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Cronaca

Pantelleria, porti, scali e approdi: ecco ordinanza N. 9/2022 che regola permessi e divieti

Direttore

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L’Ufficio Marittimo di Pantelleria dirama ordinanza N.9/2022 che regolamenta approdi, scali e porti nel territorio isolano.

Trattasi di aggiornamento della precedente N. 6/2021.

Ecco uno stralcio dell’atto, che di basso riportiamo come allegato:

 

Fermi restando i divieti e le prescrizioni generali previste da altre disposizioni di legge o regolamentari, comprese quelle in materia di pesca subacquea e di percorsi archeologici subacquei, negli approdi di Gadir, Cala Tramontana, Cala Levante e Martingana, in generale è consentito l’ormeggio di unità da diporto/da pesca all’interno dei siti all’uopo allestiti come “Campi boe”, con le modalità previste dai rispettivi regolamenti di utilizzo redatti dai rispettivi gestori, lungo le predisposte banchine secondo i dettami della presente ordinanza e nel rispetto delle norme previste in materia di sicurezza della balneazione e della navigazione.

b) L’accesso e l’ancoraggio in tutte le cale e nei ridossi naturali sono comunque consentiti a tutte le unità al verificarsi di comprovate situazioni di stato di necessità o forza maggiore, quali evidenti avverse condizioni meteo marine che non consentano di raggiungere in sicurezza un porto od approdo sicuro, tenendo sempre conto delle caratteristiche dell’unità. Al verificarsi di tali situazioni, il comandante dell’unità: – deve darne immediata, motivata e tempestiva informazione all’Autorità Marittima ovvero nel più breve tempo possibile e con ogni mezzo disponibile; – deve adottare tutte le precauzioni per evitare situazioni di rischio per eventuali bagnanti o per l’ambiente; – la navigazione e la sosta devono essere limitati al tempo strettamente necessario. c) Coloro i quali ormeggeranno la propria unità all’interno delle aree di approdo, saranno direttamente e personalmente responsabili per qualsiasi danno possa derivare alla propria barca o a quella di terzi, a persone, nonché alle infrastrutture/arredi portuali. 1.2 Utilizzo scali di alaggio: a) L’uso degli scali è consentito per l’alaggio/varo di qualsiasi categoria di imbarcazioni, natanti e moto d’acqua. b) Gli scali di alaggio pubblici, meglio evidenziati negli stralci planimetrici allegati alla presente ed i prospicenti specchi acquei, devono essere lasciati sempre sgomberi al fine di consentire il libero e sicuro svolgimento delle operazioni di alaggio e varo delle unità anche a mezzo di carrello. c) Coloro che intendono utilizzare lo scalo per il compimento delle operazioni di alaggio/varo, dovranno impegnare l’area solo per il tempo strettamente necessario all’effettuazione delle operazioni stesse e, al termine delle predette, l’autoveicolo trainante ed il carrello dovranno essere spostati e parcheggiati nelle aree ove è consentita la sosta. d) Durante la stagione balneare, come definita da specifica ordinanza regionale, è consentito l’uso degli scali di alaggio solo entro le ore 09.00 e dopo le ore 19.00. e) In caso di condizioni meteo sfavorevoli, ovvero per motivi di sicurezza, è sempre consentito alle unità da pesca locali di utilizzare gli scali di alaggio/varo per motivi di sicurezza. 1.3 Corridoi di lancio (cartografia particolare allegata): a) Le unità a motore, ivi compresi le moto d’acqua, devono navigare nei corridoi di lancio alla minima velocità consentita, comunque non superiore a tre nodi, e dare eventualmente la precedenza a unità di soccorso nonché quelle non dotate di motore. E’ consentito aumentare gradatamente la velocità solo all’uscita dal corridoio e comunque ad una distanza superiore ai 500 mt dalla costa; b) Le unità a vela, ivi comprese le tavole a vela, devono navigare nei corridoi di lancio alla minima velocità consentita ed anche se hanno diritto di precedenza, devono prestare particolare attenzione all’incrocio con altre unità. Nel caso in cui, per le condizioni meteo marine o per l’affollamento del corridoio di lancio, la navigazione a vela possa risultare pericolosa, i conduttori delle stesse devono prendere tutte le opportune precauzioni e, qualora possibile, procedere a remi. c) L’attraversamento deve essere limitato al tempo strettamente necessario. d) E’ fatto divieto assoluto di ancorare/sostare con qualsiasi unità all’interno dei corridoi, al di fuori dei campi boe presenti. e) Deve essere prestata la massima attenzione riguardo la presenza di eventuali incauti bagnanti in prossimità dell’ingresso o all’interno del corridoio/canale.

 

Ordinanza Ufficio Marittimo N. 10 – 8/5/22

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Ambiente

Pantelleria, derattizzazione del capoluogo

Direttore

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Il giorno martedì 9 dicembre 2025  verrà effettuato un intervento di derattizzazione nelle ore diurne di tutto il centro urbano di Pantelleria.
Per informazioni CONTATTARE IL NR. CELL. 3891120697.

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Ambiente

Conto Termico 3.0, da Natale 2025 il nuovo bonus per l’efficienza energetica degli edifici

Matteo Ferrandes

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Con il debutto del Conto Termico 3.0, atteso per le festività di Natale 2025, il sistema degli incentivi per l’efficienza energetica degli edifici cambia volto. Il nuovo meccanismo, gestito dal Gestore dei Servizi Energetici, promette rimborsi e procedure più snelle rispetto ai bonus fiscali tradizionali, per spingere famiglie, imprese e Pubbliche Amministrazioni a investire in riqualificazione e fonti rinnovabili.

Un nuovo “bonus di Natale” per l’efficienza energetica

Un vero e proprio “bonus di Natale” per la transizione energetica: così è stato definito il Conto Termico 3.0, che entrerà in vigore il 25 dicembre 2025, a novanta giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento rappresenta un’evoluzione del precedente Conto Termico e punta a rendere più stabile il sostegno agli interventi di efficienza energetica rispetto ai bonus legati alle detrazioni in dichiarazione dei redditi.

La dotazione finanziaria complessiva arriva a 900 milioni di euro l’anno, ripartiti tra soggetti privati e Pubbliche Amministrazioni, con un limite di 500 milioni per i primi e 400 milioni per le seconde, comprensivi delle diagnosi energetiche. La misura del beneficio potrà variare, in base alle tipologie di intervento e ai tetti di spesa, tra il 40% e il 65% dei costi ammessi, con la possibilità di coperture fino al 100% per alcune categorie assimilate alle PA, come gli enti del Terzo settore privi di attività economica, in un contesto segnato dall’aumento del costo dell’energia elettrica.

A differenza di molti incentivi fiscali, il contributo sarà erogato direttamente dal GSE, senza passare da complesse compensazioni d’imposta. Per importi fino a 15 mila euro il rimborso potrà favorire concretamente chi vuole risparmiare in bolletta, arrivando in un’unica soluzione, mentre per spese più elevate la somma sarà distribuita in un massimo di cinque rate annuali. Un cambiamento che punta a offrire maggiore certezza sui tempi e a superare le criticità emerse con i precedenti bonus legati alla capienza fiscale dei contribuenti.

Chi può accedere e quali interventi sono coperti

Il perimetro dei soggetti ammessi al Conto Termico 3.0 è molto ampio. Possono accedere al contributo le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, i soggetti privati per interventi su immobili residenziali e non residenziali, le imprese, gli enti del Terzo settore e le realtà coinvolte in configurazioni di autoconsumo collettivo. Per gli ETS senza attività economica il legislatore ha previsto un trattamento assimilato a quello delle PA, con maggiori margini di copertura e la possibilità di prenotare gli incentivi in funzione dei progetti programmati.

Sul fronte degli interventi, il nuovo schema conferma e amplia il campo di applicazione. Sono finanziabili i lavori volti all’incremento dell’efficienza energetica degli edifici e quelli per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, in particolare sugli immobili non residenziali. Rientrano, ad esempio, l’isolamento tramite cappotti termici, la sostituzione di serramenti e infissi obsoleti, l’installazione di sistemi di illuminazione ad alta efficienza e le diagnosi energetiche necessarie a impostare piani di riqualificazione coerenti con i costi energetici attuali.

Per i privati restano centrali gli interventi sugli impianti di climatizzazione. Il Conto Termico 3.0 agevola la sostituzione di caldaie e vecchi generatori con pompe di calore e sistemi ibridi, così come l’installazione di collettori solari termici e scaldacqua a pompa di calore. Per imprese e PA la platea degli interventi si estende anche agli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo e alle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, in sinergia con le offerte dei principali fornitori di energia elettrica.

Procedure GSE, controlli e tempi di avvio

La gestione operativa del Conto Termico 3.0 resta affidata al Gestore dei Servizi Energetici, che dovrà aggiornare le regole applicative e il portale informatico in coerenza con il nuovo decreto. L’accesso avverrà tramite richiesta presentata dal beneficiario oppure tramite tecnici, progettisti o rivenditori abilitati. A valle dell’istruttoria, il GSE riconoscerà il contributo entro i limiti di spesa previsti, avvalendosi anche di procedure semplificate per gli impianti di minori dimensioni e per alcune tipologie di intervento standardizzate.

Un tassello centrale del nuovo meccanismo è il catalogo dei prodotti prequalificati, che include apparecchiature e sistemi già verificati rispetto ai requisiti tecnici imposti dalla normativa. Per chi sceglie soluzioni inserite in questo elenco l’iter viene velocizzato, con controlli documentali ridotti e un esame più rapido delle pratiche. È previsto inoltre un sistema di monitoraggio dei costi, con la possibilità per il GSE di adeguare periodicamente i massimali di spesa all’andamento dei prezzi rilevati dall’Istat, così da mantenere effettiva la capacità incentivante del provvedimento.

Nonostante la cornice normativa sia stata definita, restano da chiarire entro sessanta giorni dall’entrata in vigore vari aspetti operativi, dalle modalità di invio delle istanze ai criteri di accesso. Questa fase di assestamento potrebbe comportare qualche ritardo iniziale, ma l’esecutivo punta a trasformare il Conto Termico 3.0 in uno strumento stabile di politica energetica, in grado di sostenere nel medio periodo la riduzione delle emissioni e il rafforzamento delle fonti rinnovabili nel patrimonio immobiliare italiano.

Fonte: https://www.papernest.it/news/conto-termico-natale/

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Cronaca

Solarino, 1866 — L’omicidio D’Agostino e il mistero dell’armadio comunale

Laura Liistro

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Le vicende riguardanti la morte di Giuseppe D’Agostino, farmacista e segretario comunale supplente, sono oggi ricostruibili grazie alla documentazione conservata presso l’Archivio Storico di Siracusa e l’Archivio Comunale di Solarino. Gli atti di stato civile, i verbali e la corrispondenza amministrativa permettono di analizzare il contesto e le circostanze del delitto, offrendo elementi utili a comprendere le dinamiche politiche e amministrative della Sicilia post-unitaria.

Il delitto nella piazza centrale

Le fonti indicano che la morte di D’Agostino avvenne nella propria casa posta nella piazza centrale, in cui tutto si muoveva, la notte del 30 settembre 1866. L’uomo fu colpito da un’arma da fuoco e rinvenuto privo di vita il giorno successivo. La piazza, fulcro della vita cittadina e luogo di transito per impiegati, contadini e notabili locali, divenne improvvisamente teatro di un fatto che interruppe la consueta routine del paese. La notizia si diffuse con rapidità, alimentando commenti e sospetti.

L’atto di morte venne registrato ufficialmente il 1º ottobre 1866 da Paolo Marabito, Sindaco facente funzioni (ff.) e Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Solarino, come risulta dagli atti conservati nell’Archivio Comunale.


Atto di morte originale

L’anno 1866, il giorno 1 ottobre, nella casa comunale di Solarino alle ore 15,
dinanzi a me Paolo Marabito, facente funzioni da Sindaco e Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Solarino, sono comparsi:
• Raffaele Gibilisco, figlio del fu Giuseppe, di anni 36, contadino, domiciliato in Solarino;
• Salvatore Miano, figlio di Santo, di anni 40, contadino, domiciliato in Solarino.

I quali hanno dichiarato:
Che alle ore quattro della notte del 30 settembre corrente, è morto nella casa di sua abitazione il signor Giuseppe D’Agostino, di anni 35, di professione farmacista, domiciliato in Solarino, figlio del fu Matteo e della fu Michela Bordonaro, coniugato con Raffaela Sculardo (o Spulardo).

La morte è avvenuta per arma da fuoco.

È stato allegato al presente atto un foglio del Giudice Mandamentale di Floridia, in data odierna, che, avendo adempiuto agli atti richiesti, ha autorizzato la sepoltura del cadavere.

Letto il presente atto ai dichiaranti, essi lo hanno confermato.

La chiave dell’armadio e i fascicoli riservati
I registri comunali evidenziano che, nei giorni successivi all’omicidio, il Prefetto chiese alla vedova, Raffaella Lombardo, la chiave dell’armadio in cui il marito custodiva documenti riservati relativi a delibere comunali e appalti post-unitari.

La donna rifiutò la consegna, dichiarando che i documenti non dovevano essere toccati in quanto in quell’armadio risiedeva la verità, senza fornire ulteriori spiegazioni.

Le annotazioni presenti nell’Archivio Storico di Siracusa confermarono che l’armadio conteneva fascicoli riguardanti forniture pubbliche, concessioni e lavori stradali, documenti in grado di compromettere interessi politici e amministrativi locali.

Attività del segretario e piste investigative

Dagli atti custoditi nell’Archivio Storico Comunale di Solarino emerge che, qualche giorno prima della morte, D’Agostino aveva partecipato attivamente e in modo critico alle discussioni durante l’ultimo consiglio comunale, opponendosi a certe proposte. Questa attività politica costituisce una delle possibili piste legate al suo assassinio.

Un’altra strada investigativa collegava il delitto a lotte interne familiari, ma il caso non fu mai risolto e rimase avvolto dal mistero.

Un elemento di particolare interesse fu il legame con il caso del parroco Bordonaro, inizialmente accusato di essere il mandante dell’omicidio. La vicenda si intrecciò con la presenza della Commissione Antimafia guidata dal Commissario di P.S. SanGiorgi e con le tensioni generate dalle elezioni amministrative nel comune di San Paolo Solarino.

Nel 1877, il parroco Bordonaro fu sottoposto a ammonizione giudiziaria, con provvedimento che gli impedì di organizzare liste elettorali e di partecipare attivamente alla vita politica del territorio.

Il silenzio calato dopo dieci anni

Dopo dieci anni di indagini, grazie alla difesa assicurata da ottimi avvocati e al sostegno del deputato Agostino Bertani, la vicenda dell’omicidio D’Agostino e del caso Bordonaro cadde nel silenzio.

Bertani, figura politica di rilievo e massone del Grande Oriente d’Italia, esercitò influenza e protezione sul caso, contribuendo a chiudere l’indagine e far cadere nel silenzio l’omicidio e le accuse contro il parroco Bordonaro.

Con il suo intervento, tutto continuò nel silenzio, e l’omicidio del farmacista D’Agostino rimase un giallo irrisolto della Sicilia post-unitaria.

Analisi storica e prospettive investigative

La documentazione archivistica consente di ricostruire un quadro coerente: l’omicidio si collocò in un contesto amministrativo sensibile, caratterizzato da appalti post-unitari, lotte interne, tensioni elettorali e dinamiche di potere consolidate.

Il caso rimase ufficialmente irrisolto, e la chiave dell’armadio non venne mai acquisita dalle autorità. Le fonti archivistiche lasciano aperto il quesito centrale: la morte di D’Agostino fu un evento isolato o collegata alle scoperte effettuate nell’armadio mai aperto, dove risiedeva la verità?

L’analisi dei documenti dell’Archivio Storico di Siracusa e dell’Archivio Comunale di Solarino, unita agli elementi relativi alla Commissione Antimafia guidata dal Commissario SanGiorgi, alle elezioni amministrative di San Paolo Solarino e all’ammonizione giudiziaria subita dal parroco Bordonaro nel 1877, permette di tratteggiare con rigore storico l’evento, sottolineando la relazione tra la funzione istituzionale del segretario, le dinamiche comunali e le circostanze sospette della sua morte.

Il mistero ancora vivo

Nonostante gli atti, le indagini e le testimonianze conservate negli archivi, l’omicidio di Giuseppe D’Agostino resta ancora oggi avvolto nel mistero.

L’armadio mai aperto, la chiave mai consegnata, le tensioni politiche post-unitarie, le accuse decadute contro il parroco Bordonaro e il silenzio imposto dal sostegno politico di Bertani lasciano una scia di domande senza risposta.

La memoria di quegli eventi permane nei registri e nei documenti, tracce indelebili di un giallo siciliano che la storia non ha mai completamente svelato, testimoniando le tensioni, i conflitti e i segreti che segnarono la vita amministrativa e politica di Solarino nell’Ottocento.

Ogni fascicolo, ogni nota e ogni riga scritta nel tempo sembra suggerire che la verità, pur custodita, non sia mai stata interamente rivelata. Il caso D’Agostino rimane così un simbolo della complessità della Sicilia post-unitaria, dove potere, politica e segreti personali si intrecciarono in un mistero che ancora oggi affascina storici e investigatori.

Laura Liistro

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