Connect with us

Cultura

Pantelleria, mia cugina Angela Errera: ricordi, affetti e stima in un grande dolore collettivo

Direttore

Published

-

Angela Errera si è spenta forse nel modo in cui lei avrebbe sempre voluto: tra le acque benefiche e gradevoli della “zotta” del Caldo a Gadir

E’ difficile superare il dolore e lo sgomento, ma questi sentimenti trovano conforto tra i tanti ricordi piacevoli, l’affetto e la stima.

Angela Errera era mia cugina, da parte di madre, e si è spenta forse nel modo in cui lei avrebbe sempre voluto: tra le acque benefiche e gradevoli della “zotta” del Caldo a Gadir.

Appena uscita la notizia, mi sono arrivati tanti messaggi a spingermi a scrivere un pezzo di cronaca, ma ho voluto attendere che si placassero le emozioni forti del momento, anche per riguardo a lei, a suo nipote Giuseppe e al fratello Giovanni, che fra un mese compie novantatre anni.

La notizia ha reso attonita una intera comunità: chi l’ha conosciuta bene, chi anche solo di vista, tutti uniti da un comune sentire che si racchiude nel dolore e nel dispiacere.

Ora, con Giuseppe, stiamo raccogliendo le idee, per dare testimonianza in poche righe, su una donna, una persona fuori dal comune, di una tenacia, di una cultura, legame alla terra e di generosità rare.

Le origini

Angela era figlia del medico Giuseppe Errera, figlio a sua volta della Zà Annareddra Gabriele in Errera, detti Vanni de l’Acqua, di Khamma Fuori. Nata il 18 gennaio 1943 a Monreale, quando i familiari venivano allontanati da Pantelleria, in quel momento al centro delle vicende belliche della II guerra mondiale assieme alla mamma Ada, genovese, non ha mai conosciuto il padre, medico segretario politico, deporta
to, dopo la conquista dell’isola, e morto in prigionia in America, lasciandola orfana appena nata. Anche i fratelli patirono molto di quella precoce morte, sotto ogni profilo, e la ferita è rimasta sempre aperta e sgorgante di un dolore mai spento.

Tra gravi difficoltà, fatte anche fame e povertà, con fatica e dolore, in una diaspora verso Genova, città natale della madre, dopo avere perso quasi tutto a Pantelleria (la casa paterna fatta esplodere per le necessità di documentazione dei successi anglo-americani dei combat-film), riuscirono a creare una propria vita. Angela, dopo le magistrali e la laurea in lingue straniere, si è “fatta le ossa” nell’insegnamento elementare nell’entroterra rurale genovese, fatto di pluriclassi dalla prima alla quinta, come in allora avveniva. Poi, anche grazie alle sue capacità linguistiche, con piena fluenza nell’inglese, tedesco, francese, e altre lingue, è stata chiamata all’insegnamento nella Scuola Europea, prima a Karlsruhe, in Germania, poi a fondare la sezione italiana della Scuola Europea in Gran Bretagna (Culham – Abingdon on Avon – Oxfordshire), in un continuo confronto e connessione tra multiformi culture, esperienze di apprendimento, metodiche di insegnamento, nel periodo vero di costruzione “intellettuale” dell’Europa Unita.

Il ritorno a Pantelleria


Al termine delle esperienze estere, “Angela ’a maestra” (come spesso era menzionata qui sull’isola) ha deciso di seguire il richiamo delle sue radici e tornare a Pantelleria a continuare nell’insegnamento. Pur potendo ambire a livelli superiori della scuola, è rimasta fedele al suo credo della formazione nelle prime tappe dell’istruzione, vedendo nel proprio compito non solo quello di trasferimento di nozioni, ma soprattutto di dare gli strumenti ai propri alunni della consapevolezza di sé e del ragionamento, di correlazione con la realtà, l’ambiente, la cultura, la capacità di confronto, relazione ed espressione, trovandosi ad affrontare spesso difficoltà e contrasti rispetto ad un dogmatico approccio scolastico. Ma tanti suoi alunni, ancora la ricordano con tanto tanto affetto.

L’incarnato olivastro ad incorniciare gli occhi indecisi tra il color ambra e il marrone, e quella voce pacata e garbata erano i caratteri esteriori di una persona schiva, riservata, mai invadente o banale, era difficile entrare nel profondo di lei, ma una volta che avevi aperto la porta giusta ti rapiva con i suoi racconti, i suoi insegnamenti, la sua filosofia di vita.

La passione per la terra

A Pantelleria, ritiratasi dall’insegnamento, riaffiorarono in lei i legami ancestrali, familiari e passionali con la terra, mutandosi in coltivatrice, sempre in un approccio di nuove esperienze, cominciando a lavorare i suoi terreni, producendo uva, olive, e poi vino, olio, preservando dall’abbandono i coltivi in zone difficili impervie dell’isola, quali Cala Cottone e il Khaggiar, introducendo i metodi di produzione biologica e biodinamica. Per lungo periodo è stata anche apicoltrice, producendo miele, con passione e rispetto per le api, e anche battendosi per le problematiche del settore, come in particolare il riconoscimento della presenza della varroa sull’isola.
Anche nelle brevi esperienze della produzione di vini, tra riaffiorare delle passioni per l’insegnamento, che l’hanno portata anche a insegnare in Cina, l’ha sempre affrontata come assorbimento di esperienze e di recupero delle antiche tradizioni, in particolare dei metodi di vinificazione del passito, spesso quasi “giocando” o sperimentando con Marco De Bartoli, trovandosi in un comune intento di scambio di esperienze e di confronto.

Così di lei, Sebastiano De Bartoli

A tal proposito, Sebastiano De Bartoli, il figlio del compianto Marco, ha voluto manifestare a Giuseppe con toccanti parole, quella che è l’essenza del legame di Angela con la terra e con Pantelleria: “Caro Giuseppe, non sai quanto mi dispiace per Angela. Ma come il suo nome, Lei per me era un vero angelo. Lei è stata una persona che mi ha dato dei grandi insegnamenti e quant’altro. Poche persone sapevano vivere in contatto con la natura e il fatto che sia stata la natura stessa a riprendersela la dice lunga. Pace alla sua anima, ma – in questo caso – al corpo perché lei di anima era una che, secondo me, l’aveva in pace con se stessa.”

Ciao Ciao Angelina, sarai sempre nei nostri cuori.

Marina e Giuseppe

Per chi desidera salutare Angela Errera, può partecipare alla messa che si terrà presso la Chiesa San Francesco di Khamma, lunedì 27 gennaio ore 15.00.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Advertisement
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura

Pantelleria, il mistero del Gibele: il Monte degli Dei

Direttore

Published

on

Un ciclo di incontri per riscoprire l’isola come antico tempio a cielo aperto

 

Pantelleria non è soltanto mare e paesaggi mozzafiato. Al centro dell’isola si erge il Gibele, un monte che da secoli è avvolto da racconti di apparizioni, culti dimenticati e significati nascosti. Non una semplice vetta, ma il vero cuore invisibile dell’isola: un luogo che le antiche civiltà hanno consacrato agli dei e che ancora oggi custodisce segreti pronti a essere svelati.

 

Il Centro Studi e Ricerche Arco di Apollo dedica a questo straordinario tema il secondo appuntamento del ciclo Pantelleria Segreta.

Martedì 19 agosto 2025, dalle 19:00 alle 20:30, presso Le Alcove di Van der Grinten – Spaces for the Urban Arts (Corso Umberto I, 39), si terrà la conferenza “Gibele: il Monte degli Dei”.

 

L’incontro accompagnerà il pubblico in un viaggio tra mito, archeologia e geomorfologia del sacro, alla ricerca delle radici profonde che fanno del Gibele un monte unico nel Mediterraneo. Un’occasione per guardare Pantelleria con occhi nuovi: non solo come terra di natura selvaggia, ma come antico luogo d’iniziazione dove l’uomo incontrava — e può ancora incontrare — il divino.

 

La quota di partecipazione è di 10 euro e comprende buffet con vino locale e una dispensa esclusiva di ricerca e approfondimenti.

Posti limitati, minimo 20 iscritti.

 

📌 Info e prenotazioni: WhatsApp 371 1278468

Continue Reading

Cultura

Marina di Ragusa accoglie la prima edizione di Marina Cous Cous

Redazione

Published

on

Marina di Ragusa accoglie la prima edizione di Marina Cous Cous: tre giorni di sapori e culture differenti attorno al piatto che racconta il Mediterraneo


A Marina di Ragusa il cous cous diventa protagonista assoluto. Dal 18 al 20 agosto il lungomare Andrea Doria nell’area della Rotonda, ospiterà la prima edizione di “Marina Cous Cous”, un evento che unisce sapori, spettacolo e cultura, trasformando il borgo marinaro in un grande crocevia del Mediterraneo.

Un vero e proprio viaggio sensoriale, sviluppato come “Sagra del Couscous Mediterraneo”, pensato per celebrare un piatto che racconta una storia millenaria. Il cous cous, diffuso nel Nord Africa ma profondamente radicato anche in Sicilia, è da sempre simbolo di incontro tra popoli e di contaminazioni culturali.
In varie località dell’isola, questo piatto ha trovato spazio nelle cucine delle famiglie e nei giorni di festa, assumendo caratteristiche uniche ma conservando lo stesso valore: la convivialità.

L’idea di portare questa esperienza a Marina di Ragusa nasce dall’associazione Sicilia Event, con la direzione artistica di Marco Guastella, il patrocinio del Comune di Ragusa e la collaborazione della Pro Loco Mazzarelli e di Liolà. Al timone del comparto gastronomico ci sarà la food art director Barbara Conti, che guiderà un team di chef e food blogger pronti a mostrare il cous cous nelle sue infinite declinazioni.

Per tre giorni il pubblico potrà assistere a cooking show e degustare piatti che spaziano dalle ricette più antiche a quelle più creative. Ci saranno proposte come il Couscous del Re Salomone, vegetariano e dalle origini remote, il Couscous dei Nobili a base di pesce, e il tradizionale Couscous del matrimonio tunisino, ricco di carne e spezie, senza dimenticare rivisitazioni sorprendenti come gli arancini di cous cous. Tutto pensato per raccontare come, da un unico ingrediente, possano nascere mondi diversi che si incontrano nello stesso piatto.
L’evento sarà arricchito anche da momenti di scoperta e partecipazione. I più piccoli potranno vivere laboratori sensoriali guidati da Fethia Bouhajeb, esplorando il cous cous con i cinque sensi e imparando a conoscerne la storia attraverso il gioco e il racconto. Gli adulti, invece, potranno assistere a masterclass speciali, come quella dedicata alla Giggiulena, dolce tipico siciliano a base di sesamo, con il pastry chef Andrea Giannone e con l’utilizzo del Sesamo di Ispica, presidio Slow Food.
Non mancheranno musica e spettacoli a colorare le serate. Danze orientali, concerti e performance accompagneranno il pubblico lungo il lungomare: dai Good Time a I Beddi, fino alla tribute-band dedicata a Renzo Arbore, passando per l’atteso Ramzi Harrabi Ensemble, gruppo tunisino che porterà a Marina di Ragusa i ritmi e i suoni della propria terra.

L’ingresso sarà libero, con la possibilità di acquistare in loco i ticket degustazione, mentre gli spettacoli e le attività completeranno un programma pensato per residenti e turisti. A sostenere l’iniziativa anche aziende del territorio come Fidagel, Despar Sicilia, Sicibia e 350 Grammi Showroom, che hanno creduto in questo progetto capace di unire promozione enogastronomica e valorizzazione culturale.

Così il cous cous approda a Marina di Ragusa come simbolo di incontro, festa e condivisione. Un piatto che, nel cuore dell’estate, diventa ponte tra culture e occasione per vivere il Mediterraneo attraverso i sensi.

Continue Reading

Personaggi

E’ morto Pippo Baudo “Il Conduttore” di tutti i tempi

Direttore

Published

on

Tanti talenti in un unico uomo di grande statura fisica e professionale

Il re della tv italiana aveva 89 anni, simbolo di Sanremo, di Fantastico, Canzonissima e Domenica In, per menzionarne alcuni se ne è andato all’età di 89 anni. A diramare la notizia il suo storico legale e amico fraterno, l’avvocato Giorgio Assumma.
Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, detto Pippo era nato a  Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, 

Tra i presentatori più conosciuti della televisione italiana, ha esordito nei primi anni sessanta ed è stato uno dei volti più importanti della Rai per tutti gli anni successivi salvo un breve periodo, con modesto successo, tras

Eclettico, sapeva stare sul palcoscenico come un attore, come un musicista e un cabarettista.

Figlio unico dell’avvocato Giovanni Baudo (1903-1990) e di  Innocenza Pirracchio (1910-1993), debuttava in teatro con “Cine Teatro Tempio”, proprietà dell’amico di famiglia Cavaliere Salvatore Tempi, intrattenendo il pubblico negli intervalli con prose e liriche e anche suonando il pianoforte.
Diplomato al liceo classico, si laureva in giurisprudenza all’Università degli Studi di Catania, per seguire la strada del padre.
Ma nell’ultimo anno di liceo, assieme ai compagni di classe, mette in scena la commedia L’ex alunno di Giovanni Mosca, mentre durante il corso di studi universitari conosce Tuccio Musumeci e insieme intraprendono la strada dello spettacolo.
E da lì una carriera infinita, costellata di successi indimenticabili, per la televisione italiana e non solo.

Tanti talenti in un unico uomo di grande statura fisica e professionale.
La televisione italiana perde un grande maestro, di unica fattezza.

Continue Reading

Seguici su Facebook!

Cronaca

Cultura

Politica

Meteo

In tendenza