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Cultura

Pantelleria e i suoi soprannomi, un sistema anagrafico sempre attuale – Prima parte

Direttore

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Con Pantelleria e i suoi soprannomi si apre la nuova rubrica de Il Giornale di Pantelleria dal titolo: Ossidiana d’Autore.

Ossidiana d’Autore sarà uno scrigno letterario, dove custodire poesie, novelle, e brevi testi.

I nostri lettori sono invitati ad inviarci i loro componimenti creativi e noi saremo ben lieti di pubblicarli, con preferibilmente foto degli autori.

La rubrica è aperta a tutti, panteschi e non. Inoltre, ogni pubblicazione sarà reciprocamente libera da compensi.

Per dare l’input a Ossidiana d’Autore, abbiamo pensato a ciò che caratterizza principalmente la cultura pantesca, dalla nascita di ciascun membro: il soprannome.

E’ difficile districarsi, a Pantelleria, nel dedalo delle omonimie. Così, da epoca remota, per distinguere le persone si sono create le cosiddette “ingiurie”, che si ispirano a caratteristiche fisiche o a mestieri praticati anche dai nonni, etc.

Quello dei soprannomi, inoltre, rappresenta anche il sistema anagrafico dell’isola più efficacie.

“Iddra ‘a figghia di Manciaracina este”. Pronunciando il soprannome a Pantelleria significa immediatamente collocare una persona nella società isolana, riconoscerne i pregi, menzionare il mestiere, a chi è maritata e dove abita.

La nostra amica Caterina D’Aietti si è dilettata nel realizzare una piccola raccolta di soprannomi. Ne pubblicheremo un pò alla volta, poiché sono tanti.

soprannomi

  1. Ballacullummera
  2. Semolino
  3. Tagghiarina
  4. Sadoro
  5. Coce e mancia
  6. Nasca
  7. Sciscia longa
  8. Baruni
  9. Crapa Vecchia
  10. Cerca lustro
  11. Firriantunno
  12. Cudera
  13. Magareddri
  14. Prete
  15. Vannazzu
  16. ‘U Biondo
  17. ‘U Pecoro
  18. ‘U bollo
  19. Vanni di l’acqua
  20. Ciavareddro

Chi si riconosce?

I lettori sono invitati ad inviarci i propri soprannomi con spiegazione degli stessi.

Valuteremo se sono nell’elenco, altrimenti verranno aggiunti.

La foto di copertina è di Klaus Peter Fisher, ricavata dalla pagina Facebook Pantelleria Archivio Storico progetto curato da Alessandro Brignone.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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8 Comments

8 Comments

  1. Avatar

    Maria Rodo

    23:06 - Giugno 6, 2019 at 23:06

    Pantelleria forgia i suoi figli con il vento e li rende forti e fieri.

  2. Avatar

    Saverina

    23:42 - Giugno 6, 2019 at 23:42

    Buonasera vi invio alcuni soprannomi panteschi:
    – Scivesci
    – Attalora
    – Mischino
    – Saittunu
    – Rignante
    – Casentola
    – Mastra Alonzo
    – Orlando
    – Millitesti
    – Cacarune
    – Bufirino
    – Bruciolo
    – Masculune
    – Pisodoro
    – Cionciò
    – Babao
    – Passarino
    – Briscula
    – Chitarra
    – U Bianco
    – Camula
    – Minò
    – Furere
    – Bagnano
    – Liberta
    – U Monaco
    – Canaglia
    – Umpidusaro
    – Stanco
    – U liscio
    – U Barune
    – Centesimo
    – Nbroscio
    – Ischia
    – U zoppo e i Zoppi
    – Carrubino

    • Avatar

      Gianni

      00:45 - Giugno 8, 2019 at 00:45

      U cagnolu

  3. Avatar

    briscita

    08:41 - Giugno 7, 2019 at 08:41

    altri soprannomi
    A GHIOMMIRA
    A ZA MARIA ACQUA FRISCA
    CITTOLA
    RASTEDDRU
    U CICCIU come mio nonno Salvatore CHE PERO’ SIGNIFICAVA DI FRANCESCA
    BRASINO ma era per intendere l’altro mio nonno che si chiamava BIAGIO QUINDI BRASI E DA LI’ BRASINO……. grazie a queasta cpCOSI’ NOI SIAMO DEFINITE COME LE FIGGHIE DI TITTA (OVVERO BATTISTA ANZI G. BATTISTA) DI BRASINO ,……ANCHE I QUESTI BELLISSIMI NOMI I ATTUALMENTE MOLTO USATI DAI GIOVANI GENITORI BIBLICI E NON VENIVANO MODIFICATI
    COSI’ AD ESEMPIO: :
    BRIGIDA ERA BRISCITA
    MARIA TERESA= TRESA
    BARBARA= ERINA
    CATERINA =CATARINA

    CONGTINUA

    • Avatar

      Rosetta

      08:58 - Giugno 7, 2019 at 08:58

      SCUSATE PER GLI ERRORI NON HO RILETTO ….e soprattutto non sono Briscita ma Rosa detta Rosetta anch’io vittima di questa tradizione ma niente di male mia madre era fiera di avermi dato questo nome: il nome di un bel fiore (che era della mia bisnonna npnchè della zia paterna e per pura coincidenza anche della zia materna ) ma il problema é che qui a Roma questo nome significa panino ed io nel frattempo sono diventata na’ pagnotta………….
      …..

      • Avatar

        Rosetta

        13:38 - Giugno 7, 2019 at 13:38

        me ne sono venuti in mente altri:
        Manichino
        Borsellino (ma forse questo era un cognome?)
        Anciula ‘Marca
        Cinà (vendeva le noccioline e non solo)
        Paì
        Maria Salà era bravissima a fare i sandali ricavandoli da vecche scarpe
        Bellafiora
        Pidazzp
        Vuccatorta
        YA YA
        Mmuccapinseri
        Mmaccarrunari
        Mmazzamugghieri

  4. Avatar

    rosario

    13:33 - Giugno 7, 2019 at 13:33

    nasca o nascazza era il soprannome di mio padre perche aveva il naso grosso come d altronde il mio
    auguri e complimenti delle notizie che date

  5. Avatar

    Andrea

    12:02 - Giugno 21, 2019 at 12:02

    Mi piacerebbe scoprire il significato dei soprannomi

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Cultura

Un calendario da tavolo in siciliano per il 2026: l’Accademia della Lingua Siciliana porta i proverbi sulla scrivania degli italiani

Redazione

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Un calendario da tavolo in siciliano
per il 2026: l’Accademia della Lingua
Siciliana porta i proverbi sulla
scrivania degli italiani

Un anno intero scandito dalla saggezza popolare siciliana. È questa l’idea alla base del
nuovo calendario da tavolo in lingua siciliana per il 2026, realizzato dall’Accademia della
Lingua Siciliana su richiesta della storica casa editrice emiliana Celloni Editori, del gruppo
SIGEM, che da ben 37 anni pubblica calendari in dialetto e idiomi locali.
La collaborazione
La Celloni Editori, nota per la sua attenzione alla valorizzazione delle lingue regionali, ha
contattato l’Accademia della Lingua Siciliana per affidarle la redazione di un calendario
interamente dedicato ai proverbi dell’Isola. Nonostante in quel periodo molti membri del
Collegio Scientifico fossero impegnati in altri progetti, l’iniziativa è stata portata avanti con
determinazione grazie all’impegno diretto del presidente Fonso Genchi, tra i massimi
esperti di siciliano letterario.
I proverbi come patrimonio culturale
Il calendario, intitolato “Amunì!”, è uno “strappapensieri” che raccoglie proverbi di ogni
genere, capaci di accompagnare i lettori lungo i 365 giorni del nuovo anno.
Nell’introduzione si sottolinea il fascino intramontabile di queste formule brevi: da un lato la
loro capacità di sintesi, che in poche parole trasmette riflessioni e consigli; dall’altro la
forza evocativa delle immagini, l’ironia e la musicalità che li rendono memorabili.
Molti proverbi hanno origini antiche, spesso legate alla vita familiare e contadina, e si
tramandano da secoli come piccoli tesori di parole. Alcuni fanno riflettere, altri strappano
un sorriso, altri ancora custodiscono la memoria di una cultura che un tempo era
patrimonio condiviso.
Una ricetta tipica per ogni provincia e i QR code ai video di Emanuela Trovato

Il calendario è arricchito anche da nove ricette tipiche siciliane, una per ogni provincia. I
palermitani, così, potranno nel 2026 provare a preparare le scacce ragusane, e i catanesi
il taganu di Aragona. Inoltre, nel calendario sono presenti dodici QR code che rimandano
ad altrettanti mini-video dove l’attrice catanese Emanuela Trovata declama dodici proverbi.
Un ponte tra tradizione e quotidianità
Il calendario non è solo un oggetto utile, ma anche uno strumento di valorizzazione
linguistica: ogni giorno diventa occasione per riscoprire la ricchezza del siciliano, lingua
che conserva immagini, ritmi e saggezze di un mondo che rischia di andare perduto.
Con questa iniziativa, l’Accademia della Lingua Siciliana conferma la sua missione di
tutela e promozione dell’idioma isolano, portandolo fuori dai contesti accademici e
rendendolo accessibile al grande pubblico.

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Cultura

Tradizione e innovazione: i Pizzicotti di melanzane portano la Sicilia al Campionato Italiano

Barbara Conti

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Dal Gran Galà delle Lady Chef a Palermo alla sfida nazionale di Rimini: la Sicilia protagonista. “Un piatto che intreccia memoria contadina e visione contemporanea, simbolo di sostenibilità e passione”

Palermo, 27 novembre 2025 – La Sicilia al femminile conquista la ribalta nazionale. Nelle cucine di Casena dei Colli, a Palermo, martedì 26 novembre, si è svolta la selezione regionale del Trofeo Migliore Lady Chef Professionista. Lo stesso è inserito per la prima volta, per volere della coordinatrice regionale del comparto delle Lady chef Rosi Napoli, nel contesto del Gran Galà delle Lady Chef, evento che ha riunito oltre quaranta professioniste provenienti da sette province siciliane.

La competizione, giunta alla sua quinta edizione e organizzata dall’ Unione Regionale Cuochi Siciliani, ha visto tre province contendersi il titolo, interpretando il tema “Il pomodoro nel piatto tra sostenibilità e innovazione”.

Palermo: Chef Raffaella Nastro con Uovo al pomodoro, piatto dalle radici napoletane ma dal cuore siciliano.
Enna: Tosca Piemonte Benedetta, appena ventenne, con cappellacci al basilico ripieni di mozzarella di bufala, chips di suino nero dei Nebrodi e pomodorini gialli.
Ragusa: Salvina Scottino con i Pizzicotti di melanzane, rivisitazione contemporanea della parmigiana, arricchita da fonduta di Ragusano DOP e riduzione di basilico.

La vittoria di Salvina Scottino
A conquistare la giuria è stata Salvina Scottino, Lady Chef ragusana, con un piatto che ha saputo fondere la forza della tradizione contadina con la freschezza dell’innovazione. I suoi pizzicotti di melanzane e pomodoro hanno esaltato il pomodoro come simbolo di italianità e sostenibilità. Con questa vittoria, Salvina rappresenterà la Sicilia alla fase nazionale del Campionato della Cucina Italiana 2025, in programma a Rimini nel mese di febbraio.

La giuria
La valutazione è stata affidata a una giuria d’eccezione, voluta dal presidente regionale Rosario Seidita, composta da:

Maestro Giuseppe Giuliano (Presidente), Mario Puccio, Fabio Armanno

Un trofeo che racconta le donne
Il Trofeo Migliore Lady Chef Professionista, nato nel 2021 e dedicato esclusivamente alle donne chef, prevede un’unica categoria: Cucina calda. L’inserimento nel Gran Galà delle Lady Chef ha dato alla selezione regionale un valore speciale, trasformando la competizione in un palcoscenico di professionalità, passione e condivisione.

Sicilia tra memoria e futuro
La Sicilia dimostra ancora una volta che la sua cucina è fatta di memoria e futuro, di gesti antichi e nuove visioni. Con i suoi pizzicotti di melanzane e pomodoro, Salvina Scottino porta a Rimini non solo un piatto, ma un racconto di territorio, sostenibilità e passione.

Dichiarazioni della coordinatrice regionale Rosi Napoli e del presidente Rosario Seidita

“Dire di essere orgogliosa forse è riduttivo. Vedere le Lady Chef tutte insieme, in un momento di condivisione e di riflessione così importante è stato meraviglioso. E anche il Concorso Cirio, contestualizzato all’interno del Gran Galà, ha assunto un valore ancora più grande. Posso solo dire GRAZIE e al prossimo Gran Galà “.

“Il presidente Rosario Seidita soddisfatto per come si è svolta la selezione regionale all’insegna degli standard federativi e della worldchef e ringrazia la coordinatrice regionale Rosi Napoli per aver organizzato un raduno delle lady, molto partecipato, che sicuramente crea aggregazione e rafforza lo spirito di appartenenza verso la nostra Associazione”.

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Sociale

Pantelleria, successo per lo spettacolo “Figlio non sei più giglio” con Daniela Poggi e Mariella Nava

Redazione

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“Figlio non sei più giglio” uno spettacolo che induce ad una riflessione da un altro punto di vista

Ieri sera, in occasione del 25 novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – al Cineteatro San Gaetano di Scauri è andato in scena “Figlio non sei più giglio”, scritto da Stefania Porrino e interpretato da Mariella Nava e Daniela Poggi.
La serata è stata aperta dall’Assessore Benedetta Culoma, che nelle sue deleghe segue anche le Pari Opportunità. Nel suo intervento ha ricordato che la violenza sulle donne non riguarda soltanto i casi più eclatanti, ma anche ciò che accade nel quotidiano, nelle relazioni familiari e nei legami più vicini. Ha richiamato l’importanza di riconoscere i segnali e di non abituarsi a forme di controllo, dipendenza o sopraffazione che, purtroppo, spesso vengono normalizzate.


L’Assessore ha sottolineato che questo spettacolo invita a osservare con maggiore attenzione ciò che accade intorno a noi, a non voltarsi dall’altra parte e a domandarsi quale ruolo ciascuno possa avere nel prevenire la violenza, sostenendo chi vive situazioni di difficoltà e rafforzando una cultura del rispetto.
Lo spettacolo ha approfondito proprio queste dinamiche: il peso dei legami, le fragilità, le radici di comportamenti che possono trasformarsi in abuso e il percorso di chi trova la forza di rompere il silenzio.
Un racconto che parla di sofferenza e fragilità.
Un racconto che mette al centro anche il riscatto e la consapevolezza, necessari per provare a interrompere cicli che spesso sembrano senza fine.

Lo spettacolo ha offerto inoltre un punto di vista raro e complesso: quello delle madri degli uomini che commettono femminicidi. Donne che si interrogano su ciò che non hanno visto, su cosa avrebbero potuto fare, su quali segnali, oggi così evidenti, allora erano stati ignorati o minimizzati.
L’attrice ha interpretato questo ruolo con grande intensità, dando voce a una madre che si strugge e ripercorre i meandri della propria memoria alla ricerca di quei momenti in cui avrebbe potuto intuire l’indole violenta del figlio. Le volte in cui si è detta “è solo un ragazzo”, le risposte date per sminuire, i dubbi soffocati, le domande che tornano con forza: se solo avessi… se solo non avessi lasciato…

La componente musicale ha accompagnato la scena in modo delicato, sostenendo un’interpretazione che ha saputo creare un silenzio attento in sala. Un monologo intenso, capace di tenere il pubblico sospeso e di spingere alla riflessione anche dopo la conclusione dello spettacolo.

Il pubblico ha seguito con grande partecipazione. Al termine, Don Salvatore, il Vicesindaco Adele Pineda e l’Assessore Culoma si sono intrattenuti insieme alle artiste per un breve confronto, evidenziando quanto sia fondamentale continuare a sensibilizzare soprattutto i più giovani. Famiglia e scuola svolgono un ruolo importante, ma non sempre bastano: servono strumenti aggiuntivi, momenti di ascolto e linguaggi capaci di raggiungere davvero le nuove generazioni. In questo senso, il teatro può offrire un contributo decisivo.
Un ringraziamento va alle artiste, alla produzione e a tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa.

La lotta contro la violenza sulle donne riguarda l’intera comunità e ogni occasione di riflessione condivisa è un passo in avanti verso un cambiamento reale.

Foto a cura di Clara Garsia
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