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Cultura

Pantelleria, oggi esce “Insieme” la 3ª traccia dell’EP The Isla di Ale D’Aietti

Direttore

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Ale D’Aietti presenta il suo terzo brano “Insieme”, dalla duplice lettura

Da oggi, 12 giugno, è edito la terza traccia, del cantautore pantesco Ale D’Aietti, dal titolo “Insieme”, contenuto nel fortunato e misterioso EP The Isla.
Ad una settimana dal secondo brano pubblicato “Nadar”, Insieme si rivela una rivoluzione, una transizione dalla precedente canzone. Ma anche questo ce lo facciamo spiegare dal suo autore, nel suo sound e nel suo intento.

“‘Insieme’  è un’evoluzione della seconda traccia “Nadar”, come del resto laa seconda è stata anche un’evoluzione della prima.
“Questa terza uscita si presta anche a un’evoluzione graduale del sound, della sonorità dell’EP: lasciamo un po’ indietro il groove funky e ci immergiamo in una sonorità più tribale, più selvaggia:  è la sonorità che ti riporta alla giungla, alla selva.
“Siccome sono nato sull’isola, siccome da 5-6 anni vivo qua, la madre natura è una cosa che sento molto dentro di me, una cosa che mi richiama, un’essenza che mi coinvolge tanto, anche a livello sonoro, a livello musicale. Quindi abbiamo, in questa produzione abbiamo deciso di evocare il suono della natura, tramite qualche percussione, suoni etnici, suoni che ti riportano ad addentrarti in questo mondo wild, selvaggio”.

Dunque, dell’EP The Isla, siamo a tre tracce e ciascuna ha una sua caratteristica appunto sonora, ambientale. Ma lei questi brani come li compone, come si  ispira? Vorrei capire come passa da un genere all’altro. “Veda, non è tanto passare da un genere all’altro, magari cambiano dei piccoli sound, della sonorità ma in questo EP la linea conduttrice è la house, è più sull’essenza ballabile di pista, e qua su questa base cambiamo un pochino la sonorità: invece che puntare più sulla funk abbiamo puntato più su questo tocco tribale. 
“Ma rispondendo alla domanda  sul come mi inspiro magari per la composizione di queste tracce  e il songwriting a livello di scrivere le canzoni. Questo è stato una cosa del momento, l’anno scorso quando l’abbiamo composto insieme a questo ragazzo Francisco alias Flareboy, è stata una cosa improvvisata, non ci abbiamo pensato tanto, abbiamo lasciato che uscisse fuori il meglio del momento.”
Il mio amico cileno è stato a Pantelleria l’anno scorso, 3 settimane, dovevamo lavorare della musica ma non avevamo pensato di fare proprio questo EP. Fino a che lui è arrivato, ha capito la bellezza del posto e io gli ho detto: ‘Guarda  ormai ci siamo capiti,  Pantalleria merita essere fatta vedere al mondo, non è che voglio fare musica a caso così, diamo un tocco di essenza.
“E così, piano piano, siamo riusciti ad esprimere una sonorità in ogni posto, abbinando la prima uscita all’Arco dell’Elefante e la seconda alle Favare, questa terza si è ambientata molto a livello di ispirazione al Monte Gibele: ci addentriamo nella foresta, tra gli alberi, nella natura più vera, senza contatto con la civiltà.
“Questa la traccia è uscita molto naturale.”

Di cosa parla “Insieme”? “Questo testo anche, può darsi che per la gente al sentirlo evochi una sensazione d’amore, un messaggio per il partner, la coppia. Il testo dice ‘Vuoi restare qui a ballare, senti le onde del mare, danza piano e poi veloce, fallo per tutta la noche . Senti il vento che ci spinge, il tuo corpo al mio si stringe, guarda l’alba, il sole sale, insieme nulla ci fa male.’
Sono delle frasi che possono sembrare semplici e ripetitive in questo ritmo house ma in me non evoca solo un messaggio per il partner: ma lo lascio a libera scelta, perché magari qualcuno lo assimili a modo suo, in questo caso per me ha un doppio senso sia per la persona in cui ti fa stare bene giorno dopo giorno, sia per la madre terra, la natura, in questo caso per l’isola, siamo insieme e tutto va bene.”

Ma lei, in linea di massima, compone prima il testo o prima la musica? “Prima la musica, prima la traccia e dopo andiamo a scrivere il testo, anche capendo il flow della traccia, sentendo a pelle l’essenza di quello che sta suonando. Cerchiamo di abbinare le parole in maniera che si sposino bene, parole e instrumentale.
“Ovviamente uno può iniziare scrivendo il testo e dopo l’adatta, ma di solito quello che faccio è creare la base e al secondo passo  scrivere e creare la melodia vocale.”

Tra le canzoni che abbiamo sentito finora, c’è una a cui è  più legato, che le piace di più, che la rende più orgoglioso? “Decisamente ‘Pantelleria’  per me è la più importante, intitolata: è una traccia che evoca molto in me, perché come spiegavo nella prima intervista, il funky è uno degli stili musicali che più mi coinvolge, sempre parlando a livello di colori, quello che tira il meglio di me fuori, pure allegria è stata quella traccia.
C’è il canto, c’è un bel beat, una bella sonorità e ad essere anche la prima uscita, aprire le porte al mondo della The Isla a quest’EP.
E’ stata una cosa che mi ha fatto molto felice, ma le dico la verità, c’è anche un’altra bellissima traccia, che è più sentimentale, molto più sentimentale, ma la scopriremo, la scopriremo”.

Il look di Ale D’Aietti

Vediamo spesso il cantautore pantesco in kimono: questo rivela una famiglia di artisti. Infatti l’autrice del capo di abbigliamento esotico è sua sorella Camilla che ha un proprio brand  CHIÑOLITA.

Nel ringraziare Ale D’Aietti per l’intervista concessaci per addentrarci nella sua opera appena edita, vi lasciamo con la traccia di questa nuova canzone “Insieme”

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Cultura

Pantelleria, lavori di adeguamento, messa in sicurezza ed efficientamento energetico della palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”

Redazione

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Alla cittadinanza, Il Sindaco comunica che l’Amministrazione comunale di Pantelleria ha portato a compimento l’iter amministrativo e progettuale necessario per il recupero e la piena rifunzionalizzazione della palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”, struttura da tempo inagibile e fortemente attesa dalla comunità scolastica dell’isola. Il Sindaco comunica che l’intervento rientra in una più ampia strategia di riqualificazione dell’edilizia scolastica, con l’obiettivo prioritario di garantire sicurezza, accessibilità, sostenibilità energetica e qualità degli spazi destinati alle attività formative e sportive.

Il progetto prevede opere di adeguamento strutturale e funzionale, la messa in sicurezza dell’edificio, il miglioramento delle prestazioni energetiche attraverso l’installazione di impianti moderni e l’utilizzo di fonti rinnovabili, nonché il completo ripristino della fruibilità della palestra per studenti, associazioni sportive e iniziative collettive. Il Sindaco comunica che l’intervento consentirà di restituire alla cittadinanza una struttura fondamentale per la crescita educativa, sociale e sportiva dei giovani di Pantelleria, colmando una carenza che per anni ha inciso negativamente sull’offerta di spazi adeguati alle attività motorie.

L’Amministrazione è consapevole che l’esecuzione dei lavori potrà comportare disagi temporanei; tuttavia, il cronoprogramma è stato definito con l’obiettivo di contenere l’impatto sulle attività scolastiche, con una durata complessiva stimata in circa 14 settimane. L’Amministrazione continuerà a seguire con attenzione tutte le fasi successive, dall’affidamento dei lavori alla loro realizzazione, assicurando trasparenza, rispetto dei tempi e tutela dell’interesse pubblico. Pantelleria guarda avanti, investendo sulle scuole, sulla sicurezza e sul futuro delle nuove generazioni.

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Cultura

Il violinista di Solarino Don Paolo Teodoro e le radici di una tradizione di due secoli

Laura Liistro

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La storia nascosta di un paese che ha fatto della musica una firma identitaria

Nel 1827, quando il paese non era ancora Comune, un documento d’archivio rivela la presenza inattesa di un musicista professionista. Da allora Solarino non ha mai smesso di essere una comunità musicale.

Solarino – Nel 1827 il paese non era ancora autonomo e viveva un momento di transizione politica e amministrativa. Eppure, in quell’anno cruciale, emerge un dettaglio sorprendente che permette di leggere la storia locale da una prospettiva nuova. Tra gli atti conservati presso l’Archivio di Stato di Siracusa compare il nome di Don Paolo Teodoro, registrato come violinista.

Un dato che, per l’epoca, spacca in due l’immagine consueta di un borgo rurale fatto solo di agricoltori e artigiani.

Il musicista che rompe gli schemi

Il documento mostra chiaramente che Don Paolo Teodoro non era soltanto un residente rispettato di Solarino. Era un musicista. Un ruolo insolito in un contesto rurale del primo Ottocento, dove la musica raramente compariva nelle registrazioni ufficiali. Teodoro abitava in via Fontana, insieme alla moglie Costantino Eloisa, ma la sua formazione aveva radici ancora più profonde. Da giovane, infatti, era cresciuto in una parte dell’attuale Palazzo Requesens, allora indicato come Piano Palazzo n.2, oggi cuore dell’odierna Piazza del Plebiscito, luogo simbolo della vita sociale solarinese. Una crescita in un ambiente architettonico e culturale privilegiato che spiega – almeno in parte – la precocità di una vocazione musicale riconosciuta persino dagli atti civili borbonici.

Una tradizione musicale che Solarino non ha mai abbandonato

Il caso di Don Paolo Teodoro non è un episodio isolato, ma il primo tassello visibile di una storia più lunga. Perché a differenza di tanti altri centri siciliani, Solarino non ha mai smesso di essere un paese musicale. Bande storiche, maestri locali, scuole di musica, gruppi giovanili, famiglie che tramandano strumenti da generazioni, musicisti nazionali , la musica, qui, non è un accessorio, ma un linguaggio collettivo. E questa continuità testimonia una capacità rara: fare dell’arte una parte della propria identità civile. Non tutte le comunità hanno saputo compiere questa scelta. Molti centri rurali hanno perso nel corso del Novecento le proprie tradizioni culturali, travolti da emigrazione e modernizzazione. Solarino, invece, ha seguito una traiettoria diversa: ha difeso la musica, l’ha fatta propria, l’ha trasformata in patrimonio comune.

Questo è il vero punto di forza del paese. Una maturità culturale che trova le sue prime radici in persone come Don Paolo Teodoro: uomini capaci, già due secoli fa, di portare l’arte dentro la vita quotidiana di una comunità in trasformazione. Oggi, quando strumenti e prove musicali risuonano nelle case, nelle scuole e nelle piazze, è possibile intravedere un filo diretto con quella firma d’archivio del 1827. Solarino continua a distinguersi per il suo fermento artistico. E la storia del violinista Don Paolo Teodoro si rivela allora molto più che una curiosità d’epoca: è l’origine documentata di un percorso identitario che il paese ha scelto di portare avanti con orgoglio. Due secoli dopo, Solarino resta un paese che suona e questa è, senza dubbio, una delle sue vittorie più grandi.

Laura Liistro

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Cultura

Elena Pizzuto Antinoro: da Santo Stefano Quisquina alla scena internazionale della ricerca linguistica

Laura Liistro

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Donna siciliana, studiosa di straordinaria competenza e voce autorevole della ricerca italiana, Elena Pizzuto Antinoro è considerata una delle figure più influenti negli studi contemporanei sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.

Psicologa, linguista e ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha contribuito in modo determinante al riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana (LIS) come sistema linguistico pienamente strutturato, superando visioni riduttive che ne avevano a lungo limitato la comprensione. Il suo percorso accademico si è svolto tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove ha approfondito la Lingua dei Segni Americana (ASL) entrando in contatto con metodologie di ricerca all’avanguardia. Questa esperienza internazionale fu decisiva: rientrata in Italia, introdusse nuovi paradigmi analitici che avrebbero innovato radicalmente lo studio della LIS, collocando la ricerca italiana in un dialogo costante con quella mondiale. Caratteristica centrale del suo lavoro fu l’approccio interdisciplinare.

Elena operò a stretto contatto con persone sorde, analizzando i processi cognitivi, le strutture linguistiche e le dinamiche comunicative della lingua visivo-gestuale. Le sue pubblicazioni rappresentano oggi un riferimento fondamentale non solo in Italia, ma anche nel contesto internazionale degli studi sulle lingue dei segni. Tra le iniziative più rilevanti da lei guidate figura VISEL, progetto dedicato allo sviluppo di sistemi di scrittura per la lingua dei segni e alla definizione di strumenti didattici innovativi. Un contributo che ha ampliato le possibilità di ricerca e di accesso alla comunicazione visiva, rafforzando il ruolo dell’Italia nel panorama scientifico globale. Colleghi e collaboratori ricordano Elena Pizzuto Antinoro come una professionista rigorosa, dotata di una forte integrità etica e di una visione capace di anticipare nuove prospettive. Il silenzioso applauso con cui la comunità sorda l’ha salutata ne sottolinea il profondo impatto umano e scientifico.

Oggi, Elena Pizzuto Antinoro è riconosciuta come una figura chiave della linguistica internazionale e un esempio di eccellenza femminile nel mondo accademico. Siciliana, figlia di Santo Stefano Quisquina, ha portato la sua terra d’origine nei principali centri di ricerca del mondo, lasciando un’eredità destinata a influenzare a lungo gli studi sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.

Laura Liistro

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