
serenamente con sé stessi”.

Fra i saluti istituzionali c’è stato l’intervento del sindaco Fabrizio D’Ancona e del
direttore facente funzioni del Parco, Carmine Vitale che ha focalizzato l’attenzione sul
ruolo del Parco per migliorare la conoscenza, l’informazione e la sensibilizzazione per
garantire la mitigazione e prevenzione dei rischi ambientali globali e per valorizzare e
promuovere i beni culturali e ambientali e i servizi ecosistemici. “Pantelleria, con il suo
paesaggio culturale, rurale e naturale ricco di biodiversità e geodiversità, dichiarato
Patrimonio dell’Umanità UNESCO, rappresenta un esempio di armonia tra uomo e natura.
In questo contesto, il Parco Nazionale si pone l’obiettivo di sviluppare l’ecoturismo in linea con la Carta del Turismo Sostenibile delle Aree Protette di Europarc e applicare metodi,
tecniche e modelli di governance ecosostenibili” – ha affermato Vitale.
La successione di interventi ha piacevolmente coinvolto la platea chiamata più ad
interagire per un confronto virtuoso. Secondo l’endocrinologo Alfio Trovato, l'ambiente di Pantelleria richiede un'esperienza diretta per essere compreso e apprezzato. La natura e
l'uomo condividono la capacità di produrre biomolecole e l’isola offre una ricchezza
enorme in termini di flora, fauna e paesaggio, che può restituire un grande benessere alle
persone. La psicologa Nicoletta Teso ha affrontato il tema della pet therapy, dell’armonia
e del benessere biopsichico tra gli uomini, gli animali e la natura, con particolare
attenzione all’asino pantesco su cui si sta svolgendo la formazione delle guide ambientali
come coadiutore asino interventi assistiti con gli animali. Michele Buonomo, del direttivo
Nazionale Legambiente, ha sottolineato l’importanza di concentrarsi sul lavoro in
agricoltura come chiave per lo sviluppo dell’isola e ha avanzato la proposta del "reddito di contadinanza che potrebbe essere una soluzione per sostenere i giovani che lavorano nel
settore agricolo, non solo come agricoltori, ma anche come manutentori del territorio. In
questo modo, l’isola potrebbe esprimere appieno il suo potenziale, rilanciare l'economia e

incentivare i giovani a rimanere sull’isola. La riflessione del professor Cesare Castellini,
dell’Università degli Studi di Perugia, è stata centrata sulla possibilità di inserire qualche
piccolo allevamento, ma estensivo, all’interno di quelli già presenti a Pantelleria che
porterebbe benefici nel trattamento dei terreni con l’interazione animale e vegetazione in
termini di sostanza organica, di sostenibilità nonché rappresenterebbe un ulteriore fonte di
sostentamento. Da remoto un breve ma interessante intervento è stato quello di Augusto
Congionti, presidente di Agriturist, su come Promuovere il territorio: il cicloturismo
enogastronomico.
A chiudere gli interventi è stata la voce pantesca di don Vito Impellizzeri, preside
della Facoltà Teologica, presentando un approccio alla questione del parco
profondamente legato al magistero di Papa Francesco, in particolare alla Laudato Sii.
Riassume in tre idee strutturali la logica del convegno: la casa comune come gratitudine e
corresponsabilità; l'ecologia integrale e la connessione che abita l’intero pianeta e cosmo;
la grande sfida della salvaguardia del pianeta. Per Don Vito il Parco può essere visto
come un libro vivo di educazione civica, dove l’isola stessa diventa una  di crescita
del saper convivere. La bellezza dell’isola è un elemento che rende ospitale anche la
bellezza altrui, e la terapia del calore degli scogli, del sale del mare e del fango del lago
possono essere utilizzati per migliorare la salute e il benessere. Nelle sue conclusioni un
vero appello a contribuire alla vita del Parco, ognuno con il proprio ruolo, in quanto
opportunità per valorizzare la bellezza e la ricchezza dell’isola, promuovendo un approccio
olistico e sostenibile alla gestione del territorio.

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Cultura

Marsala. “Diu dunn’è”: il nuovo brano de I Musicanti di Gregorio Caimi e Riccardo Sciacca per invocare la pace tra poesia e denuncia sociale

Redazione

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Un viaggio musicale e onirico, dove gli strumenti soffiano il vento che attualmente avvolge la terra, vento di guerra, di solitudine, eppure l’umanità implora al cielo la pace e già nel canto nasce la speranza. Il brano, con la forza mediterranea del siciliano, mette ogni uomo al centro del suo deserto e rompe i confini. Pubblicato dall’etichetta romana Cultural Bridge è disponibile su tutte le piattaforme digitali in 240 Paesi
 
 
Un sogno animato dal vento del deserto, metafora dell’aridità che pervade l’umanità, dove il mare si fa tomba e gli uomini si accaniscono contro altri uomini. È innanzi a tale sfacelo che l’essere umano diventa si chiede: “Diu dunn’è”. È questo il titolo dell’ultimo brano de I Musicanti scritto da Riccardo Sciacca sulle musiche di Gregorio Caimi e Riccardo Sciacca. Con l’arrangiamento e la produzione artistica del musicista marsalese Gregorio Caimi, il brano, pubblicato dall’etichetta romana Cultural Bridge, è fruibile su tutte le piattaforme digitali in 240 Paesi.  
 
“Ho scritto “Diu dunn’è” all’età di quindici anni – spiega Riccardo Sciacca, autore e cantore di questo viaggio onirico – quando, affacciandomi dal balcone della mia vita, guardavo il mondo e mi accorgevo che l’essere umano faceva sforzi incredibili per trovare nuovi modi di spargere odio e non amore. Spesso mi capitava di sentire persone che imputavano le colpe di questa deriva umana all’assenza di Dio; mentre io, che bramavo l’amore, l’amore che cura, che pensa, che perdona e che soprattutto ricorda, mi domandavo: “Vuoi vedere che il problema non è tanto l’assenza di Dio, ma l’assenza di amore? Ho deciso allora di scrivere questa preghiera laica, una sorta di invocazione affinché l’essere umano, per trovare la pace, cerchi e diffonda quanto più amore possibile. A sostenere questo pensiero, le parole di mia nonna, che da sempre mi trasmettono sapienza e mi fanno riflettere: “Figghiu miu, aiutati chi Diu t’aiuta”.
 
Il brano si caratterizza per un’atmosfera psichedelica dove le note, i suoni, spesso echi di reali voci d’uccelli, concorrono a far sentire chi ascolta al centro di dune di sabbia dove la vista, lontana, del mare non è infine sollievo dopo la fatica e la sete, ma piuttosto è rivelazione di morte.
 
Ne scaturisce la domanda dell’umanità che si sente inerme innanzi al male e si chiede dove sia Dio perché di certo: “Mezzu stu focu Diu nun c’è”. Risponde lo stesso “sognatore” spostando la responsabilità sull’umanità stessa che non sa più amare: “ca supra sta terra amuri un cinn’è” ed è per questo che Dio sembra essere scomparso.
 
Il sogno prosegue con visioni di guerra: “Vitti cristiani chini di bummi, chini di tuttu ‘stu odio, pronti a sparari a genti li stessi, ma cu divisi diversi”. E ancora una volta la musica cambia “colore” e diventa lirica preghiera che si chiede dove sia Dio. Un’implorazione che è ricerca, che è smarrimento e abbandono al cielo.
 
La conclusione è però la speranza, è una messianica voce che risponde alla preghiera sognata: “Accussì a livari stu ‘nfernu sarò capaci e a fari rignari pi sempri la paci”. Verso che viene ripetuto come un mantra, come un rintocco che sia invito agli uomini stessi.
 
E il vento si placa. L’afoso dolore finisce. A rispondere è la stessa umanità che si ridesta o un Creatore che ascolta il dolore e entra nel sogno e nella storia? 
 
“Una canzone ancora una volta in siciliano – aggiunge Gregorio Caimi – la nostra lingua, quella viscerale, quella della verità delle nostre origini che ci richiama esseri mediterranei, in un tempo in cui la Terra è ferita da guerre inaccettabili. Abbiamo iniziato a lavorare a questo brano anni fa, eppure sembra pensato adesso. Abbiamo il dovere tutti di innalzare la nostra voce per chiedere la pace. Noi lo facciamo con la musica”.
 
Copertina ad opera di Manolo Linares, di seguito il link per ascoltare la canzone: https://soothesounds.lnk.to/Diudunn

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