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Pantelleria, Federazione Italiana dei medici di Famiglia si unisce al dolore per la scomparsa di Uccio Greco

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La FIMMG, Federazione Italiana dei medici di Famiglia Sezione di Trapani si unisce con commozione al dolore per la scomparsa del Dott. Uccio Greco, medico di famiglia a Pantelleria per oltre quarant’anni, collega, amico e professionista esemplare.

In un momento storico segnato da una grave carenza di medici di medicina generale, il Dott. Greco ha scelto, pur potendo andare in pensione, di restare accanto ai suoi pazienti fino all’età di 72 anni, incarnando pienamente i valori più alti della nostra professione: dedizione, responsabilità, ascolto.

È stato per la sua comunità molto più di un medico: un punto di riferimento umano e professionale, una presenza costante per intere generazioni di famiglie, un medico di fiducia nel senso più profondo del termine.

Alla sua famiglia rivolgiamo un pensiero di vicinanza e gratitudine.

Che la terra ti sia lieve, caro Uccio.
Il tuo esempio resta con noi

Il segretario provinciale generale Fimmg Trapani
Dott. Angelo Casano

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Cultura

Pantelleria, funerali di Uccio Greco domani presso Chiesa Madre

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Sono stati fissati per domattina, 21 ottobre, ore 10.00 i funerali del Dottor Salvatore Greco, deceduto questa mattina presto.

Sarà la Chiesa Madre SS Salvatore ad accogliere il feretro del compianto professionista di Pantelleria, per i rituali celebrativi.

I messaggi di cordoglio sincero si stanno accavallando diventando moltissimi, per il grande dispiacere che si sta provando singolarmente e come comunità.

Aveva 71 anni, spesi per la propria preparazione e per la cura del prossimo, con tale abnegazione e slancio, da dimostrare come la professione medica si viva spesso come vocazione.

Al momento, le spoglie di Uccio Greco si trovano ancora presso la sala mortuaria dell’Ospedale Nagar di Pantelleria.

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Personaggi

Pantelleria stretta nel dolore per perdita Dr. Salvatore (Uccio) Greco

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Pantelleria si è svegliata con una notizia infinitamente triste: la scomparsa prematura del dottor Salvatore Greco, meglio noto con l’amabile vezzeggiativo Uccio.

Un malore, il ricovero, giorni di attesa, apprensione e auguri di pronta guarigione, ma poi una notizia che ha spiazzato una intera comunità, legatissima al medico di Pantelleria.

Appassionato della sua professione che esercitava con attenzione e maestria, Uccio Greco era una figura portante dell’intera società, ora sgomenta e disorientata.

La sua gentilezza, generosità e nobiltà, eredità di famiglia, lo rendevano una persona speciale con cui intrattenersi appena possibile.

Settantunenne, era prossimo alla pensione, eppure  aveva sempre nuovi pazienti, certi di essere nelle mani giuste.

Nel riportare queste sentite parole, stiamo anche leggendo i messaggi di cordoglio, nelle chat, di persone sinceramente affrante che sentiranno la perdita di un grande uomo, fratello, papà, nonno e amico.

La redazione si stringe affettuosamente attorno alla famiglia, in particolare alle persone a noi più vicine: Roberto, Anna, Valery, Leandro, Alex  e Mimmi.

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Cultura

Pantelleria – Chiusura Castello, ci scrive Cesar Requesens discendente del principe dell’isola: suggerimenti

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Dalla ricostruzione storica, alle possibili soluzioni per riscattare l’antico e suggestivo maniero

La questione Castello di Pantelleria non va proprio giù a nessuno. La sua chiusura ha letteralmente scombussolato l’isola a partire dagli operatori culturali ai cittadini.
Ci ha scritto Cesar Requesens, pronipote del principe di Pantelleria

Gentile Marina, ho letto in merito al castello e ritengo che alcune informazioni siano degne di nota:

– La divisione tra amministrazioni ha una sua logica che risale all’epoca feudale. Fin dall’inizio (nel 1491, quando mio antenato Luis de Requesens y Cardona acquistò l’isola), il castello divenne proprietà del barone stesso, che doveva occuparsi della manutenzione dell’edificio e della guarnigione di soldati, e da lì esercitava il suo potere di impero misto.

Tuttavia, questa situazione non durò a lungo. A partire dal re successivo (da Ferdinando I d’Aragona si passò in Spagna all’imperatore Carlo V), gli attacchi dei pirati berberi resero necessario stabilire una guarnigione stabile di circa 100 uomini che dipendevano dal re. Questo fu il motivo per cui l’imperatore inviò una prima guarnigione che dipendeva sempre (come il castello) dallo “Stato” (la corona) e così rimase per sempre.
L’isola (il comune) apparteneva e dipendeva dal feudatario (i baroni Requesens poi principi), ma il castello e la sua guarnigione dipendevano dalla corona e poi dallo Stato che le succedette, che doveva occuparsi della manutenzione del castello e della sua guarnigione militare.

È molto importante sottolineare che da quelle prime guarnigioni di soldati nacquero nel tempo gran parte degli attuali lignaggi dell’isola (da qui tanti cognomi di origine spagnola come D’Aietti, Boccanera, Pineda, ecc…).

– Con il tempo, il castello stesso divenne una prigione, ma non smise di svolgere la sua funzione di “ripopolamento”, poiché molti dei detenuti finirono per mescolarsi con la popolazione locale e, una volta scontata la pena, si sposarono e rimasero sull’isola, creando nuove famiglie e casate.
– La disputa tra le amministrazioni ha un significato storico che deriva proprio da quell’epoca feudale (cosa molto siciliana, del resto, dove l’epoca feudale non è stata del tutto superata, con una separazione ancora esistente tra il locale e lo statale). In questo caso specifico sottolineo che queste dispute avvengono tra amministrazioni, che in fondo non sono altro che lo Stato che deve essere sempre al servizio degli amministrati, i cittadini panteschi.

È curioso quindi che con questo conflitto tra amministrazioni che si scaricano a vicenda la responsabilità della ristrutturazione dell’edificio, si evidenzia, ancora una volta, il problema storico dell’isola: l’incuria delle amministrazioni.

C’è qualcosa di importante in mezzo a questo conflitto. Il progetto milionario di ristrutturazione del porto (che è un’altra amministrazione, in questo caso il porto).
Ciò che è chiaro in questo caso è chi ci rimette: la vita culturale dell’isola e i suoi cittadini. Chi non rispetta gli accordi (le amministrazioni, incapaci di mettersi d’accordo) deve trovare la soluzione e restituire l’unico spazio culturale storico veramente importante e simbolico di tutta l’isola.

Un ultimo suggerimento, se può essere utile.
La fondazione Pantelleria è stata recuperata dal passato proprio per potenziare, con capitali privati convogliati attraverso il comune, il capitale necessario a valorizzare l’isola e attrarre un turismo di qualità (che necessita soprattutto di cultura).

Io stesso sto lavorando alla creazione della fondazione Requesens principe di Pantelleria proprio per valorizzare i valori storico-culturali di quelli che erano feudi del ramo siciliano della mia famiglia.
Questa via intermedia, con il sostegno delle istituzioni attraverso sovvenzioni, compresa ovviamente la fondazione Armani, potrebbe essere la via intermedia che sblocca la questione.

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