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Salute

Pantelleria, disservizi CUP: operatore in malattia. Vicesindaco Caldo chieste soluzioni al commissario Spera

Redazione

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PANTELLERIA, SANITÁ: IL VICESINDACO CALDO HA INCONTRATO IL COMMISSARIO SPERA PER LA QUESTIONE CUP

 

 “SUBITO UN’UNITÁ TEMPORANEA DI RIMPIAZZO A PANTELLERIA E UN TECNICO DEFINITIVO TRA DUE MESI. APPELLO ALLE FARMACIE PER FORNIRE IL SERVIZIO COME NEL RESTO D’ITALIA. UN NEFROLOGO E UN NUOVO RADIOGRAFO PER L’ISOLA”

 

Il Vicesindaco del Comune di Pantelleria, Maurizio Caldo, che detiene le deleghe alla sanità, ha avuto un incontro con il Commissario dell’ASP di Trapani, Vincenzo Spera lo scorso giovedì 12 gennaio.

Il motivo dell’incontro, richiesto dall’Amministrazione Comunale con urgenza, è stato principalmente la situazione del CUP (Centro Unico Prenotazioni) di Pantelleria, anche se si è parlato anche di altri importanti argomenti.

Il disservizio, che si è creato in questi giorni al CUP di Pantelleria e ha provocato la chiusura dello Sportello, è dovuto dall’improvvisa malattia del tecnico che lavora sull’isola insieme al Sig.Pinna, prossimo al pensionamento.

In merito al disagio creato alla comunità, il Vicesindaco ha chiesto al Commissario che tipo di soluzioni si stessero mettendo in campo ed è stato comunicato che sarà destinata una unità temporanea a Pantelleria, in attesa di assegnare definitivamente il tecnico entro 2 mesi da oggi.

Il Vicesindaco, Maurizio Caldo, aggiunge: “Sempre per quanto riguarda il CUP, l’ASP di Trapani invierà alle farmacie del territorio della provincia, quindi anche a quelle di Pantelleria, una lettera in cui si chiede disponibilità per svolgere il servizio di prenotazione visite direttamente presso di loro come succede da anni in tutto il resto d’Italia.

Ho avuto anche conferma che al nosocomio pantesco sarà assegnato 1 nefrologo al reparto dialisi e sarà istallato e collaudato un radiografo entro il 26 gennaio, due importanti notizie per la nostra comunità, che aumenteranno i servizi disponibili sull’isola.”

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Sanità, Giuliano (UGL): “OSS, figura confinata in un angolo. Non esistono lavoratori di serie B, la politica deve intervenire”

Giovanni Di Micco

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“E’ passato del tempo da quando, era il 2021, la senatrice Paola Boldrini cercò attraverso un DDL di far ottenere agli OSS quei diritti e quella dignità ancora oggi negati. Non essendo schiavi di alcun pregiudizio politico salutammo con soddisfazione quello che immaginavamo potesse essere l’inizio di un cammino che portasse alla luce, garantendo definizione e valorizzazione del ruolo che prevedesse anche una formazione continua e di alta qualità, una figura essenziale ed insostituibile della piramide della sanità italiana.  Tante buone intenzioni, si parlava anche della possibilità di dichiarare usurante la professione, a cui però non è stato dato alcun riscontro. Così che ad oggi la figura dell’operatore sociosanitario rimane confinata in un angolo, quasi dimenticata, senza ottenere i riconoscimenti, giuridici e materiali, che sarebbero dovuti.  Anzi con la creazione della figura dell’assistente infermiere, su cui confermiamo la nostra assoluta contrarietà, si è data una violenta spallata a quella crescita professionale che da tempo viene giustamente reclamata dalla categoria. Così, oggi, gli emolumenti degli OSS continuano a non garantire loro una vita dignitosa a fronte di carichi di lavoro spesso insostenibili cui si sommano da tempo aggressioni fisiche e verbali che sono tra le cause scatenanti dei sempre maggiori casi di burn-out. Discutere di un futuro migliore della sanità italiana rimane una missione impossibile se si continueranno ad avere lavoratori di serie B, messi al margine del sistema. Per questo chiediamo alla politica di intervenire per riprendere il filo di quanto la senatrice Boldrini aveva pensato. Per garantire agli oss di uscire dal limbo reclamando quella dignità che meritano” dichiara in una nota Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute.

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Salute

Pantelleria e Egadi nella telemedicina dell’ASP di Trapani con Tunisia, progetto da 900mila euro

Redazione

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L’UE finanzia un progetto di telemedicina dell’Asp Trapani con la #Tunisia. E’ stato infatti approvato dal Dipartimento regionale della Programmazione il progetto di cooperazione, con capofila l’ASP Trapani, nell’ambito del Programma “Interreg VI-A Next Italia Tunisia 2021-2027” per iniziative di Telemedicina, denominato “TÉLÉ-MÉD-ISOLÉS – Services innovants de télémédecine a impact euroméditerranéen pour les sujets en conditions d’isolement”.

Il progetto, in partenariato con enti e istituzioni italiane e tunisine, prevede azioni di cooperazione transfrontaliera per promuovere la parità di accesso all’assistenza sanitaria e la resilienza dei sistemi sanitari. Mira a fornire servizi innovativi di telemedicina “di prossimità”, a impatto #euromediterraneo, a favore di un target di beneficiari, comprensivo di soggetti in condizione di “isolamento” sia per lontananza, sia per status sociale, migliorando significativamente la gestione delle malattie croniche e promuovendo la prevenzione in Sicilia e Tunisia, sfruttando le tecnologie di telemedicina per superare le barriere geografiche e socioeconomiche all’accesso alle cure, e riducendo gli spostamenti per raggiungere i luoghi di cura.

Il contributo comunitario per la realizzazione del progetto è pari a 907 mila euro, per un biennio di attività.

Sei i partner: tre italiani, ASP Trapani (capofila), Università degli Studi di Messina – Dipartimento di Giurisprudenza e Consorzio Sisifo, e tre tunisini, DACIMA Consulting, Association pour l’Education sanitarie en Médicine d’urgence e ABSHORE Tunisie. La convenzione tra gli enti partner sarà siglata il prossimo 5 maggio.

I partner tunisini individueranno di contro le località del territorio caratterizzate da difficoltà di accesso in cui implementare il progetto, aventi come target di riferimento i pazienti affetti da malattie croniche, con particolare riferimento al #diabete mellito. Il diabete comporta anche costi molto elevati: il 6,7% dell’intera spesa sanitaria nazionale, pubblica e privata è assorbita dalla popolazione diabetica

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Salute

Prevenzione neonatale, presentato in ARS disegno di legge per diagnosi su immunodeficienze primitive

Direttore

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E’ stato presentato disegno di legge a firma di Giuseppe Pace, capogruppo di Democrazia Cristiana presso l’ARS, su  “Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle immunodeficienze primitive”.

Lo scopo di tale atto è quello di inserire nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) lo screening neonatale obbligatorio per la diagnosi precoce delle immunodeficienze primitive.
Tali malattie sarebbero tanto rare quanto gravissime con possibili conseguenze fatali. La diagnosi precoce potrebbe evitare tutto ciò.

In buona sostanza diagnosticare un sistema immunitario carente può rappresentare un salvavita per il neonato.

Il disegno di legge farebbe realizzare un Centro di coordinamento per gli screening neonatali dedicato alle immunodeficienze primitive,  presso i presìdi ospedalieri dotati di Unità Operativa di Oncoematologia pediatrica.
In questo modo anche lo stile di vita del neonato migliorerebbe, evitandone la migrazione sanitaria, per viaggi della speranza.

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