Cultura
Pantelleria, dal 10 maggio Laboratorio di Giornalismo con nomi importanti del settore
Pantelleria, UNIPANT: il 10 maggio parte il Laboratorio di Giornalismo con importanti nomi della carta stampata, della tv e dei new media
Un percorso di approfondimento sia per chi vuole imparare a scrivere meglio, ma anche per chi vuole solo capire questo affascinante mestiere e le sue contraddizioni e poter interagire con i professionisti che interverranno
Partirà venerdì 10 maggio alle ore 17.00 presso l’Aula Conferenze della Scuola Elementare di Pantelleria Centro il LABORATORIO DI GIORNALISMO organizzato dall’Università Popolare di Pantelleria – Unipant, con il Patrocinio del Comune di Pantelleria e dell’Unieda.
Si tratta di 10 appuntamenti che si terranno per due volte al mese per 5 mesi, per un totale di 30 ore di formazione e approfondimento.
Il LABORATORIO DI GIORNALISMO nasce da una specifica richiesta degli associati UNIPANT di approfondire la professione nelle sue varie dimensioni, connessa alla volontà di poter riuscire a saper scrivere correttamente un testo e saper comprendere quando una notizia è vera e quando non lo è, o almeno provarci. In base a queste due esigenze e partendo dall’esperienza personale della Presidente, Francesca Marrucci, nella professione giornalistica e come divulgatrice e comunicatrice, è nato il Laboratorio che, grazie alla collaborazione di importanti colleghi impegnati in vari settori del giornalismo rappresenta un quadro completo della professione, delle sue contraddizioni, dei problemi e delle sue diverse anime.
Il Laboratorio consentirà ai partecipanti, giovani e adulti, di conoscere la Storia del giornalismo, le sue applicazioni e poter ascoltare i professionisti del settore e porre loro domande sulla professione giornalistica.
Il Laboratorio si propone di illustrare ai partecipanti il vasto universo della professione giornalistica, partendo dalla mancanza di conoscenza da parte della maggior parte dei cittadini sia delle diverse professionalità, settori, ambiti giornalistici, persino della differenza tra un comunicato stampa e un articolo firmato.
Il Laboratorio mira a:
1. Far conoscere la Storia e la professione giornalistica nei suoi dettagli e nella sua evoluzione in Italia e nel mondo;
2. Permettere ai partecipanti di ascoltare le esperienze di giornalisti operativi in vari settori che saranno presenti e far loro le domande sulla professione;
3. Fare pratica per imparare le basi della scrittura che possono essere utili in ogni ambito della vita quotidiana.
Parteciperanno con un loro importante contributo:
• Francesca Marrucci, giornalista, Direttrice Pantelleria Notizie e Punto a Capo Online, Presidente Unipant
• Daniele Priori, giornalista di Libero, Huffington Post, scrittore e Presidente GayLib
• José Trovato, giornalista Giornale di Sicilia e Enna Ora, vincitore di molti premi per l’impegno contro la mafia
• Marco Brancaccia, giornalista, Addetto Stampa ANCI Lazio, Direttore testate Punto a Capo
• Giulia Agostinelli, giornalista e redattrice Forum PA, esperta comunicazione istituzionale
• Vincenzo Vita, giornalista Articolo 21 e Il Manifesto, già sottosegretario alla Comunicazione e docente dell’Università di Sassari
• Salvatore Gabriele, giornalista, Direttore di Pantelleria Internet
• Sandro Casano, storico e medico
• Marina Cozzo, giornalista, Direttore de Il Giornale di Pantelleria
• Marta Occhipinti, giornalista de La Repubblica, esperta in new media e graphic journalism
• Massimo Marciano, giornalista ANSA, Consigliere INPGI e Presidente Università Popolare dei Castelli Romani – Upcar
• Lazzaro Pappagallo, giornalista, Redattore TGR Lazio e giunta FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana)
• Italo Cucci, giornalista Corriere dello Sport e numerose altre testate, Direttore Italpress e Commissario Parco Nazionale Isola di Pantelleria
In particolare, il 2 agosto il Laboratorio sarà dedicato ai giornali locali dell’isola. Francesca Marrucci, in veste stavolta di Direttrice di Pantelleria Notizie, presenterà la sua testata, Marina Cozzo presenterà Il Giornale di Pantelleria, Sandro Casano racconterà la storia del primo giornale pantesco Il Panteco e Salvatore Gabriele parlerà dei 25 anni di Pantelleria Internet che ricorrono quest’anno.
Gli interventi formativi del Laboratorio saranno registrati e i lavori dei partecipanti saranno oggetto di una pubblicazione finale a cura dell’UNIPANT che sarà presentata il 2 settembre, alla presenza dell’Assessore Adele Pineda.
Si tratta di un evento che non ha precedenti sull’isola di Pantelleria, rivolto anche a categorie disagiate o fragili, vista la vocazione statutaria dell’Unipant.
Per questo l’Unipant si propone di far divenire il Laboratorio un appuntamento di approfondimento giornalistico importante e periodico da tenersi ogni anno sull’isola. Con piacere, abbiamo ricevuto i complimenti per l’iniziativa anche dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.
Per partecipare al Laboratorio, come alle altre attività didattiche dell’Università Popolare di Pantelleria, e ricevere l’Attestato e essere pubblicati, bisogna essere soci Unipant. Chi non è socio, potrà associarsi contestualmente all’iscrizione. L’iscrizione all’Unipant costa solo 30,00€ annue.
Il Laboratorio ha un costo di 150,00€, che si potranno versare in un’unica soluzione prima dell’inizio del corso o 30,00€ al mese per 5 mesi. Tale costo, seppur basso, rappresenta una donazione importante all’Unipant per sostenere le spese del Laboratorio e potrà essere scaricata come tale dalla Dichiarazione dei Redditi.
Per ulteriori info: info@unipant.it oppure Whatsapp e Telegram: 333 3876 830.
Sul sito www.unipant.it si potrà prendere visione del programma completo, con i titoli degli interventi, le date, le bios dei giornalisti che interverranno e le diverse pratiche laboratoriali.
Cultura
I dolci siciliani delle feste: un viaggio tra riti, profumi e memoria che unisce Pantelleria al resto dell’isola
I dolci siciliani che non possono mancare sulle tavole delle feste Un viaggio tra riti, profumi e memoria che unisce Pantelleria al resto dell’isola
In Sicilia, il Natale non è solo una festa: è un rito collettivo che passa dalle mani alle cucine, dai ricordi alle tavole imbandite. Ogni provincia custodisce un patrimonio di dolci che raccontano storie antiche, influenze arabe, creatività contadina e un amore profondo per la condivisione. Pantelleria, con la sua identità forte e mediterranea, partecipa a questo mosaico portando in tavola sapori unici, ma accogliendo anche i grandi classici della tradizione siciliana. Di seguito, ho fatto una selezione dei dolci che non possono mancare nelle case siciliane durante le feste.
Buccellato: il re delle feste
Il buccellato è forse il dolce natalizio più rappresentativo dell’isola. Un anello di pasta frolla ripieno di fichi
secchi, mandorle, noci, uva passa e scorze d’arancia.
Ogni famiglia ha la sua versione, ogni provincia la sua sfumatura. È un dolce che profuma di casa, di
pazienza e di mani che impastano insieme.
Cubbaita e torrone alle mandorle
La Sicilia non rinuncia mai ai suoi torroni: mandorle di Avola, miele, zucchero e la magia del caramello.
La cubbaita, di origine araba, è una lastra croccante di sesamo e miele: semplice, essenziale, irresistibile.
Pignolata o Pagnuccata
Piccole palline di pasta fritta, ricoperte di miele e decorate con zuccherini colorati.
È il dolce della festa, del gioco, dei bambini che rubano i pezzetti con le dita. In molte case si prepara ancora
in grandi teglie da condividere con vicini e parenti.
Biscotti di mandorla
Ricci, morbidi, profumati: i biscotti di mandorla sono un simbolo della pasticceria siciliana.
A Natale diventano un dono prezioso, spesso preparati in casa e offerti come gesto di affetto.
Scorzette d’arancia candite e glassate
Le arance siciliane, regine dell’inverno, diventano protagoniste anche nei dolci.
Le scorzette candite o immerse nel cioccolato fondente sono un classico elegante e profumato, perfetto per
chiudere un pranzo importante.
I geli: agrumi, cannella e tradizione
Il gelo di arancia, di limone, di mandarino o di cannella è un dessert leggero, digestivo e profondamente
identitario.
È il modo più semplice per portare in tavola il profumo degli agrumeti siciliani.
I dolci di Pantelleria: un’identità che profuma di isola Pantelleria aggiunge alla tavola delle feste la sua anima unica:
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Mustazzola pantesca
Un dolce antico, speziato, spesso preparato per le grandi occasioni. La sua forma e il suo impasto raccontano la storia dell’isola e delle sue contaminazioni mediterranee.
Il cous cous dolce (nelle famiglie che lo tramandano)
Una preparazione rara, ma ancora viva in alcune case: semola lavorata a mano, frutta secca, miele, agrumi.
Un ponte tra Sicilia e Nord Africa che trova a Pantelleria la sua naturale dimora.
Biscotti al passito
Il passito di Pantelleria, oro liquido dell’isola, diventa ingrediente per biscotti aromatici e intensi, perfetti
per accompagnare un brindisi di fine pasto.
Perché questi dolci resistono al tempo
Ogni dolce siciliano è un racconto: parla di famiglie, di stagioni, di ingredienti poveri trasformati in tesori.
A Natale, più che in ogni altro momento dell’anno, questi sapori diventano un ponte tra generazioni, un modo per ritrovarsi e riconoscersi. Pantelleria, con la sua identità forte e il suo spirito comunitario, continua a custodire e reinterpretare queste tradizioni, mantenendo vivo un patrimonio che appartiene a tutta la Sicilia.
Barbara Conti
Cultura
Giuseppe Pitrè, 184 anni dopo: l’uomo che diede voce all’anima della Sicilia
Nel 184° anniversario della nascita di Giuseppe Pitrè, la Sicilia e l’Italia intera ricordano non solo uno studioso, ma il fondatore di un modo nuovo di guardare al popolo, alle sue parole, ai suoi gesti, ai suoi riti. Un uomo che, senza mai abbandonare la sua città, seppe parlare al mondo. Il figlio del Borgo che divenne il padre degli studi folklorici in Italia.
Pitrè nacque il 22 dicembre del 1841 nel quartiere portuale del Borgo, in via Collegio di Maria, da una famiglia di marinai. Il padre Salvatore morì di febbre gialla a New Orleans nel 1847, quando Giuseppe aveva appena sei anni. La madre, Maria Stabile, lo crebbe tra ristrettezze economiche, sostenuta da un sacerdote amico di famiglia. Quell’infanzia difficile, immersa nella lingua viva del popolo, fu il terreno fertile della sua futura opera.
Medico per professione, etnologo per vocazione
Nonostante le difficoltà economiche, Pitrè completò gli studi classici presso un istituto gesuita e si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università di Palermo nel 1865. La professione medica lo mise quotidianamente a contatto con i ceti popolari, permettendogli di ascoltare, annotare, comprendere.
Parallelamente, già da studente aveva iniziato a pubblicare lavori sui proverbi e sul lessico marinaresco, oltre a un volumetto letterario di Profili biografici di contemporanei italiani.
Il pioniere degli studi folklorici
Nel 1871 pubblicò il primo volume della monumentale Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, un’opera che avrebbe proseguito fino al 1913. È considerato il più importante corpus di tradizioni popolari italiane mai realizzato; una raccolta di 25 volumi che impegnò Pitrè per oltre quarant’anni e che resta la sua opera più importante. Dai Canti popolari siciliani, alle fiabe, dai proverbi agli usi e costumi, dalle feste patronali alla medicina popolare, l’intera collezione ambisce a raccogliere e ordinare tutta la materia folklorica dell’isola. È un edificio enciclopedico senza precedenti, che ancora oggi costituisce il fondamento degli studi demo‑etno‑antropologici sulla Sicilia. Pitrè non fu solo un raccoglitore: studiò i principali indirizzi europei, corrispose con studiosi come Max Müller, Mannhardt, Sébillot, Schuchardt, D’Ancona, Comparetti, De Gubernatis. Senza muoversi da Palermo, costruì una rete internazionale.
L’influenza sulla letteratura e sulla musica
La sua opera ispirò: Luigi Capuana, che prese spunti da alcune sue fiabe; Giovanni Verga, che trovò nelle sue raccolte materiale utile per novelle come Guerra di Santi; Rosa Balistreri e altri autori che attinsero ai versi tradizionali presenti nei suoi studi per i loro testi musicali. Pitrè si occupò anche di lingua siciliana, scrivendo una grammatica descrittiva. Non fu, dunque, solo un etnologo: fu un ponte tra la cultura orale e le arti.
Il riconoscimento istituzionale
Nel 1903, «per i suoi indubbi meriti nel campo degli studi sulle tradizioni siciliane, Pitrè fu nominato Presidente della Reale Accademia di Scienze e Lettere di Palermo. Nel 1909 fu ammesso a socio dell’Accdemia della Crusca. Nel 1914 fu eletto senatore del Regno d’Italia. Fu, inoltre, presidente della Società Siciliana per la Storia Patria e segretario della Reale Accademia delle Scienze Mediche. Il filosofo Giovanni Gentile, nei primi anni ’40 del Novecento, costituì un Comitato per la ristampa di tutte le opere del Pitrè e, con un decreto, il Re dichiarò tale pubblicazione “Edizione Nazionale”. Negli anni ’80 del Novecento, lo Stato italiano finanziò una nuova Edizione Nazionale delle sue opere, riconoscendone il valore storico e scientifico.
L’uomo dietro lo studioso

Nel 1877 sposò Francesca Vitrano, da cui ebbe tre figli: Maria, Rosina e Salvatore. Le tragedie familiari — la morte di Rosina nel terremoto di Messina del 1908 e quella di Salvatore per avvelenamento da cibo — segnarono profondamente i suoi ultimi anni. Morì a Palermo il 10 aprile 1916. E’ sepolto nel Pantheon dei siciliani illustri, la chiesa di San Domenico.
Perché Pitrè parla ancora a noi
A 184 anni dalla sua nascita, Pitrè resta attuale perché: ha restituito dignità alla cultura popolare, trattandola come scienza; ha salvato un patrimonio immenso che rischiava di scomparire; ha mostrato che la Sicilia non è periferia, ma centro di una civiltà complessa e ricchissima; ha insegnato che ascoltare il popolo significa capire un Paese. Il suo lavoro continua a essere un riferimento per antropologi, linguisti, storici, scrittori e per chiunque voglia comprendere l’identità profonda dell’isola.
Una fiaba tratta dal IV volume delle “Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani” (riportata fedelmente nella grafia che usò il Pitré)
LU RE E LI CARZARATIUn Re di Cicilia ‘na vota iju a visitari ‘na càrzara di carzarati, tutti cu’ cunnannati vint’anni, cu’ a trent’ anni, cu’ a vita; si misiru tutti a ringa aspittannu a lu Re chi passava. Quannu lu Re cci fu pi davanti, spijò a lu primu: – «Tu pirchì si’ ccà cunnannatu? Chi facisti?» – «Io, Maistà! Io sugnu ‘nnuccenti; mi pigghiaru mentri era a la mè casa.» – «E tu?» dici a lu secunnu. – «Io sugnu ‘nnuccenti comu Maria Santissima. Quannu mi ‘ncatturaru io era curcatu.» – «E tu?» dici a lu terzu. – «Io sugnu ‘mputatu d’aviri ammazzatu a unu; ma fôru tutti calunnii, e soffru attortamenti.» ‘Nsumma a quantu dumannau lu Re, tutti si dettiru pi ‘nnuccenti. L’urtimu cci dissi: – «Maistà, io haju arrubbatu, haju ammazzatu, haju statu un sciliratu, e pi chissu mi cunnannaru ‘n vita.» Comu lu Re ‘ntisi accussì, vôtasi e cci dici: – «E mentri è chissu, tu, gran birbantuni, nesci di ‘mmenzu di galantomini, ca su’ tutti ‘nnuccenti, e ‘un ponnu stari cu tia ca li guasti.»
Lu pigghia e lu fa nèsciri a libbirtà, e accussì la virità fu primiata.
Cultura
Il Vespa Club Pantelleria incontra i bambini nei Circoli per gli auguri di Natale
Vespe in garage per maltempo, ma i soci del Club di Pantelleria non si fermano e incontrano i bambini per gli auguri di Natale. L’affettuosa accoglienza dei Circoli
Vespa in garage stamani per i soci del Vespa club Pantelleria, purtroppo a causa delle condizioni meteo non favorevoli i vespisti insieme al suo Babbo Natale hanno incontrato i bambini dell’isola con l’autovettura, iniziando dal circolo Trieste Stelle a Khamma dove ad aspettarli c’era il Presidente Eduardo Raffaele che ha offerto panettone e caffè per tutti.

Da lì si sono diretti nella contrada di Scauri al circolo Agricolo, dove ad aspettarli vi era il Presidente Salvino Marino ad attenderli non solo con panettoni, bibite per tutti ma anche con dello spumante aperto alla fine dell’incontro per augurare a tutti i presenti un Santo Natale.
Il tour termina nei raffinati locali dello storico Bar Tikirriki con la consegna dei doni agli ultimi bambini arrivati.

Un bel giro partecipativo di una importante associazione che non esita a organizzare eventi aggregativi per la società isolana, portando movimento, colore, allegria.
Abbiamo chiesto al Presidente Pavia, com’è andata stamani con questo tempo un po’ uggioso? “È andata! Purtroppo le Vespa abbiamo dovuto tenerle ferme, cambiando un pò il programma per via del maltempo. Ma non ci siamo tirati indietro, pochi bambini forse proprio per questo tempo incerto.”
Avete comunque portato a casa un risultato o no? Assolutamente si! soddisfatti anche se aspettavamo più pubblico sinceramente.”
I circoli come hanno risposto? “L’ospitalità dei circoli Trieste Stella ed Agricolo Scauri è unica, altre volte abbiamo collaborato con loro e sempre ci siamo sentiti a casa nostra, il clima è molto armonioso e i Presidenti Eduardo e Salvino oltre ad essere amici di tutti sono persone che si prodigano per la comunità e nel portare avanti una realtà isolana che hanno costruito i nostri nonni. Speriamo che i nostri giovani sapranno apprezzare e continuare a dare vita ai circoli stessi, Pantelleria è un po’ lenta a carburare ma una volta riscaldato il motore sa dare la giusta grinta.
Vuole darci la data del prossimo appuntamento vespistico? “Certamente “Carnevale in Vespa” il 17 febbraio 2026, tempo permettendo.
“Approfitto per augurare a tutti un Santo Natale ed un felice 2026 a tutta la comunità.”
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