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Cultura

Pantelleria, tutte le messe dal 27 ottobre al 9 novembre. Orari dei riti presso i tre cimiteri

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La parrocchia della Chiesa Forania di Pantelleria, Ss. Salvatore, ha reso noto il calendario delle messe di questi ultimi giorni di ottobre, fino al 9 novembre

Nello specifico per domenica 2 novembre, in occasione della commemorazione dei defunti:

  • ORE 10,00 CIMITERO DI KhAMMA –
  • ORE 11.00 CIMITERO CENTRO –
  • ORE 11,30 CIMITERO SCAURI.

POMERIGGIO SOLO UNA MESSA ALLE ORE 18,30 CHIESA MADRE.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Cultura

Pantelleria, giro dell’isola del Vespa Club in vista del prossimo evento tra i cimiteri per il 2 novembre

Direttore

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Il programma del Vespa Club Pantelleria per domenica 2 novembre 2025

Ieri, 26 ottobre, ancora una domenica indimenticabile per il Vespa Club di Pantelleria, radunati alle ore 15.00 sul lungomare, abbiamo approfittato per uno scatto ed un’intervista al Presidente Giovanni Pavia.

La compagine associativa che colora e anima l’isola in ogni occasione è sempre “sul pezzo”, per usare un termine giornalistico, portando con i loro “motori” tradizione, storia, svago tra le contrade.

Presidente cosa vi aspetta questo pomeriggio così calmo ed estivo? “Oggi faremo un giro dell’isola completo in direzione dietro isola giungendo a Scauri per una sosta bar e da lì si rientra un’altra volta qui al centro dove chiuderemo il giro.”

Quanti siete oggi? “Oggi 18 vespa e 26 partecipanti tanti purtroppo assenti per la raccolta delle olive.”

Vedo che c’è anche il Comandante Acierno, anche lui un vespista accanito? Certamente Carmine è il nostro pezzo forte ha un ruolo importante nel club e si alterna con un’altro socio Salvatore Valenza , loro hanno il compito di chiudi fila in gergo motociclistico chiamati scopa , controllano sempre il corteo e sono in contatto con me al bisogno che faccio da apri fila o Capo branco sempre nel termine motociclistico.
“Due figure importanti per il club , con loro dietro sono molto sereno.”

La prossima uscita quando ? “Domenica 2 novembre in occasione della commemorazione dei defunti faremo il giro di tutti i cimiteri , già alle 8.30 saremo in Paese, poi a Khamma e ci fermeremo per la santa messa e da lì chiudiamo con quello di Scauri alle ore 12.30 circa si rientrerà ognuno allla propria abitazione.”

Il programma del Vespa Club Pantelleria per domenica 2 novembre 2025

  • ore 8.30 cimitero Capoluogo
  • ore 10.00 partecipazione alla Santa Messa che si terrà all’interno del piazzale del cimitero,
  • ore 11.30 trasferimento al cimitero di Scauri

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Cultura

Da Pantelleria ad Hammamet: il viaggio di Cucurummà il libro di Lucia Boldi

Redazione

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Il romanzo Cucurummà di Lucia Boldi, edito da Aporema Edizioni, approda il 28 ottobre alle 17,30 al Centre Culturel International de Hammamet, in Tunisia.
Ambientato tra Pantelleria e Djerba, il libro intreccia due isole diversissime ma unite dallo stesso mare: l’una, nera e ventosa, aspra e magnetica; l’altra, dolce e luminosa, con spiagge candide e brezze leggere.
Protagonista è Leontina, una donna che fugge dall’isola per cercare sé stessa e scopre, proprio lontano da casa, il senso profondo delle radici.

Il Mediterraneo non separa, ma unisce,” afferma l’autrice. “Pantelleria e Djerba sono due anime che si riconoscono.”

Con Cucurummà, Lucia Boldi porta nel mondo la voce di Pantelleria — una voce di vento, memoria e rinascita — confermando ancora una volta che l’isola non è un confine, ma un ponte tra culture.

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Cultura

Cosa vuol dire “vita lenta” a Pantelleria

Giada Zona

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“Vita lenta” è un ideale, un imperativo quotidiano, una filosofia di vita. È la cultura a rendere obbligatoria la lentezza

Sui social media sta acquisendo molto successo, già da un po’ di anni, un trend: diversi account pubblicano foto e video, con un’estetica alquanto raffinata, che diffondono l’ideale di “vita lenta”. Questo mi ha portato a riflettere su come Pantelleria, terra lenta per conformazione e natura, sperimenti quotidianamente la “vita lenta”. 

Nel pezzo di terra tra la Sicilia e la Tunisia la vita lenta è un imperativo quotidiano: alzarsi la mattina e rivolgere subito lo sguardo verso il mare, fare una passeggiata in “banchina”, gustarsi un aperitivo, farsi un giro in montagna, uscire in barca o, per i più sportivi, approfittare del paesaggio per praticare un sano esercizio sportivo. 

Insomma, quell’ideale di lentezza che si realizza anche nelle relazioni sociali: in uno sguardo, in un caffè offerto, in un saluto.  

E’ un po’ lo stile di vita pantesco, l’amata “vita lenta”, che richiede necessariamente l’ingresso in un’altra fase. Un passaggio che, dal punto di vista antropologico, richiede la separazione da un altro differente per immergerci in una nuova dimensione. In questo caso, dobbiamo prendere parte al flusso pantesco: non ci viene chiesto e spesso, infatti, nemmeno ce ne accorgiamo. 
Lo sentiamo appena atterriamo sull’isola che sta cambiando qualcosa: è il luogo che ha determinato il nostro ingresso in una nuova fase. È inevitabile. 

Sui social il trend “vita lenta” è molto popolare e questo suggerisce che, probabilmente, anche i più amanti dei ritmi frenetici sentono il bisogno di sperimentare quell’ideale di “vita lenta” che potremmo in realtà intendere come una filosofia di vita. Di fatto, è questo. 

Parlare di “vita lenta” vuol dire anche riconoscere il tessuto identitario di un luogo; il collante sociale, l’unione tra le persone, che è infatti enfatizzato dagli scambi quotidiani, appunto “lenti”, che negli spazi urbani di grandi dimensioni è più complicato ritrovare.

La “vita lenta” non è solo un ideale, ma è permessa e incoraggiata dai tratti culturali e identitari dell’isola. L’architettura del dammuso, ad esempio, esprime un legame con la terra; la coltivazione dello Zibibbo e dei capperi impone l’attesa del periodo della raccolta che, a livello quotidiano, si traduce nel rituale di prestare attenzione alla proprio terreno.
L’ideale “Vita lenta” –o, se preferite, la filosofia di vita– è anche una sfida personale: il luogo stesso ci impone di riflettere su noi stessi, incoraggiando talvolta l’autocritica. 

Giada Zona

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