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Personaggi

Pantelleria, grande cordoglio perdita di Diego Modica l’autista dei primi bus dell’isola. Addio a un pezzo di storia

Redazione

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Ieri 31 gennaio è venuto a mancare l’autoferrotranviere più adulto, avrebbe compiuto 90 anni il 26 maggio di questo anno, in pensione dal 1995 Diego Modica lascia un segno indelebile per i trasporti isolani, personaggio attivo fino all’ultimo la memoria non lo ha lasciato neanche un attimo, ricordava tutti e tutto e per chi lo ha conosciuto sa benissimo che lui raccontava sempre le sue vicende con i primi bus.

Oggi alle 10.00 in occasione dei funerali in chiesa Madr , il Capo movimento Giovanni Pavia dell’azienda dei trasporti pubblici ha messo a disposizione un bus che ha accompagnato il corteo funebre per portare le persone anziane al cimitero e dare l’ultimo saluto al caro Diego, questa era la sua volontà spiega a fine funzione Giovanni Pavia che non ha fatto altro che accontentarlo facendo portare ad un collega le persone al funerale con l’autobus.
Arrivati di fronte l’autoparco 4 bus iniziavano a strombazzare le trombe bitonali per dare l’ultimo saluto al caro Diego.

Ci veniva a trovare in autoparco 2/3 volte a settimana, si interessava del personale, dei mezzi e di tutto l’esercizio voleva stare informato se era tutto in ordine e io puntualmente gli dicevo si maestro funziona tutto, lui era contento a sentirsi chiamare Maestro.

Appena arrivava un bus nuovo passava a controllare e si documentava di quanti posti aveva, quanto era lungo e non perdeva occasione per provarlo in piazzale, io approfittavo per fargli delle foto, venne l’ultima volta insieme al suo compagno di colazione u Zu Nino era il 12 dicembre scorso in occasione dell’arrivo di un bus la n° 28, in questa occasione non ha voluto provarlo in piazzale mi ha detto le gambe non mi aiutano , ma qualche foto è stata fatta.
Porteremo sicuramente un caro ricordo del Maestro Diego, sono sicuro che lassù continuerà a guidare e farà pagare il biglietto a tutti.

Approfitto per ringraziare i colleghi che hanno partecipato oggi e soprattutto tutti coloro che in pensione da un po’ hanno accompagnato Diego nell’ultima corsa.

Giovanni Pavia

Video del corteo funebre

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Cultura

Claudia Ferlita, custode della memoria: il palazzo di piazza Castello che racconta Santo Stefano Quisquina

Laura Liistro

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A Santo Stefano Quisquina, in piazza Castello, sorge un palazzo ottocentesco che sembra aver fermato il tempo. Non è solo un edificio: è custode di una memoria profonda, della storia di una famiglia e dell’identità di un’intera comunità.
Oggi continua a vivere grazie a Claudia Ferlita, che ne ha raccolto il testimone con uno sguardo attento e sensibile, trasformando la conservazione in un atto nobile e civile.
Non esiste ancora una documentazione completa sulla sua costruzione, ma sulla chiave di volta del portale d’ingresso è scolpita la data 1872, probabilmente l’anno in cui Salvatore Puleo, imprenditore intraprendente e uomo “del fare”, lo edificò.
Non nobile, ma protagonista dello sviluppo locale, Puleo contribuì alla realizzazione della strada Corleonese-Agrigentina e della villa comunale, opere che ancora oggi segnano il volto della cittadina.
Il palazzo racconta la sua epoca attraverso dettagli unici: il lungo balcone in ferro battuto decorato con vasi di ceramica di Burgio, una rara targa assicurativa antincendio della compagnia Generali e interni straordinariamente conservati. La cucina in muratura con le maioliche bianche e blu e gli arredi originali restituiscono la sensazione di entrare in un tempo sospeso.
Ma il valore del palazzo va oltre l’architettura.
Custodisce lettere, fotografie e oggetti appartenuti a generazioni della famiglia Puleo, fino ad Angela Puleo in Palma e al professor Ugo Palma, che hanno saputo preservarne la storia e l’identità.
Entrare in queste stanze è come percorrere un ponte tra passato e presente: i mobili e gli oggetti sono rimasti esattamente dove erano stati lasciati, raccontando le vite e le abitudini di chi le ha vissute.
L’incontro di Claudia con il palazzo è stato un vero colpo di fulmine.
Varcando la soglia per la prima volta, percepì che la casa non era morta, nonostante anni di vuoto.
«Avevo la sensazione che la padrona di casa potesse apparire da un momento all’altro», racconta.
La vendita fu gestita da Costanza Palma, nipote di Ugo Palma, che aveva ereditato la dimora dalla madre Angela. Lontana da Santo Stefano e priva di legami con il territorio, decise di non trattenere la proprietà.
Tra tutti gli ambienti, la biblioteca emerge come cuore pulsante del palazzo.
L’odore dei libri antichi si mescola a quello dei mobili, restituendo l’immagine di una famiglia colta e curiosa, aperta al mondo.
Riordinare i volumi ha permesso a Claudia di comprendere meglio la storia di chi ha abitato la casa e di sentire il peso e l’onore di custodire un patrimonio culturale così ricco.
Il gesto di Claudia Ferlita va oltre la proprietà privata: è un atto esemplare di responsabilità culturale e civica, un modello per chiunque possa recuperare e valorizzare altri luoghi storici.
Conservarlo significa rispettare chi ci ha preceduto e permettere a chi verrà dopo di conoscere la propria storia.
Se il palazzo potesse parlare, racconterebbe una storia d’amore: l’amore coniugale per cui fu costruito da Salvatore Puleo per la giovane sposa napoletana, ma anche amore per l’arte, la cultura e la conoscenza.
Oggi lo stupore che suscita il palazzo, la sua autenticità intatta e la memoria custodita, sono destinati a essere condivisi, per permettere a tutta la comunità di attraversare il tempo senza perdere il senso profondo della propria storia.
Grazie alla sensibilità e alla generosità di Claudia, piazza Castello non è più solo uno spazio fisico: è memoria viva, esempio di cura, identità e amore per la cultura e la storia di Santo Stefano Quisquina.

Laura Liistro

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Ambiente

Carmine Vitale confermato direttore f.f. dell’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria

Redazione

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Il nuovo incarico ha durata di sei mesi a far data dal 01.01.2026

Con deliberazione del Commissario Straordinario n. 25 del 15/12/2025 l’incarico temporaneo di direttore facente funzioni è stato confermato al geologo Carmine Vitale. Vitale ha infatti già ricoperto tale ruolo nel precedente semestre (1 luglio al 31 dicembre 2025). Il rinnovo al Dott. Geol. Vitale, già valutato idoneo dalla Commissione Esaminatrice di cui alla procedura di interpello n. 25 del 27/11/2024 a svolgere la funzione di direttore f.f., vede come motivazione l’accuratezza e la dedizione con la quale ha espletato le sue funzioni nel corso del secondo semestre 2025.

La scelta di continuità nell’esercizio delle funzioni trova fondamento nella necessità, nell’attuale fase dell’azione amministrativa dell’Ente, di assicurare l’ottimale finalizzazione dei delicati processi gestionali inerenti programmi/progetti/interventi da attivare, di recente sviluppo, in avanzato stato di attuazione e/o prossimi a scadenza di rendicontazione. Il direttore Vitale, durante i sei mesi di funzione, ha dato molta importanza alla coprogettazione con la Comunità locale insieme al supporto dei colleghi che si sono sempre mostrati disponibili e uniti. “Ringrazio il Commissario Straordinario Italo Cucci” ha dichiarato Carmine Vitale “per avermi concesso la proroga del mandato consentendomi di continuare la piacevole e costruttiva collaborazione al fine di concludere gli obiettivi più lunghi e complessi ancora in corso e di dare propulsione ad altre attività necessarie per la valorizzazione e la tutela del territorio”. “Desidero ringraziare anche Comune, Regione e tutte le associazioni locali, aziende e cittadini per avere avuto un ruolo attivo nella realizzazione di tante iniziative” conclude Vitale.

Il nuovo incarico ha durata di sei mesi a far data dal 01.01.2026, ed è eventualmente rinnovabile, fatta comunque salva la cessazione dell’incarico alla data dell’insediamento del Direttore nominato secondo le procedure della legge 394/91.

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Cultura

Elena Pizzuto Antinoro: da Santo Stefano Quisquina alla scena internazionale della ricerca linguistica

Laura Liistro

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Donna siciliana, studiosa di straordinaria competenza e voce autorevole della ricerca italiana, Elena Pizzuto Antinoro è considerata una delle figure più influenti negli studi contemporanei sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.

Psicologa, linguista e ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha contribuito in modo determinante al riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana (LIS) come sistema linguistico pienamente strutturato, superando visioni riduttive che ne avevano a lungo limitato la comprensione. Il suo percorso accademico si è svolto tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove ha approfondito la Lingua dei Segni Americana (ASL) entrando in contatto con metodologie di ricerca all’avanguardia. Questa esperienza internazionale fu decisiva: rientrata in Italia, introdusse nuovi paradigmi analitici che avrebbero innovato radicalmente lo studio della LIS, collocando la ricerca italiana in un dialogo costante con quella mondiale. Caratteristica centrale del suo lavoro fu l’approccio interdisciplinare.

Elena operò a stretto contatto con persone sorde, analizzando i processi cognitivi, le strutture linguistiche e le dinamiche comunicative della lingua visivo-gestuale. Le sue pubblicazioni rappresentano oggi un riferimento fondamentale non solo in Italia, ma anche nel contesto internazionale degli studi sulle lingue dei segni. Tra le iniziative più rilevanti da lei guidate figura VISEL, progetto dedicato allo sviluppo di sistemi di scrittura per la lingua dei segni e alla definizione di strumenti didattici innovativi. Un contributo che ha ampliato le possibilità di ricerca e di accesso alla comunicazione visiva, rafforzando il ruolo dell’Italia nel panorama scientifico globale. Colleghi e collaboratori ricordano Elena Pizzuto Antinoro come una professionista rigorosa, dotata di una forte integrità etica e di una visione capace di anticipare nuove prospettive. Il silenzioso applauso con cui la comunità sorda l’ha salutata ne sottolinea il profondo impatto umano e scientifico.

Oggi, Elena Pizzuto Antinoro è riconosciuta come una figura chiave della linguistica internazionale e un esempio di eccellenza femminile nel mondo accademico. Siciliana, figlia di Santo Stefano Quisquina, ha portato la sua terra d’origine nei principali centri di ricerca del mondo, lasciando un’eredità destinata a influenzare a lungo gli studi sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.

Laura Liistro

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